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Autore: Jimewriter    02/05/2012    0 recensioni
E forse io, a questo senso di vergogna, mi ci sono strettamente legata. Non lo voglio lasciare più.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Why not?
Non sei più l'unica eccezione.

 

Lily.
Tante volte mi chiedo il perché di tutta questa cosa sconclusionata.
E magari anche perché non riesco a viverla normalmente.
Forse perché tutto questo non è normale.
Non me ne accorgo,
ma quei brividi cacciano tutta la nostalgia, quando ti vedo.
Ed è così per l'ennesima volta,
ma non è così che vorrei passare il tempo con te:
forse dovrei accontentarmi e smettere di pensarci.
Ma c'è lei, l'altra. O forse io sono l'altra.
-Perché mi guardate?- mi giro e borbotto qualcosa alla mia amica.
Passa davanti, mi guarda, mi chiede dei lavori.
-Il foglio?- rimango immobile.
-Si può usare di dietro- spero abbia avvertito una certa freddezza nelle mie parole.
-Ah, sì scusami!- un sorriso le si dipinge sul viso. A me no.
Non sento più nulla se ti parlo, non ti aspetto più, e questo è preoccupante.
Torna dietro, percorre la tavolata e va da lei. 
Scherzano.
-La odio- la mia amica è scettica.
-Sei strana, prima le volevi un bene dell'anima, lo sai meglio di me- già, volevo.
-Dici che l'ha capito?- -Non penso-
avrei voluto farglielo capire, falla sentire almeno un po' in colpa.
La campanella suona, l'ora è volata ed io mi sono promessa di non sentire nostalgia quando se ne sarebbe andata via.
Le classi si affacciano al corridoio, nel quale entra una luce decisamente mattutina.
Faccio finta di nulla, do le spalle.
-AHAHAHAH, va bene cara!- ...conto davvero così poco?
Fondamentalmente credo l'abbia fatto per tenermi lontana.
Vuole deludermi, nonostante mi promise di non farlo.
Forse avrei bisogno di qualche iniezione di leggerezza,

infondo il mondo gira uguale.

Lys.
  Non ricordo perché ho detto che è una persona meravigliosa.
E' pesante, credo lo dicano tutti.
E' impensabile quello che vuole, quello che per un attimo ho voluto che si avverasse.
Non posso permettermelo, diamine, non voglio, ma ha tredici anni è difficile capire
cosa non si può, e cosa si vuole.
Poi c'è lei:
simpatica, scherzosa, intelligente.
Che altro manca?
Ci scherzo perché mi viene naturale, con l'altra no perché tutti sanno.
E' imbarazzante anche doverle chiedere un favore...
...Se solo capisse.
Sono sicura che pianterebbe i piedi a terra
e comincerebbe a piagnucolare istericamente fino al giorno dopo. E' una bambina
che non sa controllare le emozioni.
Probabilmente se non l'avessi illusa il primo giorno non avrei causato tutto questo.
Sarebbe stato tutto più facile, evitare di tenersi le cose dentro per non svelarle a nessuno (come da lei richiesto).
La evito in tutti i modi possibili,
e lei è sempre lì a dire di capirmi.
Oggi sono entrata in classe, lei era dalla professoressa di francese
a farle una domanda sulla verifica.
Ma allora è proprio vero che s'accolla.
Se ne va.
Probabilmente non vuole essere in imbarazzo.
Ora comincerà a fare l'idiota con le sue compagne,
a ridere per farsi notare.
No, rimane a scrivere.
What?!


 

Lily.
Anche se non le interessa, voglio farla star male
quanto ci sono stata io. Ma le scivolerebbe addosso.
-Chissenefrega- penserebbe.
Almeno voglio smettere di considerarla importante,
è seriamente l'ora di smettere di andarle dietro come un cane,
a condividere qualsiasi cosa uscita dalla sua bocca.
Vado al posto, non la guardo.
Sbuffo.
Mi passa vicino; per un momento ho sperato poggiasse una mano sulla mia spalla
come per dirmi -Ciao anche a te- ma niente.
Passa avanti e neanche mi nota. Giro gli occhi e la imito.
La porta sbatte, tutto torna in confusione come prima.
-Ragazzi, non posso dirvi tutto io!- torno alla cattedra per pigliare qualche informazione.
-...Allora, le puoi caricare qui!- torna. La guardo. Mi guarda.
Mi siedo. Va via.
Suona la campanella e consegno il compito indubbiamente pieno zeppo di errori.
Matematica. Bussano.
-Dopo scuola ci vediamo al bar!- la guardo e porto gli occhi verso il soffitto in segno di profonda ed intensa noia.
-Quale bar?- la conversazione si dilunga.
-Sali le scale, sulla destra- non ho la minima idea di cosa stia facendo. Sta gesticolando? Sta sorridendo?
-DA BOCCA NERA!- il mio compagno interviene. S'era stufato anche lui?
Strano.
Maledettamente strano.
Saluta e va via. Niente mano sulla spalla.
Non saluto.
Credo di detestarla.


 

Non tutto quel che luccica è oro.
***

A chi ha sempre amato, non è proibito odiare.
E' questa la tua condanna.

 

 

 


 

   
 
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