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Autore: Kagome_86    14/04/2012    6 recensioni
La prepotenza di Edward nei confronti di Bella fa traboccare il vaso già colmo della pazienza di quest’ultima con l’episodio del pick up smontato. Bella decide di non voler più sottostare alle imposizioni del vampiro senza combattere. Ma quali saranno le reali motivazioni che la spingono ad agire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Capitolo 2

Penso a quelli che dicon che il geloso non sa amare
Gli risponderei che per te, per noi, potrei morire.

Loro non sanno che vorrei guarire ma…

Come una farfalla ormai dovrò morire così…

Finché ci sarai tu…

 

Jacob

Averla lì tra le mie braccia, nel mio letto, con la schiena poggiata al mio petto, era come un sogno che si avverava.
Come facevo a dire che non si trattava di un sogno? Nei miei sogni lei non si portava dietro quell’orribile puzza di sanguisuga che invece le sentivo addosso. Lo stomaco mi si strinse, come faceva ogni volta in cui pensavo a lei con quel succhiasangue, e sarei voluto andare a spaccargli la faccia. Tanto poi avrebbe potuto rimontarsela alla svelta, mica avevo detto che gli avrei dato fuoco.
Mi accorsi che avevo iniziato a tremare, dovevo calmarmi. E per farlo era meglio cercare di pensare a qualcos’altro.
«Sono contento che tu non abbia creduto a quello che ti ho scritto nel biglietto» le dissi e la strinsi più forte, per poi tuffare il naso nell’incavo del suo collo e cercare il meraviglioso profumo che era suo proprio e che mi piaceva tanto respirare quando i Cullen erano lontani.
«A dire la verità, Jake…» iniziò, poi scoppiò a ridere. «Scusa, mi fai il solletico!» riuscì a dire. Sorrisi e allontanai la testa dal suo collo.
«Scusa tu, devo tagliare i capelli. Iniziano a diventare troppo lunghi per… lo sai. »
«Jake, ho avuto paura che quel biglietto dicesse la verità.»
Lo disse tutto insieme, sotto voce, come se stesse confessando una colpa orribile e si irrigidì, forse in attesa della mia reazione.
«Ma sei qui, no? Significa che hai avuto fiducia in… me» stavo per dire “noi”? Non esisteva nessun noi, me l’aveva chiarito abbastanza bene un paio di mesi prima quando aveva scelto il succhiasangue. Lo stesso succhiasangue che l’aveva lasciata lì in pezzi, invece di affrontare i suoi limiti.

Io l’avevo rimessa insieme e lui era tornato a riprendersela, come lo…
«Jake?» la voce di Bella era piena di paura e mi accorsi che avevo di nuovo cominciato a tremare. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, mentre mi aggrappavo a Bella come se fosse l’unica cosa in grado di potermi tenere a galla. E in effetti lo era.
«Perché non sei venuta con il pick up? Ha qualche problema» le chiesi, ricordandomi dei lampeggianti accesi che avevano fatto ridere a crepapelle Embry, Quil e Leah. E anche me, prima che mi rendessi conto di chi c’era alla guida e del suo stato d’animo. Avevo avuto paura che il vampiro fosse partito di nuovo lasciandola come l’aveva ridotta l’ultima volta.
«Prometti di non arrabbiarti?» mi domandò, mentre cercava di girarsi, forse per guardarmi negli occhi. Il mio letto non era esattamente comodo per due persone, e poi io occupavo un sacco di spazio, me ne rendevo conto.
«Stai scomoda? Vuoi che andiamo a parlare di là?»
«No, sto comodissima… e di là è freddo. Adesso prometti?»
«Prometto di non arrabbiarmi, ma ti tolgo due anni.»
«E perché?»
«Perché hai fatto i capricci. E adesso dimmi cosa hai combinato al povero pick up, così domani vengo con te e cerco di salvare il salvabile. E questo aggiunge due anni al mio conto.»
«Domani sarà perfettamente funzionante, Jake.»
«Non avrai mica chiesto -»
«No! Non l’avrei mai fatto, lo sai. Sei tu il mio meccanico di fiducia! No.»
Poi rimase in silenzio in attesa di qualcosa.

Non ha usato il pick up perché non funzionava, altrimenti Charlie non le avrebbe dato le chiavi della macchina della polizia. E domani funzionerà perfettamente, però non ha chiesto ai Cullen di metterci le mani. Ma certo! Non l’ha chiesto! Non ha detto che non ce le metteranno!
«No. Non mi dire che -»
«Edward mi ha smontato non so che pezzo – credo una candela – per impedirmi di venire qui. Ma ci credi? Lui pensava di fermarmi, così! Probabilmente avrebbe avuto più effetto chiedendomi di non venire. Ma lui no, non può fare le cose come le persone normali, deve farsi dire dalla sua sorellina veggente che le sono sparita dalle visioni e smontarmi la macchina!»
Scoppiai a ridere. La sua espressione imbronciata era così tenera e le sue guance avevano assunto un delizioso colore rosso-rabbia. Respirava con le labbra dischiuse per l’affanno che la tirata contro il suo fidanzato-sanguisuga le aveva fatto venire e mi guardava con gli occhi completamente sbarrati. Per la sorpresa, probabilmente. O forse perché pensava che fossi totalmente impazzito.
«Perché ridi?»
«Perché sei tenera, Bells. E perché temo che dovrò toglierti un altro anno, per questo motivo» dissi, mentre le spostavo una ciocca di capelli dagli occhi. Il suo viso era la cosa più bella che potessi immaginare ed era lì, di fronte al mio. Che gran voglia di baciarla che avevo! Cercai di trattenermi, perché sospettavo che non avrebbe molto gradito, in quel momento.
«Prima o poi non rimarranno più anni da togliermi, voglio vedere proprio cosa farai!»
«Mi prenderò cura di te, piccola. Sarai la mia piccola.»
«Jake…» si fermò e sospirò. Probabilmente aveva colto il “mia” che mi era sfuggito dalle labbra e non l’aveva gradito. Ma era vero che lei era mia. Mia e di nessun altro. Senz’altro più di quanto non fosse della sanguisuga, che non riusciva a capire che vietare qualcosa a Bella ed imporle scelte non sue era il modo migliore per assicurarsi che facesse esattamente quello che non si voleva che facesse.
«Sì, Bella?»
«Niente. Sono felice che tu non sia più arrabbiato con me.»
«Lo sono stato. E ho provato a rimanerci. Ma mi mancavi troppo. E credo di doverti delle scuse...»
«Per cosa?» mi chiese, sorpresa.
«Beh, per… le moto» risposi, un po’ imbarazzato. Cercavo di guardare tutto tranne lei. Lo sapevo che era stato un gesto infantile, ma ero così arrabbiato! E geloso. E pensavo che Charlie le avrebbe impedito di vederlo.
«Ah, giusto. Beh, direi che siamo pari» mi sorrise e non potei fare a meno di sorriderle anche io.
«Ecco, così mi piaci di più!»
Aggrottai la fronte. Non riuscivo a capire a cosa si stesse riferendo.
«Quando sorridi così torni il mio Jake. Quello che non era arrabbiato con il mondo e che con i suoi sorrisi rischiarava le giornate piovose di Forks. Il mio sole personale.»
Non sapevo che dire, soprattutto perché aveva usato l’aggettivo possessivo – ehi, un po’ di grammatica la sapevo anch’io – “mio” per ben due volte, con riferimento a me, perciò mi limitai a stringerla forte e a rimanere in silenzio, per paura di rovinare quel momento.
Iniziai ad accarezzarle i capelli e dopo un po’ mi accorsi che si era addormentata.
Cercai di farmi il più piccolo possibile sul letto, per farla stare comoda, ma non ci riuscii, così mi alzai, lasciandola lì da sola quel tanto che bastava a gonfiare un materassino da spiaggia e a buttarlo a terra vicino al letto. La coprii e mi stesi, afferrando la mano che inconsciamente aveva lasciato cadere verso di me.

***

Non credo ci sia nulla da aggiungere a questo capitolo, se non i credits:
- La storia degli anni che Jake toglie a Bella in qualunque occasione viene da New Moon, principalmente;
- Bella che chiama Jake “il mio Jake” quando sorride in un certo modo, esce dritto dritto da Eclipse, così come Jake che si preoccupa per il benessere di Bella nel sonno.

Quando Jake è con Bella non riesco a fargli fare troppo il duro. È pur sempre un sedicenne dal cuore d’oro con la ragazza che ama al suo fianco, ecco.

 Ci rivediamo il... 26 Aprile (che tra le altre cose è anche il compleanno di mia nonna... e lo so che a voi non importa XD). Comunque qui potete trovare tutte le date in cui pubblicherò gli altri capitoli ;)

Alla prossima :D

   
 
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