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Autore: Selene Black    30/04/2012    5 recensioni
Ginevra, una ragazza italiana, nei dintorni di Londra. Uno scontro particolare, reale, che cambia lentamente la sua vita.
"- Ah … - diede un ultima controllata in giro e, soddisfatta, ebbe finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –vuoi qualcosa? Un tè?-
- Veramente preferirei un caffè – stava osservando quel trilocale con aria interessata e si accorse solo dopo un po’ che lei lo stava fissando in cagnesco, come dire: se sei venuto per essere servito, fai prima a portare il tuo bel culo reale fuori di qui.
"Ma sono davvero un idiota allora" Diventò ancora più rosso del solito quando disse: -Scusa, cioè.. quello che vuoi, non volevo…ehm… un bicchiere d’acqua va benissimo.- “Com’è che riesce sempre a sconvolgere i miei piani?”." (Tratto dal capitolo 5)
[Harry del Galles + nuovo personaggio]
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ci era mancato davvero poco.
 
Ma se lo avesse detto ad Harry, lui come avrebbe reagito?
“Strangolandomi.”
 Lo aveva appena cacciato in un  sacco, in un mare, in un immenso e sconfinato universo di guai!Certo, non consciamente, dato che Lucas aveva ascoltato di nascosto la conversazione che aveva avuto con Blame.  E ora, mentre probabilmente quell’odioso ma dannatamente ultrasexy ragazzo stava spifferando tutto in giro, non sapeva come risolvere il casino che aveva combinato. 
 
 “Quanto tempo ho prima che sia accusata di danno alla corona d’Inghilterra?
Quanto prima che Harry cominci a odiarmi?”
 
-Allora passata bene la notte?-
 
“Come. Posso. Fare?” Zero idee.
 
-Ginnie?- cercò di riportarla alla realtà Will.
-Uh? Cosa?-  biascicò arrossendo per il fatto di trovarsi beatamente tra le nuvole. In un nanosecondo precipitò nel salotto dello chalet, e si ritrovò seduta sul bracciolo del divano dove stavano chiacchierando Kate e Pippa. Di fianco a lei, sprofondato in una poltrona, c’era William, che stava ridacchiando per la sua figura.
-Dicevo, com’è andata?- le richiese, con un sorriso alla Monna Lisa che Gin non riuscì a decifrare.
La notte prima? Perfettamente: “Mi ha baciata”
-Mmm. Bene.- rispose non troppo convinta, mentre le sue guancie diventavano ancora più rosse e i ricordi si fiondavano su di lei velocemente. Si morse le labbra e abbassò gli occhi, poi cercò di cambiare discorso.
-Voi?-
William la squadrò ancora un po’, guardò Harry seduto sull’altra poltrona con la testa appoggiata al palmo della mano e un espressione da ebete, e poi tornò a raccontare a Gin della notte in ospedale, che lui e la sua adorata moglie avevano passato parlando e piangendo. Poi anche lui si intromise nella conversazione tra Kate e Pippa, e lei se ne restò di nuovo sola con i suoi pensieri.
Stava per cedere alla tentazione di alzarsi e, disperata, cominciare a girare per la stanza con le mani nei capelli urlando tutto quello che aveva combinato e scoppiando a piangere per la tensione davanti a tutti, quando Kate sorridendo disse che aveva fame. La cucina era un’ottima occasione per stare sola e pensare, quindi si propose subito.
 
-Me ne occupo io, tranquilli. Continuate a parlare..- e cercando di apparire serena e senza pensieri fece per svolazzarsene in cucina. Ma Will le doveva guastarle la festa.
 
-Hey Furia, dalle una mano su!- accennò al fratello. –Noi tre ce ne stiamo qui okay?- disse con un sorriso sghembo e soddisfatto che irritò moltissimo Gin. Ma che diavolo. Lei doveva pensare, e stare sola con Harry nella stanza non l’avrebbe aiutata per nulla. Il rosso si alzò, svogliato, e mugugnò qualcosa tenendo lo sguardo basso, dirigendosi poi verso la cucina.
 
Cominciarono ad armeggiare in cucina, impacciati e imbarazzati. Talmente tanto che dopo solo dieci minuti lei si era ritrovata la maglia completamente inzuppata di salsa di pomodoro e lui sbrodolava scuse assurde per avergliela rovesciata addosso.
 
Il problema era che mentre si parlavano sopra, tra “scusa” e “non è successo niente”, erano così distanti che non si accorgevano di quanto la situazione fosse ridicola. Gin era sull’orlo delle lacrime, si sentiva in colpa.
E ora Harry la guardava, con uno sguardo triste e tanto intenso da farle tremare le ginocchia.
 
“Sa qualcosa.”
Il panico si impossessò di lei. Cosa doveva fare? Scusarsi e dire tutto prima che lo sapesse lui da altre fonti? Probabilmente si sarebbe arrabbiato di meno. Ovvero  forse non le avrebbe fatto pagare una multa con talmente tanti zero che non le sarebbero bastate nove vite per saldarla. E soprattutto forse non avrebbe perso completamente l’idea di lei che si era fatto. Non avrebbe odiato con tutto sé stesso la ragazza che aveva baciato la sera prima. Quindi..
-Scusa per Lucas.- sussurrò, ricambiando lo sguardo. –Io non ne avevo intenzione.. è che ..-
-Tranquilla.- la interruppè lui, scuotendo leggermente la testa. –Capisco…-
 
 
“Capisci?”
In tutte le cose che avrebbe potuto urlarle contro o dirle per farla sentire in colpa capisco non rientrava proprio.
Lo guardò, assumendo col passare dei secondi un’espressione sempre più stupita.
Capiva cosa? Che per sbaglio aveva raccontato del bacio, dei propri sentimenti, a uno sconosciuto? Che il mondo intero avrebbe saputo di lì a poco che lei era innamorata? Che era stupida?
Restando immobile si guardò attorno cercando di capire cosa intendesse Harry, che la stava cominciando a guardare frastornato.
Capiva che?

Ma che...
 
-No scusa, non ho capito. Cosa?- gli chiese dopo aver abbandonato le sue riflessioni.
-Cosa cosa?- disse lui corrugando la fronte.
-Cosa hai capito.-
-Ah.- abbassò gli occhi. Quanto era amabile? –Che..- si fermò, torturando con le mani il bordo del lavello. “che?”
Gin stava odiando quella dannata pausa, le si stava rodendo il fegato. Lo invitò con gli occhi a proseguire.
-Bè, che non mi vuoi. Lo capisco.- “Che?” –Insomma, sì, Lucas è molto più carino di me, diciamo che è.. poi io sono ciò che sono e…  Uh. Poi… Okay, hai capito. –
Il rosso alzò finalmente gli occhi puntandoli nei suoi come fari azzurri.
Gin deglutì, cercando di rimanere seria.
 
-Stai scherzando vero?- disse e senza riuscire più a trattenersi scoppiò in una risata di liberazione.
 
Non sapeva niente, anzi. Le veniva da urlare, tanto si sentiva felice. Harry era triste perché pensava, ancora non aveva capito come, che lei lo avesse…rifiutato? Era una cosa talmente impossibile da essere ridicola. Si appoggiò ai fornelli con la schiena, e continuò a ridere, euforica.  Si sentiva come se si fosse drogata con un po’ di felicità pura.
Il principino la guardò stupito, poi si lasciò coinvolgere dalla risata argentina di lei e unì allo scoppio di ilarità anche la sua voce profonda.
 
-Oddio,oddio,oddiiiiio, Capitanooo, vieni qui subito!- l’interruppe Pippa, con un tempismo perfetto.
Gin sentì voci da televisione, e con Harry andò in soggiorno. Un passo dopo l’altro pensava a cosa poteva essere. Magari stavano guardando il telegiornale. Magari era una notizia che li riguardava da vicino. Magari era su Harry.Gin si paralizzò appena prima di entrare in salotto.
Lucas l’aveva fatto. Il mondo sapeva. E Harry si stava mettendo davanti al televisore proprio in quel momento. Era la fine. L’apocalisse.
-…entornati a Marrying prince Harry, ed eccoci qui con la prossima aspirante moglie, dal Missisipi, Usa, Tara Wilkinson-
Pippa si rotolava dalle risate, “insopportabili” secondo Gin, William e Kate scuotevano la testa divertiti e Harry era ancora imbambolato davanti allo schermo, tutto preso dalla trasmissione.
Lei invece era ferma sulla soglia della porta e aveva appena ripreso a respirare normalmente.
-Come se una di loro potesse mai arrivare al mio Capitano- risata insopportabile –sono così lontane dall’idea di ragazza che potrebbe mai piacerti che..- altra risata insopportabile.
Gin si fece più attenta e guardò lo schermo. Era una trasmissione abbastanza stupida, e venivano intervistate delle ragazze, un po’ stalkers, ma più o meno normali.
-Certo sì, se mettessero assieme tutti i loro patrimoni forse riuscirebbero a arrivare al livello delle vostre amicizie, forse..-e scoppiò di nuovo a ridere.
Gin deglutì. Quello che diceva Philippa era forse vero? Gli altri non stavano più ridendo..
Poi la Middleton minore le gettò uno sguardo veloce, e sorrise, come fosse pronta a darle uno spietato colpo di grazia.
-Cosa arriverebbero a fare per farsi notare? Credo, Capitano, che si butterebbero addirittura sotto la tua macchina- rise. In salotto si sentiva solamente il suo starnazzare.
“Che puttana!”
Ora sì che sarebbe volentieri scoppiata a piangere. Lucas e Pippa sarebbero stati una coppia perfetta, visto che stavano riuscendo proprio bene nel rovinarle la vita. Ma, sebbene fosse di ceto così inferiore al loro, sebbene fosse così plebea, contadina, non avrebbe versato neanche una lacrima davanti a lei, il suo orgoglio glielo impediva. Indietreggiò, ma fu bloccata dalla presa salda della mano di Harry sul suo braccio.
-Commando...-disse rivolto a Pippa.
-Stavo solo scherzando, vero Ginnie?- disse sorridendo.
Mentre nella testa di Gin si affollavano tremila insulti diversi in lingue diverse, cercò di sorridere, e poi tornò in cucina, seguita da Harry. Le era uscito il sorriso più falso che avesse mai fatto, e, ora sì, aveva cominciato a piangere.
Voleva andarsene: sarebbe stata la soluzione migliore,  avrebbe risolto ogni suo problema. Se si fosse nascosta in Micronesia, o in una landa desolata, sarebbe riuscita ad allontanarsi da quella peste di PhilippachiamamipurePippa e dalla furia di Harry, quando avesse scoperto che Lucas, e quindi il mondo, sapeva.
Guardò fuori dalla finestra e cercò di calmare le lacrime che lente e silenziose le rigavano le guancie.
-Ehi. – le sussurrò il principino e la voltò, prendendola delicatamente per le spalle. Corrugò la fronte quando vide che piangeva. –Non darle peso, sappiamo entrambi che quelle cose non stavano né in cielo né in terra.-
Gin non riusciva a credere completamente alle sue parole, ma quando si accorse che il rosso, così teneramente arrossito, la sfiorava, non potè più trattenersi.
-Lucas, la guardia..-
-Per cui tu non provi niente vero?- sorrise preoccupato il principino, scostandole un boccolo dal viso.
-No- sorrise, sentendo il salato delle lacrime sulle labbra- non interrompermi.-
-Scusate, vostra altezza.- Harry muoveva gli occhi da quelli di lei, alle sue labbra. Erano così vicini…
-Lucas, credo sappia del fatto che..ci siamo baciati.-
L’aveva detto, aveva appena firmato la sua condanna a morte. “Complimenti Ginevra.” Per la prima volta l’argomento bacio veniva tirato fuori e lei lo aveva collegato al fatto che la notizia si sarebbe sparsa. “Chissà che bel ricordo ne avrà Harry d’ora in poi…”
Aveva fermato tutto ancora prima che cominciasse, se lo sentiva. Sentì le lacrime riaffiorare.
-Mmm.- disse lui, sempre puntandole gli occhi addosso. –E’ stato un errore?-
Il cuore di Gin cominciò a galoppare, così come il suo respiro si fece più veloce, per la vicinanza di Harry, per la dannata paura che aveva della sua reazione, della fine.
-Sì, e non è stata mia intenzione giuro, lui mi ha ascoltata di nascosto mentre ne parlavo con Blame, di lui ci si può fidare, credo.. oddio, io. Mi dispiace..-cominciò a blaterare velocissima, abbassando il viso.
Lui le rialzò la testa con una mano.
Era terribilmente serio, le labbra dritte come una riga. Gli occhi però, quelli tentennavano. -Intendevo il bacio.-
Ah. Il bacio. Bè, era un’altra cosa. Ma era stato un errore o no? Gin restò ferma per un attimo, le lacrime bloccate, concentrata sull’azzurro degli occhi del rosso.
Poi parlò.
-Il più bello della mia vita.-
E Harry sorrise, visibilmente sollevato.
-Posso rifarlo? Ti prego?- Ecco di nuovo quello sguardo da bambino. “Un bambino furbo eh.”
Ma quella volta fu lei a gettarsi sulle sue labbra, morbide come le ricordava.
E impazzì per la gioia, in quel bacio salato di lacrime, schiacciata contro la finestra dal suo personale, forse momentaneo “va bene così”, principe.




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*risorge dalle tenebre*
Dopo altri mesi di assenza (La scuola-elapigrizia-mi stanno uccidendo) rieccomi con un capitolo che spero vi piacerà, anche se buttato giù di fretta tra una pausa e l'altra..
Fatevi sentire, e sì, fatemi pure il cazziatone per avervi abbandonato così.. *in un angolo piange, sa che se lo merita*
Vi aspetto alla prossima pubblicazione, spero più prestoooo

Sere


  
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