''Harry, il nonno!'' Mi interruppe Helen. Sentire quel nome mi diede una sensazione estranea, che mai avevo provato prima.
Quell'uomo, quell'uomo era stato l'unico capace di rapire la giovane Virginia e portarla su una stella, portarla in paradiso. 
Virginia era una donna audace, coraggiosa, capace da sola di sostenere eretto un masso in bilco su un ago senza turbare l'armoniosità della natura. Era indomabile, dai capelli lunghi, inarrestabile. I suoi erano tratti distintivi tanto potenti da non scomparire nel tempo, così fino alla fine si era dimostrata quella ragazza audace e coraggiosa di cui Harry si era innamorato.
''Hai sbagliato Helen, non si tratta del nonno.'' Fece una smorfia con la bocca come dire che io mi sbagliavo e lei aveva ragione.
''Ragazze, vi va di stare in silenzio ad ascoltare? Avanti, Emma, senza interruzioni, continua''
Edna aveva già compreso che non si trattava di Harry. Feci un sospiro e ricominciai, come se io fossi stata Virginia.

''Era Giacomo. Giacomo doveva diventare l'uomo della mia vita, aveva i soldi, aveva una bella macchina e dei bei pettorali. Mia madre era contenta, mio padre pure, le mie amiche anche. Avevo uno scopo nella vita: finire l'Università, sposare Giacomo ed ereditare tutta la sua fortuna. Ero tutto quello che una trent'enne avrebbe voluto avere. Ma io non avevo trent'anni. Ero solo una ventunenne in cerca di avventura che avrebbe voluto viaggiare per il mondo alla ricerca di posti nuovi tutti da raccontare, ma la realtà non era questa. Mi ripetevo ogni giorno nella mia mante prima di dormire la frase di mia madre: 'Stai per laurearti e pensi ancora a fare la quattordicenne, cresci.' così cadevo in un sonno profondo per poi risvegliarmi piangendo capendo che la mia vita la vivevo nei sogni, la realtà era che non avrei mai viaggiato il mondo con 10€ in tasca. Ero ancorata nella mia città aspettando che Giacomo mi chiedesse in sposa, alla quale offerta avrei certamente dovuto accettare.
-Amore, io domani parto. Non mi interessa per dove, non mi interessa in che modo, ma parto. Non ne posso piu' di stare qui.-
-Sei pazza? Dove pensi di andare? Chi ti darà posto dove stare? Ok, facciamo un viaggio insieme, va bene? Ma dovrai aspettare Luglio quando andrò in ferie. Ti porto in Sardegna ci stai? Io e te, la spiaggia bianca, il tramonto- Mi fece una smorfia che per lui sarebbe stato un sorriso. Amavo quell'uomo, ma non sapeva sorridere, amavo quando mi toccava i capelli, quando mi regalava gioielli, ma non sapeva proprio sorridere. Odiavo questa cosa. Io amavo sorridere, ero la ragazza piu' sorridente di tutta Milano; Sin da piccola avevo avuto il sorriso deturpato dall'apparecchio per i denti, e da quando l'avevo tolto sorridevo sempre. Secondo il mio parere sorridere esprimeva una gioia di vivere immensa, e la gioia di vivere di ciascuno aumenta quella degli altri. Così sorridevo, sorridevo ad anziani a bambini, ad animali. Il mio sorriso era la mia bellezza. 
-No- Replicai -Io voglio partire domani. Lasciami cercare un volo low cost, il primo che trovo, fammi volare via da sola da questa grigia città- 
-Va bene. Ti amo- I suoi occhi mi fecero sciogliere, era l'uomo perfetto.
-Anche io- Cercai su google 'voli low cost' e il primo che saltò fuori dalla ricerca era di una compagnia aerea britannica che nel volo del giorno seguente diretto a London Gatwick non aveva esaurito i biglietti, così li svendeva a poco prezzo.
-Amore io parto per Londra, domani- Il cuore si caricava. Non avevo niente di speciale legato a questa città, per me significava solo evadere un attimo.
-Il biglietto del ritorno?- Subito si preoccupò di quando mi avrebbe rivista, sapevo che non era del tutto convinto della mia scelta.
-10 Giorni e dopo di che' ti prometto di sposarti- Scoppiò in una risatina forzata.

SPAZIO AUTRICE
Hi ragazzi, spero che questo capitolo, anche se non succede nulla di particolare, vi sia piaciuto! Spero che seguiate numerosi la mia storia anche se ha un risvolto piuttosto lento :)


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