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Autore: Elpis    02/05/2012    6 recensioni
“A volte pochi giorni possono cambiare una vita e una passione travolgente come un uragano può trasformarsi in amore eterno”
Ginevra Weasley e Draco Malfoy non avrebbero mai detto che questa frase sarebbe stata adatta a descrivere il loro controverso rapporto, né che un giorno sarebbero arrivati a provare l'uno nei confronti dell'altro qualcosa di diverso rispetto all'odio reciproco. Eppure a volte il destino è talmente imprevedibile che neanche il più abile dei centauri riuscirebbe a leggerlo nelle stelle...
La storia ha partecipato al contest “Una frase per sognare” di TheGhostofyou classificandosi prima e vincendo anche il premio Miglior Coppia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Biancospino

 

 

 

 

può trasformarsi in amore eterno.

 

 

 

 

Ginny stava camminando per i corridoio, accarezzandosi distrattamente le labbra. Le sembrava ancora di sentire il tocco delle labbra di Harry, quel bacio possessivo e quasi frenetico che l'aveva fatta sussultare come trafitta da centinaia di spilli.
Harry Potter l'aveva baciata.
L'aveva baciata e lei non aspettava altro da quando aveva undici anni.
L'aveva baciata e aveva sperato innumerevoli volte che lui lo facesse.
L'aveva baciata e non era cambiato niente.
Harry aveva preso ad evitarla, con una codardia davvero poco grifondoresca. Si comportava come se fra loro non fosse cambiato alcunché, come se le sue labbra avessero aggredito quelle di Ginny per sbaglio mentre il suo sguardo allucinato le percorreva il corpo. Solo il rossore che gli incendiava le guance e il fatto che quando le parlava non la fissasse mai negli occhi la convincevano che quel bacio c'era stato veramente e non era frutto solo della sua fantasia.
Harry Potter l'aveva baciata.
Era un pensiero fisso, costante, una specie di eco doloroso che rimbombava nella sua testa con la potenza deflagrante di un tuono.
Ginny accelerò l'andatura, gettando un'occhiata distratta ad arazzi ed armature che si stiracchiavano nell'ombra. Si era immaginata quella scena così tante volte da aver perso il conto: Harry che si avvicinava con sguardo determinato, gli occhi verdi come smeraldi che brillavano di eccitazione, le labbra che si adagiavano sulle sue provocandole scosse di euforia e stordimento. Il loro primo bacio sarebbe dovuto essere indimenticabile, il preludio di una storia e lunga e felice. Invece le era sembrato terribilmente stonato. Come una forzatura, un errore grossolano che ci si vergogna di aver compiuto. Si immaginava che avrebbe avuto il sapore dolce e caramellato del miele e invece le aveva lasciato l'amaro in bocca, come una medicina che si fatica ad ingoiare.
E se possibile la loro relazione le sembrava ancora più impossibile da raggiungere, un puntino che si allontanava progressivamente all'orizzonte. Perché Harry l'aveva baciata e lei riusciva solo a pensare alle labbra di Draco, al sapore conturbante della sua bocca...
Sussultò, fermandosi d'improvviso. Strinse i pugni delle mani, dandosi mentalmente della stupida.
Aveva vagato per i corridoi immersa nei suoi pensieri, senza fare assolutamente caso a quello che la circondava. Notò solo in quel momento, e fu come immergere bruscamente la testa sott'acqua, che si trovava proprio di fronte alla scalinata della Torre di Astronomia.
Ginny Weasley deglutì, mordicchiandosi il labbro in un gesto nervoso.
Erano due mesi che evitava accuratamente quel posto, da quella sera in cui un marchio sulla pelle era riuscito a convertire il loro sogno d'amore nel peggiore degli incubi. Doveva essere il truce poter di Lord Voldemort quello di riuscire a contaminare tutto quello che entrava in contatto con lui, anche solo con un simbolo di inchiostro e sangue.
Ginevra fissò quella scalinata a chiocciola chiedendosi come fosse possibile che il semplice ricordo delle carezze di Draco le facesse venire ancora i brividi. Conficcò le unghie nel palmo delle mani, convincendosi di aver fatto la scelta migliore. Malfoy era un Mangiamorte, rappresentava tutto ciò che lei aborriva e detestava. Era sbagliato, era il nemico. Non aveva la minima importanza il fatto che i suoi baci le avevano bruciato la pelle come nessun altro mai, come nemmeno Harry era riuscito a fare...Non aveva importanza che a volte la notte si svegliava ancora con la sensazione dei suoi polpastrelli che le percorrevano il corpo, le sue labbra che le disegnavano il collo in una carezza che aveva il sapore dolceamaro di una tortura...
Non importava. Lei era una Weasley e non avrebbe rinnegato tutto quello in cui credeva per lui. Ripeté il suo cognome come un mantra mentre fissava gli scalini ripidi, usandolo come appiglio al quale aggrapparsi adesso che tutte le sue sicurezze si stavano disfacendo come carta immersa nella corrente.
Credeva di amare Harry e si scopriva insofferente nei confronti delle sue attenzioni.
Credeva di odiare Draco e non riusciva ad impedire al suo volto, ai suoi occhi, di affollarle la mente.
Iniziò a salire la scalinata controvoglia, mentre il suo cuore aumentava inspiegabilmente i battiti.
Sapeva che non l'avrebbe trovato lassù. Non aveva più insistito da quel giorno in cui gli aveva detto che era finita. A volte sentiva il suo sguardo su di sé, come una miriade di aghi ben appuntiti, ma niente di più. Non le parlava, non la cercava, la degnava appena di qualche sguardo imperscrutabile che era comunque sufficiente a piegarla in due, come se una mano feroce le strizzasse le viscere.
Ogni scalino era una tortura. Osservò il punto in cui l'aveva rincorsa, inchiodandola al muro, urlando frasi prive di senso. Chiedendo una giustificazione che non poteva e voleva concedergli.
Perché lei era una Weasley e lui un Malfoy. Opposti. Inconciliabili. Assurdi.
Le pareva quasi che qualcuno le avesse riempito le scarpe di piombo, ogni passo era sempre più faticoso e lento dei precedenti.
Sarebbe dovuta andare da Silente e denunciarlo. Si era fermata chissà quante volte davanti al suo ufficio, la mano sollevata a pungo, un'espressione tesa e arrabbiata dipinta sul viso. Malfoy l'aveva presa in giro. Si era divertito con lei, considerandola un innocente passatempo che non meritava nemmeno di sapere la verità su quello che stava combinando. Aveva appoggiato il pugno sul legno di mogano, socchiudendo gli occhi. Eppure ogni volta aveva abbassato la mano, tornando sui suoi passi. Era la sua voce supplichevole o forse quello sguardo accorato, come se dopotutto Draco non fosse così orgoglioso di essere un Mangiamorte, come se forse... in un'altra circostanza, con un'altra possibilità...
Non poteva essere un'altra possibilità. Non poteva esserci altro che odio e rancore. Ricordi, Ginny? Weasley e Malfoy. Come dire cane e gatto.
Chiuse gli occhi con un profondo sospiro. Era in cima alla scalinata, mancava solo l'ultima rampa di scale. L'ultima rampa di scale e avrebbe rivisto le stelle. Avrebbe sentito di nuovo il vento che le accarezzava la pelle, increspandola di brividi, e respirato l'aria pulita della notte.
Avrebbe visto il punto in cui si erano parlati, avevano litigato, si erano offesi.
In cui si erano stretti, accarezzati, baciati. In cui avevano quasi fatto l'amore.
Gli ultimi scalini li fece quasi di corsa e fu con il fiato che le bruciava nel petto che i suoi occhi abbracciarono la Torre di Astronomia. Le sembrò quasi che il tempo si fosse fermato, come se i granelli della clessidra avessero invertito il loro scorrere e lottando contro la forza di gravità fossero risaliti verso l'alto.
Ginny abbracciò con lo sguardo le grandi pietre grigie del pavimento, il parapetto che consentiva di scorgere il parco di Hogwarts bagnato dalla luna. Era piena quella sera, notò distrattamente, un cerchio pallido e perfetto.
« Weasley? »
Ginny girò la testa così rapidamente da rischiare uno strappo muscolare. Avrebbe riconosciuto quel tono strafottente ed arrogante ovunque, anche fra mille voci diverse.
« Malfoy? »
La voce le uscì in un gemito strozzato. Pietoso. Cercò di darsi un contengo anche se la vista di Draco era quanto mai destabilizzante. Il cuore le frullava nel petto in un modo così rumoroso che si chiese come fosse possibile che non ne udisse il rumore.
Draco era seduto per terra con una gamba raccolta al petto e l'altra stesa in avanti. Aveva i primi tre bottoni della camicia bianca sbottonati e i capelli biondi arruffati dal vento. Lo trovò bellissimo, di una bellezza dolorosa perché irraggiungibile. Perché sbagliata.
Weasley e Malfoy. Opposti. Inconciliabili. Assurdi.
« Cosa ci fai tu qui? » non riuscì ad impedirsi di chiedergli, fissandolo come se volesse imprimere i suoi tratti per sempre nella memoria.
Draco per un attimo non rispose, imbambolato. Si riprese con un sussulto e scrollando le spalle le rispose con l'abituale tono da schiaffi:
« Potrei farti la stessa domanda, Weasley ».
No, non era il solito tono da schiaffi, si corresse mentalmente. Era leggermente diverso, come colpevole. Come se ci fosse qualcosa che la Serpe voleva nasconderle e come sempre lo faceva sollevando la sua aria di arrogante superiorità.
« Per tutto questo tempo... » sussurrò in un'intuizione improvvisa. « Hai continuato a venire qui? »
Draco non rispose, distogliendo lo sguardo e fissando una parte imprecisata del pavimento.
Ginny sentiva la testa girarle e le gambe molli come gelatina. Aveva il terrore che non la sostenessero più e finisse per scivolare per terra, afflosciandosi ai suoi piedi.
Due mesi.
Possibile che per due mesi Draco avesse continuato a recarsi al luogo del loro appuntamento? Possibile che avesse aspettato proprio lei?
« Tutte le notti? » esalò in un sospiro tremulo.
Le sembrava che ci fosse il suo cuore sulla punta di quella domanda.
« Non l'ho fatto per te, pezzente » le rispose Malfoy con un tono gelido e impersonale. « È solo che mi piace questo posto, tutto qui ».
La voce gli si incrinò un po' alla fine e Draco la fissò per un istante appena, come se fosse consapevole che non si sarebbe bevuta quella penosa bugia.
Quello che stava succedendo dentro di lei era strano e aveva la potenza di un uragano. Un turbine che la rimestava da dentro al punto da aggrovigliarle le viscere e mettere tutto sottosopra. Ginny si sentiva il cuore in gola, lo udiva precisamente quel martellare che faceva contro le tempie e lo stomaco sotto i piedi.
Non l'aveva dimenticata. Per due mesi, per tutto quel tempo lui...
Weasley e Malfoy. Opposti. Inconciliabili. Assurdi...
« Perché sei venuta? »
Si era alzato in piedi e avanzava a passi lenti, come se temesse che un suo movimento repentino potesse farla fuggire di nuovo. Che sciocco. Con tutto il suo acume serpeverdesco non era neanche in grado di capire che non sarebbe riuscita a scappare neanche se l'avesse voluto, che forse non era riuscita a scappare mai...
« Pa-passavo per caso » balbettò appena.
« Uh » mugugnò in risposta, facendosi sempre più vicino.
Le era mancato. Quel suo modo possessivo di fissarla, i suoi capelli così fini e chiari da parere seta, quelle mani che tremavano appena, come se fossero impazienti di posarsi di nuovo sul suo corpo...
Weasley e Malfoy. Opposti... Inconciliabili...
« Mi sei mancata » sussurrò sfiorandole appena una guancia.
Fu un contatto appena accennato eppure Ginny lo sentì scendere sottopelle, in profondità. Dentro. Proprio come le era entrato dentro lui, per quanto si ribellasse a quel pensiero.
Si appoggiò ai suoi polpastrelli, lasciandosi sfuggire un sospiro tremulo.
La pelle di Draco era fresca come rugiada, i suoi occhi brillavano di tutte le sfumature del grigio.
« Anche tu » confessò controvoglia.
Si pentì di quella frase quando vide il lampo di trionfo che gli brillò nelle iridi, accendendole di riflessi insolitamente caldi. Un istante dopo le labbra gli si incresparono in una smorfia cattiva e il mutare rapido della sua fisionomia la disorientò.
« Ma davvero? » le domandò con voce colma di un'ironia scivolosa come miele. « Potter non è riuscito a soddisfarti, Weasley? »
Bastò quella frase crudele a farle spuntare le lacrime agli occhi. Fece per ritrarsi, disgustata, ma la mano di Draco scattò a cingerle il polso in una morsa. La strinse al punto da farle arrossare la pelle, e seppure nauseata dalle sue insinuazioni Ginny non poté non notare come il suo corpo reagiva al suo tocco, all'odore della sua pelle.
Vibrava. Come uno strumento che poteva essere suonato solo da lui.
« No! » esclamò Draco e fu quasi un grido. « Non allontanarti. Non mi importa un accidente dello Sfregiato ».
La sua bocca diceva una cosa, ma i suoi occhi un'altra. Nelle sue iridi era riflessa una gelosia bruciante che per un istante la spaventò. Poi ci fu solo il calore del suo sguardo, il bruciore del suo tocco e la ragione si ritrasse in un angolo.
No! Non doveva cedere. Weasley e Malfoy... Opposti, inconciliabili...
« Io amo Harry, Malfoy » replicò sollevando il mento.
Il viso di Draco si corrucciò in una smorfia di disprezzo.
« Non puoi amare uno sfigato come lui...»
« Lo amo » ribadì con fermezza, chiedendosi se stesse cercando di convincere lui o se stessa. «Niente di quello che dirai mi farà cambiare idea ».
Draco rinforzò la stretta sul suo braccio, rivolgendole uno sguardo brutale, allucinato.
« Non stanotte, Ginevra » rispose, stringendola a sé. « Questa notte ami solo me ».
Weasley e Malfoy... le parvero solo parole senza senso mentre la sua bocca famelica calava sulla sua e le sue mani predatrici si infilavano sotto gli strati del maglione.
S
arebbe sorta l'alba e lei sarebbe tornata alla sua vita. Avrebbe sepolto di nuovo quel suo sentimento nel petto, così in profondità che con il tempo se ne sarebbe dimenticata. Quando la luce del sole le avrebbe sfiorato la pelle lei sarebbe tornata una dei buoni e lui un Mangiamorte.
Ma per quella notte, solo per quella notte avrebbe lasciato che la bufera la travolgesse e che inghiottisse tutto. Che divorasse i loro destini, le loro famiglie, i loro cognomi.
Per quella notte sarebbero spariti Weasley e Malfoy.
Sotto la stelle, sarebbero stati Ginny e Draco.

 

 

*** 

 

Il biancospino tremolava alla luce della luna.
« Uccidilo, Draco! »
La voce di Amycos era venata di impazienza.
Draco pensò che tutto quello fosse assurdo.
Il suo sguardo si soffermò solo per un attimo sul volto distrutto di Silente, per indugiare sulla porzione di pavimento poco distante.
Era stato lì.
Era stato lì, proprio in quel punto, che il Ginevra gli si era aperta come un fiore e il suo cuore si era spezzato perché la sua carne era troppo dolce da essere assaporata.
« Si può sapere cosa diavolo stai aspettando? » gli urlò contro, sputacchiando saliva.
Draco continuò ad ignorarlo.
Il corpo di Ginevra si era inarcato e le sue cosce si erano avvinte ai suoi fianchi come se non volessero più lasciarlo. Era così calda e morbida che aveva perso la testa e urlato il suo nome, stringendola al punto di inciderle dei segni leggeri sulla pelle bianca...
« Uccidilo tu, Amycos e facciamola finita! » urlò Dolohov.
Silente lo fissava con sguardo tranquillo, come se la paura di morire non lo sfiorasse nemmeno.
« No! » rispose quello con un ghigno distorto. « L'Oscuro Signore ha detto che deve essere Draco a farlo! »
Quella parole furono come un macigno che gli gravò addosso. Rinfoderò la presa sulla bacchetta, stringendo i denti con decisione.
Doveva dimenticare la Weasley. In fondo era stata solo una sera, maledizione... Una sera e poi lei era tornata tra le braccia di Potter, perché non avrebbe mai potuto stare al fianco di uno come lui... Una sera...
« È la tua ultima possibilità, Draco! » disse il Mangiamorte sguainando a sua volta la bacchetta.
La pelle di Ginevra aveva l'odore dei gigli. Aveva sospirato appena mentre entrava in lei e le rubava quella purezza che aveva custodito per un altro.
Un sorrisetto amaro gli increspò le labbra. “Rubato” non era il termine giusto. Era stata lei a volere così, a donargli se stessa per una notte e pretendere in cambio la sua anima. Lo aveva legato a sé nel momento esatto in cui era affondato fra le sue cosce dischiuse e brividi di piacere gli avevano squassato il corpo con la forza di un terremoto. Venire in lei, con la sua voce gemente che gli riempiva le orecchie, il suo corpo che tremava per il piacere.
Draco chiuse gli occhi.
Dannata pezzente” pensò con un sorrisino mentre abbassava la bacchetta.
Se avesse anche solo potuto immaginare quanto lei gli avrebbe sconvolto la vita si sarebbe tenuto a debita distanza. Era ironico come pochi giorni avessero cambiato la sua intera vita e una passione nata per gioco lo avesse devastato con la forza di un uragano. Forse non sarebbe stato così per lei, ma lui non sarebbe mai riuscito a disintossicarsi dal suo ricordo.
« No ».
Fu una sillaba appena accennata, che si perse nel tumulto degli eventi.
Fu una sillaba, ma l'anima gli rimase in punta di labbra, perché non avrebbe mai profanato quel luogo speciale con un omicidio.
La mano ricadde pendula lungo il suo fianco mentre con una smorfia di rammarico pensava che ormai era dannato e quella purezza che aveva assaggiato una sola volta lo aveva irrimediabilmente infettato.

 

 

 

Ciao a tutti!
siamo arrivati alla fine di questa breve ff. Come prima cosa volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto o anche solo spulciato questa mini-shot in modo particolare chi ha recensito o messo la ff tra le seguite/ricordate/preferite.
Spero che il finale non vi abbia lasciato troppo insoddisfatte, non si tratta di un vero lieto fine che mi sarebbe sembrato un po' inverosimile conoscendo i personaggi, tuttavia la loro storia rimane impressa nel cuore di Draco e lo aiuta a prendere una decisione fondamentale. Come sempre per eventuali critiche o domande sono a disposizione! ;D
Un grosso saluto e un bacio
Ely
 

  
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