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Autore: Neruda    30/04/2012    15 recensioni
Questo è il seguito di 'Nella luce dei tuoi occhi' e vede, ricollegandosi alla scena finale della precedente fanfiction, l'evolversi di quel fatale incontro fra Alain e Oscar.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 10 Dimmi che
per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero
di più, di più, di più...
(MIA MARTINI, Almeno tu nell'universo)



CAPITOLO 10

Seduto alla vostra scrivania, con la pipa a mezz'aria, mi osservate incredulo.
"Ho capito bene, Oscar? Vuoi lasciare le tue cariche, ora che il paese si avvia a necessitare di ogni forza militare disponibile, per...per...".
"Per sposarmi, padre".
Vi alzate lentamente in piedi, posando la pipa e arrivando a fissarmi direttamente negli occhi.
Non vi temo. Ora lo so, voglio essere solo una donna; non rinuncerò all'uomo a cui tengo di più al mondo, che desidera vivere al mio fianco per sempre.
"Hai già scelto anche con chi, suppongo".
"Sì".
Sostengo il vostro sguardo indagatore.
"Io non sono venuta a chiedere la vostra approvazione, padre... Avevo pensato di fuggire da voi di nascosto, ma non potendo in fondo ignorare tutto quello che avete fatto per me, ho considerato onesto rendervi comunque noto il mio intento".
"Fuggire di nascosto?... Ritieni di non trovarmi in accordo con la tua scelta...".
"Non mi aspetto che lo siate, la mia decisione non corrisponde ai vostri piani su di me, ma non riuscirete a farmi desistere dal mio proposito. Sono pronta ad affrontare la vostra ira".
La serietà della vostra espressione pare incrinarsi. Vi muovete per venire a porvi di fronte a me.
"Non posso biasimarti, Oscar... Del resto, di me conosci solamente la mia indole autoritaria".
Le vostre parole mi lasciano sconcertata.
"In realtà, io...sono contento della notizia che mi hai dato... Sai...è da qualche tempo che provo un forte rimorso per averti vincolata a un'esistenza contraria alla tua natura, relegandoti a una vita solitaria e priva di affetti, al fine di realizzare un mio egoistico quanto insensato progetto... Credevo di poter piegare al mio volere la sorte avversa, plasmandoti a mio piacimento, ma mi sbagliavo... Fu André a palesarmi il mio errore; il giorno in cui se ne andò da qui, parlandomi degli sforzi sempre compiuti da te per assecondarmi, mi fece considerare che, per quanto si provi, non si può arrivare a cambiare il proprio essere o l'animo con cui si nasce, solo per il compiacimento altrui. "Da un bocciolo di rosa non può schiudersi un tulipano", mi disse...e ho iniziato a capire, forse troppo tardi, che aveva ragione... Fra le tante spine che avrebbero potuto facilmente soffocarti, tu sei ugualmente fiorita come una bellissima rosa, Oscar".
Il mio caro André... Ecco perché, da quando lui ha lasciato il palazzo, ho notato un cambiamento in voi nei miei riguardi... 
"Padre, io...".
"Ecco, Oscar...avrei voluto parlartene già tempo fa, ma...", dite prima di volgere il viso verso la vetrata, "Io non sono mai stato bravo a esprimere i miei sentimenti... Spero di essere ancora in tempo a rimediare, se posso".
"Padre... Non dovete rammaricarvi per me".
Tornate a guardarmi, gli occhi velati di tristezza.
"Sappiate che la formazione che mi avete riservato e il ruolo militare ottenuto mi hanno dato modo di agire con un'estrema libertà per me vitale, negata alle altre donne, senza inoltre impedirmi di innamorarmi e di accettare una proposta di matrimonio, come vedete...".
Un sorriso rasserena il vostro volto. Mi osservate qualche istante pensieroso.
"Si tratta del soldato della Guardia Metropolitana che si trovava qui e che è ripartito ieri, non è vero? Ho notato che eri molto preoccupata per le sue condizioni...".
Abbasso lo sguardo, sentendo le mie guance arrossire.
"Il giorno seguente al suo arrivo ho parlato con lui... Quando mi hai riferito che intendevi ospitarlo per prestargli le cure di cui necessitava in cambio dell'aiuto che ti diede in caserma, sventando un'aggressione nei tuoi confronti, ho voluto ringraziarlo del suo gesto. Devo dire che quel ragazzo possiede del carattere... Mi ha detto senza timore che per te farebbe qualsiasi cosa, anche donare la sua vita, se necessario".
Alain, amore... Io farei lo stesso, per te.
"Ma avrai tenuto conto che, possedendo un titolo nobiliare decaduto, di fatto lui rientra a far parte della plebe e perciò non potrete ottenere il benestare di sua maestà per la vostra unione... Tuttavia, se è questo ciò che più desideri...".
Vi guardo implorante, l'animo percorso da un fremito di speranza.
"Si potrebbe adoperare la soluzione di un trasferimento; via da quelle che per te sono le costrizioni in ambito matrimoniale alle quali dovresti sottostare rimanendo qui, potreste vedere celebrate altrove le vostre nozze... Saresti esclusa dal divenire l'erede dei miei beni in quanto, non sposando un nobile, non possono esserti tramandate le ricchezze del casato, però io farò in modo che non venga mai a mancarti nulla di quanto necessiterai, Oscar. Preciserò alla famiglia reale che la volontà di lasciare i tuoi incarichi non è da ritenersi un tradimento alla Corona, ma la conseguenza dell'incompatibilità di tali mansioni con la tua natura femminile... Mi addosserò io le responsabilità e proporrò che a ricoprire le tue cariche venga nominato il figlio di Bouillé, il Generale non aspetta altro... Ti offro la possibilità di allontanarti con il mio consenso anziché fuggire, cosa della quale avrei ulteriormente sofferto... Saperti felice, anche se lontana, sarà la mia consolazione".
Non trovo replica a quanto mi avete detto. In uno spontaneo moto d'affetto appoggio la testa sulla vostra spalla, commossa.
"Grazie... Io vi...vi voglio tanto bene...".
Avverto le vostre mani toccarmi tremanti.
"Oscar mia... Per tutta la vita ho atteso di sentire queste parole...da almeno una delle mie figlie...".
Vi abbraccio, incapace di trattenere le lacrime.
"Ed è da tutta la vita...che io volevo dirvele, padre...".


Gli echi della Rivoluzione si sono infine spenti anche qui, in questo villaggio della Lorena dove ci siamo sposati un paio d'anni fa, dopo aver scelto di stabilirci in campagna per la tranquillità e la bellezza dei luoghi, oltre che per la tua predilezione a vivere e lavorare all'aria aperta.
"Oscar, hai passato la mattinata alla finestra, non arriveranno prima soltanto perché continui a guardare la strada... Faresti meglio a sdraiarti".
"Non sono stanca".
Sento addossarti alla mia schiena, mentre le tue mani arrivano ad accarezzare il mio ventre. Le copro con le mie, posando la nuca sul tuo petto.
"Ma forse lui...o lei...lo è. Il dottore ha detto che devi...".
Mi volto, portando le mani sulle tue ampie spalle, guardando il tuo bel viso abbronzato dal sole.
"Stanotte ho fatto un sogno così reale, Alain... Mi trovavo in casa, quando ho udito delle risate infantili provenire da fuori... Sono uscita e, nel prato sul retro, ho visto una bambina che correva allegra tra i fiori, salutandomi con le sue manine... Era bellissima, aveva lunghi capelli biondi e occhi scuri e profondi...come i tuoi...".
Mi osservi teneramente.
"Alain, io pensavo...che potremmo chiamarla Diane".
Il tuo sguardo si carica di infinito amore. Prendi il mio viso fra le mani, donandomi un delicatissimo bacio.
"Immagino che vorrai anche insegnarle a tirare di spada... Povero me, dovrò girare armato per casa...".
Rido, tornando a baciarti.
"Sarai geloso di lei dal primo momento in cui vedrà la luce...".
Fai una leggera smorfia, alzando lo sguardo.
"Lo ammetto... Perché la amerò più della mia stessa vita, come amo sua madre".
Mi lascio beatamente cullare dalle tue forti braccia. A nessun altro avrei potuto donare il mio cuore, se non a te.
Dalla finestra aperta si avverte il rumore di ruote che imboccano il sentiero.
"Eccoli, Alain!".
Mi dirigo sulla soglia. La carrozza non è ancora ferma, lo sportello si apre, lui ne esce con un balzo e ridendo mi corre incontro. Non è cambiato...se non nella capigliatura, ora corta. Apro le braccia e lo accolgo entusiasta.
"André! Che gioia immensa rivederti!".
"Per me lo è doppiamente, Oscar...", dici toccando lieve la mia prominenza, "Non posso lasciarti sola che tu ne combini una delle tue!".
La commozione lascia il posto alle risate.
"Hai ragione, André!...".
"Oscar, non sai quanto io sia felice per te... Non mi sembra vero che tu sia così radiosa...".
"E non l'hai vista vestita da sposa, amico...mentre suo padre l'accompagnava orgoglioso all'altare e sua madre piangeva dalla contentezza...". Mi sei arrivato accanto, portando un braccio dietro le mie spalle. "Finalmente ti conosco André, Oscar mi ha parlato molto di te".
"Piacere... Altrettanto lei mi ha scritto nelle sue lettere riguardo a te, Alain".
"Madame Oscar, le più vive felicitazioni!... Alla mia partenza dalla Francia eravate bella, al ritorno vi ritrovo stupenda!".
Anche lui ci ha raggiunti, dopo aver cortesemente chiesto al cocchiere, ora ripartito, di scaricare il loro bagaglio.
"Victor! La tua gentilezza è rimasta immutata, ma io non sono più un tuo superiore da tempo ormai, rivolgiti a me semplicemente come Oscar! Anch'io ti trovo molto bene, ne sono lieta".
Sorridendo, Victor passa una mano dietro la schiena di André, che lo guarda dolcemente.
"Non sono mai stato meglio, mad...Oscar".
"Bene gente, bando ai convenevoli, accomodatevi nell'umile ma confortevole dimora de Soisson, costruita da me in persona secondo i gusti della mia cara...e pignola...mogliettina! Penserete più tardi a disfare i bagagli, sarete stanchi del lungo viaggio intrapreso da Firenze per venire a trovarci... E credo che due giramondo come voi abbiano parecchie cose da raccontare!".
Con un gesto sottilineo l'invito di Alain, seguendoli. Prima di entrare, getto un'occhiata in direzione del prato retrostante la casa, carezzandomi la pancia nella quale percepisco dei tenui movimenti.
Poco meno di un mese e ti vedrò. Sbrigati a nascere, piccolina... Alla mia felicità più completa manchi solo tu.


  
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