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Autore: Jodie Roses    24/04/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti quelli che leggono e seguono (; Buona lettura!

 
 

Los Angeles, 25 Giugno 1987

Ore 23.47

Jodie, Nicky, Axl, Izzy, Slash, Duff e Steven erano appena usciti da un ristorante, se così si poteva definire, del centro, nella Città degli Angeli. Avevano passato tutta la sera lì, insieme, per festeggiare il compleanno di Nicky, che proprio quel giorno compiva 20 anni. Ma non era solo per quello. Stavano festeggiando anche l'arrivo imminente del disco, e del successivo successo (perdonate il gioco di parole .-.) Ovviamente davano tutto per scontato...come sarebbero potuti non piacere? Chi avrebbe potuto resistergli? Nessuno, naturalmente.

La serata era cominciata, tanto per cambiare, non nel migliore dei modi (a seconda dei punti di vista). Slash, infatti, appena erano entrati, non aveva mancato di farsi subito notare. Con la sua solita delicatezza, quando la cameriera era andata al loro tavolo per ordinare, lui le aveva toccato il culo, con la scusa di prendere il menù. A differenza di quanto si aspettavano tutti (e veramente un po' anche lui) la ragazza non scappò via, terrorizzata, ne tantomeno lo prese a schiaffi. Anzi, gli sorrise compiaciuta, come se non chiedesse altro, e gli lanciò uno sguardo di fuoco, prima di andarsene sculettando. Slash allora si infilò due dita in bocca e le fece un fischio per dietro, cominciando a applaudire come un'idiota.

«Oh, cazzo, più puttane di quelle non si trovano neanche in tangenziale!» esclamò Izzy, scoppiando a ridere

«Taci, Stradlin! Tutta invidia!» sbottò il chitarrista.

Izzy si limitò a ridere ancora più forte.

«Se avessi provato anche io a fare così con te, adesso non sarei qui, vero?» sussurò Axl all'orecchio di Jodie.

Lei fece un ghigno «No, Rose, adesso non saresti qui» rispose, ricordando il loro primo...incontro ravvicinato.

«Ma invece sono qui eccome, perchè io sono un gentiluomo, nevvero?» chiese, con un sorriso da marpione.

«Nevvero, un vero gentleman!»

«Probabilmente...se mi avessi detto di sì subito, quella volta, adesso non mi ricorderei neanche il tuo nome» disse lui, con una smorfia.

«Per fortuna però, io non sono una puttana come quella...almeno spero...e il mio nome adesso riesci a ricordartelo»

«Già...forse per questo ti amo!» esclamò il rosso con una risata.

Nicky aveva ascoltato tutta la conversazione, e li osservò mentre si baciavano, senza riuscire a reprimere una smorfia di disgusto. “Oh, cazzo, tutto sto zucchero mi farà venire il diabete!” pensò, esasperata. Voltò la testa e incrociò lo sguardo di Izzy, che le sorrise. Lei rispose al sorriso, rendendosi conto che evidentemente il chitarrista la pensava come lei. Era sollevante sapere di non essere l'unica.
Intanto, dall'altra parte del tavolo, Duff e Steven si stavano dando da fare per prendere per il culo Slash. Così tanto che le protese del riccio e gli schiamazzi degli altri due si sentivano in tutto il ristorante, e molti clienti si erano voltati a osservare stupiti l'insolito gruppo. Anche se non erano di certo gli unici a fare casino. Il locale, infatti, sembrava un misto tra un fast food e quel tipo di ristorane Old wild west, di infima categoria. Lì ci potevi trovare persone molto poco raccomandabili, la tipica gente che abitava i bassifondi di L.A...tutti amici dei Guns, in sintesi.

C'era da dire però, che qua nessuno aveva la puzza sotto il naso o ti guardava storto se non eri in smoking o abito da sera. Era un posto lontano mille miglia da quello in cui avevano portato Jodie, ma d'altronde non era il suo compleanno...e Nicky non avrebbe potuto sopportare una cena a lume di candela.

Dopo che ebbero finito di mangiare, si avvicinò di nuovo a loro la cameriera sui cui Slash aveva fatto tanto colpo.

«Adesso ho cinque minuti di pausa...posso fermarmi un attimo con voi?» chiese, dondolandosi avanti e indietro

«Certo, fai pure» le risposero in coro.

Steven fece per porgerle una sedia ma lei, evidentemente, aveva deciso che Slash doveva essere più comodo, e senza fare tanti complimenti si sedette sulle gambe del chitarrista, che sembrava, chissà come mai, sempre più allegro.

La ragazza, intanto, si accese una sigaretta.

«Voi siete i Guns'n'Roses, vero?» domandò, guardandoli.

«Sì, siamo noi» confermarono.

«Piacere, io sono Adriana» si presentò, sbuffando fumo qua e là.

«Axl» disse il rosso, con un cenno della testa.

«Slash, il dio del sesso e della chitarra!»

«Steven, alla batteria»

«Duff, basso»

«Izzy»

Adriana annuì, osservandoli uno a uno, poi si rivolse alle ragazze

«E voi invece siete...?» chiese, lanciandole un'occhiata di sufficienza.

Jodie gliene avrebbe dette quattro, ma per fortuna Axl rispose per loro.

«Lei è Jodie..la mia fidanzata...e lei Nicky, una nostra amica» spiegò in fretta, notando le loro espressioni.

«Amiche, fidanzate? Oh» fece «Pensavo foste due groupie»

Jodie strinse i pugni e si morse la lingua per non rispondere, e per sfogarsi tirò un calcio alla gamba del tavolo. Per sbaglio, però, beccò Axl, che lacrimando per il dolore perse per qualche secondo il filo della conversazione.

«No, no, non sono groupie» rassicurò Izzy, cupo. Quella ragazza gli piaceva sempre di meno.

Dopo mezz'ora (alla faccia dei cinque minuti di pausa) passata ad ascoltarla, però, si resero conto che non risultava simpatica a nessuno. L'unico che sembrava darle retta era Slash, ma evidentemente la sua simpatia era l'ultima cosa che gli fregasse. In effetti era molto bella. Doveva avere qualche anno più delle di Nicky o Jodie e lunghi capelli castani, dello stesso colore degli occhi. Era alta, molto alta, e aveva delle lunghissime gambe che uscivano da una minigonna, che era più mini che altro. Slash doveva avere le orecchie troppo tappate dagli ormoni per rendersi davvero conto di quello che stava dicendo. Per fortuna, però, dopo un'altra, interminabile ora, con la scusa che dovevano andare, riuscirono a levarsela dalle scatole. Non prima che lei lasciasse il suo numero al chitarrista, e lui le facesse la solenne promessa di farsi risentire il più presto possibile.

Stavano già per uscire quando Axl si battè una mano sulla fronte. Si era ricordato che dovevano ancora cantare tanti auguri. Decise quindi di improvvisare un Happy Birthday, accompagnato da Izzy alla chitarra. Considerato che avevano bevuto parecchio, quello che ne venne fuori fu una specie di insieme di urla inascoltabili e note a casaccio, ma Nicky apprezzò tantissimo, tanto che non la smetteva più di ridere.

Fu così che si ritrovarono, a mezzanotte meno qualche minuto, a vagare per le strade del centro di Los Angeles, ubriachi fradici. Durante quei minuti la mente annebbiata di Axl, che evidentemente funzionava meglio sotto l'effetto dell'alcol, elaborò un'idea che avrebbe voluto mettere in pratica subito. A dire la verità, era un'idea che gli ronzava in testa già da un po' di tempo, ma solo adesso era riuscito a esprimerla con chiarezza. Così prese la parola

«Raagaazzi, ascoltatemi un attimo!» gridò, cercando di farsi sentire. Gli altri però non lo calcolarono minimamente. Allora, dopo aver tirato uno scappellotto a Duff per farlo stare zitto, salì su una panchina e fece uno strillo.

«Oooohhh, cagatemi, per piacere!»

«Axl, cazzo, ci frantumerai le orecchie così!» protestò Steven.

«Statemi a sentire...ho appena avuto..ho appena avuto un'idea! Un'idea geniale!» spiegò.

«Sarebbe?» chiese Izzy, divertito.

«Beh, seguitemi in sala di -hic!- registrazione! Vi dirò tutto là!»

Il gruppo, così, fu costretto a seguirlo, barcollando. Entrarono, accesero le luci e si sistemarono nella saletta.

«Izz..Izzy, non è che potresti andare a prendermi qualche candela?» pregò il cantante. Izzy non domandò a cosa gli servissero delle candele, in piena notte, in sala di registrazione, ma eseguì senza fare una domanda, e tornò poco dopo, portando con sé anche un pacchetto di fiammiferi. Le accese e sempre senza fare domande, le posizionò un po' dappertutto, creando un'atmosfera un po' lugubre.

Axl allora lo ringraziò, e andò a prendere Jodie per mano, portandola vicino a lui.

«Allora, forse voi ragazzi, avete già capito cos'ho in mente..ma....forse no, comunque.....» biascicò. Poi si rivolse alla sua fidanzata «Mi servirà il tuo aiuto...è...è per una nostra canzone...Si chiama Rocket Queen..e credo di aver trovato il 'modo' per darle un...-hic!- tocco in più» spiegò, cominciando a spogliarsi

  
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