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Autore: Clira    01/05/2012    0 recensioni
Che cosa accadrebbe se un giorno la bellissima Rosalie Hale Cullen, contro ogni legge della "vampiristica", scoprisse di essere in dolce attesa? Come si spiegherebbe il fatto? E cosa succederebbe se la coppia decidesse di scappare senza lasciare traccia per scoprire come sia potuta accadere una cosa del genere? Come reagirebbe il resto della famiglia Cullen? E se per ultimo...la notizia arrivasse alle orecchie di certi vampiri che abitano in Italia? In questa ff si scoprirà anche il lato oltre la facciata di Rosalie, i suoi atteggiamenti con Emmett, l'amore che prova per lui e per la sua famiglia e la gioia nel diventare finalmente madre... La storia si svolge in seguito a "Breaking Dawn"
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20-Di nuovo a casa  

CAPITOLO 20: DI NUOVO A CASA

ROSALIE’S POV

Non ci potevo credere; avevamo viaggiato per tre giorni e finalmente…eccoci. I luoghi che mi si presentavano ora davanti erano finalmente familiari e soprattutto…sicuri.  Peter, Charlotte ed Alastair erano andati a sistemare l’elicottero, mentre io stavo portando Emmett verso casa proprio in quel momento…era strano…casa.

Casa.

Sì, dopo quasi un anno di assenza…ero finalmente a casa…ma c’era una brutta situazione che mi dava il tormento…come se quella storia non fosse ancora finita, e dopotutto sapevo che i Volturi non mi avrebbero mai permesso di andare via in quel modo; ero certa che si stessero preparando all’atto finale e io non potevo far altro che fare altrettanto…o ci avrebbero annientato. Dovevo tornare a casa immediatamente, dovevo avvertire la mia famiglia…dovevo capire come poter finalmente aiutare Emmett. Guarirlo: questo era ciò che mi premeva ancor più di tutto il resto, e poi…stringere di nuovo Hope tra le mie braccia. La voglia che avevo di rivederla era frenetica…la mia bambina, chissà come stava, chissà quanto era cresciuta.
E poi, iniziai a vederla, in lontananza, eccola: la mia casa. E chi era quel piccolo folletto moro che se ne stava lì? Seduta da sola sui gradini della veranda c'era la mia piccola Alice, la mia sorellina. Ciò che provai in quel momento  fu inspiegabile, era tutto troppo grande. Se avessi potuto piangere mi sarebbero spuntate delle lacrime di gioia. Tenevo mio marito sulle spalle, ma mi sentivo leggera, anche se sapevo che non sarebbe durata molto perché non appena avessi riabbracciato la mia famiglia e la mia bambina, la paura per ciò che stava accadendo ad Emmett mi avrebbe sopraffatta. Ma in quel momento, in quel preciso momento, volevo solo mettere piede dentro casa e stringere la mia famiglia. Vidi quel puntino di Alice ingrandirsi e farsi sempre più riconoscibile; sapevo che si trattava di lei solo grazie alla mia vista potenziata, altrimenti non l'avrei neanche notata. E poi, anche lei parve percepire qualcosa perchè si alzò dai gradini della veranda in modo fulmineo e si guardò intornò freneticamente, come se stesse cercando qualcosa. Infine si voltò verso la mia direzione e i nostri occhi si incontrarono. Vidi diverse espressioni susseguirsi sul suo volto in rapida successione. Stupore, felicità, sollievo e altro ancora. E poi la sua voce, che non udivo da ormai più di un anno, arrivò alle mie orecchie: - Rose! -

ALICE'S POV

Avevo bisogno di allontanarmi un attimo dalla mia famiglia e di concedermi qualche momento da sola. Mi sentivo così triste senza Rose, dopo tutto questo tempo. Aveva un carattere duro in apparenza, ma io la conoscevo per com'era veramente e lei...be', era semplicemente mia sorella. Ed Emmett poi; lui era l'anima della casa, sapeva sempre come farci ridere nei momenti difficili e avrei tanto voluto averlo lì in quel momento. Sentire la sua voce, sentire le sue battute. Giocherellai con la catenina che avevo appesa al collo, era uno dei regali di nozze di Emmett e Rose, di quasi trent'anni prima, una delle tante cerimonie mie e di Jasper. Lui adesso era dentro a cercare di sedare il dolore di Esme, che ogni giorno, invece di diminuire pareva aumentare. 
Io sapevo solo che non volevo più vedere la mia famiglia così, eravamo tutti molto demoralizzati, ma la speranza ancora c'era.
E, in quel momento, come se qualcuno avesse finalmente ascoltato le mie preghiere, mi parve di sentire un odore familiare. Mi alzai di scatto perché quell'odore ero certa che appartenesse a mia sorella. Non volevo illudermi un'altra volta, ma...stavolta sapevo che quel profumo apparteneva a lei. Iniziai a guardarmi intorno freneticamente, finché ad un tratto, in lontananza vidi una chioma di capelli biondi avvicinarsi sempre di più. Sul mio volto sì aprì un sorriso incredulo e forse quasi sconvolto. Per un momento rimasi immobile, poi con uno slancio iniziai a correre verso di lei. - Rose! -


ESME'S POV

Sapevo che tutti i miei figli e mio marito erano preoccupati per me, ma non sapere che fine avessero fatto i miei due figli era un dolore forse ancora peggiore di saperli morti. C'era la costante ansia, era tutto così opprimente, tutto così insostenibile. Avevo Jasper sempre intorno, sapevo che usava molto il suo potere con me per cercare di alleviare, per quanto possibile, il mio dolore. Gli avevo detto più volte di non preoccuparsi e di passare più tempo con sua moglie; sapevo che anche Alice era atterrita all'idea di perdere sua sorella, ma lui continuava a prestare più attenzione a me, supponevo che fosse stata lei stessa a dirgli di farlo, di tenermi d'occhio, di aiutarmi. Ma avevo paura di diventare quasi un peso per loro, perciò da qualche giorno avevo iniziato a fingere che andasse meglio; solo Edward sapeva la verità, ma lui non diceva niente, era sempre molto discreto e per questo gli ero molto grata. 
Stavo coccolando un po' la piccola Hope quel pomeriggio, ero seduta con lei nella stanza di Emmett e Rose, nella quale non ero entrata per mesi, quando Jasper arrivò.
- Ehi... - mi disse lui - Ciao, caro -  - Come stai? - sorrisi debolmente - La bambina allevia il dolore, avere Hope tra le braccia mi aiuta a sentirli più vicini. Avrei solo biogno di sapere che sono vivi. È questo il mio desiderio. - lui posò una mano sulla mia. - Ci hanno mandato Hope, sono certo che arriverà un altro segnale. -  - Grazie Jasper. - mio figlio mi sorrise debolmente. Sapevo che anche lui soffriva molto per Emmett, erano sempre stati molto legati. E poi il suo dono in quel momento era quasi un fardello: lui alleviava il dolore altrui, ma nessuno poteva occuparsi del suo.
Restammo lì a parlare ancora per un po', Hope ci guardava e in cuor mio sapevo che capiva. Jasper si era affezionato molto a lei, giocava spesso insieme alla piccola, le stava facendo un po' da secondo papà e questa era una cosa molto dolce.
Ad un tratto però, dall'esterno della casa, udimmo la voce di Alice gridare: - Rose! - rimasi pietrificata.

EDWARD'S POV

Io e Bella stavamo andando a casa dei miei genitori dopo aver trascorso un po' di tempo da noi; di tanto in tanto anch'io avevo bisogno di staccare da quell'atmosfera opprimente, a volte avevo bisogno di non sentire tutti i pensieri negativi della mia famiglia e Bella riusciva a darmi un po' di pace. Lei teneva la nostra Nessie in braccio e io guardavo distante, la mia mente vagava, avevo un disperato bisogno di riposo....e di mio fratello. Quel dannato bestione rompiscatole che sopportavo da quasi settant'anni mi mancava terribilmente.
Presi una mano di mia moglie e prima di arrivare alla villa ci fermammo, mi sedetti per terra, prendendomi la testa tra le mani. Mi faceva quasi male, già cominciavo a sentire i pensieri dolorosi di Esme.
Bella si sedette al mio fianco, posandomi una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene, Edward. Vedrai che le cose si risolveranno....
E,  precisamente in quel momento, giunse alle nostre orecchie l'urlo di Alice. - Rose! -

ROSALIE'S POV


Mi ci vollero solo pochi secondi per arrivare da mia sorella e stringerla forte, dopo aver posato momentaneamente mio marito sull'erba. Alice era incredula. - Rose! Oh, mio dio...Rose! - erano queste le uniche parole che riusciva a pronunciare mentre sapevo che, se avesse potuto, sarebbe scoppiata in lacrime anche lei.
In un momento mi trovai davanti la mia intera famiglia e, fra le braccia di Jasper, anche la mia Hope. - Mamma! - trillò felice quando mi vide. 
Dopo un attimo Esme era già aggrappata al mio collo, scossa, e nonostante i tentativi di Carlisle, sembrava che non avesse la minima intenzione di lasciarmi andare. Mia madre continuava a ripetere il mio nome, come se fosse l'unica parola in grado di pronunciare.
Dopo qualche altro istante Edward si avvicinò al corpo di Emmett ancora adagiato sull'erba. - Rose...che cosa gli è capitato? - io mi voltai, riuscendo a sciogliermi dolcemente dalla stretta di Esme. - Non lo so, Edward. Speravo che voi poteste aiutarmi a capirlo.
Carlisle lo prese in braccio senza sforzo dopo avermi stretta a sua volta e tutti ci incamminammo all'interno della casa.
Lì, Emmett venne sistemato su un divano e poi, proprio come mi aspettavo, iniziarono le domande. Così, raccontai loro tutto ciò che era accaduto fin da quel giorno alla partita da baseball, quando avevo scoperto di aspettare la mia bambina. Raccontai loro dell'improvvisa decisione di partire, di chiamare con noi Leah e....un momento...Leah! Mi ricordai di lei e di David solo in quel momento, dovevo assolutamente vederli e ringraziarli per essersi presi cura di mia figlia e per averla portata a casa sana e salva.
Ora avevo di nuovo la mia Hope tra le braccia e sarebbe stato tutto perfetto se solo avessimo trovato il modo di riportare Emmett alla normalità.
Dovevamo assolutamente trovare una soluzione.


LEAH'S POV

E così erano tornati. La notizia si era diffusa alla velocità della luce anche alla riserva e ora praticamente tutti si stavano recando nei pressi di casa Cullen per saperne di più.
Io e David ci prendemmo per mano e raggiungemmo a gran velocità la grande villa abitata dai vampiri, seguiti subito dopo dal resto del branco.
La famiglia uscì non appena si accorse di noi e quando vidi Rosalie, lei mi corse incontro, io feci altrettanto e ci abbracciammo.
Tutti erano sconcertati; non si sarebbero mai e poi mai aspettati una cosa del genere, specialmente tra me e lei. Poi venne il turno di David, ma qualcosa non quadrava. Mancava Emmett. Rose capì all'istante i miei pensieri e mi invitò a entrare. Lì vidi il vampiro sdraiato sul divano, gli occhi chiusi, immobile e compresi immediatamente che qualcosa non andava. - Rose, che cosa è successo? -  - Da quando l'ho portato via da Volterra è così. Non so cosa gli abbiano fatto quei maledetti. -
Fu la chiara voce della piccola Hope a sconvolgerci tutti. - Lo sapremo presto, mamma. Loro sono qui. Stanno arrivando. -  - Hope ha ragione. - confermò poi Alice. - Li ho visti anch'io. I Volturi saranno qui presto. -.
Un silenzio glaciale calò nella stanza.

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Ed eccoci qui dopo..........mmmm......un anno? Mi sa anche di più. Potrete mai perdonarmi?! Io non credo e spero solo che questo capitolo serva un pochino più o meno a riscattarmi, ma non ci spero neanche molto, lo so che sono imperdonabile. Ma questa fic andava finita e io questo capitolo l'ho terminato solo adesso, in questo preciso istante, dopo un blocco grande come il globo.
Beh....spero che il ritrovo della famiglia Cullen sia stato all'altezza delle vostre aspettative e se così non è, mi dispiace molto...
Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio a tutti!! :-)

P.s. ho creato un nuovo contatto su Facebook "Clitemnestra Efp" che utilizzo proprio per parlare con voi, in caso abbiate consigli o critiche da farmi, se volete io ci sono sempre!  Spero mi lascerete un commento per sapere, dopo tanto tempo, cosa ne pensate di questa mia follia che ormai a breve, temo vedrà il suo tramonto con la parola "FINE". Ancora un saluto a tutti e buona serata! (E come al solito perdonate gli eventuali errori)
  
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