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Autore: twobirdsonesong    29/04/2012    2 recensioni
Una serie di adorabili racconti sui fratelli Anderson, dalla loro infanzia all'adolescenza, narrati in tanti brevi capitoletti; momenti di vita quotidiana, problemi, lacrime e risate, sempre all'insegna dell'amore fraterno.
Traduzione della fan fiction americana "No Fortress so Strong" di Twobirdsonesong, su Scarves&Cofee.net
Basically backstory about the relationship between the Anderson brothers.
Told in a series of vignettes.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blaine torna a casa dopo l'incidente allo Scandals

 

 

 

 

 

 


Cooper aveva ventidueanni ed abitava con un adolescente. E non con un adolescente qualunque, ma un adolescente profondamente innamorato, senza speranza.


Vi era una linea di confine molto sottile fra lui, Kurt e Blaine, per quanto riguardava il suo coinvolgimento nella loro relazione. Cooper si era ritrovato a dover ricoprire il ruolo di tutore di Blaine, anche se non legalmente, e questo significava esserne responsabile; era suo dovere, adesso più che mai, fare da guida a Blaine, aiutarlo quando ne aveva bisogno e proteggerlo quando non sapeva di averne bisogno. 


In effetti, era sempre stato quello il suo lavoro da fratello maggiore ed era un compito che aveva sempre eseguito volentieri e con immensa gioia.


Ma persino adesso che era lui l'adulto responsabile in casa, non si sarebbe mai sognato di comportarsi da guastafeste, dicendo a Blaine che lui e Kurt non potevano godersi il loro limitato tempo assieme; erano giovani, erano innamorati, ed erano sempre stati due ragazzi bravi, rispettosi e responsabili. Forse persino troppo responsabili, se Cooper avesse voluto essere del tutto onesto.


Stavano facendo le cose con troppa calma, per come la vedeva lui; si ricordava che cosa significasse essere così innamorato, così infatuato di qualcuno da non riuscire a toglierli gli occhi, le mani e le labbra di dosso. Non si sarebbe mai sognato di negare una cosa simile a Blaine, non se si trattava di qualcosa che riusciva a renderlo più felice di quanto Cooper lo avesse mai visto nell'arco degli ultimi anni, persino prima di arrivare alla Dalton.


E gli si scaldò profondamente il cuore quando Blaine ritornò a casa dopo un appuntamento con Kurt, il volto completamente arrossato, i vestiti leggermente sgualciti e un' enorme sorriso sul volto; conosceva quello sguardo ed era lieto di riuscire a vederlo nuovamente sul viso del suo fratellino, soprattutto dopo tutto quello che gli era successo.


Cooper non gli aveva mai dato un coprifuoco ufficiale, ma Blaine ritornava sempre a casa abbastanza presto. Era un giovane uomo responsabile: arrivava a scuola ogni mattina con dieci minuti di anticipo, faceva i suoi compiti senza che gli venisse richiesto, manteneva un'ottima media scolastica; quando Cooper doveva lavorare fino a tardi, Blaine gli lasciava la cena in caldo - le pentole e le padelle già lavate e il bancone perfettamente pulito.


Era un Anderson, anche se non abitava più con i suoi genitori: puntualità, rispetto, obbedienza. Erano queste le cose che gli erano state inculcate in testa, nella testa di entrambi, sin dal primo giorno. Non erano lezioni che potevano essere dimenticate facilmente.


Forse Cooper dava a Kurt e Blaine molta più libertà di quanto chiunque altro avrebbe fatto, ma in fin dei conti se l' erano meritata.


Quella sera, Cooper aveva salutato Blaine affettuosamente e con uno sfacciato "divertiti con il tuo ragazzo!"; era un fine settimana e non si aspettava che Blaine sarebbe ritornato a casa - con o senza Kurt - fino a tardi. Certamente non lo avrebbe aspettato in piedi.


Erano quasi le due del mattino, quando un frastuono proveniente dalla porta principale ridestò Cooper dal suo sogno; non poteva essere Blaine, perchè lui aveva il suo personale mazzo di chiavi,  era molto bravo a sgattaiolare furtivamente dentro casa senza svegliarlo e, in ogni caso, capitava raramente che rincasasse tanto tardi. Probabilmente si trovava già nel suo letto, in fondo al corridoio.


Cooper aprì la porta, pronto ad aggredire verbalmente chiunque si trovasse dall'altra parte.

 


Era Blaine.


E Cooper riusciva a sentire l'odore dell'alcool addosso a lui sin dall'ingresso; se c'era qualcosa che non voleva che Blaine facesse, era qualche stupidaggine con l'alcool.


 << Gesù, Blaine... hai bevuto?! Hai almeno idea di che ore sono? Che cosa.. >>  le sue ammonizioni vennero interrotte bruscamente, nel momento in cui guardò realmente Blaine.


I suoi vestiti erano tutti sgualciti, il suo cravattino pendeva da una della sue mani e lui stava ondeggiando in maniera piuttosto instabile sui suoi piedi; vi era rimasta una traccia di lacrime secche lungo le sue guance e delle lacrime ancora fresce che cadevano dalle sue ciglia. Aveva un' aria miserabile, così inspiegabilmente distrutta.  


Di fronte a quell'immagine, a Cooper si fermò il cuore.


<< Blaine. Che cosa è successo? Stai bene? >>


Blaine prese un respiro profondo. I suoi occhi sembravano non riuscire a focalizzarsi su niente, stringeva con forza il cravattino come se fosse l'unica cosa in grado di mantenerlo ancora tutto intero.


<< Coop, credo di aver fatto una cazzata. >> disse, con una voce talmente lieve da lasciare a malapena percepire qualsiasi emozione << Credo di avere rovinato tutto. >>


Cooper si avvicinò per afferrare Blaine per le spalle, e quel toccò spezzò qualcosa dentro Blaine; crollò letteralmente, proprio lì sulla veranda anteriore di casa di Cooper, della loro casa.


<< Blaine! >> strillò  Cooper in stato di shock, afferrando Blaine appena un attimo prima che cadesse a terra, avvolgendo con decisione le sue braccia attorno al corpo tremolante di suo fratello.  


Portò Blaine dentro casa, lottando per un po' contro quel peso morso, e insieme scivolarono sul pavimento. Il legno della veranda era duro e freddo, a contatto con le loro schiene.


Lasciò che Blaine posasse la testa sul suo petto e lo cullò, mentre questi singhiozzava, il suo corpo che tremava a contatto con quello del fratello. Odorava di birra e di sudore, di fumo stantio e dell'aria frizzante della notte.


Cooper rimase in attesa, passando una mano su e giù lungo la schiena ancora tremolante di Blaine, mentre con l'altra ne sosteneva la nuca con fermezza; ripensò all'ultima volta in cui aveva tenuto suo fratello in quel modo, quando i loro genitori lo avevano sbattuto fuori di casa per aver desiderato di fare della sua vita qualcosa di diverso.  


Quando i suoi genitori lo avevo disconosciuto perchè desiderava semplicemente essere sè stesso.


Sperava che le cose non sarebbero più state così difficili per Blaine, ma sapeva di non poterlo promettere.


Non era certo di quanto tempo avessero passato seduti lì: abbastanza a lungo che il suo piede sinistro finì per intorpidirsi, a causa del modo in qui Blaine si era aggrappato a lui; abbastanza a lungo che il suo sedere incominciò  a dolergli, per via del pavimento di legno della veranda. Ma non si mosse, non smise di stringere Blaine, canticchiando frammenti del "Canone in Re " di Pachelbel* fra i suoi capelli, fino a che Blaine non scivolò lentamente fra le sue braccia. 


<< Sembra proprio che io non possa proprio fare a meno di piangerti addosso. >> mormorò infine Blaine, contro il colletto della camicia di Cooper. La sua voce era rauca e graffiata.


<< Stai zitto. >> disse Cooper, stringendo con delicatezza il retro del collo di Blaine << Te la senti di dirmi che cosa diavolo è successo? >>


Blaine annuì, ma ancora non si decise a scostarsi dalle braccia di Cooper.


<< Riesci ad alzarti? >>


<< Sono ubriaco, non invalido. >>  disse Blaine, e vi era una punta di irritazione nella sua voce che Cooper riconobbe fin troppo chiaramente.

 


<< E questa è una cosa della quale io e te dovremo parlare più tardi. >>   Cooper aiutò Blaine a rialzarsi in piedi, sostenendolo quando incominciò a vacillare << Su, andiamo. >>


Cooper trascinò Blaine fino alla cucina e lo fece sedere di fronte al loro piccolo tavolo da colazione. Blaine crollò sulla sedia, poggiando i suoi gomiti sul tavolo e seppellendo il viso fra le sue mani, mentre Cooper era impegnato a preparare la cioccolata calda per entrambi; era un gesto familiare e confortante e lo aiutò a calmare quell'improvviso tremolio delle sue stesse mani. Non sapeva che cosa fosse successo quella notte, ma sapeva che non poteva essere niente di buono.


Sperava tanto che non fosse la notte in cui avrebbe fallito nel suo compito di fratello maggiore. 


Servì a Blaine una tazza di cioccolata fumante, mentre il ragazzo sorrideva ampiamente di fronte all' enorme pila di marshmallows collocata di fronte a lui, afferrandone una manciata.


<< Quando ero piccolo mettevi sempre qualche marshmallow in più nella mia cioccolata. >> disse, continuando a fissare il liquido bollente.


Cooper si mise a sedere di fronte a lui.


<< Sì, beh... tu non la smettevi di strillare fino a che non lo facevo! >>


Blaine ridacchiò appena.


<< Molto bene, adesso dimmi tutto. Dimmi perchè sei arrivato a casa alle due del mattino e hai dovuto bussare alla porta per entrare. >>


<< Kurt ha le mie chiavi; e ha la mia macchina. Sono tornato a casa a piedi. Avrebbe dovuto riaccompagnarci entrambi, perchè... perchè io... >> Blaine deglutì << Perchè avevo bevuto troppo. >> 


Cooper avrebbe voluto dire qualcosa, ma non voleva interromperlo; non era quello il momento per una chiacchierata riguardo al bere responsabilmente.


<< Siamo andati in quel locale; Sebastian ci ha portati lì. E stavamo ballando, e bevendo... ok, io lo stavo facendo, Kurt no. E Dio, Cooper...è stato così divertente! Lui era così felice e noi due stavamo ballando e tutti quanti erano gay e a nessuno importava quanto fossimo vicini, nè che ci stessimo toccando. Abbiamo avuto la possibilità di essere noi stessi, anche se solo per poche ore. In pubblico. Era tutto meraviglioso, noi eravamo al sicuro...e io ho rovinato tutto. Ho rovinato tutto. >>  Blaine s'interruppe e Cooper trattenne il fiato, mentre qualche lacrima scivolava lungo le sue guance.


<< Ce ne stavamo andando e lui aveva le mie chiavi. E poi, io ho insistito...ho insistito troppo!  Dio, sono stato un vero idiota! E poi me ne sono andato, sono ritornato a casa a piedi. >>


<< Che cosa significa che hai insistito troppo? >>


Cooper amava suo fratello, ma se avesse fatto qualcosa di irreparabile, lo avrebbe ucciso.


<< Io, noi... non abbiamo...capisci?! >> 


Blaine divenne completamente rosso, fin sopra le orecchie. In qualsiasi altra occasione, Cooper si sarebbe preso gioco di lui, senza alcuna pietà.


<< Ma io lo volevo. Dio, se lo volevo...moltissimo! Lui era così... e io... io lo amo. E lo volevo, avevo bisogno di lui! Ma non sapevo come dirglielo, non sapevo come dimostrarlo. E poi siamo tornati in macchina e lui era proprio lì, così vicino...ed era così bello, e io... io ci ho provato! Gli ho detto che dovevamo farlo lì, in macchina. Aveva un'aria così affranta...era veramente affranto. E io gli ho fatto tutto questo. >> 


Blaine mise da parte la sua cioccolata e si coprì il viso con le mani; Le sua spalle ripresero a muoversi in su e in già, mentre le lacrime ricominciavano a scendere, calde e veloci.


Cooper tornò a sedersi; provò ad immaginarsi suo fratello mentre perdeva il controllo, ma non ci riuscì. Sapeva che Blaine aveva un ottimo autocontrollo; a volte poteva essere permaloso e un tantino suscettibile, ma era talmente bravo a nasconderlo dietro la sua perfetta facciata da ragazzo per bene, che certe volte Cooper arrivava persino a dimenticarselo.


Si dimenticava del fatto che Blaine desiderasse cose che non poteva avere - o che credeva di non poter avere - e che quell'irrefrenabile, incontrollabile bisogno dentro di lui si facesse sempre più forte, a tal punto da portarlo a spingersi oltre le sue difese. 

 


Aveva bisogno di sapere che Blaine stava bene.


<< Blaine, >> incominciò << Lascia che ti dica una cosa - e forse questa sarà la conversazione più imbarazzante che abbiamo mai avuto, ma non importa. >>


Cooper prese un respirò profondo e fece mentalmente schioccare il suo collo.


Poteva farcela, per Blaine.


<< Kurt ti ama, giusto? Capirà che cosa è successo! Lui sa che tu eri ubriaco e che i ragazzi ubriachi diventano stupidi; lo sa. Tu non hai rovinato niente. E anche lui ti vuole, eccome! E' una cosa ovvia, chiunque se ne accorgerebbe! Non credere che non abbia visto i succhiotti che vuoi due vi lasciate addosso! >> 


Blaine non sorrise di fronte a quella battuta abbozzata, ma almeno le lacrime si erano fermate e lui era riuscito a scacciare i segni di quel disastro dal suo volto.


<< Il momento giusto per voi due arriverà, te lo prometto. Voi due siete forti. Questo è stato solo fra tutti quei migliaia  di momenti che voi due avrete ancora da condividere. Che cosa importa se è stato un brutto momento? Può capitare! Queste situazioni fanno parte di qualsiasi relazione. >> 


<< Dovrei chiamarlo, adesso. Dovrei dirglielo, cercare di spiegarmi...chiedergli scusa. >> 


Blaine incominciò a scavare nelle sue tasche, estraendo il suo cellulare, ma le sue dita erano lente e incapaci e Cooper si allungò verso di lui, afferrando il telefono e sottraendolo alle sue grinfie.


<< No, tu non lo farai! Non stanotte, non in questo stato. Non vorrai certo aggiungere una telefonata da ubriaco alla tua lista dei reati! >>


<< Cooper! >>


Cooper si alzò da tavola e trascinò Blaine lontano dalla sua cioccolata calda, ancora intatta.


<< Andiamo, Blainers; ti porto a letto. Ti sentirai da schifo domattina. >>


<< Mi sento già uno schifo. >> 


<< Ed è proprio così che dovresti sentirti! >> Cooper condusse Blaine in camera sua, tirandogli poi addosso il suo pigiama << Ubriaco o meno, fratellino, è ormai passato il tempo in cui ti aiutavo a cambiarti i vestiti! >>


Blaine roteò gli occhi mentre cercava di tirarsi fuori dalla sua camicia, ma quando la stanza incominciò a girare, a causa dei suoi movimenti troppo frettolosi, incominciò a vacillare. Cooper lo afferrò per un braccio e gli diede una mano a scendere dal letto.


<< Ok, va bene. >> bofonchiò quest'ultimo, aiutandolo ad infilarsi il pigiama e ficcandolo sotto le coperte.


<< Non riesco a credere che tu mi stia rimboccando le coperte! >> bubbolò Blaine, i suoi occhi già quasi del tutto chiusi. Cooper gli accarezzò dolcemente sulla testa, prima di rialzarsi e spegnere la luce. 

Portò a Blaine un bicchiere d'acqua e gli lasciò sul comodino una confezione di Tylenol - avrebbe avuto certamente bisogno di entrambi.


Avrebbero parlato ancora la mattina seguente, quando Blaine sarebbe stato sobrio e più lucido di quanto fosse al momento; Cooper gli avrebbe preparato i pancakes ed un bel po' di caffè, e lo avrebbe aiutato a trovare qualcosa di intelligente da dire a Kurt, per rimettere apposto le cose.


Ma lo avrebbe fatto l' indomani.


<< Ecco a che cosa servono i fratelli maggiori. >> disse << Buonanotte, Blainers. >>


Blaine si era già addormentato.










N.d.A:  * Casomai qualcuno se lo fosse chiesto, il " Canone in Re" in questione è questo: http://www.youtube.com/watch?v=15V74Qfzk_I


Beh, non so voi...ma i due fratellini mi conquistano sempre di più, ogni giorno che passa! x3

Un bacione, alla prossima. x3

  
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