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Autore: tonksnape    18/11/2006    2 recensioni
Torna Danduly Street. Dalla parte di Fred Weasley e Ninphadora Tonks. Entrambi devono fare i conti con il dolore e la solitudine e poi con la ricerca di una famiglia e di qualcosa che va oltre la loro solidale amicizia. Il racconto inizia nel 2005 circa e termina nuovamente nel 2008. Non è necessario aver letto la storia precedente, con le vicende di Harry e Ron, per poter seguire questa. I personaggi sono di JKR, tranne qualche piccolo nuovo inserimento. Il resto è fantasia. Buona lettura. Ai fedelissimi di Danduly Street e a coloro che vorranno aggiungersi al viaggio.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Nimphadora, Tonks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono arrivata in fondo. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito (in particolare Alektos per la costante partecipazione) e... forse potrà esserci un altro punto di vista, se la fantasia mi assiste.

Ciao e buona lettura.

 

8.    Countdown

Inizio luglio

Lunedì

Tonks si alzò dal letto a casa di Ginny e Neville un po’ dolorante. Medicine, colazione e via al lavoro. L’incidente le permetteva di avere un orario ridotto per l’intera settimana. Perfetto. L’impegno di un Auror, in quei tempi, era compatibile con orari d’ufficio o orari ridotti.

A metà mattina arrivò alla finestra del suo ufficio il gufo di Fred.

Sentì i brividi sulla pelle. Fred. Prese la pergamena, controllò di non essere disturbata e la aprì. La pioggia all’esterno batteva a ritmo con il cuore.

Lunedì… 1 bacio.

Vestiti sexy e pochi bottoni.

Divento imbranato con i bottoni.

- 4

Sorrise all’aria davanti a sé e non riuscì a togliersi il sorriso per lunghi minuti. Lisciò e lesse il biglietto più volte, pensando alla risposta. E godendosi quell’invito. Legò la sua pergamena alle zampe del gufo quasi mezz’ora dopo e la spedì a lui.

 

Fred si era alzato prestissimo, ma non riusciva a stare fermo, neppure mentre dormiva. Il letto era un campo di battaglia. Le bambine riflettevano la sua euforia ridendo e giocando più del solito. A metà mattina gli era venuta l’idea del biglietto e adesso, prima di pranzo, era in attesa. L’ultima lettera commerciale che aveva davanti l’aveva letta almeno sei volte senza riuscire a mettere una lettera insieme all’altra. George non gli aveva chiesto nulla, ma ogni tanto entrava in ufficio dal negozio, lo guardava e ridacchiava. Il suo gufo atterrò bagnato quasi un’ora dopo che lo aveva inviato. Prese il pezzo di pergamena.

Lunedì… 1 bacio

Non dirmi come vestirmi.

Puoi solo decidere come svestirmi.

-4

L’attesa metteva i brividi.

 

Alla sera si ritrovarono a cena. Nessuno dei due accennò allo scambio di pergamene. Parlarono con le bambine e delle bambine, della cena di giovedì alla quale di solito veniva Ron, ma alla quale si aggiungeva Harry per questa settimana. Si salutarono sulla porta. Fred le diede un bacio in fronte.

 

Martedì

Il biglietto arrivò ancora in tarda mattinata. Ancora con la pioggia. Tonks lo prese e lo tenne con sé durante un noiosissimo colloquio di orientamento con una nuova recluta, entrata nel suo ufficio pochi minuti prima dell’arrivo del gufo. Quando riuscì a liberarsene, chiuse la porta e lesse la pergamena.

Martedì…2 baci

Cena all’aperto.

Baci sotto le stelle.

-3

Cena all’aperto… chissà dove. Come doveva vestirsi? Oh, non riusciva a non pensare a quello. Sexy, lei? Doveva parlare con Lucinda. Anzi, doveva fare un controllo del suo armadio con Lucinda per decidere cosa mettere! Riprese il biglietto e pensò alla risposta.

 

Fred era alle prese con un emergenza familiare quella mattina. Maggie a scuola era scivolata e si era rotta un braccio. L’aveva presa con sé al San Mungo e l’aveva portata a casa con il braccio ricomposto, ma con una grande paura. Era il suo primo incidente. Mentre la cullava seduto sul divano, con lei quasi addormentata tra le braccia arrivò il gufo e atterrò vicino alla sua testa, appollaiato sullo schienale. Quando capì che Maggie stava dormendo allungò una mano e prese la pergamena. Il gufo paziente attese che lui la slegasse.

Martedì… 2 baci

Ti voglio in jeans e camicia.

Romantico.

- 3

Sorridendo, piegò il biglietto e lo annusò. Il profumo di Tonks. Anche lì.

 

Si videro il pomeriggio, quando Tonks arrivò a casa sua per dargli il cambio con Maggie che cominciava a sentirsi di nuovo tranquilla. L’aveva avvisata poco prima del suo arrivo, per farla venire direttamente lì e non alla scuola della figlia. Parlarono di Maggie per tutta la giornata. E alla sera entrambe le bambine avevano bisogno di essere coccolare a causa del temporale che imperversava all’esterno.

 

Mercoledì

Tonks era alle prese con una denuncia di furto al Ministero. Un piccolo problema interno. Stava leggendo gli interrogatori dei dipendenti coinvolti per cercare dei collegamenti quando arrivò il gufo. Un po’ in ritardo, pensò. Chiuse la porta e si sedette alla scrivania per leggerlo.

Mercoledì… 3 baci

Mi manca il tuo profumo.

Come lo posso avere?

- 2

Tonks rimare pensierosa per un bel pezzo. Farsi venire un’idea questa volta era difficile.

 

Fred aveva le gambe appoggiate al suo tavolo e guardava fuori dalla finestra. Chissà cosa le sarebbe venuto in mente. George entrò ridacchiando e scusandosi se disturbava i suoi sogni, ma era solo in negozio e c’era bisogno di aiuto. Forse Fred poteva rimanere un’oretta senza pensare a Tonks? Fred si alzò con l’aria di un adolescente scoperto dai genitori e seguì il fratello. Il gufo arrivò molto tardi quella mattina.

Mercoledì… 3 baci

Fino a questa sera.

Ti lascerò una parte di me a casa.

- 2

Fred riuscì a leggere la pergamena da solo in ufficio. Appena aperta sentì il profumo di Tonks, inteso. Sulla pergamena c’era un piccolo pezzo di stoffa che lasciava uscire il profumo di lei. Non aveva idea di quale incantesimo avesse fatto, ma quella stoffa stava benissimo dentro la tasca dei pantaloni e lo copriva di spezie e cannella.

 

Alla sera si accordarono per la cena del giorno dopo con Ron e Harry. Tonks lo avvisò che sarebbe passata al cimitero per Remus e sarebbe arrivata tardi. Quando se ne fu andata e le bambine furono a letto entrò in camera sua. Sul letto c’era un maglione di Tonks, aperto sopra il copriletto. Profumato. Se lo mise vicino al cuscino, mentre dormiva.

 

Giovedì

Tonks arrivò in ufficio quasi insieme al gufo. Meravigliata prese in fretta la pergamena. La aprì un po’ tesa.

Giovedì… 4 baci

Grazie. È stato con me tutta la notte.

Cosa posso fare in cambio?

- 1

Tutta la notte. Sospirò di gioia. E chiuse gli occhi per immaginarselo. Cosa voleva lei?

 

Fred attese ben poco la risposta. E poi quella sera non avrebbero avuto possibilità di stare molto da soli. Troppi ospiti per cena. George scuoteva la testa ogni volta che lo vedeva con lo sguardo perso nel vuoto. Secondo lui l’aveva proprio presa dura, questa volta! Aprì il biglietto.

Giovedì… 4 baci

Farti desiderare.

Farmi desiderare…

- 1

 

Alla sera Harry e Ron presero loro tutto il tempo. Harry aveva in programma un colloquio con Minerva McGrannit che si preannunciava difficile, dato che la Preside di Hogwarts non gli avrebbe nascosto la sua disapprovazione per la scelta disfattista che aveva fatto della sua vita, chiudendosi dentro il Ministero. E probabilmente lo avrebbe messo di fronte ad una scelta. Tonks li aggiornò sulla situazione dei professori e passarono parecchio tempo a parlare tutti e quattro di Quidditch.

Uscendo di casa, quando ormai i due uomini erano partiti, Fred la prese per un braccio e la tirò verso di sé, dandole un bacio lento e quasi impalpabile a lato della bocca. Un colpo di vento, una piuma. Gli occhi di entrambi si riempirono di desiderio. Poi senza aggiungere parole lei uscì e gli diede un veloce bacio sulla guancia. E tornò a casa.

 

Venerdì

Il gufo picchiò contro il vetro dell’ufficio di Tonks mentre leggeva la risposta di Lucinda alla sua richiesta d’aiuto per avere un consulente di abbigliamento, trucco e gestione dell’ansia per il pomeriggio. Lucinda si considerava arruolata insieme alle bambine che avrebbero giocato a casa di Tonks.

Prese la nuova pergamena, un profondo respiro e la aprì.

Venerdì… 5 baci

Arrivo da te alle 7.00 pm.

E non voglio lasciarti più.

0

Sorridendo e agitandosi sulla sedia cercò di concentrarsi sulla risposta.

 

Fred finì di risistemare alcuni documenti in ufficio, chiuse tutto e aprì la porta per andare a pranzo con il fratello, a casa sua. Il gufo lo fermò sulla porta. Corse a prendere la pergamena, leggendola in fretta.

Venerdì… 5 baci

Ti aspetto.

Per non lasciarti più.

0

Sorridendo raggiunse George che gli circondò le spalle con un braccio e gli chiese, serio, “Devo spiegarti qualcosa sulle api e i fiori o pensi di aver letto abbastanza libri?”

 

Casa di Tonks – tramonto

Primo bacio

Fred bussò a casa di Tonks alle 7.00 in punto. Vestito con un paio di jeans neri e una camicia grigia cangiante. Giacca appoggiata su un braccio. Pettinato e sbarbato. Con il maglione di Tonks in mano. Le bambine avevano approvato la scelta del padre, dividendo il loro interesse tra un papà vestito elegante e la prospettiva di un pigiama party con la cugina. Maggie gli disse che lo avrebbe disegnato per poi dare il suo ritratto a Ninpha. Reggie gli sorrise divertita da tutta quella gioia che sentiva attorno a sé.

La porta di aprì, ma dietro non c’era nessuno. Sentì Tonks gridare dal piano superiore, “Arrivo, aspettami in salotto.”

Rimase fermo al centro della stanza, guardandosi ancora attorno. Non c’era stato nessun tentativo di fare ordine. Poi dalle scale scese Tonks, sorridente.

“Ho svuotato il mio armadio con Lucinda e ho trovato qualcosa senza bottoni…” gli disse.

Fred la guardò. Con un abito rosso scuro, lungo e leggero, un “cosino” di stoffa infilato sulle spalle e chiuso con un nodo al suo fianco. Scarpe basse, capelli castani corti, sciolti e pettinati all’indietro. Spuntò il sorriso Weasley.

“Grazie…” le rispose, sornione.

“Grazie anche a te,” disse Tonks guardandolo dall’ultimo scalino. Lui le fece vedere il maglione e lo appoggiò allo schienale del divano e poi le si avvicinò e stese la mano, in attesa della sua.

Tonks allungò la sua per metterla sopra quella di Fred, che la strinse. “Adesso ti porto al ristorante. Lì vicino c’è una meravigliosa vecchia quercia. E ti bacerò. Con le prime stelle o al tramonto.” Tonks gli sorrise, entusiasta.

 

Looney Park – sera.

In pochi attimi erano davanti al piccolo ristorante all’interno del Parco. C’erano tavoli all’aperto, ciascuno con una grande candela al centro, abbastanza lontani da non disturbarsi l’uno con l’altro. Fred avvisò del loro arrivo, dicendo che facevano due passi lì attorno e poi si sarebbero seduti.

E sotto la quercia si abbracciarono, con esitazione all’inizio, con dolcezza poi. E parlarono di loro. E arrivò il primo bacio. Esitante, lento, lungo e profondo.

 

Secondo bacio

Seduti al tavolo, in attesa di ordinare, parlarono degli ultimi tre anni.

Seduti al tavolo, in attesa di quello che avevano ordinato, parlarono degli ultimi tre anni.

Mangiando quello che avevano ordinato, parlarono degli ultimi tre anni.

Tenendosi per mano il più possibile.

Poi, al momento del dolce, Fred allungò il braccio e prese un pezzo della torta di Tonks con la forchetta e la portò verso la bocca di lei, che la aprì guardandolo negli occhi mentre la imboccava. E Tonks restituì il favore.

Terminata la cena, andarono a camminare nel parco e tornarono alla vecchia quercia. E si baciarono, esplorandosi con le mani.

 

Casa di Tonks – notte

Terzo bacio

Arrivati davanti alla porta della casa di Tonks entrarono tenendosi per mano. Appena entrati Fred la spinse contro la porta. E si baciarono con foga.

La giacca di Fred e il “cosino” di Tonks finirono per terra.

“Ottima scelta, quell’affare che ho tolto,” le sussurrò Fred all’orecchio.

 

Quarto bacio

Il quarto bacio arrivò mentre erano sdraiati sul divano, proseguì mentre salivano le scale e finì molto molto tempo dopo, abbandonati e ansanti sul letto.

I loro vestiti contribuivano ad aumentare il caos.

Fred abbracciò Tonks e le sussurrò, “Ho notato che sei stata informata della fissazione degli uomini Weasley per il pizzo…” Tonks gli sorrise contro l’orecchio. “Volevo controllare se era vero…”

 

Quinto bacio

Fred si svegliò abbracciando Tonks. Con i suoi capelli rosa in bocca. Spostò la testa indietro e lentamente si staccò da lei, sedendosi sul letto e guardandola. Era sdraiata su un fianco, un braccio sotto il cuscino e l’altro abbandonato sul letto.

Si allungò sopra di lei e la baciò.

Parecchio tempo dopo, ma in orario con quanto concordato, scesero le scale, sorridendosi scioccamente, per andare a pranzo da George e Lucinda. Senza riuscire a non tenersi per mano.

 

Antivigilia di Natale – martedì sera.

Ron era sdraiato per terra, sopra il tappeto del salotto, a casa del fratello. Harry era seduto, anzi semisdraiato, sul divano di casa di Fred. Fred era seduto sullo schienale del divano, calzini ai piedi, piedi sul divano. Fred e Harry stavano chiacchierando del corso di Harry per diventare insegnate di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts. La McGrannit gli aveva offerto la cattedra quattro mesi prima, all’incirca, e lo aveva caldamente invitato a partecipare ai tre anni di formazione previsti per tutti i nuovi insegnati. Lui e Ginny per la cattedra in Trasfigurazione. Adesso Harry viveva a casa di Ron e Grimmauld Place era disabitata. Ron disteso a pancia in giù giocava con la nipotina più piccola ad una specie di braccio di ferro inventato da loro due che consisteva nel tentativo di Reggie di afferrare con la mano il pollice della mano sinistra di Ron che si muoveva mentre il pugno era fisso a terra. Reggie rideva battendo i piedi, mentre Ron si alternava tra un commento al dialogo tra Fred e Harry e una risata con la nipote.

Tonks era al piano superiore con Maggie per decidere quale vestito indossare per il giorno di Natale. Circa una settimana prima Maggie aveva cominciato a mostrare i segni di quella che Fred aveva definito “follia femminile da controllare”. Commentava i suoi comportamenti richiamandolo quando secondo lei si comportava male, accettava di parlare di vestiti solo con Tonks, guardava con sufficienza i giochi, secondo lei infantili, della sorella, commentava i suoi nuovi compagni di classe, aveva insomma opinioni su tutto. E le esprimeva senza remore.

La guardò scendere dalle scale lentamente, mentre ascoltava la descrizione di Harry dell’ultima lezione di didattica alla quale aveva partecipato, seguita da Tonks che aveva il suo solito, attraente, sorriso sulle labbra.

“Hai scelto Maggie?” le chiese.

La figlia annuì seria. “Ho provato con Ninpha. Sarà una sorpresa. Posso disegnare in cucina?” chiese.

“Fino al momento di preparare la cena.” Maggie i prese i suoi colori, carta e piuma e si arrampicò sulla sedia. Tonks andò a sedersi sul divano tra Harry e Fred e solo allora Fred scese vicino a lei per metterle un braccio attorno alle spalle. Reggie decise di raggiungere la sorella.

Continuarono a chiacchierare senza sosta del lavoro di ognuno di loro, del nuovo interesse di Ron per l’economia e del nuovo corso che stava seguendo (in realtà seguiva con interesse anche una delle docenti…) per destreggiarsi nelle trame bancarie, dell’incontro di Harry con Susan Bones con la quale aveva cominciato ad uscire pochi giorni prima, del prossimo matrimonio di Fred e Tonks previsto entro la fine di gennaio, del figlio di Hermione e Oliver che occupava tutta l’attenzione della sua mamma, della gravidanza inattesa di Ginny che aveva portato lei e Neville al settimo cielo, proprio perché quasi senza speranza, dei piccoli problemi di cuore di Arthur che stava facendo dei controlli al San Mungo e delle litigate sempre più frequenti tra Charlie e la moglie. Il rapporto di coppia fu un argomento molto dibattuto, dato che tutti erano coinvolti in prima persona in nuove relazioni e una osservazione casuale di Tonks sulla poca attenzione che secondo lei Oliver dava alla moglie in quel periodo fece impensierire sia Harry sia Ron, ancora legati profondamente all’amica. Ma sembrava una situazione transitoria.

Reggie arrivò in quel momento per chiedere di giocare con qualcuno perché Maggie voleva disegnare da sola. Tonks si alzò e la accompagnò di nuovo dalla sorella dividendo equamente gli spazi e il materiale tra le sorelle perché potessero disegnare entrambe. Maggie sbuffò un po’ per quella che considerava un’invasione, ma poi riprese a colorare il foglio davanti a lei dove c’era una grande macchia verde con tante persone attorno.

Tonks rimase a guardarle per qualche minuto e poi ritornò a sedersi sul divano. Fred la abbracciò di nuovo, accarezzandole una spalla. Tonks si abbondò sul divano, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalle voci del suo fidanzato e dei suoi cognati, reali o meno. La decisione di sposarsi era di pochi giorni prima e nonostante avesse preteso da Fred un matrimonio tranquillo e semplice, la sua fantasia cominciava a spaziare tra vestiti da sposa, paggetti e torta di nozze. Doveva affrontare l’organizzazione con Fred. E chiedere consiglio a chi ci era già passato come Lucinda, Hermione o Ginny. Le bambine erano eccitate dall’idea, avevano capito che avrebbe vissuto con loro, che avrebbe diviso la camera con il papà, come facevano tutti gli altri zii e zie, che non era necessario chiamarla mamma se non volevano, che le regole di casa sarebbero un po’ cambiate, con questo nuovo ingresso. Aprì gli occhi solo quando sentì le bambine arrivare da loro.

 “Ma se adesso la mamma diventa Ninpha,” chiese Reggie, incrociando le braccia davanti a sé, “allora io lo posso avere un fratellino?” “Ah, ah, dovevano chiedervi questo!” esclamò Maggie. “Adesso si può?”

Ecco, questo non l’avevano previsto. E Fred stava certamente sorridendo all’idea di questi preparativi. Lo sentiva. E lo fece anche lei.

 

  
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