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Autore: Pseudopolis Yard    05/04/2012    9 recensioni
C'è sempre del lavoro per Morte.
[...]Doveva esserci una qualche forma di ironia cosmica nel fatto che i suoi incontri con lo smilzo piagnucolone si fossero fatti sempre più frequenti, da quella prima sfortunata volta, in maniera inversamente proporzionale al piacere ricavato dagli stessi. Diciassette anni prima era entrato in quella casa a Godric's Hollow (maledetta profezia e maledetta quella vecchia oca che l'aveva pronunciata) con il cuore pieno di speranza, di fiducia nel fatto che ci fosse giustizia a questo mondo, un ordine naturale delle cose: c'erano cose che dovevano succedere e cose che non dovevano succedere. Quel che doveva succedere era: Harry Potter morto, la profezia neutralizzata e Lord Voldemort, tiranno benevolo, che si ergeva sul popolo dei maghi guidandolo verso un'era di prosperità e di pace dove nessuno avrebbe mai fatto mancare una Cruciatus a un Babbano.
Liberamente ispirato alle pagine di J.K.Rowling e Terry Pratchett.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Cedric Diggory, Sir Nicholas, Sirius Black, Un po' tutti
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Mi chiamo Black. Sirius Black.”


Un colpo di una certa forza contro il petto. Il tempo di provare un fugace disappunto – stava andando tutto così bene, così divertente, proprio come ai vecchi tempi...
“Macheccav...”
E poi la sensazione di essere risucchiato attraverso l'arco oscurato dal Velo. L'istinto gli disse che ciò non era una buona cosa, e con un guizzo Sirius si aggrappò agli ultimi lembi del Velo, cercando di non farsi trascinare via, mentre il vento che lo risucchiava lo teneva sospeso in orizzontale a fluttuare nel vuoto.
Perché lì dietro l'arco sembrava esserci un enorme vuoto.
Aggrappato al Velo come una banderuola, Sirius non vedeva più né pavimento né pareti o soffitto. Solo una sorta di buio molto buio, però profondo. E il vento gli turbinava attorno, strattonandolo e facendo riecheggiare in quello spazio infinito l'ultima cosa che aveva sentito: la risata isterica della pazza cugina Bellatrix.
Aveva sempre avuto una risata piuttosto folle, la pazza Bella, anche quando aveva dieci anni, i codini e un vestitino ricamato a nido d'ape: i codini, anzi, contribuivano solo a rendere più inquietante il tutto. Cygnus Black, nella migliore tradizione dei bravi padri di famiglia (perché anche i Black erano padri di famiglia), aveva cercato di instillare nelle sue figlie un qualche genere di istinto materno regalando a tutte e tre piccoli e graziosi gattini (neri): Andromeda aveva amato e vezzeggiato il suo, Narcissa lo pettinava e lo infiocchettava, Bellatrix li aveva terrorizzati tutti e tre con la sua... hem... peculiare risata.
Sirius si riscosse da quel poco allegro pensiero: al momento la sua priorità era decisamente tornare di là, dove il pavimento era una realtà solida e tangibile. Sirius smise di guardarsi attorno e cominciò ad arrampicarsi lungo il Velo.
Solo, si accorse che ciò a cui stava aggrappato non era il Velo: era un mantello. Un mantello nero che avvolgeva un'alta figura nera incappucciata.
La figura voltò il cappuccio verso di lui: allungò un braccio, afferrò Sirius, e senza alcuno sforzo apparente lo depositò in piedi davanti a sé.
Il vento sembrava essersi fermato e non lo risucchiava più. E sotto i piedi gli sembrava anche di avere un pavimento, ora. Non lo vedeva, ma, dato che non stava precipitando nel vuoto, su qualcosa doveva trovarsi.
Risolte le cose urgenti, Sirius guardò meglio la figura, e si chiese se fosse o meno il caso di alzare la bacchetta: c'era il mantello nero, c'era il cappuccio, ma lui ci avrebbe pensato due volte prima di classificarla Mangiamorte. Una vecchia vocina che se ne stava assopita da un paio d'anni nel fondo della sua testa tirò fuori tutti gli allarmi e cominciò a strillare Dissennatore!, Dissennatore!, pericolo!, Dissennatore! ma... no. Non sembrava neanche un Dissennatore. Immobile e solenne, pareva aver accolto l'arrivo di una persona che si era aggrappata al suo manto trascinata da un vento sovrannaturale come la cosa più normale di questo mondo, con assoluta indifferenza. Un po' come Silente quando aveva il suo sacchetto di Pallini Acidi. O un ghiacciolo al limone. O un'Ape Frizzola. O qualsiasi cosa avesse un tasso di zucchero sufficiente a farlo classificare nella categoria “dolciumi e affini”. Ecco, quello stesso tipo di indifferenza, solo un po' di più.
Un vago sospetto si fece largo nella testa di Sirius.
“Tu non sei un Mangiamorte, vero?”
La figura in nero non aveva una bocca che fosse visibile al di sotto del cappuccio – diamine, sembrava non avere niente al di sotto del cappuccio – ma la voce che risuonò nella stanza fu profonda e potente:
NO.
“Non... Non sei nemmeno un mago, vero?”
NO.
Ci fu un attimo di silenzio.
“Sono morto?”
NON PRECISAMENTE.
“...mi sembra una risposta un po' vaga”.
LA TUA NON E' UNA SITUAZIONE CHIARA.
La figura incappucciata estrasse una piccola clessidra dalle pieghe del mantello, e la mostrò a Sirius, reggendola tra due dita estremamente scheletriche: sul bordo superiore, in lettere dorate, si leggeva il nome Sirius Black. La maggior parte della sabbia si trovava nella metà inferiore, ma nella metà superiore se ne vedeva ancora qualche granello.
IL TUO TEMPO SI E' FERMATO, spiegò la voce riecheggiante.
Sirius si piegò fin quasi a toccare il vetro con il naso.
“Ma no, vedi? Ci sono ancora dei granelli, sopra!”
SI, MA NON SI MUOVONO.
“... una scrollatina?”
Morte rovesciò platealmente la clessidra: non si mosse un solo granello.
Sirius si schiarì la voce:
“Un fenomeno... hem, interessante...”
La voce della figura suonò niente affatto interessata:
FONTE DI FASTIDIOSE SECCATURE.
I Malandrini avevano fatto una scienza del causare fastidiose seccature al prossimo traendone tra l'altro il massimo del piacere; ma in quel momento Sirius sentì gravare su di sé tutto il peso dell'essere al centro di quella particolare fastidiosa seccatura.
Si grattò la testa e si guardò intorno. Il Velo sembrava così vicino... Sirius sapeva riconoscere a fiuto una situazione dalla quale sarebbe stato meglio allontanarsi in fretta, ma negli anni aveva coltivato più una grifondoresca abitudine a tuffarcisi dentro, in tali situazioni, che non non la necessaria tecnica per evitarle.
Fu per questo che nacque in lui il pensiero di potersela cavare con un po' di disinvolta nonchalanche: dopotutto, era sempre parsa funzionare piuttosto bene con la McGranitt, e se funzionava con la McGranitt...
“Be'...” cominciò, abbozzando un passo verso il Velo, “...quando sblocchi la clessidra....” Altro mezzo passo. “...mandami un gufo, eh?”
Si voltò verso il Velo, e fu molto sorpreso di trovarsi una lama di falce davanti agli occhi. Era abbastanza sicuro di essersi lasciato l'incappucciato tre passi alle spalle, non di averlo esattamente di fianco.
Girandosi verso la figura, ebbe l'impressione che qualunque cosa ci fosse sotto al mantello non fosse irritata. Non sembrava preoccupata. Non sembrava interessata. Non sembrava niente, in effetti, però la falce era lì e sembrava che nessuna forza a questo mondo fosse in grado di scansarla.
“Era una proposta ragionevole,” bofonchiò Sirius.
NO, rispose Morte.
“Non si può proprio fare niente...?”
NO.
“Niente niente niente?”
NO.
Rimasero a fissarsi in silenzio per un attimo.
«Mi potresti venire incontro almeno un po', lo sai?»
NO.
Altro attimo di silenzio, più lungo.
“E dunque?”
IL PROBLEMA DI VOI MAGHI E' CHE VI METTETE SEMPRE A GIOCARE CON COSE PIU' GRANDI DI VOI.
Sirius sentiva di trovarsi perfettamente d'accordo con lui. … con lei. Con qualunque cosa ci fosse dietro il cappuccio, insomma. Ma questo non risolveva il suo problema.
Guardò verso il Velo: da quella parte c'era il suo vecchio amico Remus, e c'era Harry. E forse stavano ancora combattendo e forse avevano ancora bisogno di lui.
Ma quella strada sembrava ormai chiusa.
Però.
...però, facendo due più due (e non era difficile fare due più due: mantello nero, clessidra, falce...), dall'altra parte avrebbe dovuto esserci il suo vecchio amico James. E Lily. E Regulus. E Dorcas e Fabian e Gideon... ma soprattutto James!
E forse poteva raggiungerli!
Certo, c'erano di mezzo ancora quei granelli di sabbia. Piccoli granelli di sabbia. Gli pareva che non fossero comunque molti... Pochi granelli di sabbia. Insignificanti e trascurabili.
“Senti...” iniziò, cautamente, “... hai detto che di là non posso andare, vero?”
NO.
“Allora... dall'altra parte?”
NO.
“Ma non vorrai che resti qui in eterno!”
La figura - che era Morte, ormai anche Sirius lo aveva afferrato chiaramente - non rispose. Percependo una crepa nella sequela dei NO inesorabili, Sirius si affrettò ad approfittarne:
"Risolverebbe il tuo problema. Anche il mio problema, ma soprattutto il tuo problema.” Morte non parlava e il suo silenzio, protraendosi, fece pensare a Sirius che fosse il caso di battere il ferro finché era caldo. “Avanti... non faremmo male a nessuno!"
Morte rimase in silenzio per un lunghissimo, siderale istante, durante il quale Sirius assunse e mantenne l'espressione più innocente e complice che ricordasse di poter avere.
Alla fine Morte levò la falce in un lento, ampio gesto che tradiva una certa rassegnazione.
DOVRO' RIEMPIRE UNO SCAFFALE DI MODULI PER QUESTO.
Sirius sentì il proprio sorriso allargarsi ulteriormente.
Morte vibrò con la falce un leggero colpetto contro la clessidra: gli ultimi granelli scivolarono pigramente verso il basso.
E tutto ad un tratto Sirius si sentì leggero, leggero, senza più una preoccupazione al mondo; mentre lo spazio vuoto e buio attorno a loro cominciava a svanire, la voce di Morte risuonò un'ultima volta.
NESSUNO DOVRA' MAI VENIRLO A SAPERE.
Sirius sorrise in maniera estremamente siriusesca.
"Non lo dirò ad anima viva."






Note degli AutorI: Tremate, tremate, le stregh... uhm... oh, be', le streghe/i son tornate/i.
In una raccolta come questa non si poteva saltare il signor Black: dite la verità, quanti di voi hanno sperato fino all'ultima pagina del settimo libro che non fosse proprio proprio proprio morto, ma solo un po' e un po'...?

E invece, zac.

Come sempre, Morte appartiene al signor Pratchett, Sirius alla signora Rowling, e noi li abbiamo solo presi un po' in prestito. Si accettano scommesse sul prossimo Onorevole Morto!
  
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