Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: DiannaHananel    11/04/2012    2 recensioni
Una guerra che va avanti dalla notte dei tempi, forse sin dalla creazione della razza umana. Quando Dio e il suo braccio destro, l'angelo Lucifero, discussero, quest'ultimo decise di abbandonare il Regno dei Cieli e fondare un nuovo regno nei meandri della terra. Alcuni angeli decisero di seguirlo, sperando in una maggiore libertà ed indipendenza sulla terra. Quando però scesero sulla terra scoprirono che stavano cambiando: l'alone di luce che li avvolgeva costantemente si tramutò in oscurità, le loro grandi ali bianche vennero sostituite con delle ali nere e anche il loro carattere cambiò radicalmente, lasciando posto alla fame di potere. Inoltre scoprirono di essere costretti a nutrirsi di sangue umano per sopravvivere.
Gli angeli rimasti fedeli al regno Superiore combattono fin d'allora questi esseri, detti Demoni, e li combatteranno finché una delle due fazioni non si estingui completamente.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scartai a destra per evitare un calcio all’altezza dell’addome.
Mi sfuggì un ghigno mentre tirai una raffica di pugni diretto al fianco del demone. Il sudore mi imperlava la pelle e i muscoli erano tesi, la maglietta nera buttata in un lato della stanza.
- Dai, non sai fare di meglio? – ringhiai all’avversario.
- Potrei farti male. – ribatté lui con un sorriso diabolico. Si fece avanti in posizione d’attacco e sferro un calcio che parai con un braccio per poi spiccare un salto in avanti. Il corpo snello del ragazzo fece una capriola nell’aria e atterrò sulle spalle del demone bloccandogli il collo con le braccia con i muscoli tesi dallo sforzo. Un solo movimento e gli avrebbe staccato la testa.
- Allora, ti arrendi? – dissi ridendo.
- Ok, ok. Gregori scendi, mi arrendo. – sputò tra i denti il demone.
Spiccai un altro salto e scesi dandogli una pacca consolatoria sulla spalla.
- La prossima andrà meglio amico. –
Judas mi guardò malissimo, massaggiandosi la nuca. Prese la camicia bianca e se l’appoggiò sulle spalle muscolose. Fisicamente si assomigliavano terribilmente, sia Gregori che Judas erano alti e muscolosi ma allo stesso tempo scattanti e reattivi. Nel regno quasi nessuno eguagliava la loro abilità nel combattimento: erano un misto di furia, ghiaccio, rabbia, calore, potenza ed insieme erano due dei quattro combattenti preferiti dal capo, Ethan.
Gli altri due, Scarlett e Damian, pulivano le armi con delle pezze seduti sul pavimento.
- Come siete esibizionisti. – scherzò Damian esaminando la spada. Damian era l’esperto delle armi, dalle spade antiche alle più moderne pistole che lui stesso provvedeva a modificare con pallottole ricolme di sangue demoniaco, unico vero veleno per gli angeli. Era un ragazzone di due metri, con grandi braccia muscolose e completamente tatuate, ma era come un bambinone: si emozionava per le piccole cose, come un angelo da sfidare o una rissa banale tra demoni. La sua ragazza, Scarlett, posava le lunghe gambe cinte da una gonna di pelle sulle gambe del demone intento ad affilare dei coltelli. Fece risuonare la sua risata cristallina.
- Sono solo bambini, Damian. Lasciali divertire. – mormorò, gli occhi che scintillavano di una luce fanciullesca e i capelli rosso fuoco che le ondeggiavano sulle spalle.
- Siamo bravi, è diverso. – sussurrai, piano ma udibile anche sopra il ringhio di Judas e quando lei rise in tono di scherno, il demone non resistette e si avventò su di lei.
- Ora basta! – urlai. Judas e Damian, alzatosi per difendere Scarlett, si guardavano in cagnesco ad un centimetro di distanza, e solo al mio urlo si distanziarono.
– Sono discussioni inutili queste. Scarlett smetti di provocare. – la ragazza, che ridacchiava alle spalle di Damian, s’interruppe e si puntò un dito sul petto con aria interrogativa.
Alzai gli occhi al cielo. – Vado a farmi una doccia, se mi cercate, sono nel parco, ho fame. Non uccidetevi. – dissi annoiato e uscii percorrendo verso la sua stanza i corridoi stretti. Svoltando l’angolo un uomo mi urtò.
- Attento a dove metti i piedi. – dissi duro, disturbato da un odore dolciastro che mi aveva appena invaso.
Portava un cappuccio calato sulla fronte e quando alzò lo sguardo mormorando una scusa veloce, riuscii a scorgere solo una parte del viso con due occhi verdi e penetranti. Non avevo mai visto quel tizio in vita mia.

Mi materializzai nel parco scalciando l’erba umida. L’aria era fredda, un freddo piacevole, che mi accarezzava la pelle provocando un brivido lungo le braccia. Annusai l’aria in cerca di una traccia umana ma il vento gelato portava via con se qualsiasi odore.
Iniziai a camminare lungo il lago pensando. Non vedevo Ethan da un bel po’, era immischiato in qualche affare ma non aveva voluto rivelargli i dettagli. L’aveva lasciato solo a gestire l’impulsività di Judas che per fortuna, essendoci cresciuto, sapeva prendere dal verso giusto, la forza bruta di Damian e i giochetti perversi di Scarlett. Lei era la più anziana, ma nonostante tutto pareva non crescere. Il suo carattere da bambina era sadico, manipolatore e forse, pensò Gregori, era ancora più pericolosa degli altri due demoni.
In fondo al parco notai una ragazza seduta su una panchina, con lo sguardo pensieroso mentre si guardava intorno.
Bene, ecco la cena.
Sorrisi e avanzai verso di lei, le mani in tasca. Avvicinandomi notai che la donna era dotata di una straordinaria bellezza: i capelli biondi le ricadevano sulle spalle e nonostante fosse notte irradiavano riflessi dorati, le gambe snelle erano piegate, le ginocchia vicino al viso. Il viso. Mi fermai a pochi metri da lei. Ora mi fissava con degli occhi curiosi, di un azzurro simile al cielo terso primaverile. La bocca carnosa e rossa era leggermente socchiusa, un’espressione confusa sul volto. Un viso bellissimo, abbagliante… angelico.
Inspirai.

Angelo. 
  
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