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Autore: Matt2291    08/04/2012    4 recensioni
Una storia in cui Naruto e Sasuke, ormai ultraventenni, decidono di prendere le redini della loro vita e andare a vivere per conto proprio; per meglio dire insieme, come coinquilini ^^
Scopriremo che la quotidianità da affrontare è più difficile di quanto si crede per due ragazzi alle prime armi con la loro vita autonoma!
Tra introspezioni di vita e risate a tutto spiano, scopriremo che convivere è davvero un'avventura!
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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***

 

All’inizio è tutto bello! È quasi come i fidanzamenti i primi mesi. Sei entusiasta per ogni cosa, soprattutto per le novità che ti assalgono tutte insieme: forse non realizzi appieno quello che ti sta accadendo ma ti interessa solo aver ottenuto uno spazio totalmente tuo ed essere entrato a tutti gli effetti nella vita adulta senza aver aspettato che nessuno ti dicesse avanti dopo che avevi bussato. Hai deciso di entrare e lo hai fatto.

L’unico grosso problema è stato tagliare il cordone ombelicale che ti avvolgeva tipo cobra e non ti permetteva di uscire da casa dei tuoi per entrare in una unicamente tua.

Ma ora eccoci finalmente da soli in casa nostra!

Seguendo l’iter normale e le raccomandazioni dei nostri genitori ci sarebbero un miliardo di cose da fare prima di entrare ad abitare nell’appartamento, ma anche no! Facciamo tutto il più velocemente possibile e schizziamoci dentro. E poi, in ogni caso, quello che sceglieremo puntualmente non andrà bene ai nostri.

Infatti, mentre controllavamo le varie stanze sono arrivati i nostri genitori e non hanno perso tempo con il loro ruolo. Quale? Provate a capirlo.

 

- E le pareti di che colore intendevate farle?

- Pensavamo a dei colori molto vivaci tipo giallo, arancione, verde limone e magari, per il bagno, del verde corallo.

- E certo! Buttate pure via i soldi, tanto che vi importa! Comunque non è un problema nostro. Voi dovete abitarci, per cui se va bene a voi, va bene a tutti.

- Non vogliamo affatto sciupare i soldi, il fatto è che vorremmo fare una casa un po’ particolare.

- Ah, fate un po’ come volete, tanto anche se dovessi darvi un consiglio non lo ascoltereste. In fondo i genitori vanno bene solo quando si tratta di dare. Per il resto si sa come vanno a finire queste cose.

 

Ma quali cose! E, soprattutto, basta con le solite frasi e i soliti tentativi di farci sentire in colpa. Siamo giunti alla conclusione che la responsabilità di tutto questo non è loro ma di San Chicco, il santo protettore dei futuri genitori, che è stato anche ospite al Maurizio Costanzo Show… oramai ci vanno tutti!

Al genitore, come in Matrix, viene inserita (nessuno ha ancora capito dove!) una memory card con delle frasi topiche che torneranno utili in determinati momenti della vita del nascituro, ma il fatto è che non gli viene detto che a un certo punto alcune vanno eliminate. Nei primi anni le usano facendo attenzione a relazionarle al contesto, poi non si controllano più e come un giradischi rotto le buttano lì tanto a casaccio quanto in continuazione.

Quindi un annuncio per tutti quelli che devono nascere: se un giorno vostra madre, mentre state uscendo per andare con la vostra compagna, dovesse dirvi: “Mi raccomando la pipì falla nel vasino“, non preoccupatevi, non è arteriosclerosi, è la memoria da riformattare.

La casa è finita e finalmente potete entrarci!

Che figata! Non devi avvisare se dormi fuori, non devi tornare per l’ora di cena, non devi riordinare la tua stanza, non devi piegare le maglie, non devi lavare i vetri... ma devi chiamare il 118 perché dopo un mese l’entusiasmo è svanito e c’è fare i conti con la dura realtà!

La roba sporca che ti lascia i messaggi minatori in segreteria del tipo “L’ammorbidente o la vita!”, i piatti che vanno dalla De Filippi per fare la corte a Mastro Lindo, il letto che è in crisi d’identità perché non si ricorda più che faccia aveva, ma soprattutto la casella della posta che sta per esplodere e tu non puoi più ignorarla. Devi aprirla.

 

- Ohi Sas’ke, mi spieghi come possiamo aver speso 100 euro solo di luce?

- A me lo chiedi?

- E a chi sennò. Tu sei l’unico che arrivato all’età di 24 anni dorme ancora con la luce accesa.

- Ho paura di svegliarmi e non ricordarmi dove sono e chi sono.

- Te lo dico io chi sei! Sei un teme!

- Ha parlato il dobe coraggioso che non va a buttare la spazzatura perché deve fare un pezzo di strada non illuminata.

- La spazzatura si può buttare anche al mattino.

- Ma soprattutto prima va divisa. Mai sentito parlare si raccolta differenziata?

- Certo. Anch’io la faccio.

- No, tu fai quella indifferenziata. Butti tutto senza preoccuparti di dividere la carta dalla plastica, dal vetro e dai rifiuti organici.

- Non posso sciupare metà pomeriggio o laurearmi in biologia solo per buttare la spazzatura.

- Ma così facendo non rispetti l’ambiente e inquini l’aria.

- Tu sei l’ultimo che può parlare di aria e ambiente.

- Perché?

- Ma le hai sentite le tue scarpe? Cosa sono, armi chimiche? E poi dicono che sono solo in Iraq! Devo fare una telefonata a Obama così manda un paio di marine a prelevarle.

- Come fai a sentire l’odore se le metto fuori la finestra?

- Sì, ma guarda che la notte rientrano per il freddo e vengono a scaldarsi vicino il mio letto.

- Come siamo diventati delicati.

- Non si tratta di questo! Vorrei sentirmi sicuro almeno a casa mia e invece con le tue scarpe in giro sento che la mia vita è in pericolo.

- Se c’è uno che rischia la vita quello sono io che ti faccio da cavia nei tuoi esperimenti culinari. Siamo gli unici esseri umani ad avere nel frigo la ricotta verde smeraldo tipo temporale tropicale.

- Vedi che sei una bestia? Sei tu quello abile in cucina. E poi l’ho visto alla Prova del cuoco. Si diceva di mantecare la ricotta in un cucchiaio di pesto ottenendo un condimento perfetto per la pasta corta, quindi se ti devi incazzare con qualcuno fallo con la Clerici.

- Lei però, se non ricordo male, diceva anche di consumarlo in giornata senza aspettare che si animi e invada l’ambiente. Ora non abbiamo né ricotta e né pasta, mio caro Einstein dei fornelli!

- Vorrei essere perfetto come te, ma non sempre mi riesce.

- Se è per questo io vorrei riuscire a dormire e invece non posso.

- Perché?

- Perché tu la notte russi… hai presente il rumore delle moto prima della partenza? Così!

- Adesso… esagerato.

- La prima volta che ti ho sentito pensavo ci fossero due tigri che lottavano in casa!

- Ma te l’ho detto mille volte, quando russo basta che mi svegli, basta che mi tocchi.

- Naru, l’ultima volta che ti ho toccato, mi hai girato e volevi darmi due colpi. Cosa faccio, per andare a letto e stare tranquillo devo mettermi l’uniforme da gladiatore o mi concedi di usare il pigiama come tutti gli esseri umani?

- Non capisco di cosa hai paura visto che poi dormiamo in due letti separati.

- Ti ricordo che soffri di sonnambulismo! Vogliamo parlare di quella volta che in piena notte sei venuto nel mio letto e mi hai sussurrato all’orecchio: “Pulcino, ti sono mancato?”

- Ti ho spiegato che stavo sognando Hinata!

- Sì, ma prova a metterti nei miei panni! Non sai cosa ho pensato in quel  momento.

- Però so cos’hai fatto! Mi hai spaccato in testa Il purgatorio della Divina Commedia! Quando dico che Dante è un mattone ho i miei perché! E poi ricordati che se mi lamento c’è sempre un motivo valido.

- Non ti lamenti però quando la sera trovi la cena pronta!

- Ci siamo divisi i compiti e, siccome sei tu quello bravo a fare da mangiare, hai scelto tu di occuparti del cibo.

- E tu di fare la spesa.

- Appunto.

- mi spieghi cosa posso preparare se in frigo trovo sempre e solo uova, sottilette, insalata e gin? Oltre a parecchi ramen precotti nello scaffale in basso, si può sapere perché mangi quella roba?

- Mi piace la cucina giapponese.

- Con quella roba ti dovrai solo ricomprare un fegato nuovo.

- Beh allora con la roba in frigo puoi fare un nuovo cocktail?

- Davvero delle grasse risate!

- Senti, intanto che tu ti lamenti io vado a farmi la doccia.

- Ricordati di pulire il bagno dopo. Chi sporca pulisce.

- Come faccio sempre del resto.

- E le gocce sul pavimento?

- Ma scusa, Pollicino lasciava le molliche di pane per non perdersi, io non posso lasciare le gocce? Un briciolo di fantasia tu mai, eh?!

 

***

 

- Ti sbrighi, che facciamo tardi!

- Un attimo e arrivo.

- Un giorno mi spiegherai perché ogni volta che dobbiamo uscire stai chiuso in bagno almeno mezz’ora.

- Mi prendo cura della mia persona.

- È una missione persa in partenza.

- Cosa vorresti dire?

- Dico che, se ti osservi un attimo, ti rendi conto che il danno è fatto. E comunque da chi vorresti farti vedere? Sai che Hinata è gelosa.

- Ma che c’entra lei? Semplicemente sono un tipo che vuole mantenersi.

- Sì, un tipo di animale in via di estinzione.

- Avanti, dimmi cosa non va in me.

- Hai un’oretta di tempo?

- Sei simpatico come la sabbia nel letto.

- Intanto esci dal bagno che devo entrare.

- Aspetta che finisca poi entri. Ce la fai a resistere?

- Mi fai entrare o no?

- Entra!

- Ma dove sei?

- Come dove sono. Sono qua, non mi vedi?

- No che non ti vedo! Cos’è tutto ‘sto fumo? Sembra la Londra del XIX secolo.

- Segui le gocce per terra.

- Allora non vuoi capire! Non vedo una mazza.

- Segui l’odore del mio bagnoschiuma.

- Che gusto è, posacenere e tabacco?

- Mi vedi?

- Ecco! Mi sa che ti ho trovato.

 - Mi sa anche a me! Sei sul mio alluce.

- Eccoti. Ma non ci posso credere!

- Cosa?

- A che altezza tieni la doccia?

- In che senso?

- Tu sei basso!

- Ha parlato il gigante. E poi io non sono basso, ho il cavallo basso.

- Più che il cavallo basso, tu hai un pony nelle sabbie mobili, se vuoi te lo mimo.

- Non agitarti più di tanto, non vorrei che con il naso mi ferissi.

- Cos’ha il mio naso? È un naso importante su un profilo importante.

- Sas’ke, qui di importante c’è solo la rivelazione che ti devo fare! Quello che hai lì non è un naso, è un davanzale.

Peserà almeno un paio di chili. Ti conviene mettere il busto alla schiena, altrimenti con quel peso in avanti potrebbe venirti la scoliosi.

- Al posto di perdere tempo a evidenziare i miei difetti, concentrati su di te, che di lavoro di restauro ce n’è da fare.

- Non credo proprio, anche perché io mi accetto così come sono e non sto lì a curarmi più di tanto.

- Ma se ti depili i peli del petto.

- E tu come lo sai?

- Ti sei dimenticato le strisce della ceretta nel lavandino.

- E tu le hai buttate?

- Ma sei fuori! Le ho raccolte. Adesso siamo gli unici ad avere il campo da calcetto in pelo umano in cortile. Se lo affittiamo facciamo i soldi a palate!

- Capisco! Un abile tocco di originalità per combattere il carattere sobrio della nostra città!

- Non so se ho capito, comunque quello che hai detto aveva un bel suono. La panchina però l’ho dovuta fare davanti la porta quello che abita al piano terra. Praticamente non può più uscire. Dici che è un problema?

- Ma va! Al massimo facciamo entrare qualcuno dalla finestra, poi li muriamo dentro e aspettiamo chi muore per ultimo. Che ne dici?

- Ci penso. Intanto muoviti, così usciamo.

- Tu che dici, incontreremo delle ragazze?

- Penso proprio di sì

- Allora vado a lavarmi i denti.

- Ah, perché se ti dicevo di no i denti non te li lavavi?

- Certo che no, tanto mica dovevo baciare qualcuno. Ma perché ti devo spiegare sempre tutto!

- Non baceresti comunque nessuna, ti ricordo che sei fidanzato.

- Dettagli.

- Si certo, dovresti rispettarla quella ragazza.

- Ma dai scherzavo, è ovvio che la rispetto. A proposito di rispetto, perché non ti decidi a tagliarti le unghie?

- Cosa c’entra?

- C’entra eccome. Se aspetti ancora un po’ ti sceglieranno per la seconda parte di Edward mani di forbice.

- Le lascio crescere perché mi servono per suonare la chitarra.

- E compratela questa cavolo di chitarra, sotto le unghie hai le rovine di Pompei!

- Quante storie per delle unghie un po’ lunghe.

- Uno di questi giorni mi verrai a pugnalare nella doccia stile Psyco, oppure mi rincorrerai urlando: “Naru, sono a casa!” E poi io faccio storie? Sto solo cercando di non morire giovane.

- La verità è che sei invidioso delle mie mani che sono lunghe e affusolate mentre le tue sono due fagottini del Mulino Bianco.

- Che se ti arrivano in faccia fanno malissimo.

- Senti, io inizio a scendere, tu fai un po’ come ti pare.

- Dai, aspettami, così scendiamo insieme. Piuttosto hai chiuso il gas?

- Sì.

- Hai staccato la corrente?

- Sì.

- Hai chiuso le finestre?

- Certo!

- Hai inserito l’allarme?

- Naru, guarda che stiamo uscendo, non stiamo cambiando città.

- Sono un tipo previdente.

- Ecco, appunto, per quanto prevedi ancora di rompere le palle? Così io nel frattempo mi organizzo per fare altro!

- Andiamo!

  
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