Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: artemide82    15/11/2006    2 recensioni
In questa storia troverete una serie di one-shot (una per capitolo)che vogliono rappresentare una serie di diversi epiloghi alla mia storia "a volte un dono" quindi magari vi consiglio di leggerla prima di questa, se non lo avete ancora fatto. Gli epiloghi saranno diversi tra loro, un po' per accontentare tutti i gusti, tutte le fantasie, un po' perchè non si può mai dire con esattezza cosa ci riserva la vita. recensite...se poi vi viene qualche idea per una vostra versione dell'epilogo fatemelo sapere.magari potrei decidere di farla diventare una raundrobin.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La ragazza correva per i corridoi del San Mungo col fiato in gola, non poteva, non voleva crederci

La ragazza correva per i corridoi del San Mungo col fiato in gola, non poteva, non voleva crederci!

Si abbatté come una furia sulla porta a vetri chiusa che delimitava il reparto.

Un guaritore alzò la testa di scatto spaventato da quel furioso bussare, ma quando riconobbe la donna che con occhi disperati lo pregava di entrare si alzò di corsa. Quella era sua sorella, e l’aveva fatta chiamare lui.

-         Misia… - disse lui afferrandola alle spalle e cercando gli occhi della donna che vagavano disperatamente oltre la sua imponente figura.

-         Emmanuel…togliti, o giuro che ti schianto!

-         Misia, aspetta.

-         Dov’è? – gridò la donna mentre le lacrime si affacciavano dai suoi occhi verdi

-         Misia, è bene che tu sia preparata – l’uomo le parlava dolcemente, era un guaritore esperto, e lavorando in quel reparto aveva imparato a controllare e sedare gli eccessi di collera.

La ragazza si calmo di botto, guardando il fratello negli occhi

-         sta così male? Devo parlarci…Emmanuel, ti prego

-         Non so neanche se ti riconoscerebbe, Misia.

-         devo tentare…

L’uomo le fece strada verso un corridoio vuoto e silenzioso, fino ad una porticina bianca, poi le fece cenno di guardare oltre il vetro.

Quello che la donna vide sarebbe rimasto impresso per sempre dentro di lei, affacciandosi continuamente nei suoi incubi negli anni a venire.

Una donna alta, i capelli scomposti, lo sguardo stravolto, gridava il suo dolore e la sua rabbia al centro della stanza lanciando potenti incantesimi a mani nude che si abbattevano sulle pareti  facendole tremare debolmente mentre venivano assorbiti da quella camera di massima sicurezza

-         Cassandra…

Mormorò la donna riconoscendola, mentre cominciava a piangere

-         da quanto tempo è qui?

-         Due giorni, appena l’ho riconosciuta ti ho chiamata. Da quanto non la vedevi?

-         Io…quattro giorni…Ma che cosa l’ha colpita? Perché è in quello stato?...che cosa ha fatto?

Emmanuel non rispose subito, prese un lungo sospiro prima di confessare

-         Ha cercato di uccidere Harry Potter

Gli occhi gonfi di sua sorella si abbatterono su di lui

-         che cosa? – non riusciva a crederci.

-         Non riusciamo a spiegarcelo. Cosa è successo l’ultima volta che vi siete viste?

 

Misia ripensò a quella sera. Erano sole a casa, sedute l’una di fronte all’altra, lei cercava di parlare, di tenere su il morale dell’amica, ma era impossibile. Cassandra non era stata più la stessa da quando aveva saputo che Piton aveva ucciso Silente.

Era in quello stato di prostrazione da mesi ormai, tutti credevano che fosse per la morte del vecchio mago, ma Artemisia intuiva che non era solo per questo…la notizia l’aveva sconvolta, ma non solo per la morte di Albus, quanto per l’identità del suo assassino.

Cassandra amava Severus Piton, dai tempi della scuola, e l’amica aveva capito, pur senza averne mai avuto conferma, che tra loro era nato qualcosa da qualche tempo.

Perciò taceva, e semplicemente cercava di starle vicina.

Quella sera, d’improvviso, Cassandra aveva lanciato un urlo soffocato, tenendosi il fianco sinistro, l’amica l’aveva vista restare un lungo momento immobile, gli occhi spalancati sul nulla.

Misia si era alzata, ma prima che potesse raggiungerla l’altra era scattata in piedi e dirigendosi di corsa verso lo specchio aveva preso a strapparsi letteralmente i vestiti di dosso. Lei l’aveva seguita, silenziosa e spaventata, poi l’aveva vista fermarsi osservando qualcosa, lì, sul suo fianco.

-         eih…che c’è? – le aveva chiesto allora cautamente, avvicinandosi

Cassandra aveva alzato gli occhi su di lei, non avrebbe mai potuto dimenticare quello sguardo: un misto di sollievo, timore, rabbia.

-         Il bacio…

Aveva detto semplicemente Cassandra in un soffio, mostrando all’amica la sua carne su cui spiccava pulsante e tremendo un segno che Misia, pur non avendolo mai visto prima, riconobbe immediatamente per averlo studiato sui suoi testi.

Si bloccò di colpo, mentre l’orrore la pervadeva

-         chi ti ha fatto questo? – riuscì a chiedere con voce tremante, gli occhi dell’amica si posarono sui suoi e lei fu certa della risposta. Una rabbia incredibile si impossessò di lei

-         Quello è uno “stigma corruptelae”[1] – quasi gridò – come hai potuto accettare un tale segno, un tale maleficio sulla tua pelle! L’hai studiato anche tu! È il marchio con cui i maghi oscuri segnavano le babbane nel medioevo, per ridurle loro schiave, fingendosi demoni e illudendole di averle rese streghe! Hai ceduto l’arbitrio della tua vita e della tua morte a qualcun altro! Sei completamente impazzita? Hai lasciato che Piton ti marchiasse?

-         Devo andare – disse Cassandra che non aveva ascoltato una sola parola del suo sfogo, afferrando il mantello e preparandosi ad uscire

-         Lui ti chiama e tu corri da lui? Ha ucciso Silente! Come puoi fidarti? Ti consegnerà a Voldemort! – le gridò frapponendosi tra lei e la porta

-         Sta zitta! – urlò Cassandra fuori controllo – io devo andare! Devo vederlo, devo sapere! – poi la sua voce tornò calma e sicura mentre aggiungeva - E se veramente mi ha mentito...si pentirà di avermi condotto a sé questa notte… perché giuro che io lo ucciderò.

A questo punto non le era restato altro da fare se non scostarsi e lasciarla andare.

 

-         Misia? – la voce di Emmanuel la fece sussultare, osservò quegli occhi identici ai suoi per un lungo momento “perdonami, ma non posso dirti la verità, fratellone” pensò tristemente

-         Fammi parlare con lei.

-         È pericoloso…

-         Me ne frego, non mi farà niente, e comunque ti sollevo da ogni responsabilità

L’uomo guardò la minuta figura che gli stava davanti, sospirando, non avrebbe cambiato idea, la conosceva troppo bene.

-         d’accordo. Tira fuori la bacchetta, e stai pronta a schiantarla

Misia si voltò di scatto

-         funziona?

-         Per un attimo si, giusto il tempo di tirarti fuori e chiudere la porta.

-         Ok apri. – gli disse, sudando.

 

Emmanuel obbedì.

Cassandra si voltò di scatto, gli occhi iniettati di sangue, a vedere chi avesse osato interromperla, ma quando i suoi occhi si posarono sulla donna appena entrata tutto il suo corpo parve rilassarsi, e cadde in ginocchio, singhiozzando.

Misia si precipitò su di lei, abbracciandola.

-         Cassi, che è successo? – le chiese accarezzandole i capelli

L’amica alzò gli occhi guardandola, uno sguardo così pieno di dolore da risultare stravolto, ma dietro il quale era ancora possibile riconoscerla, trovare la sua lucidità. Cassandra non era impazzita…non del tutto…non ancora…

-         dov’è Severus? – tentò ancora

Cassandra alzò gli occhi al cielo, mentre le lacrime ancora le rigavano il volto, e rise. Una risata folle, agghiacciante.

Poi tornò a guardare l’altra

-         è innocente, sai?

Misia, restò perplessa, e con infinita delicatezza provò a farle notare

-         Cassandra, lui l’ha ucciso, ricordi? Questo lo sappiamo con certezza

-         Lo so… - rispose mentre le sue mani tremavano – ma era nei piani…nei piani di Silente

Non seppe spiegarsi il perché, ma Artemisia non dubitò neanche un momento di quelle parole

-         Ne sei sicura?

-         Oh, si. Ne ho le prove. Per questo mi ha chiamata. Per consegnarmi le prove che Silente aveva preparato perché potessi scagionarlo, una volta finita la guerra…e stare insieme, sai?

“fantastico” pensò per un attimo Misia, prima di rendersi conto che c’erano delle note stonate, il fatto che si trovassero in quella situazione, tanto per fare un esempio…il fatto che lei avesse cercato di…i suoi pensieri si bloccarono, ed il suo sguardo, terrorizzato, si inchiodò in quello scuro dell’altra

-         Cassandra…- chiese tremando – perché hai cercato di uccidere Harry Potter?

-         Quello stupido ragazzino…-mormorò piano, sorridendo e ravviandosi i capelli dal viso – l’ha trovato, sai? Alla fine …ho cercato di spiegargli…ma lui è troppo stupido per capire…e troppo accecato dall’odio…non ha voluto sentir ragioni…Severus non poteva toccare l’eletto, o nessuno avrebbe potuto fermare Voldemort, e tutti i nostri sforzi… i nostri sacrifici, sarebbero stati vani…Severus ha sempre cercato di proteggerlo…e Harry Potter invece…l’ha ucciso.

 

 

[1] letteralmente “il marchio infamante della perdizione”

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: artemide82