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Autore: niki_    01/05/2012    5 recensioni
Roxas Yoake e Axel Shogo sono migliori amici, frequentano la stessa combriccola di amici che si conoscono da quando sono nati.
Il Destino opera per strani mezzi, molto spesso incomprensibili.
Per Roxas le cose sono addirittura più complesse: rifiutato da una ragazza, si ritrova a dover baciare il proprio migliore amico. Le cose si evolveranno fino a che punto?
Estratto dal prologo:
"Come vuoi, Roxy!", cinguetta salutandomi con la mano, si gira sui tacchi e se ne torna in salotto. Sicuramente ho le visioni, ma per un secondo mi è sembrato che nei suoi occhi fosse apparsa la solita scintilla che si manifesta quando vuole conquistare una ragazza...
Un muro! Ho urgentemente bisogno di un muro dove sbattere la testa!

[Roxas centric]
[ATTENZIONE: il personaggio di Xion potrebbe risultare OOC. Questo è dovuto alla totale ignoranza dell'autrice che non ha mai giocato a 358/2 Days. Mi scuso per questo]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Fifteen days to fall in love - Prologo
Oddio, cosa sto facendo? Mi sto buttando a capofitto in una nuova long quando ho già un'infinità di storie da aggiornare?
Siete liberissimi di lanciarmi pomodori, fate pure.
Sì, come avrete notato dall'introduzione si tratta di una nuova AkuRoku che tanto nuova non sarebbe. Ok, vi spiego: nel mio computer, sepolto nella cartellina dove tengo tutte le storie per EFP, c'era questo file risalente al 4 novembre cioè molto prima che iniziassi a pensare a Where the rainbow ends?. La storia di questa storia è molto travagliata e lunga, quindi non sto a raccontarvela tutta perché finirei con lo scrivere delle note iniziali più lunghe di tutto il capitolo. Basta dire che in questi due giorni di ponte mi stavo annoiando molto perciò ho ritrovato e completato questo primo pezzo.
Alla fine dovrebbe venire fuori una long da più o meno una quindicina di capitoli. Sì, poveri voi, incauti lettori. 
Credo di avervi scoraggiato abbastanza. Benissimo, vi lascio alla lettura del prologo di Fifteen days to fall in love (che titolo idiota, oltretutto!), spero che vi piaccia.

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei & Co.
Se KH mi appartenesse avrei provveduto a mettere più presenza femminile. Con quattro donne in croce non pensare allo yaoi è impossibile!

Ah, questa è l'immagine colpevole - che a novembre era lo sfondo del mio dekstop - che mi ha incoraggiata alla prima stesura di questa storia. Mi sembrava giusto metterla.
00. Prologo
Sono un demente, sono un demente, sono un demente...
, sbatto la testa ritmicamente contro il muro ripetendo il ritornello.
"Ehi, Ro', mi presteresti...", entra il mio gemello con un grosso sorriso interrompendosi di colpo notando la mia occupazione "Wow, vuoi lasciarci davvero il solco della tua testa vuota?"
"Sparisci", sibilo minaccioso fulminandolo con lo sguardo. Una volta tanto mi sta a sentire ed esce dalla mia camera afferrando la PSP (l'unico motivo della sua visita) che stava sul mobile vicino alla porta lasciandomi libero di riprendere a testate il muro.
Per cosa mi stavo punendo? Ah, già, per aver mandato a puttane un'amicizia di sei anni per quattro semplici paroline pronunciate al momento sbagliato.
"Mi piaci tu, Xion", ma perché diamine l'avevo detto? Stupido, stupido, stupido!
Ne do una così forte da far tremare la mensola sopra la mia testa, ma per fortuna riesco ad ottenere lo stato di intontimento che speravo. Barcollo fino a raggiungere il letto e mi lascio cadere a peso morto sopra i cuscini ad occhi chiusi.

Ridiamo, io e Xion. Mi piace la sua risata: quando ride sembra un angelo sceso dal cielo apposta per me.
"Solo tu potevi dirlo, Roxas", si passa una mano sul viso scuotendo la testa e mi scocca un altro sorriso luminoso come il sole.
Le rispondo con uno talmente ebete che aggrotta le sopracciglia perplessa. "Va tutto bene, Ro'?".
"Eh? Oh, sì, sì, sì", annuisco di riflesso, ma so che questa bugia non reggerà a lungo contro i suoi occhi: sono di un blu intenso, un mare per chi li guarda. Ci vorrei tanto annegare in quel mare...
"Terra chiama Roxas!", mi sventola la mano davanti al naso riportandomi coi piedi per terra "Accidenti, ma che ti prende? Sei per caso innamorato?", ride.
"Innamorato?", balbetto diventando violaceo "Ma che vai dicendo, Xion?".
"Sei innamorato!", batte le mani entusiasta "Avanti, chi è?", si sporge verso di me, il viso animato da una nuova curiosità.
"Ma... No, dai, Xion, non te lo posso dire!", arrossisco ancora di più.
"Andiamo, Roxas!", mette un finto broncio che la fa diventare ancora più carina di quanto non lo sia già "Siamo amici da sei anni!".
"Ma non posso! Non mi parleresti più!".
Lei si fa seria per un momento. "Non ti sei mica preso una cotta per mio fratello?".
"Dio, Xion, CHE SCHIFO!", mi metto a urlare "Piuttosto preferisco pulire con la lingua il pavimento del bagno dei ragazzi!".
"Guarda che se non me lo dici non ti parlo più lo stesso", dice sapendo perfettamente che cederò subito al suo ricatto.
"Mi... Mi piaci tu, Xion", tiro fuori tutto d'un fiato tenendo la testa bassa.
Silenzio. Faccio passare tre secondi prima di guardarla.
Il suo viso è una maschera di sorpresa: le iridi blu sgranate, le labbra rosee che disegnano una perfetta 'O'  e un vago rossore dipinto sulle guance.
"Io... Roxas", stavolta è lei che abbassa lo sguardo "Io... Non provo lo stesso... Cioè: sei un fratello, per me, lo sai, ma... Non mi piaci fino a quel punto. Mi... Mi dispiace", ed era scappata lasciandomi come un pirla seduto sul muretto del parco.

Riapro gli occhi anche se non vorrei farlo.
Sei anni nel cesso, Roxas. Ora lei ti evita come la peste e non provare ad accampare scuse: per la prima volta in sei anni non si è seduta al vostro tavolo, ma è andata dalle ochette della sua classe il cui unico scopo nella vita è di avere lo smalto perfettamente intonato con i loro vestiti. E questo per cinque giorni consecutivi!
"Sei uno stupido, Roxas Yoake*", mi dico coprendomi gli occhi con le mani.
"Lo so che sei stupido, Ro'", la voce acuta di mio fratello mi fa scattare a sedere "Smettila di auto commiserarti e preparati, si esce stasera".
Non ve l'ho ancora presentato, vero? Oh, be', poniamo subito rimedio...
Nella vita precedente devo aver fatto qualcosa di davvero malvagio (del tipo sterminare intere civiltà o roba del genere...) per meritarmi un fratello gemello come lui. Si chiama Sora e ringraziando Iddio non mi somiglia per niente.
Siamo gemelli diversi, per fortuna: io biondo, lui castano perciò nessun problema a riconoscerci. Fra le nostre intelligenze c'è un baratro (a essere minimalisti) di differenza: diciamo che durante la spartizione dei neuroni nell'utero materno me li sono presi tutti io lasciando il mio 'povero' fratellino completamente sprovvisto, solo che lui in cambio ha avuto lo strano dono di attirare le ragazze grazie alla sua innocenza, così che alla tenera età di quindici anni (tre contando quelli cerebrali) ha avuto circa il triplo delle mie fidanzate.
Vabbè, lasciamo perdere le dispute con mio fratello e torniamo a questo tremendo presente.
Sora mi guarda ancora con le mani sui fianchi aspettando un cenno da parte mia. "Non mi va", rispondo semplicemente e con un tono molto strascicato.
"Non se ne parla: è una settimana che sei chiuso qui dentro a sbattere la testa contro il muro, perciò...", va al mio armadio e tira fuori jeans, maglietta e felpa "Ti vesti e usciamo", ed esce sbattendo forte la porta.
Borbottandogli contro maledizioni di ogni genere inizio a vestirmi: tanto dolce e caro, all'apparenza, ma il mio gemellino può diventare una vera belva se litiga. Specialmente se la persona che gli dà contro sono io: la cicatrice a forma di mezzaluna sull'avambraccio sinistro non me la sono mica fatto da solo! Il dentista, scherzandoci su, ha detto che non avrebbe fatto il calco dentale a Sora perché ne aveva uno perfetto sul mio braccio.

Vagabondiamo apparentemente senza meta lungo le vie residenziali della città.
Ho tirato su il cappuccio della felpa e tengo la testa bassa per studiare i ciottoli del marciapiede mentre Sora mi trotterella allegramente intorno come se fosse un bambino che va per la prima volta ad un parco divertimenti. Assomigliamo vagamente ad un condannato a morte con il suo fedele amico a quattro zampe.
Lui apre un cancelletto e mi sospinge dentro e, senza darmi il tempo di reagire, mi fa salire i gradini del portico in legno e suona il campanello. "Sora, ma cos...?", rialzo la testa e, orrore!, leggo il nome sul campanello: Nichibotsu**.
Non faccio in tempo a girarmi e correre via, riconoscendo il cognome di Xion, che già Riku ha aperto la porta con un sorriso a trentadue denti (che, sinceramente, fa anche paura) e mi afferra per la spalla. "Dove credi di andare, Rox? Siamo tutti qui per la Riunione!".
La Riunione, cavolo è vero! Dovevo aspettarmelo dato che oggi è sabato.
La Riunione consiste in una seduta collettiva del nostro piccolo gruppo di amici che si protrae fino al giorno successivo (passiamo anche la notte insieme), un piccolo modo per stare insieme il weekend dato che facciamo scuole diverse.
Porca miseria che razza di idiota che sono: ora che ci penso, sono cinque giorni che Sora mi sbandiera che la Riunione si sarebbe tenuta a casa Nichibotsu.
"Abbiamo taaaante cose da dirci", sorride Sora facendomi l'occhiolino.
Ho già detto che mio fratello ha l'intelligenza di un'ameba? Allora mi chiedo: come diamine ha fatto a capire quello che era successo fra me e Xion? Non può esserci arrivato solo con le sue forze!
Catena di Sant'Antonio, Roxas, mi dico mentre vengo trascinato dall'albino in salotto.
Sicuramente è andata così: Xion ha sentito l'irrefrenabile bisogno di confidare l'accaduto a qualcuno così l'ha detto a Kairi, la sua migliore amica, che a sua volta l'ha raccontato a Naminé, la sua gemella (a differenza di me e Sora quelle due sono pappa e ciccia). Ovviamente il loro fratellone, Axel, aveva origliato tutto ed era corso a spifferarlo a Riku, suo compagno di banco dai tempi delle elementari e fratello maggiore di Xion, che ha pensato bene di chiudere il cerchio narrando per filo e per segno la vicenda anche al mio gemello che altri non è che il suo migliore amico.
Insomma, sono fregato.
"Bene, siamo tutti?", Riku mi fa sedere fra Naminé e Axel e poi si accomoda sul puff vicino al caminetto.
"Axel, Naminé, Kairi... Sora e Roxas... Tu ed io", ci conta Xion non guardandomi neanche.
"Ehi, Kairi", mi volto dall'altra parte prima che l'albino apra la bocca per iniziare la seduta "Hai portato i biscotti con la glassa che ti avevo chiesto?"
"Sì, sono in cucina insieme alle altre cose...", annuisce lei prima che qualcuno le faccia cenno di non rispondere.
"Bene! Allora io vado a prenderne uno!", mi alzo di scatto e mi avvio verso l'altra stanza.
"Roxas, mangiamo tutti insieme!", si lamenta Xion e mi fermo un secondo continuando a darle le spalle.
"Sì, ma io ho fame ora", mi giro con un sorriso che mi costa molto.
"Fatelo mangiare ora prima che cambi idea!", Sora scatta in piedi "Non mangia niente da due giorni".
Ok, da questo momento sono figlio unico... Ma porca miseria, deve proprio sbandierare in giro la mia situazione? Razza di imbecille! Potessi cascare dalle scale, maledetto cretino!
Rimangono tutti in silenzio e Kairi cenerizza il mio ex-fratello, che si è accorto troppo tardi della gaffe, al posto mio.
"Lo prendo come un sì", borbotto e vado in cucina.

La Riunione non è stata così tremenda come immaginavo, almeno per adesso: con molto tatto hanno evitato l'argomento parlando del più e del meno.
"Sì, ma io voglio sapere i particolari fra Ro...", Sora aveva tentato di aprirlo, ma non ha fatto in tempo a finire la parola perché Axel gli aveva ficcato in bocca un dolcetto, mentre pronunciava la vocale, urlando un "Senti questo quant'è buono, Sora!" e Naminé era stata rapidissima a cambiare discorso.
Li avevo guardati e avevo rivolto loro un "grazie" silenzioso. Il rosso mi aveva fatto l'occhiolino mentre Naminé un vago sorriso mentre ascoltava lo sproloquio di Riku sulle creme protettive.
L'amicizia è qualcosa di raro, un fiore delicato che va trattato con estrema cura, ma se gli dai le dovute attenzioni può ripagarti di tutta la fatica fatta per mantenerla in vita.
Le nostre famiglie si conoscono dai tempi del liceo così che siamo cresciuti tutti insieme come se fossimo fratelli.
Axel Shogo*** e Riku Nichibotsu hanno un anno più di noi e sono sempre stati i piccoli "capi" del nostro gruppetto prendendosi sempre la responsabilità della nostra incolumità quando andavamo, a sette anni, a giocare in spiaggia. Anche ora che ne abbiamo quindici continuano a sorvegliarci come se ancora tentassimo di bere l'acqua dell'oceano (non c'è neanche bisogno di dire chi ci aveva provato più volte e ci era anche riuscito).
Poi ci siamo noi, i piccoli. Naminé e Kairi Shogo, Roxas e Sora Yoake e Xion Nichibotsu.
Naminé e Kairi sono gemelle diverse, proprio come me e Sora: bionda e timida la prima, rossa e incredibilmente loquace la seconda. Eppure non riescono a stare troppo tempo separate perché si completano a vicenda. A volte dicono di essere una sola anima in due corpi diversi e in quei momenti non posso fare a meno di guardare Sora e reprimere il conato di vomito al pensiero che anche noi potremmo essere così. Piuttosto mi bevo della soda caustica!
"Riku, non vorrei interromperti", Xion decide di interrompere il fratello che sta ancora spiegando quanto sia difficile trovare una crema protettiva decente per la sua pelle delicatissima "Ma lo sappiamo tutti il fattore della tua crema solare".
"E allora perché me lo chiedete?", incrocia le braccia lui.
"Perché sappiamo quanto diventi checca quando si parla della tua epidermide, per dirla in maniera raffinata", sorride Sora incrociando le braccia dietro la testa "Vedi che ci riesco, Roxy?".
Lo incenerisco con la peggiore occhiata assassina del mio repertorio.
"Bene!", trilla Xion con un grosso sorriso "Direi che possiamo chiudere qui la parte del dibattito. Ora, se ci spostiamo in cucina, possiamo iniziare a cucinare e no, Sora", indica il mio ex-fratello che si sta alzando per correre nell'altra stanza "Non prendi assaggini e devi stare ad almeno tre metri dai fornelli. Abbiamo tutti firmato la petizione: sono le regole, lo sai".
"Ma uffa, io ho fame!", si lamenta.
"Anche noi, sai?", Axel si alza e va verso la cucina "Ma tratteniamo gli istinti: sai che è questo che differenzia l'uomo dalla bestia, no?", e si picchietta la tempia.
"Non provare a fare lo spelling", si lamenta Sora "So come si scrive 'bestia', grazie per il pensiero".
Axel ride e gli passa un braccio sulle spalle. "Su, su, non arrabbiarti, piccoletto!", e lo trascina verso il giardino "Facciamo un paio di tiri? Tanto anche a me è stato negato l'accesso alle cucine...".
"Chissà com'è, Soffio di Fiamme Danzanti...", urlo avviandomi in cucina dietro a Riku.

Metto il sacco a pelo vicino a quello di Axel mentre Naminé, dopo un po' di discussioni con la sorella, si sistema alla mia sinistra.
"Allora", Axel prende una torcia e se la mette sotto al volto "Finalmente è il momento delle storie del terrore", si guarda intorno con aria circospetta e arrivato al viso di Naminé caccia un urlo da Oltretomba che la fa saltare dalla paura.
"Non sei divertente", sibila socchiudendo gli occhi mentre il fulvo si rotola per terra dalle risate. Gli tiro un calcio per farlo smettere e poi lo aiuto a tirarsi su tendendogli la mano.
"Ma perché non facciamo il gioco della bottiglia? Sarà divertente!", propone Kairi con la speranza di poter baciare Riku del quale è cotta da tre anni.
"Ma certo, perché no? Volendo potremmo fare che anche i ragazzi possono limonare fra loro", dico, ironico. Peccato che lei non la colga questa sfumatura "Ma è magnifico! Chi vuole che i ragazzi limonino fra loro alzi la mano!", si alzano quattro mani... Quattro? Osservo Axel con gli occhi di fuori per la sorpresa "Eddai, Rox, al massimo vedremo sgarbonare**** fra loro anche le ragazze!".
Io, Riku e Sora ci guardiamo interdetti. "Sia chiaro, l'incesto è proibito", sibilo minaccioso.
Kairi annuisce giuliva e posa la bottiglia di Coca-Cola in mezzo al cerchio con cautela, probabilmente studiando come far fermare la bottiglia prima da lei e poi dall'albino.
"Ok, vado", la fa girare "Riku bacia", sorride quando si ferma e la fa ruotare di nuovo "S-Sora", sbatte le ciglia vedendo che la piccola bottiglia traditrice si ferma davanti al mio gemello, pochi centimetri alla sua sinistra, che diventa così rosso che pare un semaforo.
Ah, già, non ho detto una cosa importante sul mio fratellino. Beh, senza tanto girarci intorno, a lui piacciono le ragazze, ma da quattro mesi a questa parte non fa che mormorare in bagno - lascio a voi le ipotesi su che cosa faccia in bagno - e a letto il nome di Riku.
Io e Naminé facciamo la ola. "Quindici secondi, eh! Con la lingua, mi raccomando!", dice lei con gli occhi lucidi di gioia "Oh, questa sarà una scena che mi porterò sempre nel cuore", la bionda mi getta le braccia al collo e fa aderire la sua guancia con la mia mentre osserviamo l'albino che, sospirando, prende i capelli di Sora fra le dita e lo attira a sé.
Quando scade il tempo, Sora si stacca e, con dipinta sul volto una tonalità di rosso bordeaux che non avevo mai visto, scappa in bagno scusandosi con gli altri. Osservo Riku e gli indico con gli occhi il corridoio nel quale è sparito il mio gemello invitandolo a seguirlo: è ora che chiudano questa faccenda.
"Beh", Kairi ha perso tutto il suo interesse ora che Riku si è alzato ed è andato da Sora ma continua "Vediamo ora a chi tocca", fa ruotare.
Stringo i denti notando il collo della bottiglia indicarmi come un dito accusatore. So di non essere stato un bravo cristiano, ma ti prego: tutte tranne Xion, tutte tranne Xion! Mi va bene anche Kairi, ma ti prego non Xion! Andrò la domenica in chiesa e...
"Con Axel". Ok, mi odi proprio, vero? Naminé sorride e poi arriccia le labbra. "Quindici, lunghi secondi", mi ricorda con una leggera nota di soddisfazione e poi mi mostra la lingua.
Mi volto verso il fulvo. "Bene. Soddisfatto?".
"Suvvia, l'hanno fatto Riku e Sora e anche loro sono migliori amici".
"Sì, ma l'hai visto come ha reagito Sora?".
"Tuo fratello è troppo emotivo, lo sai".
Sospiro pesantemente sentendomi perforare la schiena da quattro paia di occhi affamati di yaoi. "Naminé, lo giuro sulla mia testa, se non mi avverti dello scadere dei quindici secondi ti brucio tutti i tuoi manga, intesi?", le scocco una rapida occhiata e lei annuisce "D'accordo, facciamolo", dico più a me stesso che ad altri.
Inclino leggermente il volto verso sinstra e mi allungo, ancora un po' titubante - chi non lo sarebbe? Stavo per limonare con il mio migliore amico! - ed Axel, notatolo, mi aiuta avvicinandosi un po' di più.
"Prima facciamo prima finiamo", mi cantilena dolcemente ad un centimetro dalle mie labbra.
Serro gli occhi e faccio scontrare le nostre bocche. Lui rimane perfettamente immobile aspettando un passo in avanti che non arriva e che solo il colpetto di tosse di Naminé mi ricorda: la lingua, vogliono un bacio alla francese, queste assatanate!
Sto tremando come una foglia mentre passo con la lingua il labbro inferiore di Axel e lo maledico in tutte le lingue che conosco infilandogliela in bocca per cercare la sua. Il maledetto si mette a ridacchiare, mi posa una mano sul collo e inizia a ricambiare.
Il cuore comincia a martellarmi furiosamente nel petto, sembra quasi che voglia scappare via dalla gabbia toracica. Inconsciamente mi ritrovo a stringere i capelli di Axel fra le dita mentre esploro ogni anfratto di quella bocca che dice tante sciocchezze.
Un picchiettio sulla mia spalla mi fa spalancare gli occhi di scatto. "Roxas, maledizione, sono passati un minuto e ventisette secondi!", Naminé, con un tono preoccupatissimo, mi osserva con gli occhi luccicanti di gioia.
Mi stacco come se fossi il diavolo e Axel l'acqua santa. "M-Ma perché non me l'hai detto?", ululo pregustandomi il falò dei manga della bionda.
"Ci ho provato, ma sembravate sordi!", protesta lei "Non è colpa mia se vi stavate scambiando un bacio così appassionato che vi ha isolato dal mondo esterno!".
Bacio appassionato? Oh. Santo. Cielo.
Mi alzo con una mano davanti alla bocca. "Credo che raggiungerò Sora in bagno e andrò a vomitare. Anche l'anima se servirà!", e cammino a passo spedito verso il bagno. Peccato che dei gemiti che lasciano ben poco all'immaginazione mi blocchino prima di aprire la porta. Tendo le orecchie ascoltando la voce infantile ed acuta che sta producendo tutto quel fracasso e che riconoscerei anche ad un chilometro di distanza.
La bile mi ritorna in gola mentre Axel, con molta nonchalance si appoggia allo stipite e mi sussurra all'orecchio "Però! Passano subito al sodo!".
"Ti ha mai detto nessuno che fai schifo?", inarco un sopracciglio.
"Nessuno. Le ragazze solitamente dicono che sono un gran figo".
"Forse perché hanno paura che tu dia loro fuoco", sorrido leggermente. Adoro punzecchiare Axel tanto quanto lui lo adori fare con me.
"Sai cosa dicono le ragazze di te, Roxy? Dicono - testuali parole - 'Roxas? Oh, è carino, ma sarebbe meglio che si sciogliesse un po'. Con quell'aria seria fa passare a tutte la voglia di stargli intorno'", sogghigna lisciandomi con un dito la solita fossetta che mi si forma sulla fronte quando lo guardo storto.
Essere toccato da lui mi riporta immediatamente al bacio che ho dovuto dargli qualche minuto prima. Mi volto di scatto e mi allontano rapidamente "Senti vado a prendere una boccata d'aria. Ho bisogno... Ho bisogno di pensare un po'".
"Come vuoi, Roxy!", cinguetta salutandomi con la mano, si gira sui tacchi e se ne torna in salotto. Sicuramente ho le visioni, ma per un secondo mi è sembrato che nei suoi occhi fosse apparsa la solita scintilla che si manifesta quando vuole conquistare una ragazza...
Un muro! Ho urgentemente bisogno di un muro dove sbattere la testa!

15 giorni prima che Roxas si innamori

* Yoake: alba, in giapponese
** Nichibotsu: tramonto, in giapponese
*** Shogo: mezzogiorno, in giapponese
**** sgarbonare: forma presa dal mio dialetto, sinonimo di limonare. Ho pensato che, dato che parlano dei ragazzi, un termine dialettale potesse andare bene

  
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