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Autore: MadHatter96    17/04/2012    4 recensioni
"… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria..." (MelloxSayu)
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino
Capitolo 1
È inutile gridare, tanto qui non mi sente nessuno tranne  loro… loro chi? Chi sono quei tizi che non fanno altro che ridere e bere? Dov’è mio padre? Dov’è mio fratello? Dove sono tutti? Sono sola, non ho nessuno a cui aggrapparmi. Light, Light! Dove sei? Ti prego, vieni a portarmi via!
Non so nemmeno se mi trovo ancora a Tokyo… forse non sono più nemmeno nel Kanto, nemmeno a Honshu… cerco inutilmente di liberare le mani dalle corde che mi lacerano i polsi, mi sento stupida nel farlo perché so perfettamente che non serve a nulla, ma è una cosa che va fatta secondo copione: in fondo che altro posso fare? Non posso nemmeno parlare per colpa di questo stupido pezzo si stoffa che mi serra le labbra.
Cerco nell’oscurità di identificare qualcosa, qualunque cosa che possa mostrarsi famigliare, qualunque cosa che possa dimostrarmi che questo è un orribile incubo; serro gli occhi per impedire alle lacrime di uscire ma qualcuna me ne sfugge.
“Ma guardala!” Esclama uno sghignazzando
“Ehi! Non piangere bella! Se vuoi possiamo consolarti, che ne dici, eh?”
Ma che dicono sti pazzi!?
“Effettivamente è parecchio carina, è un peccato tenerla qui e lasciare che si annoi, dobbiamo essere gentiluomini no? In fondo né il boss né Mello hanno detto niente a riguardo…”
Mello? Hanno già pronunciato in precedenza questo nome… che cavolo vogliono fare?
Che domanda stupida, l’ho capito benissimo: mi rannicchio su me stessa, come se potessi sfuggire alla loro vista e fargli dimenticare che sono lì.
“Effettivamente mi secca non poco lasciarla così… tanto mica l’ammaziamo, lo scambio si può fare lo stesso, cosa cambia?”
Un uomo robusto mi si avvicina e si accovaccia per guardarmi in volto: “ E tu che dici piccola?”
È una domanda retorica, non posso rispondergli e anche se potessi non ne avrei la forza: ormai sul mio petto si è creato un blocco che mi serra anche la gola… posso solo guardarlo con gli occhi umidi e sbarrati.
Tremo di paura… ma in fondo, che cosa mi importa? Non sono nemmeno certa di uscirne viva da questa storia… Light! No, Light non mi abbandonerà, ne sono sicura! Né lui, né papà, né il signor Matsuda… non lo faranno! Light è la persona più buona e giusta che la terra abbia mai visto… non lascerà che dei tizi del genere mi facciano del male! Lui è quello che ora sta mettendo alle strette Kira, figuriamoci, questi qui li sbatte direttamente in galera… lui è il mio angelo custode… non mi lascerà da sola ora… mi ha sempre protetta, e lo farà sempre!
Serro nuovamente gli occhi: devo solo resistere un altro po’…
“Beh… chi tace acconsente, andiamo… non sai quanto rimarrai qui… e potrebbe essere una bella secca…!”
“Smettila di giocare!” Una voce fredda ma non acida si fa strada tra l’oscurità: non era tra le voci che ho sentito fino adesso.
Trovo il coraggio di spostare lo sguardo, di guardare oltre la spalla dell’uomo che mi sta difronte, e vedo un … ragazzo… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria.
L’uomo davanti a me si volta: “S-scusa Mello… è che…”
Mello?! Quello è Mello?! È la persona che loro temono di più!
Tutte le mie speranze svaniscono… in fondo, cosa stavo sperando!  Se un tipo si trova in un posto del genere, o è una vittima come me o è uno di loro… e se fosse stato una vittima non avrebbe parlato con quel tono…
“ Sta’ zitto. Andatevene tutti! Devo parlare con la ragazza.”
No, no! Non voglio rimanere da sola con lui! No! Vi prego, no! Signore, se è vero che esisti aiutami! Salvami! Aiuto! Light! Papà! No…!
La porta prima aperta si chiude e il ragazzo si avvicina a me;  prende la fascia di stoffa che mi stringeva la bocca e l’abbassa fino al mio collo, poi mi prende il mento e sul suo volto compare un accenno di sorriso, anzi, di ghigno:
“Hai paura?”
Sto tremando, non vorrei… ma non riesco a fare nient’altro.
Il ghigno scompare: “Rispondi almeno!”
Non voglio che si arrabbi, ma non ci riesco… non riesco a parlare.
Lui sospira portandosi la tavoletta di cioccolato alla bocca e mordendone un pezzo mentre si siede a gambe incrociate davanti a me.
“Sei ridicola!”
Lo so… ma… ma… vattene via! Ti prego! Lasciami andare! … vorrei urlare…
“Sayu Yagami eh? Sappi che non me ne frega un cazzo della tua vita… potrei ucciderti in qualunque momento, ma mi servi viva.”
“Perché?” Mormoro: la mia voce mi sembra come un sogno, una cosa di cui non ero più certa della sua esistenza…
“Non sai nulla del Quaderno della Morte?”
“C-cosa?”
Sorride di nuovo: “Che ingenua…”
Porta la tavoletta di cioccolato davanti a me… io la guardo perplessa… che sta facendo?
“Mordila se vuoi… il dolce consola.” Dice freddo.
Questo… è un gesto gentile. Sì è così… non… non mi vuole fare del male.
Trovo il coraggio di alzare lo sguardo e incontro i suoi occhi: sembrano… malinconici e freddi, ma non vuoti.
Forse non è così cattivo.
Mi faccio coraggio e mordo l’angolo accanto al segno dei suoi denti… non che il cioccolato mi attiri in questo momento… ma facendolo mi convinco di più che quel ragazzo forse un po’ buono lo è.
Lui mi guarda… direi quasi sorpreso
“Grazie…” mormoro: non posso dire di non esserne comunque spaventata.
Lui si alza ed esce chiudendo la porta e lasciandomi sola; ma sebbene la parete ci divide sento la sua voce comandare: “Lasciatela in pace.  A lei ci penso io”
 
Continua…
  
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