Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Saturn Hota    06/04/2012    2 recensioni
Due Principesse di due razze diverse. Amiche fin dalla nascita separate dal loro Destino. Questa è la loro storia. La storia di un'amicizia sconvolta da azioni più grandi di loro. Un'amicizia che potrebbe sconvolgere il normale equilibrio del mondo.
Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo due.

 
   Il prato era pieno di fiori profumati e colorati. Adoro la Primavera. Sì la mia stagione preferita. Stesa qui a godermi i raggi del sole sul viso. Senza pensare ai miei tanti, troppi, impegni reali. Almeno solo per quella mattina, dove ero misteriosamente sparita da palazzo, senza lasciar detto dove andavo. Sicuramente tutti mi stavano cercando, ma io non me ne curavo. Quel posto solo io lo conoscevo. Beh non proprio. Anche un’altra persona lo conosceva, ma certamente non poteva fare la spia. Scacciai quel pensiero. Acqua passata. Dovevo pensare al Equilibrio, non di certo a me. Se sarebbe continuata quella vecchia storia chissà ora dove e se ci saremmo stati.
Un uccellino si posò sulla mia mano aperta e cinguettando mi disse che tutto il palazzo si era mobilitato per cercarmi. L’uccellino era alquanto indispettito per il mio capriccio di voler del tempo per me.
-“ Scusami non lo faccio più!”- gli dissi accarezzando la sua testolina e aiutandolo a spiccare il volo. Mi rimisi la coroncina e corsi verso il castello, uscendo dalla foresta di Brethil. Nel giardino reale trovai tutti gli altri elfi di palazzo ad aspettarmi. Evidentemente l’uccellino li aveva avvertiti del mio ritorno. Un giovane Elfa mi corse incontro abbracciandomi e verificando che sul mio corpo non ci fossero ferite o altri segni.
-“ Tranquilla sto bene! Ero solo andata a fare una passeggiata”-
Lei mi guardò con sguardo severo, levando una foglia dai miei capelli.
-“Hearim. Cormamim lindua ele ile”-
Chinai il capo.
Rientrai nel palazzo scortata da due elfi, mentre tutti tornavano alle loro abitudinari mansioni. Fui scortata fin dentro le mie stanze, un luogo dove solo poche persone avevano l’accesso.
Mi gettai sul letto trovando un po’di ristoro nel morbido cuscino di seta bianca. In camera mia tutto era rigorosamente bianco e oro. Come l’intero palazzo ovviamente. La casata della mia famiglia aveva uno stemma diverso rispetto alle altre casate eliche. Il nostro stemma era costituito da un albero bianco con foglie color oro. Quindi tutto rispecchiava quello stemma. Tutti gli altri elfi abitavano nelle foreste e sugli alberi. Costruivano le loro case e le loro regge sugli alberi, protetti dalla foresta. Noi no. Certo la foresta ci nascondeva e proteggeva dagli sguardi indiscreti, ma avevano deciso di non sceglierla come luogo di dimora. Il nostro palazzo sembrava uscito da una di quelle fiabe raccontate alle bambine umane, che le facevano sognare principi, feste e bei vestiti. Il nostro palazzo era al centro esatto di un lago perfettamente circolare. Per entrare nel palazzo, attraversando il lago, bisognava conoscere l’elfico, per poter pronunciare le esatte parole per chiedere all’acqua se gentilmente apriva il varco per il passaggio. Il Lago Aglareb, fu chiamato cosi per la lucentezza che emanava l’acqua colpita dai raggi solari e lunari, al suo centro fu costruito il nostro palazzo. Conservando la tradizione elfica il palazzo è interamente costruito in legno, fu utilizzato quello della bianca Betulla Alba, albero di cui la foresta era famosa. La sua corteccia bianca e brillante era rivestito da incantesimi protettivi che la rendeva eterna. Decorazioni dorate e ampi archi erano disposti in modo armonioso lungo tutto il palazzo. Ogni stanza del palazzo, una volta avevo provato a contarle da bambina, ma avevo perso ben presto la voglia per quante erano, era dotata di ampie finestre che permettevano alla luce e all’aria di entrare liberamente.
Qualcuno bussò alla porta. Velocemente mi ricomposi. Una Principessa doveva essere sempre impeccabile.
-“ Avanti”-
-“ Hearim.”- La mia balia Isyl entrò nella mia stanza inchinandosi di fronte a me.
-“ Farà tardi alla sua lezione, se non si sbriga.”-
Ovviamente. La mia lezione mattiniera di portamento e buone maniere. Una delle lezioni più noiose di questo mondo.
-“ Certo vado subito”-
Lei uscì dalla stanza lasciandomi di nuovo sola. Ero sempre sola. Non avevo amici di cui potermi fidare. Gli altri elfi di corte erano troppo presi dall’attività politica. I miei coetanei o non erano della mia stessa levatura sociale, e quindi per me era impossibile avere rapporti con loro, o erano presi dalla smania di prendere la mia mano. Il compito di una Principessa è anche questo, trovare un elfo per maritarsi e mandare avanti una stirpe reale. Essendo l’unica femmina in famiglia a me spettava il compito di regnare, ma solo una volta trovato un buon marito. Per ora al mio posto regnavano i miei due fratelli maggiori.
Le storie umane descrivevano le Principesse come felici e fortunate, ma la vita era tutto altro che cosi per me.
Uscii dalla mia camera, fuori le guardie si inchinarono al mio passaggio, presi il mio gatto fra le braccia e andai a lezione.
Non ero attenta, ero cosi triste che perfino il mio insegnante si rese conto che qualcosa non andava.
-“ Hearim che cos’ha?”-
Io lo guardai. I miei occhi azzurri si persero in quel verde che tanto mi ricordava il mio amato luogo sicuro nella foresta.
-“ Perché mi chiamate tutti Hearim, odio essere chiamata Principessa! Il mio nome è Eledhwen Tinuviel. Chiamatemi cosi.”- Parlavo a bassa voce, quasi vergognosa di quelle parole.
-“ Ma lei è la nostra Hearim. Non possiamo far altro se non chiamarla cosi.”- Galdor mi pose la mano sulla spalla. Io lo guardai. Nel suo sguardo c’era più che amore per la propria futura Regina, ma anche affetto per quella che ero.
-“ Io sono Hearim Eledhwen Tinuviel, futura Regina del Regno di Calien e devo assolvere ai miei doveri regali.”- Il discorso fini lì. Finita la lezione, andai in cerca dei miei fratelli, chiusi in Biblioteca intenti nelle loro ricerche. Erano entrambi bellissimi.
Belthil è il maggiore dei due, assomiglia molto a nostro padre. Alto, slanciato come tutti quelli della nostra razza, ma anziché avere i capelli biondi come la stramaggioranza degli elfi li aveva neri, di un nero cosi cupo da ricordare la notte senza stelle. I suoi occhi erano di un grigio chiaro, quasi da sembrar bianchi. Quando ero piccola e mi guardava con quei suoi bellissimi occhi mi trasmetteva un senso di pace e tranquillità.
Meneldor, invece assomigliava molto a me e nostra madre. Lunghi capelli biondi, occhi azzurri, portamento regale. Non poteva essere più diverso da me e nostro fratello. Severo, calcolatore e sempre previdente entrava spesso in contrasto con Belthil, di animo più dolce e permissivo, ma su questioni che riguardavano il regno avevano una sintonia perfetta.
Appena entrai in Biblioteca Belthil mi corse incontro abbracciandomi, mentre Meneldor rimase seduto a guardarmi da dietro la scrivania, il suo sguardo non prometteva nulla di buono.
-“ Eledhwen, cosa ti è saltato in mente stamattina? Hai fatto preoccupare tutti con il tuo gesto da irresponsabile.
Ecco appunto. Mi aspettavo una ramanzina da parte sua.
-“ Meneldor, dai lasciala stare, tutti a volte hanno bisogno di stare un po’ da soli.”- Belthil mi sorrise e strinse la mano.
Meneldor sbuffò e riprese a guardarmi.
-“ Un detto umano dice: “ Quando il diavolo accarezza, vuole l’anima!” Ebbene sorella cosa ti ha portato da noi?”-
-“ Ti ricordo, caro fratello, che te stai regnando solo perché io ancora non posso farlo, ti consiglio di non prenderti gioco di me!”-
Belthil ci guardò e scoppiò a ridere, ogni volta che io e Meneldor discutevamo reagiva cosi.
-“ Bene la nostra Hearim ha davvero un bel caratterino!”-
Io lo guardai e sorrisi benevola.
-“ Però sono venuta qua per chiedervi una cosa, che solo voi due potete concedermi”- Mi sedetti sulla poltrona di fronte la scrivania, seguita da Belthil e esposi la mia richiesta ai miei fratelli.
   
Nota dell'autrice:
Ecco a voi il secondo capitolo =) Qui è presentato il personaggio della seconda Principessa. Anche qui ho voluto lasciare un pò di suspence per i prossimi capitoli...Spero vi piaccia e che sarete sempre di più a seguirmi e recensirmi....Baci by Hota
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Saturn Hota