Film > Titanic
Segui la storia  |       
Autore: EverybodyHurts    11/04/2012    7 recensioni
Chi dice che l'unico amore sbocciato tra i corridoi dell'inaffondabile fu quello di Jack e Rose? E se ci fossero stati due giovani, Tyler e Mallory, che si sono incontrati per caso e si sono amati follemente? Questa è la storia del loro incontro, dell'amore che li ha uniti in un'unica anima, quell'amore indistruttibile che lascia sempre senza fiato.
La loro storia, al contrario di quella di Jack e Rose, avrà un lieto fine? Saranno due dei fortunati superstiti? La vita li separerà o sarà gentile con loro?
"L’inaffondabile mi stava aspettando: così la chiamavano. La più grande nave mai costruita fino ad allora, la più maestosa, la più bella, la nave dei sogni. Chiunque avrebbe desiderato salire con noi ma pochi ebbero il meraviglioso privilegio di farlo. Io ero una di quelle persone che avevano il biglietto, quel biglietto. E ancora non riuscivo a capacitarmene."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciaaaaaaaao gente!:3
Non voglio dilungarmi troppo: mi è venuta in mente questa fan fiction esattamente 3 ore fa e non potevo non metterla per iscritto u.u
Parla di Tyler e Mallory, due giovani che si conoscono sul Titanic. Chi dice che l’unica storia d’amore che nacque a bordo del Titanic fu quella di Jack e Rose?
Spero che qualcuno la legga e che qualcuno mi lasci una recensione. Non importa se positiva o negativa, qualsiasi recensione mi aiuterà a migliorare.
Grazie mille per l’attenzione, vi lascio alla lettura del primo capitolo:3
 
Sistemai accuratamente il fiocco sulla mia gonna larga fino alle caviglie di cotone rosa – i miei genitori me l’avevano regalata proprio per quell’occasione. Posizionai una minuscola spilla sul taschino destro della mia camicetta bianca e, infine, osservai attentamente il riflesso sullo specchio. La mia figura era proprio lì, davanti a me, snella e non molto alta. I ricci castani chiarissimi e ben definiti cadevano delicatamente sulle mie spalle. I miei occhi verdi fissavano ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento: viste le nostre condizioni economiche, acquistare al mercato generale quella gonna e quella camicia era stato un vero e proprio strappo alla regola. La mamma mi aveva detto: « Amore, stiamo partendo. Sarai la più bella di tutti. » e subito dopo mi aveva stampato un sonoro bacio sulla fronte. La mattina della grande partenza, la mamma aveva decorato la nostra umile casa con tante bellissime roselline che aveva colto di nascosto nel giardino della donna a cui prestava servizio. Il loro profumo inondava le mie narici e mi faceva stare incredibilmente bene, mi rendeva finalmente felice della nuova vita che avrei intrapreso di lì a poco ma allo stesso tempo anche un po’ nervosa: quella sarebbe stata la mia prima volta su una nave. Sarei partita con i miei genitori dal porto di Southampton e insieme saremmo arrivati a New York. A New York la vita è facile, questa è la frase che ci sentivamo ripetere giorno dopo giorno finché mio padre non decise di tentare e di acquistare quei biglietti con gli ultimi risparmi. Avrei detto addio alla vecchia vita, presto avrei salutato il passato lasciando spazio solamente al mio futuro. Avrei detto addio ai miei amici e questa era l’unica cosa che mi teneva anche solo minimamente ancorata al mio paese d’origine. Per il resto ero eccitata dall’idea di scoprire nuovi ambienti, nuove persone, nuovi usi, nuove tradizioni. Era una novità per me che non avevo vissuto altrove se non nel mio paese. L’inaffondabile mi stava aspettando: così la chiamavano. La più grande nave mai costruita fino ad allora, la più maestosa, la più bella, la nave dei sogni. Chiunque avrebbe desiderato salire con noi ma pochi ebbero il meraviglioso privilegio di farlo. Io ero una di quelle persone che avevano il biglietto, quel biglietto. E ancora non riuscivo a capacitarmene.
« Sei pronta? » chiese mio padre riportandomi alla realtà e strappandomi dai miei pensieri. Stava sistemando le ultime cose nel suo bagaglio.
« Sì papà, sono pronta. » sapevo che quel “pronta” non si riferiva solamente al mio abbigliamento o alla mia capigliatura. Si riferiva anche (e soprattutto) al cambio di vita.
« Chissà come sarà salire su una barca.. » cantilenò mia madre la quale stava controllando attentamente la sua valigia per verificare che non mancasse nulla.
« Rosie, amore mio, quel gigante aggeggio è molto più di una barca, credimi! » esclamò papà abbracciandola da dietro e lasciandole un tenero bacio sul collo.
Sorrisi. Erano così tremendamente dolci!
Guardai un’ultima volta lo specchio e, non so bene per quale motivo, gli diedi un bacio.
« Ciao specchio, mi mancherai. » sussurrai.
Feci un ultimo giro per la casa, mi voltai, mi diressi verso la porta e scesi le scale frettolosamente. Un unico pensiero per la testa: prima uscite di casa, prima metterete piede sul Titanic!
 
---
 
Impossibile descrivere le emozioni che provai appena vidi quell’oggetto mastodontico davanti ai miei occhi. La mia bocca era spalancata e.. non lo era mai stata in quel modo! Vedevo tante facce stupite quanto me che mi circondavano e, allo stesso tempo, vedevo tante facce che non facevano altro che sbraitare per ogni singola cosa, per ogni singolo errore. Erano le facce dei ricchi, quei viziati che non riuscivano a provar meraviglia per nulla, neanche per una nave così stupenda. Le loro facce sembravano annoiate e stanche di tutto quell’andirivieni. Ci scrutavano con occhi attenti e indagatori e, sicuramente, speravano che la prima classe fosse situata ben lontano dalla nostra terza classe. Come si fa a non provare meraviglia per nulla?  C’è un modo? Come si fa a rimanere imparziali di fronte a tanta bellezza? Eppure ho sempre desiderato con tutte le mie forze di essere ricca, di avere a mia completa disposizione un guardaroba da fare invidia a tutti e di vivere in una villa meravigliosa con tanto di piscina. Ma anche in questo caso, i miei valori sarebbero differenti. Nessuno avrebbe potuto privarmi delle mie emozioni, della meraviglia, dello stupore. Nessuno sarebbe mai stato in grado di svuotarmi l’anima.
« Mallory, dobbiamo andare, hanno iniziato a fare i controlli dell’igiene a tutti coloro che s’imbarcheranno nella terza classe. » mi strinse la mano destra e con l’altra reggeva il bagaglio. La seguii immediatamente, impaziente di salire a bordo.
 
---
 
Dopo tutti i vari controlli, finalmente misi piede su quel pavimento. L’odore di nuovo si fece subito sentire e lo assaporai immediatamente. I marinai dirigevano il tutto con un’estrema delicatezza e precisione. Al momento dell’imbarco dovevamo mostrare il nostro biglietto e loro ci avrebbero indirizzati verso le nostre stanze. Ebbi il forte impulso di seguire una ragazza ben vestita che si stava dirigendo verso la prima classe. Da quanto potei capire, si chiamava Rose. Volevo vedere le suites di cui si parlava tanto in quei giorni perché erano descritte come “piccole dimore”. Volevo vedere l’immensa scalinata che posizionata al centro della sala principale, quella scalinata che aveva occupato la prima pagina di numerosi quotidiani. Invece uno dei marinai mi invitò a seguire i miei genitori che già si stavano avviando verso quella che presto sarebbe diventata la nostra stanza.
« Sei troppo pigra! Potresti almeno aiutarci a portare qualcosa. Hai sedici anni e sei persino più sfaticata di noi che ne abbiamo quasi il triplo. » sorrisi a mia madre che mi stava facendo la predica. Ero troppo impegnata nelle mie riflessioni per pensare ai bagagli.
Quando aprirono la porta, entrarono e videro che ero rimasta immobile sulla soglia, mi fecero un sorriso d’incoraggiamento.
« Cosa fai lì impalata? » chiese papà dopo aver poggiato il suo bagaglio su uno dei sei letti disposti ordinatamente nella stanza. Erano letti a castello suddivisi in file da tre.
Sinceramente, mi aspettavo qualcosa in più: le stanze non erano poi così belle. In fondo però, non alloggiavo in una “piccola dimora”..
Sorrisi a me stessa ed entrai. Poco dopo entrò un’altra famiglia che occupò i tre letti accanto ai nostri.
« Salve, io sono John e lei è mia moglie Rosie – indicò la mamma – Lei invece è mia figlia Mallory. Piacere di conoscerla. » disse educatamente presentandosi.
L’uomo indossava una giacca marrone, un paio di pantaloni scuri ed un paio di scarpe decisamente sporche. « Piacere mio, – gli strinse la mano – questo giovanotto è mio figlio Sam, mentre lei è mia moglie Melanie. Oh, e io sono Jared. » continuò amichevolmente Jared.
Sorrisi cordialmente e con la mano salutai. Il piccolino fece lo stesso e subito dopo mi fece la linguaccia. Scoppiammo a ridere.
Un suono molto forte ci distrasse. Ci guardammo sconcertati.
« Penso proprio che.. siamo partiti. » dichiarò mio padre emozionato.
Sentii i miei occhi bagnarsi di lacrime. Uscii correndo dalla stanza e mi precipitai sul ponte che era praticamente stracolmo. C’erano tantissime persone che stavano sventolando fazzoletti a più non posso per salutare i propri cari. Non c’era nessuno per me e lo sapevo bene ma anche io volevo dare l’addio a quella città. Fu estremamente difficile trovare spazio per appoggiarsi lungo la ringhiera che era stata letteralmente presa d’assalto. Finalmente però, ci riuscii. Il vento scompigliò i miei ricci ribelli. Salutai con la mano chiunque mi capitasse davanti agli occhi e pian piano vedevo le minuscole figure delle persone diventare sempre più piccole. Una lacrima attraversò la mia guancia e mi lasciò del tutto sorpresa. Con la mano l’asciugai.
« Lasciato qualcuno di importante? » chiese pochi secondi dopo una voce maschile a me sconosciuta.
Alzai gli occhi verso il ragazzo vicino a me. Era appoggiato alla ringhiera con fare disinvolto: non una lacrima sul suo volto, non un benché minimo segno di malinconia o nostalgia. In bocca aveva una sigaretta spenta.
Piano piano tutte le persone che si stavano sbracciando pochi istanti prima per farsi vedere, stavano rientrando al coperto.
« mm, no. Lieve attacco di nostalgia. » sorrise.
« Piacere, io sono Tyler. » scosse il capo spostandosi una ciocca di capelli castani dagli occhi azzurri. Mi porse una mano e sorrise mostrando i suoi denti bianchi perfetti.
Strinsi la sua mano cordialmente. « Piacere mio, mi chiamo Mallory. »
Tornai a guardare l’oceano: la costa ora sembrava lontana.. era difficile distinguere le persone.
« Contenta di partire? » domandò.
« Molto, aspettavo da tanto questo momento. – deglutii – tu? »
« In realtà non sapevo bene cosa fare.. In pratica, sono scappato. Ma l’ho deciso all’ultimo momento ed.. eccomi qui. » rise guardandomi.
« Ma sono contento di essere qui, su questa nave. » aggiunse poco dopo. Il suo sguardo lasciava intendere una cosa fondamentale: non era pentito di ciò che aveva fatto. Guardando quell’oceano cristallino, chi poteva esserlo?
« Anche tu terza classe? » chiesi.
« Terza classe. » sorrise.
« Quindi ci incontreremo. » dissi.
« Lo spero. » per un secondo mi lasciai distrarre da quegli occhi così chiari. Arrossii imbarazzata.
« I miei si staranno chiedendo dove mi sono cacciata.. Sarà meglio rientrare. E’ stato un piacere. » sorrisi educatamente e mi voltai pronta a dirigermi verso la mia stanza.
« Mallory? »
« Sì? »
« Quanti anni hai? » domandò. Quella domanda inadeguata all’occasione mi lasciò sconcertata.
« 16, tu? » è strano ammetterlo ma la curiosità mi stava uccidendo.
« 19. »
« Perché me l’hai chiesto? »
« Perché ho vinto la scommessa. » 
« Quale scommessa? »
« Quando incontro qualcuno, mi piace immaginare la sua età. »
Scoppiai a ridere. « Quindi appena mi hai vista hai capito che avevo 16 anni? »
« Esattamente. » sorrise.
Scossi il capo e tornai sui miei passi.
« Un’ultima cosa – si voltò verso di me – se ti capita di vedermi.. ti conviene stare lontana da uno svitato come me. » fece l’occhiolino.
« Terrò conto del tuo consiglio. » risi. Tyler tornò a fissare l’oceano mentre l’unico oceano a cui riuscivo a pensare in quell’istante era quello dei suoi occhi.  
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Titanic / Vai alla pagina dell'autore: EverybodyHurts