Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: indiceindaco    01/05/2012    9 recensioni
Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.
Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo:  Les choix 

Beta: ??? 

Pairings: Draco/Harry

Personaggi: Un po' tutti.

Trama: Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.

Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi. 

 

Note: Sì, è la mia prima long. Non mi sarei mai aspettato di riuscire a buttar giù qualcosa, e invece, oggi ho avuto l'idea fulminante. Mi sono detto: perché non ignorare deliberatamente l'epilogo della Row? Non per mancanza di rispetto, attenzione…solo per un, forse indecente, gusto personale. In oltre qualche cosa verrà modificata, avrete modo di scoprire cosa. Un esempio su tutti? Dichiarazioni della Row, affermavano che soltanto Hermione avesse finito la scuola, frequentando il settimo anno…Beh, io ho voluto dar lustro all'importanza dell'istruzione, date anche le statistiche da brivido circa il reale abbandono scolastico. Quindi il trio ha effettivamente frequentato il settimo anno, così come tutti i miei personaggi. Credo che non sia per nulla facile scrivere una long, e dirvi che la sto scrivendo man mano, non aiuterebbe. Sono sicuro che non carpirò il consenso di molti, per cui le recensioni a cui rispondere saranno esigue, se non pari alla farina doppio zero. Ma insomma, io mi sto divertendo a buttar giù delle righe, che per una volta superino le cento parole, ed onestamente, me la sto godendo parecchio. Sono in cerca di un beta, per la verità ne ho già ingaggiata una, ed aspetto solo il suo benestare, la benedizione "editoriale", per così dire. Non ho nulla di programmato in mente, non so se riuscirò ad aggiornare a scadenza fissa, ma sarebbe una bella sfida riuscirci, e si sa…Indice adora le sfide! Ebbene mi lancio senza troppe pretese. Nulla è definitivo, né la trama né il titolo, anzi sarebbero ben accetti suggerimenti :) 

Con la speranza di non urtare nessuno, dichiarando apertamente che i personaggi ed i relativi riferimenti al fandom non mi appartengono, abbandono tutto nelle mani dei lettori (?)…

Buona lettura!

 

 

I. Still here, still us.

"In un'altra vita ti dissi che a volte il vero coraggio è quello di restare e non quello di andare. 

Quando te ne vai, però, anche se non lo sai, senza sprecare inutili parole, 

fai una promessa silenziosa, la promessa che siccome hai scelto di andartene, non tornerai."

M. Bisotti

 

 

4:17, ticchettava l'orologio.

In quell'istante dominava il silenzio assoluto, interrotto giusto dall'intermittente ronzare di qualche zanzara. Harry sentiva le palpebre pesanti, un torpore tiepido si accovacciava sul suo stomaco, e gli sembrava già di sentire le carezze gentili di Morfeo sulla propria nuca.

Il respiro leggero al suo fianco gli ricordò terribilmente quello di Ginny, lo cullava silenzioso. Si disse che avrebbe chiuso gli occhi solo per un momento, solo un battito di ciglia. La saracinesca della propria vigile coscienza lo stava già abbandonando quando…

-Potter, sei sveglio?

No, decisamente la voce accanto a lui non era quella di Ginny.

-Sì, sveglissimo. Ti posso aiutare in qualche modo?- rispose per riflesso Harry, la voce già mezza impastata e l'inconsapevolezza delle proprie parole gli suggerirono che, no, non era per nulla sveglio.

-Ma com'è che per te, Sfregiato, si tratti sempre di aiutare qualcuno? Per una volta non si potrebbe solo parlare?! Senza cavalieri dalla lucente armatura, né principesse, in cima ad una torre, da salvare?

Ogni tassello tornò al proprio posto: quella voce melliflua e strascicata lo strappò definitivamente dalle confortanti braccia di Morfeo.

-Quello era un riferimento fiabesco, Malfoy, o che?

Harry riuscì persino a sentire gli occhi dell'altro alzarsi al cielo. Decisamente, ora tutti i suoi sensi erano svegli ed allerta.

-Oh, mia madre raccontava di quelle favole…meravigliose!- disse l'altro, accanto a lui, con tono sognante. Tono che portava Harry a desiderare ardentemente di non aver risposto, quel dannato "Sì, sveglissimo.".

-Per la serie: anche il cinismo ha un istinto materno…-  rispose colui-il-cui-sonno-era-stato-turbato, e per di più prima che potesse addormentarsi sul serio.

-Potter! Non ti permetto di…

-Oh, d'accordo, d'accordo. Insomma, Malfoy, siamo accampati, con meno di dodici ore di sonno a testa, nel bel mezzo di una palude che sembra un allevamento di zanzare, incastrati in una spedizione assurda. Il tutto per cercare di superare un maledetto esame per il dannato corso d'Auror, e tu? Vuoi che ti racconti una favoletta?

Harry era dannatamente acido appena sveglio, figuriamoci quando lo s'interrompeva nell'attimo prima del sonno!

-Oh, Salazar, assistimi! Come la fai lunga, Potter. Questa tua voce da anima in pena m'ha già irritato abbastanza da arricchire d'incubi la mia vita per il resto dei miei giorni! Buonanotte, dannato Potter.

-Lieto di poterti sempre essere di disturbo, Malfoy.

 

***

 

Quella storia era cominciata in modo surreale.

 Come ogni membro della comunità magica s'aspettasse, presi i M.A.G.O, con sorprendenti ed ottimi voti, Harry Potter s'era presentato di fronte al Ministero. Aveva affrontato un esame, più che formale, che attestasse che avesse "ogni capacità ed inclinazione" per poter entrare a far parte degli Auror. Lo stesso avevano fatto Ron ed Hermione, come da prassi, ma per Harry era stato diverso.

Il fatto che anche lui, come tutti, dovesse affrontare il test d'ammissione, aveva fatto indignare, e non poco, tutti i membri della famiglia Weasley, compresi quelli acquisiti.

Molly, su tutti, era andata in escandescenze.

-Arthur! Ma per l'amor del cielo…stiamo parlando di Harry! Il nostro Harry! Quei viscidi hanno già dimenticato cosa Harry Potter abbia fatto per tutti noi?

Ma le regole erano regole, e i tempi di Hogwarts erano ormai finiti. I trio, nell'estate successiva al settimo anno trascorsa alla Tana, s'era dedicato anima e corpo per centrare il nuovo obiettivo.

E se per Harry fosse più che assicurato, a detta di tutti, l'ingresso in Accademia, per Ron ed Hermione non si poteva dire lo stesso.

Sì, si trattava pur sempre di Hermione, che aveva imparato, già a luglio, ogni regolamento e protocollo possibile ed immaginabile.

In realtà, quello più in ansia era senz'altro Ron.

Vuoi perché Hermione, una volta dato l'esame da Auror, aveva il suo bel piano B spianato davanti.

Vuoi perché Harry, se non fosse passato, avrebbe campato di rendita. Il che aveva davvero dell'improbabile.

La prima aveva già affrontato, i primi di settembre, i test per Medimagia. Era risultata prima in graduatoria, e aveva ricevuto una di quelle buste pesanti tutte paroloni ed ossequi, oltre che sguardi orgogliosi da parte di Molly ed Arthur.

Harry, di contro, aveva finito per cullarsi nelle parole dei propri cari: "Vuoi che non ti prendano, Harry?", "Sarebbero degli idioti, a non prendere proprio te.", "Il Ministero ci perderebbe eccome, e non solo in immagine!".

In definitiva, quello che faceva l'equilibrista sulle fauci spalancate di uno Spinato, era proprio il povero Ronald.

Il giorno dell'esame, quel 14 settembre aveva lasciato gusti diversi, sul palato di ognuno dei tre.

Ad Harry, tutto sapeva di ovvietà, non che non fosse contento, per carità. Ma poteva già vedere l'attestato da Auror, che di lì a tre anni, avrebbe fatto capolino sulle pareti del proprio ufficio. Era così che doveva andare, e comunque non avrebbe mai escogitato un piano B, sebbene non fosse tanto sicuro delle proprie capacità. S'era chiesto più di una volta se a passare l'ammissione fossero state le sue capacità o quel nome che si portava addosso, con tutti i sinonimi che stava a significare.

Ron era la felicità in persona. Lo avevano dapprima criticato duramente, facendogli desiderare di essere in una ragnatela, piuttosto che lì. Poi, una frase:

-Siamo, comunque, lieti di poterle concedere la possibilità di seguire il nostro addestramento, signor Weasley, fiduciosi nelle sue capacità. 

Non l'aveva capito subito, il povero Ronald. Era rimasto un po' inebetito.

-Sveglia, Weasley, sei dei nostri!

Aveva tuonato un tipo, fra i dieci, nella commissione. E sul palato di Ron s'era scatenato un sapore dolce e allegro, frizzante, come la miglior Burrobirra mai bevuta in tutta Hogsmade.

Il gusto più amaro dovette assaggiarlo Hermione.

S'era preparata all'inverosimile, rispondendo ad ogni domanda con dovizia di particolari, efficiente come solo la sua dinamica intelligenza poteva e sapeva essere. Aveva snocciolato formule, ingredienti, regolamenti, date e quant'altro.

Non a torto gli occhi cominciarono a bruciarle e pizzicarle, quando il presidente della commissione disse:

-Signorina Granger, lei è un'ottima strega. La sua cultura magica è sconfinata. Dev'essere tra le streghe più brillanti della sua età e sono sicuro che sentiremo spesso parlare di lei. Ma siamo spiacenti, nell'informarla, che lei non adempie perfettamente alle caratteristiche che un Auror necessita di avere. Caratteristiche senza le quali, ne converrà, non si può svolgere al meglio un lavoro di tale importanza.

Quali fossero quelle caratteristiche, Hermione non se lo chiese mai. Sospettò ardentemente che l'avessero discriminata, in quanto donna, ma non lo disse. Si limitò piuttosto ad inghiottire le lacrime e a dire con estrema dignità:

-Sono sicura che potrei colmare le mie mancanze, ma preferirei impiegare al meglio le mie capacità, piuttosto che dover cominciare da capo.

Il presidente della commissione sorrise, non di un sorriso di circostanza però.

-Ciascun mago è diverso dall'altro, signorina Granger. Lei è eccellente, in tutto. Ma le manca quel qualcosa in più. Non ho dubbi in riguardo: lei potrà rendere un ottimo servizio alla comunità magica, in un altro ambito.

-Sono risultata prima all'esame per l'ammissione in Medimagia.- disse allora Hermione in un moto d'orgoglio.

-Non pensa allora che sia quella la sua strada, Medimago Granger?

Le parole del presidente di commissione, nonché Capo Auror da quando Shacklebolt era diventato Ministro della Magia, lasciarono nel palato d'Hermione un po' di bruciante delusione, ma al contempo la fragrante pastosità di una vittoria diversa.

Il surreale, in quella storia, risiedeva in ben altro in realtà.

Quando Harry e Ron tornarono al Ministero, solo una settimana dopo, per ritirare uniformi e liste utili per i corsi, quello che videro diede loro la nausea.

I nomi degli ammessi all'anno accademico erano magicamente attaccati alla porta d'ingresso dell'Amministrazione dell'Ufficio Auror.

Non fu vedere i loro nomi che li scombussolò, in una graduatoria che attestava Harry al primo posto e Ron fra i primi cinque.

L'irrealtà della cosa risiedeva tutta nel nome alla posizione sei: Draco Lucius Malfoy.

 

***

 

I corsi d'addestramento sarebbero iniziati solo agli inizi d'ottobre, almeno per Harry e Ron.

Hermione aveva già iniziato a metà settembre, e aveva a malapena il tempo di respirare, fra le lezioni in aula al Centro di Medimagia e quelle interattive al San Mungo.

Mentre la ragazza si addentrava in quel nuovo mondo, gli altri due invece si godevano gli ultimi istanti da nullafacenti, in una Tana ormai quasi deserta.

Arthur era tutto il giorno in ufficio. George portava avanti il negozio a Diagon Alley, aiutato da due o tre assistenti che, a detta del proprietario, mancavano di qualsiasi senso dell'umorismo. 

Non di rado a George scappavano sospiri che sembravano dire: "Quando c'era Fred…". 

Il primo di settembre era stata Ginny a lasciare la Tana, per ritornare a Natale, pronta per il suo settimo anno. Percy era invece l'ombra del Ministro, come se quel ruolo fosse stato assegnato al ragazzo stesso.

Charlie era tornato già a metà agosto in Romania, ciarlando circa la riproduzione di un Norvegese, lasciando in tutti il dubbio che non si trattasse di una collega norvegese, piuttosto.

Mentre Bill e Fleur erano nel bel mezzo di un apocalisse, a Villa Conchiglia: si erano visti costretti ad allargare la casa, dato il nuovo piccolo Weasley in arrivo.

Anche la signora Weasley aveva il suo bel gran da fare: faceva tutto il giorno da spola tra la Tana e casa degli sposini. D'altronde, come mamma era stata iperpresente, bisognava proprio immaginarsela nei preparativi da nonna.

Ciò che aveva commosso tutti loro era stato salutarsi.

Un salutarsi ben diverso da quello che ormai avevano assunto come normalità.

Durante la guerra ogni saluto poteva essere l'ultimo, poteva essere un addio, sebbene non si dicesse apertamente.

Adesso, il salutarsi sottintendeva il vedersi presto, un arrivederci, e quello lo si diceva, apertamente e con grandi sorrisi e sollievo di tutti.

Era stato Harry a sperimentarlo per primo, quando lui e Ron avevano accompagnato Ginny al binario 9 e 3/4.

-Ci rivediamo a Natale, ragazzi. Fate i bravi e…Harry, sta attento a Ron. Tende ad inciampare.- disse la più piccola dei Weasley, dopo aver soffiato un bacio sulle labbra di Harry.

-Sarò lì a tendergli la mano per rialzarsi, come sempre.- rispose Harry, stringendole la vita, ed ignorando gli sbuffi di Ron, più che dell'Hogwarts Express.

-Oh, miseriaccia, Ginny! Muoviti a partire, ti abbiamo fatto da balie abbastanza, non credi?

I tre risero e dopo un ultimo bacio ad Harry, un buffetto al fratello, ed una raccomandazione di salutarle Hermione, che quel giorno stava sostenendo l'esame di Medimagia, Ginny salì sul treno, sventolando ancora la mano.

In un attimo l'Express era già partito e lontano.

-Strano, eh?- disse Ron, interrompendo il silenzio fra loro e intercettando lo sguardo assorto di Harry, che si perdeva verso l'orizzonte.

Potter mugugnò qualcosa e Ron poggiò una mano sulla sua spalla.

-Non fare l'innamorato sofferente, fratello, vi scriverete tutti i giorni o roba del genere e poi Natale è vicino!

Harry rise, perché a tutto pensava meno che alla partenza di Ginny.

Non era la lontananza da Ginny a spaventarlo, piuttosto sentiva la malinconia stratificarsi sotto la pelle. Sapere che su quel treno, per lui, Ron ed Hermione, non ci sarebbe più stato un posto, o che il dormitorio Grifondoro era ormai occupato da altri che non fossero lui, Ron, Neville e Seamus.

Scrollò le spalle e disse:

-Andiamo Ron, prima che tua madre vada in iperventilazione.

Con un pop e qualche risata i due sparirono insieme.

Ed Harry pensò: sette anni, e siamo ancora insieme.

Quel pensiero esorcizzò tutta quella malinconia, lì sotto la pelle.

 

***

 

Ottobre arrivò, veloce come il vento di quei giorni.

E a Ron ed Harry sembrava ancora tutto troppo irreale.

Hermione andava a trovarli, durante la pausa pranzo, alla Tana, tutta allegra e squillante. 

Parlava di quello, o di questo. Di come fossero avvincenti le lezioni, preparati gli insegnati, simpatici i nuovi compagni e…

-Dovevate vederlo, primo banco, prima lezione. Io non credevo ai miei occhi! Sembrava di stare ad Hogwarts!

La notizia aveva fatto sbellicare i due amici ancora in vacanza.

-Ma Hermione, sei sicura?

-Era Zabini, vi dico. Mancava poco che avesse anche la cravatta Serpeverde. Era lui, sempre uguale, composto, preciso! Con la mano dritta sempre alzata, nemmeno avesse un generatore elettrico al braccio!

-Hermione…cos'è un generatore elettrico?- chiese Ron strabuzzando gli occhi.

La ragazza lo guardò, ma non come un tempo avrebbe fatto, come a volerlo rimproverare…no, lo guardava con tenerezza, Harry ne era sicuro.

I rapporto fra i suoi migliori amici era mutato, maturato, cresciuto. Come loro, ed adesso nessuno doveva più aver paura dei propri sentimenti.

Sebbene nessuno dei due, cocciuto ed orgoglioso in modo indicibile, si decidesse a fare il primo passo.

Harry continuò ad ascoltare Hermione, che stava raccontando di come aveva zittito e messo al proprio posto "quel damerino di Zabini"

Non gli sfuggivano gli occhi adoranti con cui Ron guardava la ragazza.

Sembrava che per il ragazzo non esistesse che Hermione, ed Harry giurò di scorgere gli stessi bagliori d'adorazione nello sguardo della ragazza di tanto in tanto, molto più accorta e razionale, nel palesare cosa si celasse nella sua macchinosa testolina.

-Ma cos'è si sono dati tutti alle buone azioni?- sbottò Ron, ad un certo punto, forse anche per la gelosia scaturita dalle parole di Hermione, che stava finalmente ammettendo quanto Zabini fosse dotato ed un ottimo studente.

-Che intendi, scusa?- rispose Hermione con disappunto.

-Beh, non dirmi che non è strano: Zabini che fa Medimagia? E Malfoy, Auror? Avanti, parliamone...

La consapevolezza di quelle parole franò su tutti loro. 

Quella guerra aveva cambiato più di una persona.

Aveva sconvolto più di un'esistenza.

-Le persone cambiano, Ronald!- disse Hermione, guardandolo con affetto.

Harry annuì grave, prima di mormorare:

-Non resta che star a vedere...

 

 

Note, a volte ritornano:

 

Se siete in ascolto, o lettura, che dirsi voglia, potrete notare che laggiù, sisi, proprio a due scorrimenti di mouse, c'è uno spazietto. Ecco, lì potete dirmi che ne pensate, giusto se ne avete voglia, eh!

Alla prossima!

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: indiceindaco