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Autore: Claire_17    06/04/2012    1 recensioni
Con l'avvicinarsi della guerra, inizia un nuovo anno ad Hogwarts: il Magico Trio avrà come al solito le sue preoccupazioni per la testa, ma anche Ginny affronterà nuove esperienze..in campo nemico!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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BLAISE

 

Il Signore Oscuro mi osservava. No, anzi, mi stava fissando. Voleva una risposta da me: se avessi risposto di sì, sarai stato marchiato e dannato a vita, in caso contrario non sarei uscito da quella stanza. Non vivo, perlomeno.

Avevo avuto diversi mesi per decidere e avevo sempre rimandato la questione, troppo impegnato con gli esami del settimo anno o -forse- perché avevo paura. Accettare il Marchio Nero ed entrare effettivamente a fare parte della congrega dei Mangiamorte era una scelta radicale, e quasi inevitabile, essendo io di famiglia Serpeverde Purosangue.

Ma io non ero sicuro di volerla scegliere: non volevo finire come i miei genitori, catturati e spediti ad Azkaban dagli Auror, non volevo passare la mia vita ad uccidere. Ma il Signore Oscuro era li che mi fissava e io dovevo dargli una risposta. Vedendo la mia esitazione, le sue iridi bianche furono squarciate da un lampo d’ira, subito sostituita da qualcosa di diverso. Un ghigno gli increspò le labbra ed io sapevo già cosa stava per accadere. Non abbassai lo sguardo mentre Lord Voldemort sfilava la bacchetta dal mantello: volevo che comprendesse che io avevo preso la mia decisione, non avevo scelto lui.

Sentii un sibilo: «Avada Kedavra» e un’accecante luce verde..

 

Mi svegliai di soprassalto: non era la prima volta che avevo un incubo. Questo era però così vivido che riuscii a riaddormentarmi solo dopo parecchio tempo. Mancavano dieci mesi all’estate, ma a me sembravano brevissimi, come se avessero la durata di un attimo. Il Signore Oscuro aveva chiesto a me e a Draco “il nostro parere” sul fatto di diventare suoi seguaci: Lucius era ovviamente entusiasta, avrebbe dato tutto per vedere suo figlio ricalcare le sue orme. Draco non era però convinto, la Mezzosangue gli stava veramente a cuore: gli aveva riempito la mente e il cuore di quelle scemenze in cui credeva e per cui combatteva. Avevo rimproverato sempre Draco per quella sua debolezza, non era concesso amare i nemici del nostro Signore. Ma poi, col passare dei mesi, avevo riflettuto più a fondo sulla decisione che stavo per prendere. Dovetti passare l’estate a casa dei miei zii, dato che i miei genitori erano finiti la dove i loro unici compagni erano i Dissennatori. Mia zia, Purosangue, andando contro il volere di tutta la mia casata, aveva sposato un Mezzosangue: sapeva di andare incontro al disconoscimento da parte della famiglia ma evidentemente l’amore per suo marito era più forte. E loro erano felici, anche se dovevano spostarsi di abitazione ogni mese, perché mia zia aveva abbandonato Lord Voldemort e lui difficilmente perdona. Loro erano felici anche se la loro casa era sotto Incanto Fidelius, solo perché erano insieme. Loro erano felici perché sapevano che in ogni avversità avrebbero avuto una spalla su cui piangere, un amico con cui ridere o semplicemente una persona che c’era, sempre e comunque. Loro erano felici perché sapevano che non sarebbero stati mai soli.

E allora cominciai a credere anche io a quelle scemenze: vedevo il nemico del Signore Oscuro, Potter, amato e rispettato da tutti. Lui, che era solo come me, era felice in un momento in cui la metà del Mondo Magico era nelle mani di Voldemort. Potter sapeva che prima o poi avrebbe affrontato il suo nemico e che in molti sarebbero morti perché avrebbero combattuto al suo fianco, ma questo non gli impediva di essere positivo e speranzoso nelle sue capacità e nel futuro.

Anche io potevo scegliere quindi di stare dalla parte del bene, ma avrei dovuto accettarne le conseguenze: come Potter, come i miei zii, come tutti quei maghi che avevano deciso di opporsi al male e che erano stati puniti con la tortura e la morte.

A colazione, non spiccicai parola. Se ad un occhio esterno potevo sembrare normale, a Draco non sfuggì la mia scarsa eloquenza, ma lasciò perdere. Per quelli come noi, chiedere aiuto o dimostrare di avere un problema significa esporre il fianco all’avversario, dichiararsi vinti. Ringraziai mentalmente Draco di non infierire e con ancora in mente l’incubo della notte appena passata, mi avviai verso i sotterranei per la lezione di Pozioni con i Grifondoro. “Magari c’è la Weasley” mi ritrovai a pensare. Bah, che pensiero insulso! E poi la Rossa non era nemmeno del mio anno: cavolo, dovevo fregarmene! Erano le ragazze a fare la fila per me, non ero io a stare dietro a loro!

Le due ore con Piton passarono in fretta, anche perché non ci prestò molta attenzione, troppo preso a insultare Paciock.

Dopo Pozioni avevamo un’ora libera e avevo deciso di passarmela -e spassarmela con una Corvonero del quinto anno- nel bagno dei Prefetti. Me la svignai subito dopo la fine della lezione, in modo da non trovare praticamente nessuno nei corridoi e arrivare velocemente al secondo piano, davanti alla porta del bagno dei Prefetti.

 

GINNY

“Credo di adorare Hermione! Aveva ragione, un’ora dentro la vasca dei Prefetti e la giornata è decisamente migliorata!”

Ero persa in questi pensieri, quando sentii la porta cigolare: mi ero dimenticata di eseguire il Colloportus e mi trovavo in una stanza in cui non dovevo e potevo stare, durante le lezioni della mattina.

Cercai di non fare rumore avvicinandomi al bordo e uscendo dalla vasca. Indossavo un bikini rosso, regalo di Tonks, che lasciava ben poco all’immaginazione e che mi mettevo solo quando ero da sola.

«C’è qualcuno?» sentì da dietro una colonna molto -troppo- vicina a me. Afferrai al volo l’accapatoio e lo zaino, pronta ad uscire, ma non fui abbastanza veloce.

«Ma buongiorno Weasley, anche tu da queste parti?»

«Zabini..io..io stavo appunto per andarmene, buona nuotata» e mi girai per andarmene. Ma una stretta al polso mi trattenne: il Serpeverde mi aveva raggiunto e bloccato. Afferrò anche l’altro polso, facendo rovinare a terra la cartella e il mio accapatoio, e mi spinse verso la parete, senza nemmeno darmi il tempo di protestare.

«Ehi ma che fai?! Lasciami!» strepitai, dimenandomi per potermi liberare.

«Fermati, se continui a muoverti così, peggiori le cose, ti avverto.» Non capii di cosa stesse parlando finchè non notai il rigonfiamento che si era creato sopra il cavallo dei pantaloni. E la cosa strana fu che, invece di provare ribrezzo o disgusto, una fitta di languore mi colpì alla bocca dello stomaco. Zabini, come se mi leggesse dentro, lasciò andare pian piano i polsi, per risalire lungo le braccia e alla fine poggiò i palmi aperti sui miei fianchi.

«Mi piace questa tua mise, dovresti indossarla più spesso» bisbigliò in un sussurro, con un sorrisetto stampato in faccia.

Che stupida a lasciarmi avvicinare così tanto da un Serpeverde! Mi scostai di colpo, e mi parve di vedere un lampo di delusione negli occhi di Zabini. Infilai la camicia e la gonna che mi ero portata dietro, senza degnare il moro di una mezza occhiata, e poi uscii in fretta con i capelli ancora bagnati.

Corsi fino al ritratto della Signora Grassa e mi fiondai in camera.

Propositi per il resto dell’anno: evitare quel viziato, arrogante, scontroso, affascinante e -a quanto le pareva- decisamente ben dotato, di Blaise Zabini!

 

 

Spazio dell’autrice

 

Mi scuso con le (poche) lettrici della storia per aver pubblicato questo capitolo con così tanto ritardo! E’ la prima fanfiction che scrivo e spero che per ora vi piaccia!

PiccolaStellaSenzaMeta: wow sei la prima che recensisce! Sono contenta che ti sia piaciuta, e spero che anche questo ti soddisfi!

  
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