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Autore: nerDyWolf    12/04/2012    0 recensioni
Soggiogata da una sfera perlata, evanescente e luminosa...
Sono un lupo, cosa volete che faccia se non obbedire alla mia bianca Signora?
Lasciate che il mio canto riempia la notte di New Orleans, squarciandone il silenzio.
Non potete impedirmelo, è la mia natura.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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*angolino dell'autrice*
Ed eccomi qui con il secondo capitolo della raccolta "Moonlight Shadow". Non ci speravo neanche più di finirlo e pubblicarlo ormai. Il capitolo si è allungato notevolmente rispetto a quanto previsto e il breve continuo che ho volutamente omesso, lo troverete nel prossimo episodio.
Che dire? Stavolta incentro il capitolo sul rapporto fra Antinea e Kyle, con qualche accenno a un nuovo personaggio.
Ringrazio Raquel per il sostegno  e l'aiuto nel sciogliere le mie idee annodate e contorte.
Buona lettura a tutti quanti  ^^

Moonlight Shadow

Ma cosa pensi? Che mentire da quando ho quindici anni sia una cosa facile, Kyle? Lo sai perché non l’ho fatto? Eh? Perché avevo paura di essere allontanata, di essere etichetatta come un mostro senza controllo che nelle favole uccide le persone per divertimento. Di perdere quelle poche persone che sono riuscita ad avvicinare in tanti anni. Queste sono le mie buone ragioni.
Non ho scelto io di essere così.

Antinea aveva mentito a Kyle sin dal loro primo incontro. L’aveva fatto per non allontanarlo e per proteggerlo da se stessa al contempo.
Quella mattina la lupa stava seduta da sola a un tavolino del famoso Café du Monde di New Orleans. Faceva colazione e, nel frattempo, guardava fuori dalla vetrina del locale, come faceva spesso. Guardava i passanti, immaginandosi chi fossero e che vita conducessero. Un gioco comune, un gioco innocente e condotto a tempo perso, ma che le aveva permesso di conoscere, quasi per caso, una persona speciale.
La sua attenzione era stata catturata da una figura in particolare, che proprio in quel momento stava passando dinanzi alla vetrina con un trolley al seguito e borsone in spalla.
"Sarà un turista. Come me qualche anno fa quando sono arrivata qua.”
Era stato il primo pensiero di Antinea, mentre, con un sorriso, guardava quel ragazzo passarle di fronte e sparire in un attimo dal suo campo visivo. La sua colazione non era ancora arrivata. La causa principale era perché il locale era stra colmo di gente. Lei però non aveva fretta.
All’improvviso, un marcato accento francese l’aveva riscossa.
Era uno dei baristi che le chiedeva se il suo amico, appena rientrato da Londra, potesse sedersi al tavolo con lei, poiché non c’era posto in sala. Riconoscendo il ragazzo con il trolley di poco prima, la lupa ispanica aveva spostato le sue cose per farlo accomodare, cordiale come sempre e con un sorriso sul volto.
Avevano cominciato a chiacchierare amabilmente, iniziando a conoscersi, parlando un po’ della loro vita e della situazione lavorativa di entrambi. Si stavano simpatici a vicenda.
Antinea si comportava esattamente come un'umana qualunque, anche se non lo era. Convivere con il lupo dentro di lei ora non le pesava più e si mischiava molto facilmente tra i comuni mortali. E poi New Orleans era piena zeppa di gente come lei. Si chiedeva se Kyle fosse diverso. Di certo non era nè vampiro nè licantropo o i suoi sensi l'avrebbero avvertita. Poteva benissimo essere un cacciatore, un membro del talamasca o chissà cosa! Quegli occhi azzurri, spesso nascosti da qualche ciuffo biondastro, le suggerivano che sapesse qualcosa su di loro. Non ne era sicura, ma valeva la pena provarci.
-Credi al sovrannaturale, Kyle?- Non avrebbe mai pensato di porgli una simile domanda, così, su due piedi, ma la sua curiosità andava oltre ogni limite quando si trattava di queste cose.
L’espressione sul volto di Kyle parlava da sola. Era sorpreso, non se la aspettava assolutamente.
-Sì… sì, credo al sovrannaturale, Antinea. E tu?- aveva risposto Kyle con una punta d’incertezza nella voce. Poi la loro conversazione era proseguita su quello strano argomento.
-Ci credo anch’io e sono fermamente convinta dell’esistenza di altre creature.-
E come avrebbe potuto essere altrimenti? Lei era una di loro, una bestia notturna sotto le spoglie di una bella e giovane donna. Intrigante, affascinante e al contempo pericolosa se non letale per uno come Kyle.
-Allora sei nel posto giusto! Dicono che New Orleans sia il luogo preferito di queste creature, sai?-
Eccome se lo sapeva la licantropa. Non a caso era stata attirata in quella città. C’era un motivo ed era proprio il richiamo di tutti quegli esseri convogliati nel medesimo punto che l’avevano indotta a visitare la città e, nell’arco di qualche mese, trasferirisi in via definitiva.
Kyle pareva crederci a tratti e ad Antinea questa cosa la incuriosiva parecchio, viste le dicerie riguardo la capitale inglese, che il giovane aveva abitato per tre anni, nonché prestigiosa sede del Talamasca.
Londra era un altro centro pulsante di creature come lei. Ma l’umano aveva smentito subito di aver incontrato vampiri o lupi mannari là o di essersi imbattuto in altrettante stranezze durante la sua infanzia a New Orleans.
Comunque era una cosa sensata e, pensandoci bene, non c’era niente di strano. Se gli esoterici si comportavano tutti come lei, cercando di non dare nell’occhio, era palese che allora Kyle, o altri esseri umani, non credessero, con la stessa fermezza che aveva lei, nell’esistenza di streghe, vampiri e cose del genere.
I due, in seguito, avevano preso a frequentarsi, diventando buoni amici e scoprendo poi di avere un’altra conoscenza in comune: Raquel.
Kyle aveva confessato apertamente ad Antinea di essersi reso conto di amarla soltanto quando se n’era andato da New Orleans e di essere tornato esclusivamente per lei. L’umano aveva, inoltre, fatto giurare ad Antinea di non dire niente alla ragazza, non volendo minare il rapporto d’amicizia che, in seguito alla sua partenza, negli ultimi tre anni era stato pericolosamente minato.
Dal canto suo, Antinea si era talmente affezionata a quell’umano, che non aveva potuto far altro che assecondare il suo desiderio e fingere che le conversazioni con Kyle su Raquel e sui sentimenti di quest’ultimo non ci fossero mai state. La licantropa li avrebbe volentieri visti insieme. Si completavano e, nonostante avessero entrambi una testa dura e una tenacia fuori dal comune, avrebbe scommesso che sarebbero stati perfetti insieme.
Purtroppo le cose sembravano non andare nel verso che lei aveva sperato e ipotizzato.
Raquel, infatti, durante la lunga assenza di Kyle, aveva conosciuto un altro ragazzo. Antinea sapeva soltanto che era di origini francesi e che si chiamava Lestat. Da quello che Kyle le aveva detto, aveva preso a frequentare parecchio Raquel e lei sembrava gradirne la compagnia. Il fatto però che il suo amico umano si preoccupasse che questo Lestat girasse attorno alla ragazza e che ripetesse in continuazione che per lei era un individuo pericoloso, faceva suonare il campanello d’allarme di Antinea.
La lupa, infatti, sospettava che ci fosse dell’altro. Che non era solo gelosia e invidia di uno nei confronti dell’altro. Doveva esserci qualcosa di più. Ne era certa.
Solo che Kyle era sempre rimasto sul vago, non approfondendo mai la questione o motivando il suo atteggiamento nei confronti di Lestat.
I dubbi della licantropa non erano poi così infondati come aveva creduto all’inizio.
Si era ritrovata a passare uno dei suoi pleniluni in prossimità del Mississippi, nell’area circostante il famoso centro commerciale Riverwalk di New Orleans. Era una zona poco battuta di notte e la scarsa illuminazione le aveva permesso di mimetizzarsi al meglio. Aveva preso a ululare indisturbata, fino a quando delle voci che discutevano abbastanza animantamente fra loro, l’avevano interrotta, costringendola quasi a mettersi in ascolto, per cercare di capirne la provenienza e magari a dare un’occhiata senza farsi vedere.
Cominciando a camminare nella direzione di uno dei lampioni da dove sentiva provenire le voci, si era poi fermata. Erano due umani e una terza presenza che la inquietava parecchio. Kyle e Raquel con un vampiro! Dai loro diverbi aveva compreso che quel vampiro altri non era che Lestat! E per di più Kyle sembrava conoscerne alla perfezione la natura, viste le battute, fra le righe, anche sull’eterno contrasto tra vampiri e licantropi.
Era stato uno shock per la lupa, che, temendo per entrambi i suoi amici mortali, si era fatta vedere in forma ferina, attirando l’attenzione e la curiosità di Raquel che le si era cautamente avvicinata. Antinea non aveva battuto ciglio, se non per qualche ringhio direzionato al solo Lestat, e si era anche lasciata accarezzare.
Kyle le aveva mentito alla grande sin dall’inizio, proprio come aveva fatto lei per proteggersi. Antinea non era comunque intenzionata a lasciar cadere la cosa così, e dopo essere fuggita via, si era ripromessa di parlare con Kyle per scoprire ogni cosa su Lestat e come fosse venuto a conoscenza del loro mondo.
Ma si sa: la verità viene sempre a galla. Così era stato anche per loro due.
La donna lupo andalusa era rientrata da qualche giorno dal suo viaggio a Parigi in compagnia di Gaspard e quella sera avrebbe dovuto lavorare, come suo solito, al grande carrillon del Carousel Bar del prestigioso Monteleone.
Due giorni di riposo e poi era stata costretta a rientrare al lavoro e per di più su turno serale! Arrivata all’hotel, si era diretta negli spogliatoi per cambiarsi e indossare la sua solita divisa, legarsi i capelli mossi con una coda che le ricadeva su una spalla, un trucco veloce, il suo immancabile rossetto e via. Entrando nell'enorme salone del Carousel dalla porta del personale si era imbattuta in Mike, il cameriere che, contento di rivederla, l'aveva convinta a sedere accanto a lui al pianoforte. Antinea non aveva mai imparato a suonarlo. Il ragazzo biondo l'aveva sollevata per farla sedere sulla coda dell'enorme strumento della sala e poi aveva preso posto per iniziare a suonare una canzone di Adele* che conosceva bene.
Kyle era in sala quella sera e Antinea l’aveva salutato con un cenno della mano, guardando anche poi gli altri presenti, mentre, seduta ancora sul pianoforte, continuava a cantare accompagnata dal pianoforte. La sua attenzione fu immediatamente catturata da un uomo dall’aspetto attraente e che indossava un lungo cappotto nero e che, oltretutto, sembrava conoscere Kyle dato che gli si stava avvicinando dopo un cenno di quest’ultimo.
Quando la canzone terminò, seguita dagli applausi della clientela nella sala del bar, la ragazza ringraziò, avvicinandosi poi al bancone per cominciare a lavorare proprio da Kyle e l’amico sconosciuto. Era l’amico di Londra con cui era stato Kyle per il periodo dei suoi studi all’estero. Si chiamava Ben e… era un vampiro!
Si erano scrutati e notati subito, chiedendosi mentalmente se l’umano sapesse della natura dell’altro.
Le cose non erano andate poi tanto bene, visto che, tra una battuta pungente e l’altra da parte di Antinea e del vampiro che le dava corda, un ringhio inaspettato e una licantropa sull’orlo di una crisi di nervi, alla fine lei aveva dovuto confessare la verità a Kyle.
-No Kyle, è a lei che dovresti chiedere spiegazioni, non a me, sai già tutto di me!- aveva esclamato il vampiro londinese in direzione dell’amico umano. Ciò stava a significare che Kyle sapeva cosa fosse Ben e conosceva il loro mondo, ma sembrava invece confuso riguardo ad Antinea. La guardava senza proferire parola, come a chiederle cosa diamine stesse succedendo.
Antinea era amareggiata e delusa, senza contare che si sentiva tremendamente in colpa per aver raccontato menzogne su menzogne fino ad allora.
-Mi hai mentito, Kyle. Quando ti ho chiesto di Londra, hai negato, e più d’una volta.-
L’umano la guardava con i suoi occhi celesti dritta in faccia. –Non potevo.- e lo sguardo era corso per un attimo sulla figura di Ben, la causa per cui Kyle aveva dovuto tacere tutto, per poi tornare a guardare il bel viso della ragazza. –Tu invece? Non hai nulla da dirmi?- aveva chiesto lui cercando di capirci qualcosa. Lo sguardo di Kyle si era fatto serio e indagatore e lei alla fine era stata costretta a rispondere.
-Avrei voluto, ma da come ne parlavi e per quello che pensavo io, ho ritenuto fosse meglio far finta di essere... normale.-
Kyle era intelligente. Ci sarebbe arrivato da solo, senza dubbio, ma per rendere le cose più rapide e indolori per lei si era tolta il pendente con la zanna di lupo e gliel'aveva lasciato accanto al bicchiere. Aveva preso poi a giocare nervosamente con l'anello che indossava. Si aspettava qualsiasi tipo di reazione. Era pronta. Ormai doveva esserlo, non c’erano altre vie di fuga.
Kyle prese l’orecchino di Antinea, rigirandoselo tra le dita e nella sua mente passarono velocemente, uno dietro l’altro, ricordi, parti delle loro conversazioni sull’occulto e il suono di quel ringhio di qualche attimo prima.
-Un licantropo. E’ assurdo! Come hai fatto a tenermelo nascosto? Tu, hai pensato male. Ti avevo detto che avresti potuto parlarmi di qualsiasi cosa! E non l'hai fatto quando ce n’è stata l'occasione! E mi fai quasi sentire in colpa, perché ti ho mentito! Io avevo le mie buone ragioni!-
Non l’aveva esplicitate in quel momento, ma la verità era che se Kyle avesse rivelato le sue conoscenze sui vampiri, Ben avrebbe provveduto a eliminarlo come punizione per aver tradito la sua fiducia.
Un attimo dopo Kyle restituì l’orecchino ad Antinea, che, rimettendoselo, era poi scoppiata e aveva risposto con lo stesso tono frustrato di Kyle.
-Ma cosa pensi? Che mentire da quando ho quindici anni sia una cosa facile, Kyle? Lo sai perchè non l'ho fatto? Eh? Perchè avevo paura di essere allontanata, di essere etichettata come un mostro senza controllo che nelle favole uccide le persone per divertimento. Di perdere quelle poche persone che sono riuscita ad avvicinare in tanti anni. Queste sono le mie buone ragioni.-
Le stavano salendo le lacrime per la rabbia. Kyle non poteva sapere cosa significava essere diversi e doversi nascondere. -Non ho scelto io di essere così.- aveva aggiunto alla fine, trovando il coraggio di guardarlo in quegli occhi cerulei e seri che la stavano giudicando per il suo comportamento.
Era stanca di sentire e di raccontare bugie. Avrebbe detto tutta la verità, a partire dall’episodio di qualche settimana addietro nei pressi del Riverwalk. Kyle rimembrava perfettamente quel lupo dal manto corvino e si era sorpreso nel sentirsi dire che, quella volta era lei e che quindi aveva scoperto di Lestat anche.
Lei era stata sincera e ora era il turno di Kyle di svelare le sue carte. Ben era d’accordo dato l’attaccamento che entrambi si dimostravano l’un l’altro e credeva che li avrebbe portati a una riappacificazione.
-Stando con Ben a Londra ho imparato a riconoscere i vampiri meglio di quanto tu possa immaginare.- aveva detto l’umano mentre proseguiva il suo breve racconto. –Quando sono tornato a New Orleans per Raquel e mi sono poi imbattuto in Lestat, ho notato certi aspetti che lo accumunavano con i non morti e ho cercato di allontanarlo fin da subito da lei. Temevo per Raquel!-
Antinea comprendeva allora tutto quanto. Ogni pezzo di quello strano mosaico era andato al suo posto, ma c’era una cosa che ancora non le era chiara.
-Ma cosa c’entra la presenza di Ben? Perché lui è qui?- aveva domandato la licantropa, ma era arrivata prima la risposta del vampiro di Londra che suggeriva di andare altrove a parlarne. Quello non era il luogo ideale per farlo. C’era troppa gente e rischiavano sia di essere sentiti sia di essere presi per pazzi dai comuni esseri umani.
Convenendo con lui, si erano allora diretti in un luogo più tranquillo e che, a quell’ora tarda, era più isolato che mai, la passeggiata Woldenberg, lungo il fiume della città. Era un lungo viale che fiancheggiava la sponda del Mississippi, illuminato dai lampioni durante la notte e dove, poco distante, c’era anche un immenso parco per trascorrervi le giornate soleggiate in compagnia.
Kyle, che precedeva il loro gruppo in religioso silenzio e con un’espressione in viso che faceva preoccupare la ragazza ispanica, era stato richiamato alla realtà dalla voce di Ben.
-Ehi, voi due, questo posto credo vada più che bene.- aveva detto alzando un po’ la voce per farsi sentire, dato che chiudeva il loro strano terzetto. Poi si era fermato aspettando che lupa e umano si chiarissero. Dopo l’incertezza iniziale di Kyle, notevolmente nervoso e teso, su incoraggiamento di Ben aveva cominciato a spiegare il tutto. Non era una cosa semplice data la natura lupina di Antinea. Lei era la nemesi per eccellenza di Ben.
-Ben è venuto qui, perché l'ho chiamato io... per due motivi, aiutarmi a togliermi dai piedi Lestat e per questo c'è solo un modo. L’altro motivo in pratica.- e si era fermato un momento per dare il tempo alla ragazza di assimilare le sue parole.
-Questo l'avevo già capito da me. Vampiro scaccia vampiro, giusto? Non capisco perchè tu cerchi il confronto con Lestat se sai che lui è cento volte più forte di te. Io stessa sono più forte di te, nonostante femmina e giovane.-
Alle parole di Antinea, Kyle si girò nella sua direzione con un sorriso amaro dipinto sulle labbra e le mani nelle tasche dei pantaloni che indossava. -Sul serio non ci arrivi? Diventerò come Lestat, un vampiro.-
Era stata una stupida! Una grandissima stupida! Come aveva fatto a non pensare a una cosa simile? Forse aveva volutamente negato l’evidenza, perché troppo angosciante e troppo dura da digerire.
-Non puoi farlo, Kyle. Non dici sul serio. Non hai pensato a Raquel?- Nei suoi occhi erano dipinti lo sconcerto e la rabbia al tempo stessa. Quest’ultima si stava riversando addosso al vampiro che avrebbe reso Kyle un essere immortale. -Tu lo sai che è un caro prezzo questo!-
-Dipende dai punti di vista. Ha fatto la sua scelta ed io non sono nessuno per metterla in discussione.- aveva replicato in maniera del tutto tranquilla Ben.
Kyle era, infatti, convinto di poter proteggere al meglio Raquel diventando lui stesso ciò che stava combattendo.
La lupa non era assolutamente d’accordo e stava perdendo il senno, iniziando ad alzare la voce e a mutare completamente il carattere, facendo emergere l’istinto animale e primordiale che la contraddistingueva durante i plenilui.
-Sei un folle! Ci sono altri modi per proteggerla! Ci sono io e non solo! Stai barattando cosa, Kyle? La tua vita per uno stupido vampiro arrogante e borioso? Non mi sta bene e tu...-disse guardando Ben con sguardo minaccioso -...smettila di dire stronzate. Ma quali punti di vista?- e si mise le mani nei capelli. Stava delirando e non ci vedeva più ormai.
-Abbassa il pelo lupo. Non ti conviene- aveva risposto il vampiro in maniera seria e atona.
-Lo sapevo. Sapevo che avresti reagito così. Non volevo dirti niente per questo, perché tanto non cambierò idea, non stò barattando proprio niente Antinea. La amo, voglio stare con lei per sempre e non me la lascerò portare via dall'ultimo arrivato! Ben è qui solo per aiutarmi.- Kyle sembrava aver preso la sua decisione e lei non poteva fare niente.
-Lui è qui per ucciderti non aiutarti! Le cose non cambieranno neanche con te immortale e Lestat fuori dai piedi, anzi, sarà anche peggio!- Non riusciva a stare zitta, non le andava giù una cosa simile. Kyle non capiva davvero che in realtà era lui a perdere facendo così. La risposta di Ben la fece andare ulteriormente in escandescenza. -Sono femmina, conosci la differenza tra lupo e lupa? E io rizzo il pelo quanto mi pare e piace, Batman.- e non riuscì a trattenere un ringhio poco umano, tutt'altro.
-Oh, perdonami hai ragione, sei isterica come una lupa che ha perso i suoi cuccioli. Ma tu non ne hai. Preoccupante, sì. Così isterica è difficile che...- ma non continuò la frase perché sentì il ringhio della licantropa e il suo istinto vampirico lo bloccò. -Non ti conviene metterti contro di me, lupa.-
La situazione stava degenerando. Kyle tentava di calmare l’irascibile Antinea, sapendo alla perfezione quanto fosse pericoloso il suo amico Ben se lo si faceva arrabbiare seriamente. Il problema era che, sia l’uno sia l’altra, parevano non ascoltarlo minimamente, continuando il loro diverbio biunivoco.
-Ripetilo se hai il coraggio.- disse Antinea muovendo qualche passo verso Ben. Non lo temeva, benchè sapesse alla perfezione che era più antico di lei. Lo fissava come il suo più acerrimo nemico, il suo opposto, l'eterna nemesi e aveva soltanto una gran voglia di staccargli la testa.
Ben abbassò la testa e sorrise divertito, ma quando rialzò il volto, il suo sguardo era cambiato. Gli occhi erano diventati color petrolio, senza distinzione fra l’iride e la pupilla. Con un rapido scatto fu a pochissimi centimetri dal viso della mannara, che rabbrividì non aspettandosi un simile gesto. Doveva guardarla dall'alto vista la differenza di altezza e quindi abbassò il viso per guardarla negli occhi. -Che cosa? Che sei un'isterica?- la voce non era la solita, era più minacciosa e forte, quasi distorta a replicare lo sguardo buio che ora aveva.
-Non ti permetterò di renderlo come te.- E approfittando dell’ora tarda, Antinea assunse rapidamente le sembianze antropomorfe del licantropo insito in lei. Superava nettamente il vampiro in altezza e massa muscolare e stava perfettamente eretta sulle due zampe posteriori.
Con uno scatto e una forza disumana afferrò il vampiro per il collo del cappotto che indossava, scaraventandolo poi il più lontano possibile da lei e da Kyle. Si era sentita minacciata e aveva reagito. Il lupo si era svegliato ed era passato a difendersi.
Antinea ringhiava e si preparava al ritorno imminente del non morto. L’aveva istigato e sicuramente avrebbe risposto in qualche maniera.
Kyle, dal canto suo, osservava la scena tra l’affascinato e il preoccupato per entrambi, soprattutto per la ragazza lupo.
Ben non sembrava affatto aver gradito la mossa e, dopo essere atterrato agilmente a una ventina di metri da dove era stato scagliato, puntò la licantropa, arrivando velocemente e atterrandola senza troppe difficoltà.
-Potrai essere anche più alta di me, ma non credere che questo mi spaventi. O che mi metta in svantaggio.- le aveva ringhiato a pochi centimetri dal muso lupino, mentre la teneva bloccata a terra col proprio corpo gelido e le mostrava i canini letali.
Antinea aveva ringhiato di rimando per qualche secondo, poi, pensando a Kyle, a tutta quella complicata situazione già preesistente e al fatto che non volesse dargli ulteriori pensieri, era lentamente tornata umana, voltando la testa di lato per non guardare in viso il suo aggressore.
Era stata una pesante umiliazione quella per lei, appesantita dalle successive parole di Ben. –Spero tu ti sia divertita.-Gli occhi neri e senz’anima erano poi tornati color cioccolato, i canini si erano ritratti e l’aveva liberata dalla sua presa ferrea sui polsi. Ben era la prima volta che assisteva così da vicino alla mutazione di un licantropo e ne era quasi rimasto affascinato, senza comunque darlo a vedere. Non era sicuramente l’occasione adatta. Il vampiro si era poi alzato, senza aiutarla, sicuro che avrebbe rifiutato ogni tipo di galanteria nei suoi confronti dopo l’episodio.
Una volta rimessasi in piedi anche lei, con un lieve dolore alla schiena per la forte caduta, Antinea aveva chiesto che le fosse concesso di assistere alla trasformazione di Kyle.
-Accetto la tua decisione, Kyle, ma sappi che non la condivido per niente.-Erano state le sue ultime parole, dopo che l’umano e il vampiro le avevano accordato il permesso di presenziare a quel rito.
Antinea li aveva lasciati salutandoli brevemente ed era rientrata a casa. Non era riuscita a prendere sonno e i pensieri l’avevano assillata e attanagliata per tutta la notte.
Non poteva far altro. Il destino era già stato scritto e lei doveva imparare a convivere con la scelta fatta dall’amico e accettare la sua nuova natura, sperando che le cose, da quell’istante in poi, sarebbero andate per il verso giusto. Ma questo, a lei, non era dato saperlo.


*la canzone scelta per Mike e Antinea è una cover di “Set fire to the rain” dei KarminMusic.

   
 
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