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Autore: jkio    08/04/2012    10 recensioni
"'Questo non accadrà mai più'.
Sasuke non rispose, mulinò il liquore e lo ingurgitò. Stava ancora tentando di soffocare l'impulso di spingere Naruto nelle profondità della foresta e soddisfare del tutto i suoi desideri, ma era rimasto poco tempo e non poteva rischiare di allarmare Sakura.
'Sono serio Sasuke, è finita'."
Sasuke crede che un'insignificante istituzione come il matrimonio non dovrebbe mai compromettere una perfetta relazione. Purtroppo per lui, non tutti la pensano allo stesso modo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Note dell'autrice: diciamo che il senso della frase "aggiornerò presto" va un po' interpretato...oh, 'sto capitolo non finiva mai!  

BUONA PASQUA fanciulle! Questo capitolo è il mio regalo 'easterino' per voi :D

 

 

Un giorno, fiduciosamente in un futuro non troppo lontano, le persone sarebbero state in grado di dotare i loro telefoni dell'abilità di non squillare mentre cercavano di dormire. Naruto grugnì e affondò la testa sotto il cuscino, tentando di ignorare il suono stridulo proveniente dal suo cellulare, che non voleva saperne di spegnersi. Alla fine fu costretto a rispondere, desiderando che i dovuti scienziati movessero il culo e si mettessero al lavoro.

"Che c'è?" Naruto di solito era una persona mattiniera. Infatti, era generalmente un persona mattiniera a tutte le ore del giorno; ma quando erano costrette ad accontentarsi di un paio d'ore di sonno agitato come ultimamente avveniva con Naruto, anche le migliori persone tendevano ad essere irascibili.

"Cosa stai indossando?"

'Mi prende in giro'. "Il mio costume da Sailor Moon - che ti frega? E' dannatamente troppo presto per le telefonate oscene, Neji."

"Lo ammetto, ma poi, esistono momenti appropriati per le telefonata oscene?"

Naruto sbadigliò e controllò la sveglia. Erano quasi le nove; non aveva realizzato quanto fosse tardi. Si stroppicciò stancamente il viso e cercò di mettersi a sedere. Forse era il caso di chiedere a Tsunade di consigliargli una qualche erba dall' effetto sonnifero, perché la sua insonnia stava decisamente peggiorando. 'Ciò di cui hai bisogno è una coscienza pulita, allora dormiresti.' Necessitando di una distrazione da quella voce provocatrice, Naruto rivolse l'attenzione al problema in questione.

"Come hai avuto il mio numero? Non ricordo di avertelo dato." La sua mattinata venne disturbata ulteriolmente quando Naruto sentì bussare alla porta. Continuò a parlare mentre cercava di uscire dalla camera da letto.

"Non è difficile ottenere informazioni personali su qualcuno, Naruto. Infatti, è assolutamente vergognosa la facilità con cui si riesca a violare la privacy delle persone."

Naruto gli attaccò il telefono in faccia senza tante cerimonie, senza nemmeno un briciolo di rimorso, avendo notato come l'uomo in questione si trovasse in piedi di fronte alla sua porta di casa.

"Questo è stalking. Sono sicuro che sia stalking. Ho superato il corso obbligatorio di educazione civica al college, e so che questo è stalking. Al limite, questa è una molestia sessuale."

Neji sembrò pensarci su per un momento. "Mentre ammetto che potrebbe trattarsi di stalking, penso che si possa parlare di molestia sessuale solo nel caso in cui l'aggressore sia di aspetto sgradevole."

"Potrei farti arrestare..."

"In questo villaggio? Avresti più possibilità di essere eletto Papa."

Naruto roteò gli occhi e si allontanò dalla porta, permettendo a Neji di entrare nell'appartamento. Quest'ultimo avanzò rapidamente e iniziò a guardarsi intorno, notando come tutto fosse sorprendentemente ordinato. Per qualche ragione, Neji si era aspettato che il caos sarebbe stato l'elemento predominante della casa. Comunque, per lo più, era come se l'era immaginata: spaziosa e colorata. Le piante costituivano un'altra sorpresa; ve ne erano molte ed erano piazzate in punti strategici per tutto l'appartamento, aggiungendo un tocco di colore e profumo all'ambiente, tutto vita ed energia. Neji ammise che si adattava perfettamente al biondino.

"Hai il pollice verde. Non l'avrei mai detto."

"Quindi non sai tutto ciò che c'è da sapere su tutti e tutto. Guarda un po'..."

Neji non potè evitare di essere divertito del tono burbero di Naruto "Sei ancora arrabbiato con me per quello che ho detto l'altra notte sulla nave. Forse avrei dovuto trovare un modo più diplomatico di esprimere il mio pensiero, sebbene intendessi ogni singola parola. Sono dolorosamente schietto, ma pensavo che avresti apprezzato questa qualità."

"Non sono arrabbiato, e di solito l'apprezzo, ma tu non conosci Sasuke, non conosci il nostro rapporto e non hai a disposizione tutte le informazioni."

"Illuminami, allora."

Naruto decise che non valeva la pena litigare, incerto comunque di avere a disposizione degli elementi che smentissero l'opinione di Neji. Inolte, si trovava in una posizione di svantaggio. Si era appena alzato ed ancora soffriva un poco dei postumi di una notte in bianco, e una persona necessitava di tutte le proprie facoltà mentali se voleva essere abbastanza acuta da difendere Sasuke sotto ogni aspetto. Naruto scosse semplicemente la testa e cominciò i suoi rituali mattutini.

"Allora, cosa facciamo oggi?"

Naruto sbadigliò mentre si dava da fare in cucina per prepararsi toast e ramen. "Non facciamo niente. Io ho delle commissioni da sbrigare. Tu puoi buttarti di sotto."

Neji sedeva al bancone, nemmeno minimamente scoraggiato da quella risposta secca. "Posso occuparmi delle commissioni. Sono grande nelle commissioni."

Come risolvere un problema come Neji? Naruto doveva ammettere che rispettava quella sua sicurezza quasi esasperante. "Sei abituato ad averla vinta, non è vero?"

"Al contrario, sono molto abituato a non ottenere ciò che voglio. Sono inarrestabile negli allenamenti fisici e nello studio, ma negli altri campi non mi sforzo con abbastanza convinzione. Quando si tratta di relazioni, di solito non mi sforzo per niente. Non so perché mi stia comportando in questo modo. Divento una persona imbarazzante e terrificante allo stesso tempo quando ti sono intorno, ma divento anche una persona disposta a sforzarsi, a sforzarsi molto. Ho pensato che questa sarebbe stata un'altra qualità che avresti apprezzato."

Naruto fissò Neji mentre mordeva il suo toast. Era convinto che i Neji e i Sasuke di questo mondo sarebbero stati la sua rovina. Controllò l'orologio e realizzò tre cose: avrebbe fatto tardi se non si fosse sbrigato, non c'era modo di liberarsi di Neji e terzo, non voleva fare tardi nè voleva liberarsi di Neji. Naruto sospirò forte e si strinse nelle spalle, mettendo in chiaro che stava agendo sotto costrizione. Davvero, la sua rovina assoluta.

"Allora, quanto sei bravo in agricolutura?"


Quell'Uzumaki sarebbe stato la sua rovina. Prima portava il principe Uchiha per i lavori del giardino, poi il prodigio Hyuuga. Cosa avrebbero pensato i suoi vicini del fatto che mettesse a lavoro i reali di Konoha nella sua piccola fattoria? La prossima volta le avrebbe portato la Regina D'Inghilterra a pulirle il bagno.

"E non esitare a far lavorare Neji," il marmocchio audace le stava dicendo. "Non sembrerebbe, ma non ha problemi a farsi una sudata, vero, Neji?"

Neji sbattè le palpebre e fece un cenno di rassicurazione. Era convinto che Naruto stesse scherzando per spaventarlo e levarselo di torno; invece, in piedi in un piccola cucina sotto la nervosa ispezione di 'Yuina Baa-chan', si rese conto che avrebbe dovuto toccare molto probabilmente una mucca.

"Beh, ci sono le solite cose da fare, Naruto, ma forse Hyuuga-sama potrebbe aiutarmi con alcune composizioni floreali e-"

La piccola anziana si interruppe quando Naruto incrociò le braccia al petto e la guardò in cagnesco dall'alto della sua imponente statura. "Hey, hey, perché 'Hyuuga-sama' si becca i fiori seduto al fresco in casa mentre 'Naruto' si becca tutto il duro lavoro al sole? Non pensi che Neji sia migliore di me, vero?"

"Certo che no! Io-"

"Non pensi che sia una specie di buono a nulla, vero?"

"Non direi mai una cosa-"

"Beh, è tutto sistemato allora!" Le labbra di Naruto si spalancarono in un sorriso, quindi salutò con la mano e si tirò dietro Neji mentre usciva di fuori.

"Assicurati di prepararci una limonata, Baa-chan!"

Yuina sospirò mentre guardava un impotente Neji essere trascinato via. Non c'era speranza di averla vinta con quel ragazzo. Questo era esattamente ciò che era successo quando si era portato dietro Sasuke, ma almeno si era abituata alla presenza del principe Uchiha; ora sembrava che si sarebbe dovuta abituare anche al ragazzo Hyuuga. Sbirciò dalla finestra collocata sul retro della casa e rise quando Neji, stordito, venne presentato alla sua mucca migliore. I Clan Hyuuga e Uchiha erano sempre stati intoccabili, nonostante la loro benevolenza e il loro spirito di comunità, e non pensava che i tempi avessero apportato dei cambiamenti in quel senso. Poi, però, c'era Naruto e il suo straordinario potere di avvicinare le persone, anche le intoccabili. Yuina scosse la testa mentre si allontanava dalla finestra per preparare il pranzo. Non aveva intenzione di rischiare un altro rimprovero.


L'occhio di Neji si contrasse in un tic mentre fissava la montagna di tronchi che gli si presentava davanti. Perché le persone continuassero a tagliare la legna di questi tempi e giorni rimase per lui un mistero. Aveva il vago sospetto che il motivo era da ricercarsi nell'aspetto tradizionale e bucolico dell'attività. Guardò Naruto con aria di sospetto mentre l'uomo gli passava un'ascia.

"E tu fai questo ogni volta che vieni qui?"

"Già."

"Cosa se ne fa di tutta questa legna?"

"Non ne ho idea. Ho il sospetto che faccia parte del commercio clandestino della fabbricazione della carta. Penso sempre di aver tagliato abbastanza legna da durarle per un po', ma quando torno, è sempre già tutta sparita."

Neji contemplò nuovamente la montagna di ciocchi e si voltò verso Naruto. "Perché lo fai? Per penitenza o qualcosa del genere?"

Naruto rise all'idea. Avrebbe dovuto fare molto di più che tagliare un mucchio di tronchi, per quello.

"Eh, no. Lei e suo marito sono sempre stati buoni con me. Quando lui morì, Yuina per non perdere la fattoria decise di occuparsene da sola. E' sorprendente. Le do solo una mano quando posso."

Neji sbuffò sommessamente e lanciò un'altra occhiata a quel massiccio mucchio di legna. "E' tutto molto dolce e nobile da parte tua, ma non pensare per un secondo che non abbia capito le tue intenzioni. Stai cercando di prosciugare il nostro appuntamento di tutto il suo erotismo." Neji si zittì quando Naruto cominciò a togliersi la maglietta. "Ma ripensandoci, potrei aver parlato troppo in fretta."

"Hai la tendenza a farlo, e questo non è un appuntamento. Mi sto occupando di una commissione, e tu mi stai dando una mano."

Neji sedette su un ceppo e guardò i muscoli del corpo di Naruto flettersi e rilassarsi. "Mi ritrovo a star svilluppando una rivalutazione dell'arte del tagliare la legna."

Le labbra di Naruto si distesero in un ghigno e riprese il lavoro. "Se pensi che questo sia figo, aspetta a quando dovrai aiutarmi a passare il letame."

"Hmm, aspetta...cosa?"

Naruto si limitò ad allargare il sorriso. Entrambi lavorarono per un altro po' in silenzio, poi Neji parlò di nuovo.

"Quindi non hai intenzione di dirmelo?"

"Dirti cosa?"

"Di te e Sasuke...non hai intenzione di raccontarmi la vostra storia?"

"Non c'è niente da raccontare."

Neji si concesse una pausa, riprendendo il suo posto a sedere sul ceppo. "Sto per passare il letame; non mi merito una storia?"

"Nessuno ti ha chiesto di venire, sai."

Naruto continuò a lavorare mentre Neji rimaneva seduto a guardalo, aspettando con pazienza Zen. Naruto si sforzò di ignorare quello sguardo inquisitore per un po', alla fine capitolò sgarbato. Non resisteva mai a lungo nemmeno quando era Sasuke a guardarlo in quel modo.

"Ero solito essere un fantasma, okay?"

Di tutti gli incipit che si era immaginato, Neji non si era aspettato un inizio del genere. Piegò la testa di lato e guardò curiosamente Naruto che, sospirando, si voltò verso di lui e finì di spiegare.

"Ero solito essere un fantasma; è l'unico modo in cui riesco a descriverlo. Quando era un ragazzino, era come se non esistessi. Voglio dire, potevo vedere le persone, ma era come se non mi trovassi lì con loro. Non so del perché fosse così, nè so cosa avessi fatto per meritarmi un simile trattamento, ma venivo trattato come se non esistessi, come se non avessi importanza. Anche se mi esibivo con comportamenti esagerati, non faceva differenza, così immaginai che dovessi essere una sorta di fantasma. Avevo cinque anni; aveva senso per me."

Naruto si strinse goffamente nelle spalle, tentando di opprimere i sentimenti cupi di quei tempi che avevano iniziato a fare capolino tra i suoi ricordi. "Poi ricordo Sasuke; ero solito guardarlo tutto il tempo. Le ragazzine gli stavano continuamente intorno, dandogli il tormento tutto il giorno, cercando di convincerlo ad assaggiare i cibi preparati dalle loro mamme per il pranzo. Anche gli insegnanti e le madri gli giravano intorno, volevano che facesse amicizia con i loro figli. Quanto mi faceva incazzare! E mi faceva incazzare lui, quando lo guardavo. Voglio dire, come si può non volere tutta quell'attenzione? Lo odiavo con tutto il cuore. Aveva sei anni ed era un tale stronzo."

Naruto rise di quel ricordo. Lui e Sasuke erano sempre stati passionali, anche da ragazzini. "Di tanto in tano, però, mi capitava di vederlo al lago; era solito starsene lì seduto tutto da solo a guardare l'acqua. Aveva questo sguardo negli occhi - e mi era familiare quello sguardo, perché lo vedevo riflesso nei miei occhi ogni volta che mi trovavo di fronte ad uno specchio - come se forse anche lui fosse un fantasma. Ma non aveva senso, lui era Sasuke, lui è il principe Uchiha.

Poi arrivò quel giorno. Si stava svolgendo una delle tante cerimonie dell'accademia ed io ero seduto sull'altalena e guardavo i genitori andarsene con i loro figli. Quelli di Sasuke non si erano presentati - credo che se ne fossero dimenticati o qualcosa del genere - quindi era lì che aspettava. Questo è ciò che fai quando sei un fantasma: aspetti. Rimase seduto accanto a me, sull'altalena, per un po', senza dire nulla. Poi, fece una cosa stupidissima. Il bastardo mi tirò i capelli; e so che eravamo solo dei bambini, ma seriamente, quanto puoi essere infantile? Il bastardo mi tirò i capelli," Naruto ripetè piano, completamente trasportanto indietro a quei tempi.

"E quello fu tutto ciò che bastò. Quell'unico gesto idiota, e improvvisamente non ero più un fantasma. Certo, spesi i primi minuti della mia ritrovata consapevolezza a cercare di prenderlo a calci nel culo, ma il punto è che ero vivo e Sasuke fu la prima persona a farmi sentire così. Da allora non siamo mai stati veramente separati, non per troppo tempo comunque, e non per nostra volontà."

Naruto guardò Neji intensamente, come se stesse cercando di trasmettere la comprensione in lui.

"Lui mi ha sempre visto, anche quando nessun altro lo faceva. Ha riconosciuto la mia esistenza, e non mi aspetto che tu capisca quanto sia importante per me...quanto sia tutto per me. Non sto dicendo che fu la mia unica ancòra di salvezza, perché sono cresciuto con un sacco di dolore e un sacco di rabbia, e se le giuste persone non fossero intervenute al momento opportuno, chissà che ne sarebbe stato di me. Ma Sasuke mi ha riportato alla vita; e per un lungo tempo, fu l'unica persona a tenermici. Come faccio ad allontanarmi da tutto questo? Come faccio a rinnegare la persona che mi ha dato consapevolezza della mia esistenza?"

Neji sedeva in silenzio, cercando di elaborare una risposta. Aveva intuito che i legami che univano Naruto e Sasuke fossero forti, ma non si era aspettato tanta profondità. Eppure...

"Non hai più bisogno che Sasuke convalidi la tua esistenza, Naruto."

"Lo so. Ma non è questo il punto."

"Non sono sicuro che tu lo sappia. Dici che non conosco Sasuke, e forse è vero. Posso, in ogni caso, dirti ciò che penso. Penso che Sasuke sia ancora quel bambino di sei anni che ti tira i capelli al parco giochi, e tu sei andato oltre questo molto tempo fa."

Naruto non potè che sorridere, beffandosi di quel commento. "Tu non l'hai ancora incontrato..."

"Chi? Sasuke?"

Naruto scosse lentamente la testa. "No, quel qualcuno di importante- quello che diventerà l'altra parte della tua anima...quando lo incontrerai, capirai che non ti è dato scegliere; non sempre. Non ti è dato scegliere il suo modo di essere, bastardo o meno, buono o cattivo. Non ti è dato scegliere se va bene che non ti ami. Sai solo che avrai bisogno di lui come hai bisogno dell'aria nei polomoni, e che farai di tutto, rinuncerai a tutto, sanguinerai fino a prosciugarti se sarà necessario, per tenerlo con te."

Neji aveva iniziato a rendersi conto che cercare di far aprire gli occhi a Naruto sarebbe stata una corsa in salita. Era incredibile quanto una persona che sembrasse essere tanto concreta, potesse essere così disperatamente irrazionale quando si trattava d'amore. Neji chiuse gli occhi, e tentò di organizzare i pensieri con cautela. Alla fine li riaprì.

"Tsunade-hime pensa che un giorno cambierai il mondo. Lo crede fermamente. Alla fine dell'incontro d'affari è riuscita a convincere anche gran parte di noi. Ci disse che sebbene avessi avuto il peggior inizio che un bambino potesse avere, sei sopravvissuto e hai saputo trarne il meglio. Ci ha raccontato di come tu sia in grado di ispirare le persone a cambiare le loro vite, a diventare migliori, allo stesso modo in cui ispirasti lei. Non riesco proprio a riconciliare quella persona di cui mi ha parlato, con l'uomo che si è convinto dell'adeguatezza di ciò che Sasuke gli dà. Non è abbastanza, Naruto."

Naruto sospirò stanco, non volendo dicutere ulteriolmente. "Sì? Che altro c'è?"

Neji non ne era sicuro e non aveva pensato che ci fosse altro al di là di quello a cui si era già abituato. Ma stando fermo lì, a guardare Naruto, sentendosi in quel modo, Neji fu sicuro della sua risposta come poche altre volte nella sua vita.

"C'è di più, Naruto, e tu meriti di meglio."

Naruto sbuffò, riprese in mano l'ascia e tornò a tagliare i ceppi. "Chissà...forse. Immagina che mondo sarebbe se tutti ottenessero esattamente ciò che meritano."


Sakura riempì il contagocce e guardò il topino bere avidamente. Lo aveva soprannominato Napoleone, dal momento che era il più piccolo della cucciolata, ma comunque capace di farla franca a tutti prima che venisse isolato. Controllò il blocco-appunti di Napoleone, soddisfatta che tutti i test del giorno fossero stati completati; alla fine venne distratta dal suo amico roditore quando udì il suono di un picchiettare sulla finestra del laboratorio. Ino sollevò il piccolo cesto contenente i loro pranzi e indicò con impazienza l'orologio che portava al polso. La sua amica diventava irritabile quando era affamata o quando era obbligata ad aspettare. Presto si ritrovarono sedute su una delle panche del curato edificio delle aziende farmaceutiche Haruno, ora filiali delle corporazioni Uchiha.

"Allora, come va la vita nel meraviglioso mondo degli inganni?"

Sakura ignorò la domanda tagliente ed accettò il bento.

"Ho un piano."

"Oh?"

"Sono stata distratta dalla luna di miele. Pensavo che per il fatto che fosse stata così meravigliosa, sarebbe automaticamente continuata anche al nostro rientro e che non sarebbe stato necessario fare nulla. Ora mi rendo conto che non è questo il caso. Sasuke ha bisogno di essere guidato verso l'accettazione di me e del nostro matrimonio, cosa che fino ad ora ho ignorato."

Ino masticò pensierosa, chiedendosi quanto potesse illudersi una persona. "Ed hai un piano?"

"Sì."

"Che sarebbe?"

"Naruto."

Ora questa le giungeva nuova. Ino sollevò un sopracciglio, curiosa di vedere dove l'amica volesse arrivare. "Vai avanti."

"Me ne sono resa conto la notte della cerimonia di beneficienza. L'unica persona a cui Sasuke è legato sotto ogni punto di vista è Naruto, giusto? Lascia cadere le sue barriere quando gli è intorno, confida in lui, lo ascolta - tutta roba tipica dei grandi rapporti. Ora, immagino che tutto quel che devo fare è semplicemente capire come Naruto riesca a fare ciò e poi...sostituirmi a lui nel farlo."

Ino si soffocò con un pezzo di sushi. "'Tutto quel che devi fare?' Esattamente, come hai intenzione di capire come fa?"

"Li osserverò, ovviamente. Qualche volta chiederò a Naruto di venire a trovarci, così potrò vedere come si relazionano e come Naruto si comporta nei suoi confronti. Poi unirò i dati raccolti alla mia precendente conoscenza e comprensione dei loro comportamenti e decifrerò il codice. Sono sempre stata ad osservarli, Ino, ma non ho mai avanzato un tentativo di capire come funzionano."

Ino si trovava di fronte ad un interessante dilemma. Come si fa a dire ad una persona che sta andando fuori di testa?

"Permetti che sia diretta con te. Vuoi sistemare Naruto e Sasuke in un ambiente controllato come se fossero un paio dei tuoi topi di laboratorio, vuoi guardarli interagire per poi sviluppare una serie di osseravazioni che dovrebbero guidarti verso deduzioni documentate, alla fine delle quali saresti in grado di arrivare ad una degna conclusione, recuperando così una qualche sembianza di un matrimonio?"

"Sono un discepolo del metodo scientifico, okay? E' quel che so. Non smontarmelo prima ancora di averlo provato."

Ino posò le bacchette del cibo e congiunse le mani. Sakura aveva bisogno di una qualche sorta di intervento, ed era ovviamente compito suo farsi avanti.

"Permettimi, se vuoi, di sottolineare un paio di cose. Prima di tutto, vuoi che il migliore amico di Sasuke - il suo migliore amico molto maschio, molto mascolino, tra l'altro - ti insegni come essere sua moglie. E termino questo punto qui, perché non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Secondo, vuoi 'decifrare il codice' del rapporto tra Sasuke e Naruto? Perché? E' il loro rapporto, Sakura. E' unico ed inimitabile, e funziona in quel modo per come sono. Tu vuoi essere sua moglie, non il suo amico. Per amor di dio, fino al loro ultimo anno d'accademia, una settimana sì ed una no, facevano a cazzotti tra loro. E sono abbastanza sicura che non vuoi relazionarti con Sasuke, fisicamente, allo stesso modo in cui fa Naruto. E il mio punto finale? Si tratta di Naruto. O lo ami o lo odi, e odiarlo lo fa diventare doloroso e fisicamente estenuante. Il fatto che Sasuke lo ami fa di lui semplicemente una persona umana come noi, non desiderosa di dolore o esaurimento fisico."

"Sei ridicola."

"No, non lo sono! Conosci Naruto? E' tipo questa palla bionda iperattiva e piena di carisma che va in giro ad assorbire gli animi della gente. Ovviamente, Sasuke, per tutta la sua particolarità, non ne è immune. Nessuno è in grado di resistergli a lungo. Sono sicura che tra una ventina di anni o giù di lì, il mondo intero prenderà la forma di una nazione unita sotto l'egida di Naruto. Il ramen sarà dichiarato cibo perfetto e i fannulloni saranno convertiti e allontanati dai loro sentieri oscuri con un discorso appassionato...probabilmente ci chiederà di indossare tute arancioni, ma sono sicura che possiamo convincerlo a desistere dal farlo. Mi piace pensare che Naruto sarà un benevolo dittatore che-"

"DI CHE DIAVOLO STAI PARLANDO?"

Ino sbattè le palpebre e tossì. "Scusa, quando parli con le piante tutto il giorno, tendi a sviluppare una sorta di flusso di coscienza, ed è difficile fermarsi. Il punto è, non è plausibile formare un modello di relazione basandosi su quella che hanno Sasuke e Naruto. E' destinato a fallire."

Sakura era consapevole del fatto che il suo non fosse un piano perfetto, ma in quel momento era tutto ciò che aveva.

"A meno che non hai un'idea migliore, Ino, Naruto potrebbe essere la mia unica speranza."


Naruto era  in piedi fuori dalla porta da cinque minuti. Non voleva trovarsi lì, e pregò intensamente che Sakura non avesse intenzione di farla diventare un'abitudine, invitarlo da lei. Sentì lo stomaco attorcigliarglisi in una morsa mentre bussava lievemente alla porta, perfettamente disposto a fare retromarcia e ritornare dritto a casa se non gli avessero aperto nell'arco di venti secondi.

Ne passarono dieci e Sakura gli aprì, tirandolo subito dentro. "Eccoti qui. Ci hai messo abbastanza ad arrivare. Puoi aiutarmi a finire la cena, e convincere Sasuke a fare altrettanto."

"Senti, Sakura-chan, non devi chiedermi di venire da voi ogni volta. So che sei preoccupata del fatto che mi possa sentire escluso e tutto, ma sto bene, davvero."

Sakura gli rivolse un sorriso nervoso e scosse la testa. "Ti voglio qui. Non è solo per te, è anche per me. A volte mi manca il Team 7 e...averti intorno mi fa sentire meglio. Quindi non sentirti in colpa di venire qui, okay?"

"Sì, okay."

Il senso di colpa attraversava loro, che stavano lì a sorridersi a vicenda, come una lama a doppio taglio. Alla fine furono distratti da quell'imbarazzante momento quando Sasuke uscì dal suo studio, borbottando stizzato.

"Perché sei così arrabbiato?" Naruto alzò un sopracciglio mentre Sasuke lo sfiorava, superandolo, per dirigersi in cucina.

"Questo stupido coso continua a bloccarsi nel bel mezzo dei download..."

"Sasuke, vivi nella capitale tecnologica del mondo. Smettila di andare fuori di testa per uno stupido portatile e buttalo nella spazzatura."

Sasuke guardò Naruto in cagnesco e borbottò di come voleva che i suoi file e le sue impostazioni rimanessero esattamente come voleva che fossero. Naruto non si scompose.

"Esegui il backup di tutti i file e duplica le tue preziose impostazioni in un nuovo sistema. Devi fare sempre un caso federale di tutto?"

Sakura non potè che ridacchiare dell'occhiata imbronciata che Sasuke rivolse all'amico. "Ho provato a dirgli di comprarsene uno nuovo, ma penso che quel portatile abbia un volore sentimentale per Sasuke."

Il moretto arrossì immediatamente, segno che Sakura ci aveva preso in pieno.

"Non ha un valore sentimentale! E' solo una seccatura trasferire tutti i dati e doversi abituare ad un nuovo sistema. Me ne sarei sbarazzato molto tempo fa se non fosse per questo."

Naruto strizzò gli occhi e si grattò la nuca mentre Sasuke tentava di difendersi senza successo dalle calunniose accuse della moglie.

"Aspetta...quello è il portatile che ti ho comprato io dai miei proventi dei diritti d'autore?"

Si riferiva ai diritti d'autore dovutigli dall'aver scritto storie di fantasmi per Jiraiya. A sedici anni quei soldi erano stati più di quanto Naruto avesse visto, e avuto, nella sua vita; il lavoro, poi, era stato del tutto accidentale. Naruto aveva chiesto al vecchio pervertito di insegnargli il taijustu, ma l'uomo era stato più interessato a buttarsi nelle ricerche per il prossimo romanzo. Agendo di sua iniziativa, Naruto, aveva completato un paio di capitoli quando Jiraiya era crollato svenuto dopo una delle sue bevute, per poi inviarli per email al suo editore. Jiraiya non sapeva cosa lo inorridì di più: il fatto che Naruto si fosse adoperato in una cosa del genere, o il fatto che l'editore fosse stato completamente ingannato nel pensare che fossero stati scritti da lui. Ma fu l'inizio di un accordo redditizio, dal momento che pochi mesi dopo Jiraiya aveva ufficialmente inlcuso Naruto nel contratto. L'unica cosa che inorridì Naruto fu il dover scoprire di avere il talento di un pervertito di cinquant'anni. La prima cosa che fece con i soldi ricavati, fu comprare dei regali ai suoi amici più stretti. Gli stivali firmati di Sakura li aveva pagati quasi tanto quanto il computer portatile e la cuccia per Kiba, figuariamoci...

"Sasuke, quel portatile ha più di otto anni, e non era nemmeno il migliore che si potesse trovare in giro. Buttalo."

Sasuke si imbronciò ancora di più, non contento della leggerezza con cui Naruto gli stava suggerendo di gettare via quel pezzo di hardware.

"Te l'ho detto Naruto, ha un valore sentimentale."

Prima che Sasuke potesse spezzare l'osso del collo di Sakura, Naruto intervenì proponendo un compromesso. "Te ne comprerò uno nuovo allora; che ne dici? Eseguiremo il back up dei file, copieremo le impostazioni e tu non soffrirari più di pressione alta. Va bene?"

"Va bene, come ti pare, i soldi sono tuoi." Mormorò Sasuke stizzosamente, cedendo al suggerimento di Naruto proprio come Sakura aveva immaginato che avrebbe fatto.

Fu più facile di quanto avessero potuto prevedere, ritornare alla vecchia routine del Team 7. Non solo fece scivolare liscio il piano di Sakura ma, per la prima volta dopo tante settimane, Sasuke si comportò nei suoi confronti nel modo in cui era stato solito fare nel passato. Per un po' di tempo Sakura si dimenticò dei suoi disperati tentativi di far funzionare il loro matrimonio, Naruto non era più uno sporco amante e Sasuke non era intrappolato nel mezzo cercando di tenere tutto insieme.

Sakura offrì al marito alcuni Daigaku Imo preparati da lei, dimenticandosi momentaneamente di quanto Sasuke odiasse i cibi dolci. Il moretto rifiutò cortesemente le patate dolci candite prima che Naruto ne prendesse una e gliela infilasse bruscamente in bocca. Il viso di Sasuke si rabbuiò in un'espressione comica per la dolcezza eccessiva del cibo.

"Mangia e non essere scortese. Sakura-chan ha lavorato sodo per prepararle. Non so come una persona possa odiare i dolci, comunque. Sono abbastanza sicuro del fatto che sia questa la causa di tutti i tuoi problemi di personalità." 

Sakura nascose la sua espressione divertita mentre Sasuke rivolgeva a Naruto uno sguardo maligno, finendo di ingoiare il dolcetto. Non riusciva ad immaginare il giorno in cui sarebbe stata in grado di fare una cosa tanto sfrontata, ma si trattava di procedere per piccoli passi. Alla fine quel momento venne interrotto dal suono della suoneria del cellulare di Sakura.

"Haruno-sensei! Deve venire al laboratorio!"

"Dannazione, Karin, e ora che succede?"

"Il soggetto campione # 26 è tachicardiaco e mostra segni di sofferenza. I numeri 17 e 31 sembrano anch'essi reagire all'ultimo dosaggio di antibiotici."

Il soggetto campione # 26 era Napoleone, che sembrava stesse avendo una reazione avversa agli antibiotici sperimentali dei suoi laboratori. Snocciolò subito delle istruzioni a Karin, assicurandole che era in procinto di venire. Con un po' di fortuna avrebbe fatto rientro a casa prima che Naruto se ne fosse andato.


"Quanto ancora ha intenzione di farmi aspettare Sakura-chan? E cosa le sta succedendo, in ogni caso?" Naruto si lasciò cadere sul divano del salotto, si strofinò stancamente gli occhi e aspettò obbediente il ritorno di Sakura.

"Chi lo sa? Non pretendo di capire le donne."

Sasuke guardò Naruto mentre si sistemava sul divano e si trascinava stanco le mani sul viso. Sapeva che l'amico non stesse dormendo bene. Continuò a guardarlo intensamente e Naruto sospirò.

"Che hai?"

"Ho un blocco."

"Hn, hai bisogno di più fibra nella tua dieta."

Naruto si tolse lentamente le mani dal viso e guardò incredulo Sasuke che gli sedeva, con aria seria, accanto. "Cosa?"

"Dico sul serio. Fai una dieta di merda e si sta facendo sentire. Un'adeguata quantità di fibre farà la differenza. Non ho problemi di stitichezza da prima che fossimo all'ultimo anno d'accademia...ma ripensandoci, forse non è merito delle fibre; forse dovrei semplicemente ringraziare te."

L'occhio sinistro di Naruto aveva preso a contrarsi in un tic durante la tiritera di Sasuke. "Intendevo il blocco dello scrittore, schifoso bastardo! Oh mio dio, sai essere così disgustoso a volte, ugh!"

"Oh scusa." Le labbra di Sasuke si distesero in un sorrisetto di fronte alle convulsioni di Naruto. "Non sapevo che l'industria dei romanzi porno fosse così stressante."

"Non sono le cosiddette parti porno che mi stanno dando problemi; è la storia. I capitoli kinky sono solo la ciliegina sulla torta; le persone comprano Icha-Icha per la storia d'amore, l'eroismo e il dramma, e io non riesco a sentire niente di tutto ciò. Il termine ultimo si sta avvicinando e il nostro editore mi ucciderà se non sono in tempo. Peccato che ormai sia in grado di capire chi sia a scrivere cosa dallo stile, o chiederei a Ero-sennin di coprirmi."

Alla menzione del nome dell'editore di Naruto, Sasuke sbuffò il suo disprezzo. "Non so come nè perché tolleri quel tizio. E' irritabile, irragionevole e probabilmente troveresti di meglio altrove."

Naruto si sporse ad accarezzare dolcemente la guancia di Sasuke con il dorso della mano. "Perché, nonostante tutto, tira fuori il meglio di me. Non riesco a immaginare di essere con nessun altro."

Sasuke non disse nulla, trovandosi intrappolato tra la dolce espressione del volto di Naruto e il tocco delicato della mano lungo il suo viso. Gli catturò il pollice tra i denti e lo succhiò leggermente per un po', mentre guardava gli occhi blu scurirsi nel modo in cui facevano sempre. Alla fine, Naruto si ritrasse, non volendo che Sakura potesse scoprirli se si fossero concessi quel momento di passione.

"Bene, allora, ciò di cui hai bisogno è una musa. E' la fibra della creatività. Dal momento che sei qui bloccato, e il gioco di parole è voluto, suppongo che dovrò offrirmi io."

"Scusami?"

"Ho detto che sarò la tua musa." Sasuke si sedette con la schiena dritta, incrociò le braccia al petto e annuì con aria saggia. "Guardami e sentiti ispirato."

Naruto alzò gli occhi al cielo e sbuffò rude. "Sei proprio un idiota. Ti informo che essere una musa è molto di più che stare seduti sul proprio culo, sembrando carini. Se vuoi il lavoro, devi lavorare. Vuoi essere la mia musa, fai qualcosa di musicale. 'Musicale', capito? l'hai capita?"

Ora fu Sasuke a roteare gli occhi. "Così velocemente riesci a reclamare il tuo titolo di 'idiota'. Ma va bene, andiamo."

Naruto seguì Sasuke nel suo studio e si sedette sul divano nero in pelle. Guardò curiosamente il moretto aprire l'armadio e tirarvi fuori una grossa e ingombrante custodia. I suoi occhi si illuminarono improvvisamente quando la riconobbe.

"Betsy!"

"E' un violoncello di classe. Per favore smettila di chiamarlo Betsy!" In realtà, era 'Betsy il secondo', essendo Sasuke cresciuto troppo per 'Betsy il primo' anni fa.

"Non ti sento suonare da mesi ormai." Naruto si mise a sedere con entusiasmo mentre Sasuke prendeva posto sulla sedia che aveva davanti e sistemava il violoncello nella giusta posizione.

"Questo perché non vieni più a trovarmi a meno che qualcuno non ti forzi a farlo," borbottò Sasuke, appena udibile. "E non ho intenzione di trascinarlo fino al tuo appartamento."

Naruto aveva scoperto delle lezioni di violoncello di Sasuke subito dopo che erano diventati amici, prendendolo in giro senza pietà. Lo aveva preso in giro senza pietà, sì, fino a quando non lo sentì suonare. Fu uno dei suoni più belli che avesse mai udito, e ovviamente Sasuke, nonostante l'imbarazzo, aveva un talento naturale. Sasuke era bravo in tutto e già dalle prime note che gli sentì suonare, Naruto ne fu affascinato, innamorandosi di quel genere improbabile di musica classica e del violoncello. Sembrava essere un altro modo che Sasuke era riuscito a trovare per sopprimere quella bestia che Naruto aveva sempre pensato gli fosse intrappolata dentro, ed ogni occasione era buona per convincerlo a suonare per lui.

"Cosa hai intenzione di suonare, Bach?"

"No, ho imparato una nuova canzone per t-" Sasuke si fermò in tempo. "Ho imparato una nuova canzone. Uno di quei pezzi classici crossover. Si chiama 'Esplosione'."

Sasuke cercò di sistemarsi meglio, pervaso dalla familiare sensazione di timidezza che lo accompagnava ogniqualvolta che si esibiva per Naruto. A volte si sentiva più esposto quando suonava il violoncello per lui che quando era sdraiato nudo sotto il suo corpo. Inalò, quindi passò l'archetto lungo le corde nell'attacco d'apertura.

Naruto osservò e ascoltò, ipnotizzato dalla musica che si impennava in un crescendo e si diffondeva per tutta la camera. Sasuke sembrava fondersi perfettamente con in violoncello, suonando con velocità e precisione quasi inumane. La musica rendeva giustizia al suo nome, selvaggia e tempestosa; Aumentava di intensità e lo investiva mentre il moretto vi versava dentro l'anima. Quando la musica raggiunse il suo crescendo, calò improvvisamente di intensità, addolcendosi fino ad arrivare ad una soave stasi, per poi riprendere di nuovo bruscamente vigore, rispecchiando l'inizio. Quando Sasuke finì l'esecuzione in bellezza, Naruto lo acclamò e applaudì.

"Ti è piaciuto?"

"Piaciuto? Mi ha fatto impazzire! E' stato fantastico."

Sasuke sorrise al complimento, raggiante e genuino; un sorriso che era riservato eslusivamente ad un pubblico particolare, il biondino. "Davvero? Pensavo di aver sbagliato verso metà esecuzione..."

Era palesemente alla ricerca di complimenti e Naruto non si trattenne certo dal fargliene. "Non saprei. So solo che mi sono dovuto trattenere dal lanciarti addosso la mia biancheria intima."

Sasuke esibì un sorriso ancora più ampio, cercando di nascondere l'evidente piacere che gli avevano procurato quelle parole grattandosi il naso con l'archetto che teneva in mano. Il ragazzino dentro di lui, affamato d'approvazione, si riempì dei raggianti sorrisi e delle parole di apprezzamento di Naruto.

"E' la nostra canzone."

Sasuke lo guardò confuso. "Huh?"

"'Esplosione', giusto? Siamo noi...suona sicuramente come noi. E' la nostra canzone."

Sasuke guardò Naruto per diversi minuti, chiedendosi quale corso di azione adottare per una simile affermazione. Infine, sorrise nuovamente e annuì lento.

"Sì, siamo noi di sicuro. Credo sia la nostra canzone. Vuoi che la risuoni?" Voleva prendersi a calci per quanto timido e riservato suonasse, ma in quei momenti, non poteva farci nulla.

"Non so...ti sei sottoposto ad uno sforzo fisico non trascurabile. Sei sicuro di riuscire nuovamente nell'impresa?"

Sasuke tirò su con il naso con alterigia, sentendosi adeguatamente sfidato e spronato verso l'azione. "Hn, guardami."

Naruto si sistemò contro lo schienale, sospirando mentre Sasuke si trasformava ancora una volta in un virtuoso. Avrebbe voluto essere in grado di tradurre in parole questi momenti, perché allora sarebbe stato più facile spiegare il motivo per cui amasse tanto Sasuke, e perché non sopportasse l'idea di lasciarlo. Ma alla fine, non importava se fosse in grado di esporre i suoi pensieri adeguatamente o meno, perché lui sapeva cosa provava. E ad ogni modo, non poteva preoccuparsi della gente che non riusciva a capirli, ora; si sentiva ispirato e Sasuke stava suonando la loro canzone.


Napoleone ed i suoi amichetti erano riusciti a trattenere Sakura per ore e fu sorpresa di vedere la macchina di Naruto ancora ferma nel parcheggio quando rientrò a casa. Ricordò di avergli ordinato di rimanere e si sentì in colpa del fatto che il suo primo tentativo d'osservazione non avesse avuto successo, ma piuttosto l'effetto di tenere Naruto in ostaggio a casa sua. Aprì la porta di casa aspettandosi di vedere i due uomini giocare ai video games, o a chattare, ma udì solo il suono di una leggera melodia di musica classica provenire dallo studio del marito.

Si avvicinò alla porta, che era socchiusa, in punta di piedi, e sbirciò all'interno della stanza. Naruto dormiva sul divano tanto profondamente che sembrava a malapena respirare. Sasuke le mostrava la schiena e fortunatamente non si era accorto della sua presenza. Guardò la scena con sorpresa mentre Sasuke suonava, seduto, la ninnananna di Brahms; la dolce melodia riempiva la camera. Sakura aveva scoperto di questa sua passione ai tempi delle elementari attraverso le prese in giro di Naruto, ma non lo aveva mai sentito suonare, e pensava che avesse smesso di farlo anni fa.

Rimase a guardare un po' più a lungo, fino a che una strana sensazione di intrusione la pervase. Alla fine indietreggiò in silenzio e si diresse nella sua stanza. Era stata una lunga giornata, ma si ritrovò con una nuova risolutezza: suo marito suonava il violoncello, e forse, un giorno, lo avrebbe suonato per lei.

 

 

 

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