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Autore: suni    28/11/2006    1 recensioni
Al 12 di Grimmauld Place, nel silenzio, soltanto un uomo ed una penna d'oca, per raccontare una storia d'amicizia che è una storia d'amore, un amore mai ammesso e mai nato...
(siate altruisti, lasciatemi un commento, anche se probabilmente negativo...)
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lily; le mie donne

 

 

Nella cerchia degli amici intimi, sono stato l’ultimo  a venire a sapere del matrimonio; fatto strano. Quando ne chiesi la ragione a James, mi rispose che aveva voluto aspettare “il momento adatto”. Fu anche l’istante in cui mi chiese di fargli da testimone: accettai immediatamente.

Non ricordo che sensazioni avesse provocato in me quella notizia: ero contento, credo; James lo era molto. Se anche ne ho sofferto, devo essermi detto come sempre che era la mia solita, fraterna sindrome del Migliore Amico geloso.

 Un po’ mi seccava il fatto che da allora in avanti il tempo che avremmo condiviso sarebbe drasticamente diminuito, com’era ovvio  e naturale: era il mio unico cruccio. Il bisogno che io James avevamo l’uno dell’altro era una cosa fisica, la necessità di toccare, guardare l’altro, sentire concretamente la sua presenza.

Ma credo anche che dentro di me sapessi, in qualche modo, che le cose sarebbero cambiate molto meno di quanto apparentemente ci si potesse aspettare. Se c’è una cosa che non è mai mancata tra me e James è la manifestazione d’importanza reciproca; sapevo esattamente quando grande fosse, e  sarebbe rimasto, il mio spazio nella vita di James, fiori d’arancio o meno.

Dapprincipio, diventai strano, quasi febbrile. Mi facevo vedere pochissimo dai Potter, per lasciare loro l’intimità dovuta ai novelli sposi, anzi credo per qualche settimana di aver esagerato, sparendo. Stavo con Remus, o da solo; rimorchiavo tantissimo. Quando incontravo James diventavamo quasi melensi, incollati. Poi, con l’andare del tempo, le cose si stabilizzarono. Lily parve abbandonare l’iniziale ostilità e cominciare a non trovare più intollerabile la mia presenza –o forse semplicemente si rese conto di dovercisi rassegnare- e arrivò addirittura a prendere l’iniziativa di invitarmi a cena, di tanto in tanto. 

Ricordo che una volta, non avevamo forse ancora vent’anni, mi disse che le dispiaceva, che si era sempre sbagliata sul mio conto e che non ero l’individuo insopportabile, meschino e deplorevole che aveva pensato durante tutti gli anni della scuola; le risposi sinceramente che per me valeva grossomodo lo stesso discorso. In sintesi, ci venimmo incontro a vicenda. Ne sono tuttora molto orgoglioso: nonostante l’ambiguità –inevitabile, data la situazione- del nostro rapporto, Lily Evans è stata una persona da cui ho imparato molto, sulla dignità, il coraggio e la tolleranza.

 Lei sapeva –quanto dov’essere stato doloroso, umiliante, quanta impotenza e quanta solitudine deve aver sofferto- che il suo posto nella vita di James non sarebbe mai stato lontanamente grande quanto il mio. Credo che sia arrivata alla realtà dopo il matrimonio, perché non era il tipo di donna da accettare un simile compromesso, affatto. Era forte, determinata e fiera, aveva molto orgoglio e molta determinazione. Mi piaceva, Lily; a modo mio le volevo bene, solo che si era presa l’uomo di qualcun altro. Il mio.

Con me ostentava una gentilezza e una simpatia che non sono mai sfociate nella vera confidenza. Dal canto mio, i miei sentimenti e le mie sensazioni proiettati su di lei erano contraddittori. Da principio, ad Hogwarts, quando ci inseguiva per tutta la scuola tentando di farci stare buoni, la detestavo, la trovavo una seccatrice perbenista e conformista. Quando si sono messi insieme, al settimo anno, non so come mi sono sentito. Più che altro mi dava fastidio il fatto che lei cercasse di cambiare delle cose di James, smussare certi lati del suo carattere e certi atteggiamenti che per me erano così caratterizzanti di lui. Ai miei occhi era veramente perfetto, sotto ogni punto di vista, e mi seccava che una persona che non sembrava pensarla allo stesso modo mi portasse via il suo tempo. Ma ovviamente continuavo a trincerarmi dietro l’affetto fraterno e la grande amicizia, imputando ad essa una normale, vaga gelosia.

Con l’andare del tempo, comunque, mi sono affezionato davvero a lei: il suo amore per James era evidente, le si leggeva in faccia che non voleva altro che il suo bene. Questo mi rilassava, era la stessa cosa che volevo io: che James stesse bene e fosse felice.

Sempre perché era il mio migliore amico.

Che cosa abbia rappresentato Lily, per lui, non credo di poterlo capire. L’ha inseguita per tanti anni, ma a volte penso fosse solo un sistema inconscio per negare a se stesso ciò che ero io: trovarsi un altro obbiettivo, una differente ossessione, per non dover vedere quella che aveva a fianco. Del resto, non credo pensasse davvero di poterla ottenere: si era scelto, e a questo punto direi non a caso, la ragazza che meno di ogni altra sembrava potersi interessare a lui, e se da un lato questo era nel suo carattere –una sfida difficile, il gusto della difficoltà e cose del genere- dall’altro gli garantiva anche un certo margine di rilassatezza. Io, comunque, non l’ho mai visto realmente ossessionato: non era uno di quegli amori che ti tengono sveglio la notte o ti tolgono il sorriso finchè non sono realizzati: quando la vedeva attaccava un bottone, faceva il magnifico, e quando non c’erano passatempi più pressanti si dilungava nel parlare animatamente di lei, o nel guardarla passare con un sorriso sornione. In sei anni, l’avremo pedinata sì e no quattro o cinque volte.

Penso fosse la mia controparte socialmente accettabile, per James. Alla sua maniera l’ha amata molto, rappresentava tutto quel che avrebbe voluto avere se non ci fossi stato, tutto quel che avrebbe reso perfetta e apprezzabile la sua vita. Bella, intelligente, forte, onesta, leale: una compagna invidiabile, che l’avrebbe illuminato di riflesso.

 Era molto egoista, Ramoso. Una volta, al sesto anno, mi confessò che si era messo a parlare con me, il giorno dello Smistamento, perché tra tutti i ragazzini del primo anno gli ero sembrato quello più impressionante alla vista, il più invidiabile. “Uno che averlo per amico ti fa sembrare fico”, disse.

Lo stesso dev’essere stato per Lily. E risvegliava anche, immagino, quell’istinto di protezione che io non potevo certo muovere in lui. Era incollato al modello tradizionale di riuscita nella vita, bella-famiglia-bel-lavoro e tutto il resto. Per me era diverso.

Io avevo rinunciato alla mia normalità rinunciando ai Black; mi ero strappato di dosso ogni forma di appartenenza alla norma con la dedizione di un adolescente, e se dovevo essere diverso lo sarei stato a tutto tondo, avrei dato modo di parlare di me. Di farmi ammirare.

Passavo da una ragazza all’altra con la frequenza con cui Peter cambiava i calzini, con leggerezza, e con altrettanta leggerezza vivevo il mio rapporto con loro. Se ci ripenso, mi sento in colpa. Molte di quelle ragazze perdevano davvero la testa, stavano male da cani, mi cercavano e ricercavano e tentavano di attaccarmi a loro, si disperavano quando smettevo loro di rispondere, quando sparivo. Alcune si appostavano persino sotto casa.

Io allora andavo dai Potter, raccontavo l’ultima avventura  a James, e attaccavamo a ridere. Adorava soprattutto i resoconti di quando le scaricavo, e ora credo proprio di sapere il perché. Ogni volta che ne conoscevo una nuova, commentava scrollando le spalle e ridendo che era “uguale alle altre” e comunque “tanto non dura”.

Melissa andò avanti quasi sei mesi. Un record, per i miei canoni che oscillavano tra una notte e due settimane. Era una ragazza veramente bella, lei, di una bellezza piena, interiore ed esteriore. Mi riempiva il tempo molto più delle altre, anche se comunque non ero mai costante né minimamente serio. Ritengo avesse capito quale fosse il modo migliore per gestire il rapporto con me, mantenendo un certo distacco per non farmi capire quanto fossi padrone della situazione. Credo sia stata la donna che mi ha amato di più, nella mia vita, ma anche quella che me lo ha dimostrato di meno. E le piaceva molto, moltissimo andare in moto.

James non la sopportava.

Diceva che non avevano feeling, semplicemente. Gli chiedevo come fosse possibile, visto che avendo feeling con me avrebbe dovuto averne un minimo anche con lui, eravamo uguali. Faceva spallucce, diceva che non aveva importanza, che l’importante era che io stessi bene con lei.

Oggi, quasi mi riempie di orgoglio e mi lusinga il sapere la vera motivazione: era geloso marcio.

A proposito della moto, poi, la sua gelosia raggiunse toni quasi grotteschi.

James detestava la mia moto volante: diceva che il solo modo sensato e sicuro per volare era in sella ad una buona scopa, e non avrebbe accettare di fidarsi di nessun altro trabiccolo. Io ne ridevo, anche se in fondo mi dispiaceva non poter condividere con lui questa mia passione.

Un pomeriggio, ricordo, stavo raccontando  a Remus la gita che io e Mel avevamo fatto sul Loch Ness il giorno prima, ovviamente in moto, e mi trovai a dissertare su quanto fosse straordinario poter spartire quella sensazione di libertà e gioia che mi coglieva in volo con una persona cara. C’era anche James lì con noi. Forse lo dissi anche per questo, perché non avrei mai osato parlargliene direttamente o fare riferimento a lui. Mentre Remus, pacifico come sempre, annuiva ascoltando le mie parole, James stiracchiò un sorriso e osservò che conoscevo Melissa da poche settimane e non poteva certo esserci già quella grande complicità. Onestamente, lo guardai e gli risposi che “nella vita bisogna sapersi accontentare”. Fu credo la cosa più audace che gli abbia mai detto, e come tutte l’ho detta senza capirla davvero.

Quella stessa sera mi pare, come se niente fosse, James mi chiese un passaggio in moto per andare a casa. Da allora prese l’abitudine di fare un violetto con me, di tanto in tanto.

 

Oggi, ci ripenso e mi sembra che fossimo un ben strano triangolo, Lily, James e io. E Lily era l’anello debole della catena. E’ entrata in scena quando ormai tra me e lui c’era qualcosa di inattaccabile, profondo, consolidato e stabile da troppo tempo. Non la mettevamo mai a parte dei nostri segreti, dei nostri piccoli personali progetti: probabilmente ne soffriva, ma a parte all’inizio, quando la sua ostilità nei miei confronti rasentava l’isteria –avevo una pessima influenza sul suo ragazzo, a sentire lei- l’ha sempre nascosto bene. Credo avesse capito che non ci poteva proprio fare niente, che io venivo prima e sarebbe sempre stato così, non c’era modo di evitarlo.

E non c’era davvero.      

 

 

 

 

 

 

 

X eilantha: Oh, grazie, molto composto e tranquillo il tuo commento, non mi sembri sconvolta. Meno male. Mi fa piacere che tu voglia continuare a leggerla, spero la tua impressione iniziale rimanga comunque positiva. Mi ha fatto piacere di aver reso quasi credibile persino questo pairing… A presto

X Mary Cry: Sì, non credo loro apprezzerebbero molto. Comunque Sirius non è morto davvero, è stata una finta per potersene andare e rifugiarsi da una donna a lui moooolto cara che so io… Un giorno vi racconterò la storia. In realtà è molto fastidioso, sta sempre appollaiato dietro le mie spalle a ficcanasare su cosa scrivo. E lo stile ti piace? Bene, mi fa molto piacere. Ho cercato di fare in modo che sembrassero davvero pensieri buttati a ruota libera sulla carta, non so se rende.

X sourcream: brutta bestiaccia presuntuosa… Quante storie vuoi che ti dedichi? La tua è quella che devo ancora iniziare… Ma puoi accaparrarti anche questa, non credo che qualcun altro la reclamerà.

Ke-rumph

 

 

Dedicata a Sourcreamandonions

Inevitabilmente  Serpeverde, ottima autrice e futura mia coautrice –spero- di una qualche storia,

nonché unica appassionata di una coppia impensabile.

 

Se vuoi metterti a litigare con gli altri commentatori fai pure, basta che non mi coinvolgi.

X loyren: “se non ti conoscessi come fanwriter”… Wow… Perché, inizio ad avere delle credenziali? Wow, sarebbe una cosa strafica! Mi fa piacere che l’hai trovata comunque ben scritta, e quanto a Remus e Lily, se ti può far piacere entrambi hanno un altro loro specifico spazio nei capitoli dopo (come puoi vedere in questo…)

A presto

X Mixky:… E la cosa mi riempie di orgoglio e emozione. Ne deduco che nonostante il pairing non ti è dispiaciuta. Mi aspettavo che mi mandassero tutti quanti a quel paese ma non è cosi… Che bello!

suni

 

 

   
 
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