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Autore: BlackStar_    08/04/2012    1 recensioni
Mi chiamo Stefania e ho 16 anni. Ho i capelli mori,lunghi,mossi e occhi verdi smeraldo.
Sono alta e snella. Vivo in Italia con mio padre e mia madre.
Sono femminista e amo le feste,la musica,la danza e sognare.
Faccio casini e mi metto nei casini. Dico parolacce e non seguo (quasi) mai le regole.
Ora mi trovo in un college di Londra,perché i miei genitori erano stufi di pagare per i miei sbagli.
Pensavano che avrei messo la “testa apposto”,ma di solito il lupo perde il pelo, non il vizio e infatti riesco a fare danni anche in un college prestigioso.
Però i miei genitori non vogliono farmi tornare in Italia,perciò Londra è la mia “nuova casa”.
Okay,ritorniamo alle origini,cioè il mio ultimo “casino” in Italia.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mattino Seguente-

-Tesoro,svegliati; tra un’ ora hai il volo.- disse mia madre.

Feci un cenno con la mano per rassicurare mia mamma. Dopo quindici minuti decisi di alzarmi.
Guardai il cellulare,un messaggio.

-Ti voglio bene,appena arrivi chiamami. Mi mancherai tantissimo.- Ash.
-Ti voglio bene anche io,mi mancherai. –risposi.

Mi alzai dal letto, andai a prendere la tuta che avevo lasciato sulla sedia la sera prima e andai in bagno.
Accesi l’acqua della doccia,mi spogliai ed entrai. La feci in meno di venti minuti.
Uscii e infilai la tuta nera con il cavallo basso,una felpa azzurra,le DC nere e azzurre,presi il cappello della New Era azzurro,un anello e una collana. (http://stefy-873.polyvore.com/?.locale=it  ).
Andai in camera, presi tutte le valigie,il telefono ed altre cose e scesi in cucina.
Mi sedetti a tavola per fare colazione,mentre mia madre e mio padre caricavano le valigie sulla macchina.
Mangiai tutti i cereali,misi la ciotola e il cucchiaio nella lavastoviglie e uscii.
Salutai mia madre e salii in macchina con mio padre.
 
- Aeroporto -

Scesi dalla macchina,mentre una ragazza stava portando le mie valige dentro,abbracciai mio padre e entrai.

-Il volo per Londra decollerà tra dieci minuti,vi preghiamo di salire. Grazie.- disse una voce.

Andai a prendere i biglietti, le valigie ed entrai nell’aereo.

-301,302 e 303,ecco il mio posto.- pensai.

Mi sedetti,ed aspettai il decollo.
Dopo un paio di minuti l’aereo decollò,infilai le cuffie e iniziai a pensare.
Dopo un’ora,o forse di più… Sinceramente non lo so,l’aereo atterrò.
Presi le valigie e scesi insieme agli altri passeggeri.
Mi fermai un attimo e chiamai Ash,nessuna risposta.
Misi il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni e ripresi le valigie.
Uscii dall’aeroporto;stranamente c’era il sole e cercai di orientarmi.
 
-Londra-

-Bene- pensai tra me e me-Mi sono persa,ho l’orientamento di un criceto.-

Vidi un gruppo di ragazzi fermarsi in una gelateria, decisi di chiedere delle informazioni.
Mi avvicinai e bussai sulla schiena di uno dei ragazzi,era riccio.

-Ehy,scusami sai dove si trova questo college?- gli mostrai una foto,dato che non sapevo pronunciare il nome di quel fottutissimo college.
-Sì lo so,noi cinque andiamo in quel college.- disse sorridendo.
-Bene, mi puoi dire dov’è?! Oppure devo farti un disegno?- dissi guardandolo.

Si girò e disse qualcosa all’altro ragazzo sulla sua destra,era alto,pelle scura e aveva la cresta.

-Piacere, io sono Zayn lui invece è Harry.- disse.
-Evviva so i vostri nomi,come sono entusiasta!- dissi ironicamente.
Continuò-Lui invece è Louis, quello vicino è Niall e l'ultimo è Liam.- disse,indicandoli uno per uno.
-Okay,ora mi dite dove si trova questo fottutissimo college?- risposi fulminandoli.
-Solo se ci dici come ti chiami,quanti anni hai,da dove vieni e se hai il fidanzato.- disse Harry sorridendo.
-Vuoi anche una foto autografata per caso?!- dissi.
-Ci dai il tuo numero e noi,forse,ti diciamo dov’è il college.- disse Louis.
-Sapete è stato un piacere conoscervi, a mai più.- dissi andandomene.
-Anche per noi è stato un piacere.- dissero in coro.

Dopo circa un’ ora trovai il college.  Presi le valigie ed entrai.
Era una struttura gigantesca,gli armadietti erano tutti colorati e i corridoi erano immensi.

-Bene- pensai tra me e me-devo solo trovare la preside,in questi cinque piani,con delle valigie che pesano il triplo di me e non c’è un ascensore.
Mi guardai intorno e continuai a pensare.

-Poterei  esaminare tutti e cinque i piani per trovarla,oppure,mettermi ad urlare a squarciagola.-
Scelsi la seconda opzione ed iniziai ad urlare.
Dopo un paio di minuti,una donna, abbastanza anziana, scese le scale e venne verso di me. Non era molto felice.

-Signorina Russo,le pare un comportamento da ragazza matura?- disse.
-Ho sedici anni,mica quaranta-ribattei.

Mi fulminò e disse.

-Prego da questa parte,le faccio vedere il dormitorio,ovviamente,c’è quello maschile e quello femminile.- disse ridendo.
-Okay,le camere sono singole? O devo condividere la camera con una perfettina?- dissi sorridendo.
-Le camere sono per due persone, la sua coinquilina si chiama Jasmine.- disse, camminando sempre più veloce.
-Non posso avere una camera singola?- dissi,correndo per starle dietro.
-L’unica camera singola che abbiamo è nel dormitorio maschile, logicamente, lei  non può stare nell’altro dormitorio.- disse sorridendo.
Sbuffai-Non posso andare nel dormitorio maschile? Intanto sarò sola in camera.- dissi.
-Mi dispiace signorina Russo, ma lei è una ragazza e deve stare con le ragazze.- disse,fermandosi.
-E se non vado d’accordo con la mia coinquilina?- dissi incuriosita.
-Bisogna adattarsi.- disse,aprendo una porta gigantesca.
-Prego questo è il dormitorio femminile, la sua camera è la 303 ecco la chiave.- disse,porgendomi la chiave.
-Grazie,cercherò di adattarmi.- dissi con un sorriso falso prendendo le chiavi.

Iniziai a camminare per un corridoio dipinto interamente di rosa,con le porte di legno.
Arrivai alla mia camera,infilai la chiave nella serratura e girai.
La porta si aprii,le diedi una spinta con il sedere e presi le valigie.
Richiusi la porta e sgranai gli occhi.

-Dove cazzo sono finita?!- mormorai -Nellacasa delle barbie?! Manca solo la barbie a grandezza natu…-

Non riuscii a finire la frase,dato che mi ritrovai davanti una stangona bionda, che urlava al telefono come una gallina isterica.

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Secondo capitolo,
spero vi sia piaciuto.
Uno di questi giorni posto il terzo.
Grazie a tutti.

Stefania.

  
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