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Autore: ElyTheStrange    07/04/2012    3 recensioni
La mia prima Fred/Hermione rivista e corretta sia nella forma che ne layout di pagina.
La prima parte è già pubblicata, inizialmente doveva essere una long di tre mini capitoli, alla fine è diventata una serie di long a minicapitoli e così, visto che mancherebbe ancora un'intera long ho deciso di ripubblicare tutto insieme per semplificare la vita a tutti coloro che cominceranno a leggerla solo ora. Ho raggruppato le long in uno o pochi più capitoli che risulteranno più lunghi. Beh è tutto, buona lettura.
PS: ho cercato di mantenere lIC, ma visto che non sono mamma Row per sicurezza metto OOC negli avvertimenti
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Finalmente un po' di pace. Dopo la discussione con Lavanda, Fred pare essersi stancato di mettermi continuamente in imbarazzo. Merlino sia lodato. La mia vita è tornata quella di sempre e anche il mio stupido cuore pare aver ritrovato un po' di senno smettendo di battere furiosamente ogni volta che mi ritrovo vicino a quell'idiota. Ora per festeggiare questo lieto, lietissimo evento, me ne andrò in biblioteca a leggere un bel libro rilassante. In fondo può esistere un modo migliore per passare il sabato pomeriggio? No, non esiste. Ah, come sono contenta. Sto camminando lungo un corridoio del terzo piano, una piccola scorciatoia che mi risparmierà la folla di studenti che si aggirano per il castello ciondolando annoiati a causa della pioggia. Non ringrazierò mai abbastanza Harry d'avermi mostrato quel passaggio. Svoltato l'angolo, però, devo notare con disappunto che non sono sola. In fondo al corridoio ci sono un ragazzo e una ragazza in atteggiamenti... ehm... equivoci. Ok, si stanno solo sbaciucchiando, ma io non sono una grande esperta di baci, in effetti, non lo sono proprio per niente. Mi blocco un attimo. Forse dovrei tornare indietro, queste cose mi mettono sempre a disagio; però mi girano abbastanza le scatole al pensiero di rifarmi tutta la strada, le scale che portano direttamente in biblioteca sono poco lontano da quei due. La risata stridula della ragazza mi riscuote dai miei pensieri.

"Fred smettila... devo andare davvero adesso..."

Ecco, ti pareva. Poteva essere chiunque e invece no, doveva proprio essere lui. E ora non posso nemmeno tornare indietro perché quella lì mi ha visto e mormorando un "abbiamo compagnia" si è rimessa a ridere. Gli stampa un ultimo bacio e se ne va in fretta lanciandomi un'occhiata divertita. Mi mordo un labbro e mastico un insulto. Proseguo la mia strada verso la biblioteca, Fred se ne sta appoggiato al muro con una faccia gongolante da schiaffi. Il mio istinto di fratellanza femminile prevale e mi fermo a pochi passi da lui fissandolo severa e incrociando le braccia al petto.

"Beh? Che c'è?" Mi chiede, sfoderandomi un sorrisone innocente. Merlino dammi la pazienza, perché se mi dai la forza, giuro che lo ammazzo.

"Niente." Borbotto sarcastica, devo lasciar correre. Devo lasciar correre e andare in biblioteca. Lui inarca un sopracciglio.

"Oh dai, Hermione, so che muori dalla voglia di farmi una predica."

Stringo le labbra. Lui sorride malizioso.

"Me la ricordavo diversa Angelina..." Soffio sdegnata. Il suo sorriso si allarga ancor di più.

"Che occhio..."

Stringo le mani a pugno. Una vocina nella mia testa mi dice di andarmene, ma ormai è una questione di principio.

"Chi era quella?"

Si stacca dal muro e fa un paio di passi verso di me osservando il punto dove la ragazza di prima aveva svoltato l'angolo.

"Quella? Uhm, credo si chiami Camille... ma non ne sono assolutamente certo, non posso tenere a mente i nomi di tutti..."

Mi ha fatto l'occhiolino. Io dal canto mio l'ho fulminato con lo sguardo, come si fa a essere così irrimediabilmente irritanti? Si avvicina ancora di qualche passo. La vocina di prima sta strillando a gran voce di scappare.

"Non sarai gelosa, vero Hermione?"

Vorrei insultarlo, ma ora è davvero, davvero troppo vicino. Posso sentire distintamente ogni suo singolo respiro.

"N-no... io..."

Sorride. Arrossisco. Nooo! Com'è possibile? Ne ero uscita! Calmati Hermione, calmati. Faccio un paio di passi indietro, quel tanto che basta da permettermi di inspirare senza respirare il suo destabilizzante e maledettamente attraente profumo. Bene, va già un po' meglio.

"Io lo dicevo per Angelina!" Sbotto seccata. Lui inarca un sopracciglio.

"Che c'entra Angelina ora?"

Lo guardo sbalordita, lui fa un passo verso di me, io faccio un passo indietro.

"Come che c'entra Angelina? Lei è la tua ragazza!"

Fred scoppia in una risata che mi fa vibrare ogni singola cellula del corpo, no così non va. Non va proprio. La vocina ormai si sta sgolando, ripetendomi di andarmene il più in fretta possibile.

"Ascolta, Hermione. Punto primo: Angelina non è la mia ragazza."

Un passo verso di me, io indietreggio di un passo.

"Punto secondo: io sono davvero troppo indaffarato per avere anche una fidanzata di cui occuparmi."

Un altro passo in avanti per lui, uno indietro per me.

"Punto terzo: sono così meraviglioso che se mi dedicassi a una sola ragazza, non solo sarebbe un vero spreco, ma comporterebbe una enorme perdita per l'intera popolazione femminile di Hogwarts." Conclude ammiccando.  Fa un altro passo avanti e mettendomi spalle al muro. Ha l'ego talmente gonfio che se lo bucassi con uno spillo volerebbe via.

"Non credi di esagerare? Solo un pochino eh..." Borbotto sostenendo a fatica il suo sguardo. Lui mi guarda malizioso.

"Provare per credere..."

Ok, le mie gambe stanno concretamente cedendo anche perché lui è troppo, troppo vicino. Il suo profumo, i suoi occhi, il suo respiro. Ognuna di queste cose sta contribuendo a rigettarmi nella stessa identica situazione di una settimana fa. Ho il cuore che pare voler schizzare come un missile fuori dal mio petto, per andare dove poi, non mi è dato saperlo. Mi sudano le mani e ho il viso in fiamme. Lui continua a guardarmi malizioso, forse in attesa di una mia reazione, ma ho il cervello liquefatto e trovo difficile anche solo mantenermi in vita. Perché mi guarda così? Non è un modo normale di guardare. O almeno di guardare me. Il mio stomaco ha appena fatto una capriola e poi è caduto ai miei piedi, Merlino! Si è avvicinato ancora, se arretro ancora di un passo rischio di diventare parte integrante della parete.

"Fred! Puzzolente caccola di Troll è un'ora che ti cerco!"

Ci voltiamo entrambi mentre George cammina mollemente verso di noi. Merlino sia lodato, Fred fa un paio di passi indietro sorridendo ed io posso lentamente tornare a respirare rimanendo comunque immobile con la schiena appoggiata alla parete. Camminare mi è ancora impossibile.

"Se non ti è di troppo disturbo, noi avremmo del lavoro da fare, quindi saluta questa giovane donzella e... oh..."

George si ferma a pochi passi da noi, le sue labbra disegnano una"O" perfetta.

"Ciao Hermione!" Mi saluta incerto lanciando un'occhiata inquisitoria al fratello che sorride sornione. Vorrei tanto aver superato l'esame di smaterializzazione in questo momento.

"Ho interrotto qualcosa?" Domanda ironico. Fred sghignazza. Lo odio. Anzi LI odio.

"No, assolutamente no! Noi... stavamo solo... parlando, ecco!" Ribatto molto più insicura di quanto vorrei. George mi guarda divertito, Fred continua a sghignazzare.

"Beh Hermione, tecnicamente non stavamo parlando..."

Torno a guardare Fred, sconvolta. Evidentemente vuole morire e sta cercando in tutti i modi di farsi uccidere da me. Sento lo sguardo del suo gemello pizzicarmi il volto che ora deve essere di un intenso color porpora.

"Fred! Smettila di dire idiozie!"

Lui ricomincia a sghignazzare. Mi sfugge un verso stizzito.

"Sei fortunato che io non abbia la bacchetta altrimenti avresti già fatto una brutta fine!" Sbotto esasperata. Lancio uno sguardo di fuoco a entrambi e mi avvio a grandi passi verso la biblioteca.

 

**************************************************************


Ok, devo ammettere che all'inizio è stato piuttosto disorientante. Non capita tutti i giorni che Hermione Granger arrossisca per un ragazzo. Soprattutto non è mai capitato che lo facesse per me. Ci conosciamo da cinque anni e ci vediamo in pratica ogni giorno. Abbiamo perfino diviso il tetto della Tana per ben quattro estati e per le ultime tre vacanze di Natale, eppure niente. Mi ha sempre ignorato, non fosse per sgridarmi in un modo talmente petulante da rendere le ramanzine di mia madre una piacevole chiacchierata, e ora invece, tutto a un tratto, la vedo arrossire smisuratamente anche solo per un mio sguardo.

Come dicevo, all'inizio è stato disorientante, poi è diventato estremamente divertente. Insomma dai, chi non avrebbe approfittato di questa piccola debolezza della Granger?

Tutto procedeva per il meglio, soprattutto quando la Brown mi ha servito quelle chiacchiere riguardanti i sogni di Hermione su un piatto d'argento. Peccato per il piccolo inconveniente del confronto immediatamente successivo alla lite tra le due: la Granger mi ha annusato. Ha appoggiato la sua faccetta saccente nell'incavo del mio collo e ha inspirato profondamente il mio profumo. In un'altra situazione probabilmente mi sarei fatto una risata e l'avrei presa in giro talmente tanto che alla fine lei mi avrebbe lanciato una fattura. Il problema è che, per qualche motivo, il mio corpo ha trovato questa cosa terribilmente... eccitante. Già, eccitante. Di norma le parole "eccitante"  e "Granger" non hanno nessun motivo per stare nella stessa frase, ma davvero non saprei come altro definire il fatto di aver trovato il cavallo dei miei pantaloni notevolmente più costrittivo del solito.

Quindi, nel giro di due giorni la situazione è passata da disorientante a eccitante. Questo per me non è mai stato un problema. Se la ragazza in questione non fosse stata lei, probabilmente avrei seguito l'onda del momento come mio solito, ma fare certe cose con Hermione mi pare qualcosa di tremendamente sbagliato, contro natura, oserei dire. Insomma è Hermione. La ragazzina saccente e fastidiosa, il prefetto rompiscatole con dei capelli improponibili, la secchiona che a volte riesce ad essere persino meno femminile di Ron! Per tutte queste ragioni, e molte altre, ho preso la decisione di darmi un po' alla macchia con lei e di dedicare le mie attenzioni a ragazze più adatte a me. Per un'intera settimana ho allegramente volato da un fiore all'altro nella speranza di ritrovare quella fortissima sensazione di piacere che mi aveva dato quello stupido, insignificante abbraccio di Hermione. Il risultato è stato alquanto deludente, devo ammetterlo. Altrimenti non mi sarei ritrovato a provocarla, di nuovo, in questo corridoio.

"Hei Fred, non vorrei interrompere le tue profonde riflessioni, ma ora dovremmo proprio andare, Lee ci sta aspettando."

La voce di mio fratello mi riporta alla realtà. Sono rimasto imbambolato come un idiota a fissare il punto in cui Hermione è scomparsa. Mi volto e lui mi lancia uno sguardo malizioso.

"Sai fratellino, se non ti conoscessi bene, inizierei a pensare che tu abbia una brutta cotta per la Granger." Denocciola tranquillo. Incrocio le braccia al petto, contrariato.

"Beh per fortuna che mi conosci bene, allora."

Il suo sorriso non accenna a diminuire.

"Sicuro che non ci sia niente di cui vuoi parlarmi? Magari di quello che stavate facendo tu e Hermione..."

Questi sono i momenti in cui mi domando perché non l'ho ucciso quando eravamo ancora nel grembo di nostra madre.

"Non ho niente da dirti. Non stavamo facendo niente. E soprattutto non mi piace Hermione, chiaro ora? O preferisci che ti faccia un disegnino?"

George inarca un sopracciglio.

"Beh credo che il tuo amico là sotto non sia molto d'accordo con te..." Espone con tranquillità. Istintivamente copro la parte incriminata con il lembo inferiore del maglione.

"Idiota. Ero qui con Camille Higgs di Tassorosso, hai presente? Gambe chilometriche, sedere da favola... Hermione-topo-di-biblioteca-Granger è arrivata dal nulla a disturbarci probabilmente in uno dei suoi frenetici tentativi di raggiungere la biblioteca il più in fretta possibile, mi chiedo se non farebbe prima a trasferircisi direttamente."

George ride divertito facendo ridere anche me. In effetti, l'idea di Hermione che vive in biblioteca non è poi così lontana dalla realtà.

"Possiamo andare ora?  Sai che Lee diventa irascibile quando lo si fa aspettare."

Lui annuisce senza smettere di sghignazzare.

"Era già irritato quando mi ha mandato a cercarti, ti farà una paternale!" Ribatte provocatorio. Io sbuffo annoiato.

"Non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima della giornata."

Così dicendo lo supero e mi avvio verso l'uscita, lui mi affianca.

"Camille Higgs, eh?"

Annuisco compiaciuto. George mi sorride orgoglioso di rimando.

 

Odio mentire a mio fratello. Sul serio. Solamente non credo che capirebbe quello che sta succedendo: in effetti, non lo capisco nemmeno io. Merlino, stiamo parlando di Hermione. Non può farmi questo effetto, non è normale. E giuro che davvero, davvero non vorrei continuare così, ma è così dannatamente stuzzicante questa situazione. È una sorta di istinto primordiale. Guardare l'effetto che le faccio, mi sta facendo letteralmente impazzire. Vederla completamente indifesa, rossa in viso e incapace di ribattere con la sua solita sfrontatezza risveglia il mio istinto predatorio come poche altre cose. Come prima, lì seduti in Sala Grande per la cena, la vedevo guardarmi di sfuggita e arrossire appena i nostri occhi s'incontravano. Sì, lo ammetto. Per quanto sia tremendamente innaturale, adoro questa situazione.

Forse è per questo che ora, mentre quasi tutti sono andati a dormire, mi avvicino a lei che tanto per cambiare sta leggendo. Ron e Harry stanno disquisendo di Quidditch sul divano mentre lei se ne sta in poltrona tutta concentrata. Mi metto accanto a lei e mi abbasso per poterla guardare bene in faccia.

"Ciao Hermione! Bella serata, vero?"

Non alza nemmeno lo sguardo.

"Sparisci, chiunque tu sia." Soffia stizzita. Sorrido divertito.

"Sono Fred." Affermo, studiandola. La vedo arrossire impercettibilmente. Il mio ego sta festeggiando. Lei continua imperterrita a tenere gli occhi sul libro, ignorandomi.

"Non è carino da parte tua ignorarmi." La provoco. Mi lancia una fugace occhiata omicida finendo per arrossire ancor di più. Sbuffa irritata.

"Ti ignoro perché so esattamente che cosa stai cercando di fare."

Inarco un sopracciglio.

"Ah davvero? E che cosa stare cercando di fare?" Domando, curioso.

"Stai cercando di distrarmi per dar modo a tuo fratello di far da mangiare una delle vostre disgustose creazioni a quel ragazzino del primo anno... GEORGE!"

Chiude il grosso tomo con un tonfo e si dirige a grandi falcate verso il mio gemello, che ora sta appuntando il successo delle Crostatine Canarine. Il ragazzino è interamente ricoperto di piume, soltanto Hermione può non trovarlo divertente.

"George, vi avevo avvertito: niente esperimenti!"

George si volta a guardarla senza smettere di sorridere. Lee ride apertamente da un po'.

"Infatti, non è un esperimento, il nostro caro amico, ehm... oh sì, Finn, ha regolarmente comprato una scatola di Merendine Marinare, vedi?"

Replica tranquillo mostrandole due scintillanti Galeoni. Lei guarda i soldi e poi mio fratello con rabbia, fa un verso stizzito e torna a sedersi al suo posto senza dire altro. Io non mi sono mosso e ora le sorrido furbo.

"Visto? Non ero qui per distrarti. Avevi torto. Torto." La canzono. Lei mi lancia uno sguardo assassino e ringhia un insulto a denti stretti.

"Sparisci Fred, non potrò impedirvi di vendere le vostre schifezze, ma posso sempre affatturarti!" Borbotta furiosa. Semplicemente deliziosa.

"Te l'ho già detto che sei davvero irresistibile quando ti arrabbi?" Le bisbiglio all'orecchio. Lei avvampa d'imbarazzo, io ghigno.

"Irresistibile... " Confermo a bassa voce, giusto per provocarla ancora un po'.

Questa volta però lei, dopo essere arrossita all'inverosimile, reagisce colpendomi sulla testa con il grosso tomo di Rune Antiche e con un verso sprezzante se ne va in dormitorio senza nemmeno salutare Ron e Harry che la guardano allontanarsi, confusi.

Mi alzo massaggiandomi la testa, mi verrà un bernoccolo talmente grande da farmi somigliare a un unicorno.

"Ma che le è preso?" Mi chiede Ron con la sua solita faccia da pesce lesso. Non posso credere che sia davvero mio fratello.

"Niente Ron, o almeno niente che il tuo micro cervello ammuffito possa comprendere, torna a dormire."

Ron arrossisce a dismisura e mi mostra il dito medio. Mi avvicino e gli tiro un pugno leggero, ma neanche troppo, sulla testa.

"Ronnie i bambini della tua età non devono fare certi gestacci."

Lui si alza di scatto e ora mi fronteggia, furioso. Patetico.

"Finiscila Fred oppure io..."

Come dicevo, patetico.

"Oh no! Ronnie - Ronnie mi vuole picchiare..." Lo schernisco, lui avvampa nuovamente mentre i presenti iniziano a sghignazzare."

"Sto morendo di paura." Gli soffio in faccia, minaccioso. Lui fa un piccolo passo indietro, spaventato, e si ritrova nuovamente seduto sul divano. Quando fa per rialzarsi George lo rimette al suo posto mettendogli le mani sulle spalle.

"Lascia stare Bilius, ti sei già reso abbastanza ridicolo per oggi, non credi?"

Scoppio a ridere e raggiungo il mio gemello. Ron rimane zitto al suo posto bofonchiando insulti, sa che con noi è una partita persa in partenza. Non riesco proprio a capire che accidenti ci trovi Hermione in quell'idiota, ma soprattutto non capisco perché io me lo stia domandando.


********************************************

 

Inspiro, inspiro, inspiro. Guardo in alto. Etciù. Ron fa un salto di lato finendo quasi in braccio a Harry, seduto accanto a lui sul divano della Sala comune.

"Miseriaccia Hermione! Stai lontana da me con quei germi, non posso ammalarmi proprio ora! Se la squadra di Grifondoro perde anche il portiere che faranno?" Esclama agitato. Gli lancio uno sguardo omicida.

"Grazie Ron, è bello sapere che ti preoccupi per la mia salute." Ribatto stizzita. Harry sghignazza divertito, Ron pare non aver colto il sarcasmo.

"In ogni caso stavo giusto andando da Madama Chips per farmi dare un po' di Pozione Pepata, questa influenza mi sta uccidendo. Mi accompagnate?" Domando immaginando la loro risposta. Infatti, Ron scuote il capo.

"Oh no, non posso, ho gli allenamenti di Quidditch e se li salto Angelina mi fa fuori, è davvero isterica da quando Harry, Fred e George sono stati squalificati." Si affretta a rispondere, mandando un'occhiata dispiaciuta a Harry che a quelle parole si affloscia contro il divano. Da quando è stato espulso dalla squadra, diventa sempre di pessimo umore a sentir parlare di Quidditch.

"Non posso nemmeno io... devo cercare di finire il tema di Trasfigurazione per domani o questa volta la Mc Granitt mi metterà una T."

Annuisco comprensiva, come ho detto, immaginavo la loro risposta.

Mi avvio verso l'infermeria, da sola. Tra il Quidditch e il malumore di Harry quest'anno mi ritrovo a passare un sacco di tempo con me stessa. Non che mi dispiaccia, è bello trascorrere il tempo con qualcuno che si stima, ma era molto che non stavo tanto tempo da sola ed è davvero strano. Per quanto a volte mi facciano saltare i nervi, mi manca la costante e rassicurante presenza di Ron e Harry. Anche perché quando sono con loro, Fred è molto meno rompiscatole del solito, mentre se sono sola, non mi lascia in pace finché le mie guance non sono rosse come i suoi capelli. Etciù, etciù, etciù. Mi copro naso e bocca con il palmo della mano, maledetto raffreddore. Un Corvonero del primo anno si è preso uno spavento sentendo i miei starnuti echeggiare per il corridoio deserto ed è fuggito. Pensare che io alla sua età ho affrontato un Troll e questo scappa per uno starnuto, non ci sono più i giovani d'una volta. Ed io ho iniziato a parlare come mia nonna.

Arrivo in infermeria e mi dirigo verso le stanze di Madama Chips, busso leggermente.

"Ehm... Madama Chips? C'è nessuno?" Chiedo piano, la Chips è ben nota per il suo carattere autoritario, non vorrei subire una paternale.

"Eccomi cara, come posso aiutarti?"

Mi volto e la vedo venire verso di me dopo aver posato una pozione sul comodino, accanto ad un letto dove è sdraiato Neville.

"Oh salve, io vorrei un po' di Pozione Pepata, sa, per l'influenza."

Lei si acciglia e mi squadra da capo a piedi, non so perché, ma istintivamente faccio un passo indietro e deglutisco spaventata.

"Come fai a dire che è influenza?" Domanda, leggermente stizzita.

"Beh soffro di raffreddore, tosse e qualche linea di febbre quindi..." Elenco tranquilla, lei incrocia le braccia al petto.

"E quindi?" Borbotta seccata. Sbatto le palpebre, un paio di volte, allibita dal suo cipiglio adirato.

"Quindi... ho dedotto di avere una semplice influenza."

Inarca entrambe le sopracciglia.

"L'hai dedotto eh? Dimmi sei forse tu la Medimaga qui?" Domanda sardonica. Scuoto il capo.

"Bene, allora potresti sdraiarti e lasciare che sia io a diagnosticarti la malattia?"

Annuisco sempre più allibita e vado a sdraiarmi sul letto accanto a quello di Neville che mi lancia uno sguardo comprensivo. Dopo una visita piuttosto accurata mi fissa seria.

"Hai l'influenza, un po' di Pozione Pepata e passerà tutto." Dichiara, fissando lo sguardo sulla cartelletta che ha in mano. È in evidente imbarazzo, ma non mi va di infierire, la ringrazio, bevo la pozione e la guardo allontanarsi a grandi passi.

"Oggi è più intrattabile del solito." Borbotta Neville dal letto accanto al mio.

"Mi sono tagliato mentre aiutavo la professoressa Sprite e quando sono venuto qua e le ho detto che volevo del dittamo per il taglio si è arrabbiata e ha voluto visitarmi dicendo che non potevo sapere che cosa avevo."

Racconta imbarazzato. Rido sommessamente.

"La Umbridge sta facendo impazzire tutti..." Borbotto sbadigliando, lui annuisce.  Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Penso che starò qui sdraiata a riposare un po' e ad aspettare che la pozione faccia effetto. Credo di meritarmi un po' di riposo, è l'anno più impegnativo e stressante che abbia mai passato qui a Hogwarts. Già è cominciato male con l'arrivo della Umbridge e dei suoi maledettissimi "decreti didattici", poi i compiti che sembrano aumentare di giorno in giorno, l'ES, i berretti per gli elfi. Non dormo decentemente da settembre. Sbadiglio, di nuovo e lasciandomi cullare dal silenzio, mi addormento.

Apro lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza, non so nemmeno per quanto tempo ho dormito.

"Aaah!"

Un paio di occhi azzurri, fin troppo conosciuti, mi fissano con un luccichio inquietante.

"Buongiorno dormigliona!" Dice Fred sorridendo contento per chissà quale motivo.

"Che ci fai qui? E soprattutto perché accidenti mi guardi mentre dormo?" Bisbiglio irritata, sollevandomi leggermente sui gomiti.

"Sei sempre così cordiale quando ti svegli?"

Faccio una smorfia irritata.

"Comunque, per rispondere alla tua prima domanda: cercavo un po' di Pozione Rimpolpasangue. I Torroni Sanguinolenti sono sicuramente da rivedere, George ha perso sangue per circa venti minuti." Prosegue tranquillo, io inarco un sopracciglio.

"Non l'hai trovata?"

Fred mi mostra una boccetta colma.

"Certo eccola qui!"

Inarco entrambe le sopracciglia e lo guardo interrogativa.

"E quindi perché non gliela porti invece che fissare la gente mentre dorme?" Chiedo, sentendomi sempre più a disagio, ma utilizzando tutte le mie energie per non darlo a vedere.

"Innanzitutto io non guardavo la gente: guardavo te. Sarà una sottigliezza, ma ci tengo a precisarlo. Non vorrei che pensassi che sia una specie di psicopatico che si aggira di notte nei dormitori a fissare quelli che dormono."

Poggio la schiena contro la testata del letto e incrocio le braccia al petto. Sono indecisa se essere più imbrazzata o infastidita.

"Il motivo è piuttosto semplice. Osservare te che dormi, è molto più appagante che guardare la brutta faccia di George resa pallida dalla copiosa perdita di sangue."

Sorrido di sbieco.

"Devo ricordarti che siete gemelli?"

Il suo sorriso si allarga ancor di più.

"Certo, ma io sono decisamente il più bello!" Ribatte facendomi l'occhiolino. Non riesco a frenare una risata. Lui pare piuttosto soddisfatto. Rimaniamo in silenzio per un po' ed io non posso fare a meno di perdermi per l'ennesima volta nei suoi occhi, così come non riesco a impedire alle mie guance di prendere quella ormai fin troppo conosciuta sfumatura rosso fuoco. Mi sento così stordita da questa situazione. Essere innamorata di Ron è difficile, ma in qualche modo rassicurante. Mentre il sentimento per Fred è qualcosa di assolutamente inaspettato, disarmante e spaventosamente elettrizzante. Proprio come lui che continua a guardarmi negli occhi completamente ignaro delle mie digressioni mentali.

"Ho una gran voglia di baciarti"

Sbatto le palpebre, un paio di volte. Che cosa ha detto?

"Che... che cosa?" Domando con gli occhi sgranati. Il mio cuore si sta preparando per una maratona o per un infarto.

"Ho detto: ho una gran voglia di budino."

Il mio muscolo cardiaco decelera talmente in fretta che istintivamente porto una mano al petto per controllare di essere ancora viva, Fred mi guarda confuso.

"Stai bene Hermione?"

Annuisco meccanicamente, per nulla convinta del mio assenso. Stupida, stupida idiota.

"Andiamo in Sala Grande? È quasi ora di cena." Domanda lui tornando sereno come sempre. Deglutisco a fatica, cercando di riprendermi dallo shock di poco fa.

"Ti raggiungo là ok?"

Lui sorride e annuisce, poi se ne va. Sono una vera idiota, come posso aver pensato che lui volesse baciare me? La so tutto io con i capelli a cespuglio che si aggira ingobbita dal peso dei libri. Stupida. Stupida Hermione. Sospiro delusa, per un attimo ci avevo creduto sul serio, la situazione sta lentamente degenerando e ora più che mai sono convinta di aver fatto bene ad accettare di andare a sciare con i miei genitori invece che passare il Natale con i Weasley. Ed io odio sciare. Chiudo gli occhi, di nuovo e inaspettatamente mi riaddormento.

Un raggio di sole impertinente mi risveglia da un sogno piuttosto piacevole. Quando apro gli occhi, mi viene in mente il perché sono qui e giuro che vorrei rimanerci per un altro bel po', almeno finché qualcuno inventerà un antidoto a quello che mi sta succedendo. Di malavoglia mi alzo e stiracchiandomi noto sul comodino un pezzo di pergamena piegata in quattro, la prendo e mi accorgo che è un bigliettino per me.


"Ciao Hermione, siamo passati a vedere come stavi, ma dormivi e non abbiamo voluto disturbarti. Ci vediamo domani a colazione. 

Harry e Ron

PS: Signorina Granger, sarò costretta a decurtare 10 punti a Grifondoro per aver dormito invece di adempiere ai suoi compiti di prefetto e cioè:  infastidire gli studenti con la sua petulante dedizione alle stupide regole della scuola. Professoressa Mc Granitt.

PPS: Scusa Herm, quell'idiota di Fred ha insistito per accompagnarci."


 Scuoto il capo sorridendo ed esco dall'infermeria. Svoltato l'angolo che porta ai dormitori di Grifondoro, però, vengo fermata dalla professoressa Mc Granitt.

"Signorina Granger, la stavo cercando." Mi dice seria. Spero che non voglia sgridarmi, anche se non so per quale motivo dovrebbe farlo. Ormai sto diventando paranoica.

"È successo qualcosa professoressa?" Domando inquieta. Lei annuisce grave.

"Mi segua, per favore."

Mi conduce nel suo ufficio e mi indica la sedia di fronte a lei. Inizio a essere davvero in ansia.

"Signorina Granger, mi duole avvertirla che il signor Potter, il signor Weasley e i suoi fratelli sono dovuti tornare immediatamente al quartier generale dell'Ordine."

La guardo perplessa.

"Cos'è successo?"

Lei mi scruta seria.

"Arthur Weasley è stato attaccato e ferito gravemente."

La professoressa Mc Granitt mi ha accompagnato da Silente, che mi ha spiegato tutto quello che è successo ed io non ho potuto fare a meno di restarmene lì, seduta su quella sedia, con il cuore che mi martellava nelle tempie, incapace di proferire verbo. Mi sono sentita così... impotente. Durante tutto il resto della giornata non ho pensato ad altri che a Ron e alla sua famiglia. Sapevo che Voldemort era tornato, erano mesi che ci allenavamo in segreto per contrastarlo, ma mai come in questo momento sento la minaccia così reale e palpabile. Appena sono finite le lezioni, ho scritto a mamma e papà per avvertirli che non sarei stata con loro questo Natale, non posso lasciare soli i miei amici, non ora.

Arrivo a Grammund Place sopravvivendo a stento alla peggiore bufera di neve degli ultimi cinque anni, ho i pantaloni zuppi fino al ginocchio, i capelli bagnati e le guance rosse per il freddo. Appena entro trovo Ron ad aspettarmi con un sorrisetto gongolante.

"Non dovevi andare a sciare? Hai detto che adori sciare..."

Gli lancio uno sguardo di rimprovero.

"Smettila Ron!" Ribatto imbarazzata, lui sorride di nuovo ed è così... così... Ron che non riesco a fare a meno di abbracciarlo di slancio. Il suo profumo mi avvolge e come sempre non posso impedire al mio cuore una brusca accelerazione quando sento le sue braccia cingermi goffamente le spalle. Mi scosto appena, quel tanto che basta per perdermi un istante nei suoi occhi.

"Oh Ron, ero così in pensiero! Come sta tuo padre? E tua madre? Merlino, non credevo fosse possibile... ma hanno arrestato il colpevole? È stato Tu-Sai-Chi? E Harry? Come sta? Dov'è?" Domando a raffica senza prendere fiato. Lui mi sorride.

"Tranquilla, papà sta bene, mamma è con lui al San Mungo. Noi stiamo tutti bene, ci siamo presi un bello spavento, ma l'abbiamo visto e ci abbiamo anche parlato... e Harry, beh... non vuole parlare con nessuno."

Cruccio la fronte.

"E perché?" Domando allibita. Ron scioglie il nostro abbraccio e per un attimo ho la sensazione di non avere mai avuto tanto freddo in vita mia, ma lui non pare farci caso. Mi conduce verso la cucina, dove insieme a Ginny mi spiega tutto quello che è successo.

Abbiamo parlato con Harry, che finalmente pare essersi convinto di non essere lui l'aggressore, so che non dovrei pensarlo siccome è il mio migliore amico, ma Harry a volte è davvero un po' tonto. Scendiamo in salotto, dove Sirius canticchia tutto allegro le carole natalizie mentre decora con dei gran festoni le pareti sciupate e muffite di Grammund Place.

"Dov'è Kreacher?" Chiedo ad un tratto, sorpresa di non vederlo girare per casa biascicando insulti. Harry, Ron e Ginny fanno spallucce totalmente disinteressati.

"Non lo so e sinceramente non mi interessa, è sparito da quando gli ho detto di uscire dalla cucina!" Borbotta Sirius, mentre sistema una lanterna piena di uno strano liquido luminescente, che cambia colore come le lucine degli alberi di Natale babbani.

"Bella vero? Un'invenzione di Fred e George, sanno il fatto loro quei ragazzi."  Continua, notando il mio sguardo incuriosito. Sorrido appena e mi alzo, per quanto ne dica lui, non mi piace l'idea che Kreacher sia sparito.

Vado in cucina e trovo la signora Weasley intenta a preparare dello stufato che manda un profumino fantastico.

"Signora Weasley ha visto Kreacher?"

Lei si volta a guardarmi e sorride amabilmente.

"No Hermione cara, hai provato al piano di sopra? Pare che Sirius lo abbia strapazzato prima, probabilmente ora si nasconde..."

Annuisco e le sorrido.

"Grazie, proverò a vedere."

Salgo le scale e controllo le stanze ma nulla. Alla fine rimane solo la soffitta. Socchiudo lentamente la porta della soffitta e un cono di luce proveniente dal corridoio illumina di poco la stanza. Non c'è quasi nulla. Un po' di paglia e qualche piuma sul pavimento. Fierobecco pare dormire accanto alla finestra, unica fonte di luce della stanza. Mi richiudo lentamente la porta alle spalle e solo ora mi accorgo di non essere sola. Uno dei gemelli è seduto a terra, spalle alla parete. I nostri sguardi s'incontrano e lui sorride debolmente nella mia direzione.

"Ciao Hermione."

Ti prego, ti prego Merlino: fa che non sia Fred.

"Ciao..." Saluto vaga, incapace di riconoscere di quale dei due si tratta.

"Fred." Termina per me.

Ecco appunto. Arrossisco. Rimango ferma dove sono, indecisa se tornare sui miei passi oppure no. Fred batte una mano sul pavimento accanto a lui, invitandomi a occupare il posto al suo fianco. Inspiro profondamente e mi avvicino.

"Che ci fai qui?" Domando sedendomi.

"Potrei farti la stessa domanda." Risponde atono.

"Sì, ma te l'ho chiesto prima io." Ribatto stizzita. Gli sono accanto da dieci secondi e già mi dà ai nervi.

"Pignola."

Lo guardo male.

"Insolente." Soffio lanciandogli uno sguardo glaciale. Sorride.

"Allora, che ci fai qui? Nostalgia di Beccuccio o folle desiderio di rintanarti in una stanza che puzza di paglia, piume e cacca di Ippogrifo?"

Domanda ironico. Incrocio le braccia al petto, fissando un punto imprecisato della parete di fronte a noi.

"Molto divertente, sono salita a cercare Kreacher, sembra sparito."

 Lui si sporge leggermente verso di me.

"Magari se né andato, direi che questo migliorerebbe notevolmente la qualità delle nostre vacanze." Risponde sorridendo. Torno a guardarlo e i miei occhi mandano fuoco e fiamme. Se non desiderassi ardentemente schiaffeggiarlo fino a fargli perdere i sensi lo troverei adorabile.

"Non dirlo nemmeno per scherzo! Kreacher sa tutto sull'Ordine! Vuoi che porti informazioni a Tu-Sai-Chi o a qualche Mangiamorte? Inoltre non dovresti parlare così di lui è solo un povero elfo..."

"Non ricominciare con la storia del crepa!" M'interrompe, facendomi infuriare ancora di più.

"A parte che è C.R.E.P.A. e non crepa inoltre, sì ricomincio! Soltanto perché è un po'... un po'..."

Maledetto Fred Weasley con i suoi maledetti occhi che mi impediscono di pensare correttamente.

"... malvagio? Crudele? Odioso con tutti?" Domanda, io lo guardo male.

"Non è questo che volevo dire!" Ribatto furiosa. Rimaniamo in silenzio per un po', mentre la tensione della discussione appena avuta ci aleggia intorno.

"Allora tu che ci fai qui?" Domando di nuovo. Lui fa spallucce.

"Volevo rimanere un po' da solo". Ribatte fin troppo serio. Lo guardo stranita.

"Beh allora io vado..." Borbotto, sentendo ancora qualche ondata di stizza per le sue parole di prima. Sto per alzarmi quando le sue dita avvolgono il mio polso.

"Rimani... ok?"

Annuisco e riprendo il mio posto. Questa situazione è davvero strana. Lo guardo di sottecchi cercando di carpire i suoi pensieri ma appare più incomprensibile del solito.  Tiene lo sguardo fisso davanti a sé, ma sembra non guardare nulla.

"Tutto bene Fred?" Chiedo inquieta. Lui sospira.

"Che forma prende un molliccio davanti a te?"

Inarco un sopracciglio. La mia parte petulante vorrebbe rispondergli che non si risponde a una domanda con un'altra domanda ma credo che ora non sia proprio il momento. Mordicchio l'interno della mia guancia.

"Quando lo abbiamo affrontato con Lupin, al terzo anno... beh, ora mi prenderai in giro, ma era la McGranitt che m'informava di essere stata bocciata in tutti i gufo..."

Fred sorride un poco e rimango davvero basita che non cominci a deridermi.

"... Ora non so che forma prenderebbe, sono cambiate molte cose da allora. Perché me lo chiedi?"

Sospira, di nuovo.

"Non lo so... questa cosa che è successa a papà... mi ha fatto pensare, se Harry non l'avesse visto? E se la prossima volta toccasse a... uno di noi a me o peggio a George?"

I miei occhi si dilatano leggermente di stupore. Perché mi sta dicendo questo?

"Fred... io... non pensavo... non succederà." Ribatto tranquilla, cercando di confortarlo. Lui si volta verso di me e punta le sue iridi azzurre nelle mie. Sembra arrabbiato.

"Tu dici? E come fai a saperlo?"  Soffia adirato. Rimango allibita dalla sua reazione.

"Io... lo so e basta. "

Scuote il capo.

"Se dovesse succedere io..."

Le mie mani corrono meccanicamente a stringere le sue.

"Ho detto che non succederà. L'importante è che stiate sempre insieme, uniti siete imbattibili. Voi siete i gemelli Weasley dannazione!"

Il suo sguardo si addolcisce e le sue labbra si distendono in un lieve sorriso. Mi appunta una ciocca ribelle dietro l'orecchio e la sua mano si sofferma sulla mia guancia in una carezza. Devo essere rossa come un peperone e ringrazio l'oscurità che nasconde questa mia debolezza. Mi sento tremendamente stranita da questa situazione. Lui mi si avvicina lentamente, sento il suo respiro caldo sulla mia pelle per pochi istanti e i miei occhi saettano dalle sue iridi alle sue labbra che ora più che mai mi appaiono assolutamente invitanti. Pochi centimetri ancora e sento la sua bocca poggiarsi delicatamente sulla mia. Il mio cuore fa un triplo salto mortale e ringrazio Merlino di essere seduta, o finirei lunga e distesa. Le sue labbra sono morbide e calde, proprio come le avevo immaginate.

"FRED! GEORGE! RAGAZZI! LA CENA è PRONTA!"

Finita la magia, in un istante le sue labbra sono sparite, così come il loro proprietario. Mi ritrovo sola in questa soffitta, umida e sudicia. Batto le palpebre un paio di volte, sconcertata da quello che è appena successo. Fierobecco raspa in un angolo in cerca di pezzetti di carne tra la paglia e io mi domando se in realtà non ho immaginato tutto.

   
 
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