Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    05/05/2012    5 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'll love you until my dying day

Guardo il prete con impazienza, ma nessuno dei presenti si rende conto che non sto ascoltando assolutamente niente, che non sto prestando la ben che minima attenzione. Avanti, siamo seri…come potrei farlo? Le sue mani sono intrecciate alle mie e il mio cuore batte talmente forte da sovrastare la voce rauca di padre Johnsson.
Io sto aspettando il momento in cui dirò tre parole: sì, lo voglio.
Sì, lo voglio. Sì, lo voglio. Sì…
< Lo voglio > dissi sospirando e quando riaprii gli occhi non trovai davanti a me né Robert, né padre Johnsson: l'unica persona che vidi fu me stessa riflessa davanti allo specchio ancora in vestaglia.
Presi la collana a forma di cuore di mia madre che avrei indossato – qualcosa di blu – e me la rigirai tra le mani.
Stava per succedere davvero? Stavamo davvero per sposarci? . Sorrisi alla mia immagine riflessa e mi asciugai le due lacrime che mi stavano rigando le guance.
Jenny aprì la porta della mia camera da letto e mi guardò dallo specchio.
< Va tutto bene? >
Tirai su col naso e annuii.
< Tremo tutta >
La mia migliore amica mi sorrise e mi si avvicino, posò le mani sulle spalle e mi invitò a guardare davanti a me.
< Michelle, è normale, normalissimo. Questa è l'ansia, ma ti assicuro che nel momento in cui lo vedrai sarà come vedere il sole per la prima volta >
Le sorrisi e mi asciugai altre lacrime col dorso della mano. Nel momento in cui bussarono alla porta, Jenny mi lasciò per andare ad aprire: Claire, avvolta in un abito beige lungo fino al ginocchio e con le spalline sottili, entrò nella stanza tutta sorridente. Non disse niente, si limitò a venirmi incontro e ad abbracciarmi stretta. Dopo il mio riavvicinamento a Robert sua madre ed io parlammo: mi disse che il mio comportamento l'aveva ferita terribilmente e che l'avevo trattata ingiustamente, visto che aveva solamente cercato di essermi utile dopo aver perso una persona così importante come mamma. Mi scusai con lei e mi aprii come non avevo mai fatto prima, sentendomi dire che le ci sarebbe voluto un bel po' prima di potersi fidare nuovamente di me. Pian piano ricominciammo a ricucire il nostro rapporto ed ora la consideravo una seconda mamma.
< Tesoro, tutto bene? > chiese asciugandomi le lacrime.
Annuii e le sorrisi.
< Solo un po' d'ansia >
Claire mi accarezzò una spalla e mi fece accomodare sulla sedia davanti allo specchio, ricordandomi che nel giro di poco sarebbero arrivati sia il parrucchiere – Gerard Couveau era l'unico a cui avrei affidato la sorte dei miei capelli – che la truccatrice. Impiegarono tre ore prima di terminare il loro lavoro, ma il risultato mi lasciò senza fiato: il trucco era leggero, mentre Gerard aveva realizzato un semi-raccolto spettacolare e aveva applicato delle rose fra i capelli.
L'ultimo step fu l'abito – qualcosa di nuovo – e Jenny me lo porse emozionata dopo averlo tirato fuori dalla sacca porta abiti. Per indossarlo mi feci aiutare sia da lei che da Claire e quando fui pronta quest'ultima mi abbracciò.
< Sei la sposa più bella del mondo > mi disse commossa.
< Lo dici solo perché nessuna delle tue figlie si è ancora sposata > replicai per sdrammatizzare e ridemmo tutte e tre.
Mi fissai allo specchio e lisciai le pieghe della gonna. La mia migliore amica mi porse il velo e Claire mi aiutò ad indossarlo, mi abbracciò una seconda volta e infine uscì per andarsi a preparare e per raggiungere la chiesa.
Presi le scarpe dalla scatola, mi sedetti sul letto e dopo aver stretto la cavigliera – qualcosa di vecchio – le indossai: erano un semplicissimo paio di decoltè col tacco dodici centimetri e sul davanti chiuse a punta. Gettai un'occhiata veloce alla scrivania e vidi gli orecchini – qualcosa di regalato – che le ex Clovers mi avevano comprato per questa speciale occasione, costringendomi così ad andare da un orafo a fare i buchi alle orecchie: la sera in cui Robert mi vide con le orecchie rossissime scoppiò a ridere e per qualche giorno quando mi chiamava non usava il nome Mitchie, bensì Dumbo.
Mi alzai in piedi per vedermi l'ultima volta e quel che vidi mi fece venir voglia di piangere: quella donna in procinto di sposarsi ero realmente io?
Feci un paio di respiri profondi per calmarmi e la cosa funzionò. Camminai spedita verso il mio comodino per controllare la casella dei messaggi nella speranza di ricevere sue notizie, ma l'ultimo messaggio ricevuto era quello di Robert: “Ho sognato che mi abbandonavi all'altare e scappavi su un cavallo bianco come Julia Robert in quel film con Richard Gere…lo devo prendere come un presagio?
Sospirai, riposi il cellulare dentro la borsa e attesi con Jenny mio padre, che non tardò ad arrivare.
< Wow > si lasciò sfuggire mentre mi osservava e feci un giro su me stessa.
< Sono carina? > domandai ridendo.
< Sei molto più di questo > rispose venendo ad abbracciarmi < sei bellissima. Sei la sposa più bella del mondo >
Gli sorrisi e gli buttai le braccia attorno al collo.
< Ti voglio bene, papà >
< Ti voglio bene anche io, bambina mia > replicò stringendomi nel suo abbraccio, poi mi lasciò < coraggio, c'è un giovanotto in chiesa che aspetta impaziente il tuo ingresso >
Presi il mio bouquet e uscii dall'appartamento insieme a papà e a Jenny. Una volta fuori dal portone principale mi beai di quella brezza primaverile e del profumo dei fiori di pesco che mi inebriava.
< Aspetta! > esclamò Jenny correndomi dietro: si tolse il braccialetto dell'amicizia che le avevo regalato anni fa e me lo allacciò al polso < Qualcosa di prestato…era quello che avevamo deciso, no? >
Quando anni fa glielo regalai mi promise che il giorno del mio matrimonio me lo avrebbe prestato. Erano passati dieci anni e ancora si ricordava della promessa.
< Sì > risposi commossa e l'abbracciai < grazie >
C'era una limousine nera che mi stava aspettando davanti al portone di casa e quando l'autista aprì lo sportello per farmi entrare vi schizzai dentro entusiasta. Papà mi raggiunse e dopo i primi minuti di silenzio cominciò a parlare e finsi di ascoltarlo.
< …Non lo credi anche tu, tesoro? > domandò.
< Mh-mh > risposi annuendo e abbozzai un sorriso, ma lui scoppiò a ridere.
< Non mi stai ascoltando > mi fece notare scuotendo la testa.
< Ma cosa dici, papà?! > esclamai quasi scandalizzata.
< Ti ho chiesto se anche secondo te il mondo verrà invaso dagli alieni questa sera e tu hai asserito > disse e arrossii.
< Scusa > sussurrai dispiaciuta e lui posò la sua mano sulla mia.
< Stai bene? >
< Papà, perché lei non è qui? > domandai sospirando e lui scosse la testa.
< Non lo so, bambina mia. Vorrei tanto saperlo anche io >
< Già >
Tornai a guardare fuori dal finestrino e per un attimo nessuno dei due parlò più.
< La tua mamma sarebbe tanto orgogliosa di te > mi disse e gli sorrisi dopo aver ricacciato il groppo in gola.
< Grazie. Vorrei fosse qui con noi. Ho un sacco di domande da farle >
< Beh, sono stato sposato anche io e per ben due volte…posso darti una mano io? >
Scossi la testa e risi.
< Non credo tu voglia davvero sapere certe cose > gli dissi e lui sospirò.
< No, forse no > rispose e poi mi posò la mano sulla mia < Robert ti ha mai raccontato di quando è venuto a Newark per chiedermi il permesso di sposarti? >
< Lui ha fatto cosa?! > domandai stupita e papà sorrise.
< Quello scemo… >
< Papà! > esclamai e lui scoppiò a ridere.
< Non impressionarti, lo penserai anche tu una volta che avrò finito di raccontarti tutto. Quello scemo si è presentato davanti a casa mia alle tre e mezza del mattino >
< Scherzi? > lo interruppi sgranando gli occhi e lui scosse la testa.
< Affatto. Quando gli ho aperto la porta mi ha guardato disperato. Ha detto che avrebbe voluto aspettare qualche altro giorno e che sarebbe voluto arrivare ad un altro orario, ma non ce la faceva più. Mi ha detto quello che voleva fare e mi ha chiesto la benedizione >
< E tu? > chiesi curiosa.
< Gliel'ho data, poi gli ho sbattuto la porta in faccia e sono tornato a dormire >
< Ma…papà! > esclamai.
< Che c'è?! > ribatté < Mi ha svegliato solo per chiedermi la benedizione! Insomma, gliela avrei anche data al telefono o alle otto del mattino. Ad ogni modo, sai cosa mi ha detto? > chiese e scossi la testa < Signor Waldorf…George…perdoni l'orario assurdo, se vuole è libero di sbattermi la porta in faccia, ma non posso più aspettare. Ho raccontato una bugia a sua figlia, ho preso un aereo e sono venuto fino a qui per chiederle la benedizione. Amo Michelle più di qualunque altra persona al mondo e farei di tutto per renderla felice. La prego, mi dica che accetta se chiedo a sua figlia di sposarmi >
Calde lacrime premettero per uscire dagli occhi, ma non potevo cedere. Quando mio padre mi raccontò che Robert gli aveva detto che si sarebbe anche messo in ginocchio pur di ottenere un scoppiai a ridere e fino alla mia destinazione non facemmo altro che prenderlo in giro. Aveva ragione, era scemo. Era uno scemo maledettamente dolce.
La limousine raggiunse la chiesa, l'autista venne ad aprirmi la portiera e nel momento in cui vidi le scale della chiesa il mio cervello andò in tilt. Papà era uscito dall'altra parte e mi tese la mano per scendere, ma ero talmente tanto emozionata che inciampai sui miei spessi piedi e se non fosse stato per l'uomo che era sangue del mio sangue la mia faccia avrebbe sicuramente avuto un incontro ravvicinato con l'asfalto.
< Sii attenta! > mi ammonì ridendo.
Diversi paparazzi erano appostati ai lati dell'entrata per fotografarmi, ma finalmente avevo imparato ad ignorarli. Jenny era davanti alla porta chiusa e mi sorrise raggiante quando le fui dietro.
< Sei pronta? > chiese stringendomi le mani e le sorrisi.
< Assolutamente >
Feci un respiro profondo e passai il braccio attorno a quello di mio padre. Le porte vennero aperte, Jenny iniziò a camminare e poco dopo i violini partirono suonando la marcia nuziale. Papà strinse la mia mano ed entrammo dentro la chiesa: la signora Williams aveva fatto un ottimo lavoro decorandola, ne ero completamente affascinata. Le Clovers erano tutte presenti e mi sorridevano emozionate, lo sguardo di Jeremy era incollato al mio, Liam sorrideva mentre zia Agatha e la nonna piangevano (i matrimoni facevano sempre questo effetto a loro due); dall'altro lato Lizzy e Victoria mi guardavano sorridendo tra le lacrime e Claire non era da meno. Sorrisi a quest'ultima e lei mi mandò un bacio.
Guardai Robert pochi attimi dopo il mio ingresso in chiesa, ma che a me parvero millenni. Quello che vidi mi lasciò senza fiato: indossava uno smoking nero, con una camicia bianca e la cravatta dello stesso colore. I suoi capelli erano ancora più scompigliati del solito e gli davano una sensualità inaudita. Ma non era né l'abito né il modo in cui portava i capelli a farmi tremare le ginocchia: era il suo sguardo. I suoi occhi non erano mai stati più brillanti come lo erano in questo momento…cavolo, non erano così nemmeno quando avevo accettato di sposarlo! Il suo sorriso era lo specchio del mio e quando mi fece l'occhiolino mi sentii sciogliere.
Tom si avvicinò al suo orecchio e gli disse qualcosa che lo fece illuminare ancora di più.
Papà ed io avevamo raggiunto l'altare quando si fermò, mi baciò la guancia e mise la mia mano su quella di Robert, consegnandomi a lui. Lo guardai emozionata e notai una lacrima rigargli il volto nonostante stesse sorridendo e in men che non si dica andò a sedersi vicino a Katia.
Prestai nuovamente l'attenzione a Robert, strinsi la presa sulla sua mano e salii quei due gradini per raggiungerlo. Il prete incominciò a parlare ed entrambi gli prestammo attenzione.
< Non sei scappata > sussurrò Robert al mio fianco.
Sorrisi e lo guardai.
< È da anni che aspetto questo momento > risposi con lo stesso tono di voce basso < non sarei mai potuta scappare >
Era arrivato il momento delle promesse e nonostante fossi certa che la mia facesse schifo Robert sembrò apprezzarla.
La sua, ovviamente, mi fece frignare come una bambina.
< Michelle > disse prendendomi entrambe le mani e stringendole < tu meglio di chiunque altro sai che non avrei mai pensato di sposarmi prima di aver compiuto trentacinque anni. Devo ammettere che per un po' avevo progettato di sfuggire ai matrimoni come George Clooney. Ma poi sei arrivata tu e la tua aria innocenti mi hai stregato…e…dopo tutti gli alti e i bassi ora siamo qui. Dio, non potrei essere più felice di così. Me la sto facendo addosso dalla paura, ma se sto per compiere questo passo è perché ti amo e se c'è una persona con la quale voglio condividere il resto della mia vita e alla quale voglio rompere le scatole ogni singolo giorno finché non morirò…beh, quella persona sei tu. Solo tu >
Mi sorrise e non ebbe il tempo di lasciare le nostre mani che già mi ero lanciata su di lui, ma sembrò gradire parecchio questo bacio inaspettato, perché lo stava ricambiando senza farsi troppi problemi.
< Vai così! > urlò Andrew seduto nelle prime file, mentre il prete ci richiamò, dicendoci che dovevamo aspettare la fine della cerimonia.
Mi scusai imbarazzata e lo pregai di andare avanti. Dopo le promesse fu il turno del , dello scambio degli anelli e della fine della messa.
< Da questo momento, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa, ora >
Lo guardai in attesa di ricevere il mio primo bacio da donna sposata. Robert mi strinse a sé e mi baciò con passione, mentre i violini e l'organo avevano preso a suonare e tutte le persone a noi più care stavano applaudendo.
< Ti amo > sussurrai appoggiando la fronte alla sua.
< Ti amo anche io, Mitchie > ribatté sorridendo.
Il prete ci fece andare nel suo studio assieme a Jenny e Tom per firmare il registro e subito dopo ci abbandonarono per raggiungere gli altri per il tradizionale lancio del riso.
< Dio, non mi sembra vero > gli dissi emozionata mentre eravamo diretti all'uscita e mi baciò la tempia, arrestandoci davanti al portone.
< Pronta, moglie? > domandò.
Gli afferrai la mano.
< Prontissima, marito > ribattei sorridendo.

***

< Posso avere la vostra attenzione? > domandò mio padre alzandosi in piedi durante il pranzo e tutti si zittirono < Visto che i testimoni non si sono ancora degnati di farlo, voglio brindare per primo agli sposi > continuò e tutti scoppiammo a ridere, fatta eccezione di Tom che lo guardò contrariato < Michelle…tu non hai idea di quanto io sia felice di essere qui in questo momento. Sono stato un padre pessimo in passato, ma sono felice che tra di noi ci sia stato un riavvicinamento. Robert… > disse guardando l'uomo che era seduto accanto a me < sono sicuro che ti prenderai cura della mia bambina. Agli sposi! > esclamò, alzando il bicchiere con il vino.
< Agli sposi! > esclamarono tutti in coro.
Girai lo sguardo verso Robert.
< Alla nostra >
< Salute > ribatté, facendo toccare i nostri bicchieri.
< Bacio, bacio, bacio! > urlò Sarah seguita a ruota da tutte le mie ex compagne di squadra e successivamente da tutti i nostri amici.
Sorridemmo e facemmo scontrare le nostre bocche, perdendoci nel bacio. Afferrai il colletto della sua camicia e lo costrinsi ad avvicinarsi ancora di più, mentre attorno a noi fischi di approvazione riempivano la sala.
Katia tentò di dividerci con una battuta, ma nessuno dei due le diede retta, così molto poco carinamente Tom si avvicinò per trascinare il suo amico al centro della stanza per ballare.
Risi, cos'altro potevo fare? Di certo non potevo strangolarlo per avermi portato via da quelle labbra invitanti; dopotutto avrei avuto tutta la vita per goderne.
Mi alzai in piedi, sistemai le pieghe del vestito che avevo scelto per indossare durante il ricevimento e mi avvicinai al mio uomo, che mi accolse facendomi fare una giravolta. Grazie al cielo avevo abbandonato i tacchi per le ballerine e non cascai per terra.
< Un ballo solo, poi torniamo a mangiare > dissi guardando Robert e lui scoppiò a ridere.
< Non potrei essere più d'accordo. Ho fame >
< A chi lo dici! > esclamai, non ascoltando la band che nel frattempo aveva cominciato a suonare Fall for you dei Secondhand Serenade.
< Hanno inscenato tutto questo spettacolino per non baciarti…come se bastasse un ballo per non farlo >
< Sai, pensavo la stessa identica cosa > risposi stringendomi a lui e le sue labbra si posarono immediatamente sulla mia tempia, poi discesero fino al mio orecchio.
Spostai la mano libera dalla sua spalla al suo petto, più precisamente all'altezza del cuore, e lui mi guardò sorridendo.
< But hold your breathe, because tonight will be the night that I will fall for you, over again. Don't make me change my mind, or I won't live to see another day. I swear it's true, because a girl like you it's impossible to find. You're impossible to find > canticchiò al mio orecchio. La sua voce ogni volta mi incantava.
Una volta finita la canzone andai da mio padre; Robert ballò con sua madre. Ben presto il cibo venne dimenticato dalla maggior parte delle persone, che si erano incamminate verso il centro della pista. Mi scatenai con tantissima gente, ma ogni volta che il mio sguardo incrociava quello di Robert speravo si allontanasse dagli altri per venire da me, per reclamare un ballo con sua moglie.
E lui, come se avesse potuto leggere la mia mente, mi raggiungeva.

 

< Michelle, congratulazioni! > disse Taylor Lautner venendomi incontro e abbracciandomi.
< Taylor, grazie di cuore > ribattei ricambiando l'abbraccio.
< Per colpa tua non potrò più fingere che Robert sia il mio ragazzo >
Scoppiai a ridere e gli baciai una guancia.
< Non preoccuparti di questo, potrò cedertelo tutte le volte che vorrai >
< Hey, amico > ci interruppe Robert sorridendo < giù le mani da mia moglie > continuò e un sorriso mi illuminò il volto.
< Ma guardala, che carina > intervenne Kellan prendendomi in braccio e urlai.
< Ma sei impazzito? > domandai ridendo.
< Ora non potrò più chiamarti vicina di casa > disse fingendosi dispiaciuto.
< E perché no? >
< Perché ora sei sua moglie. La cosa è cambiata >
< Se la cosa ti può consolare, Kell, Michelle non è più la mia vicina di casa da parecchio tempo >
< Lo so bene! > replicò guardandoci maliziosamente e non potei non arrossire.
< Ti propongo un patto > dissi guardando Kellan e tutti e tre mi guardarono curiosi < io ti do il permesso di chiamarmi vicina di casa solo se tu non mi prenderai più in braccio…e se questa discussione muore qui, seduta stante >
< Ci sto! > esclamò stringendomi la mano.
< Buonasera, signori > ci interruppe Jenny prendendomi sottobraccio < devo rapire la mia amica > disse e mi portò in disparte < allora? Come ci si sente ad essere sposati? >
< Ad essere sinceri ancora non lo so, non ho avuto il tempo materiale di pensarci > ribattei ridendo e poco dopo Victoria venne ad abbracciarmi.
< Cognata! > esclamò < Dio, ancora non ci credo che finalmente vi siete sposati! Ero certa che sarei stata la prima a farlo. E invece chi l'avrebbe mai detto? Il primo è stato l'ultimo dei Pattinson >
< Già, quando si dice coincidenza > ribattei sorridendole, poi realizzai ciò che mi aveva appena detto < aspetta un attimo! Tom ti ha chiesto di sposarti? > domandai e lei mi sorrise raggiante, mostrandomi l'anello.
< Me l'ha proposto la mattina dopo la tua cena di prova >
< E non mi hai detto niente? > ribattei fintamente offesa < Sono così felice per te! > esclamai abbracciandola calorosamente e quando vidi Robert ridere con i suoi amici, tra i quale c'era anche Tom, mi fiondai tra le braccia di quest'ultimo, eccitata dal fatto che a breve avrei chiamato cognato.
< Si può sapere perché mia moglie deve attaccarsi a stile koala a tutti i miei amici? > chiese Robert e tutti scoppiammo a ridere, mentre Tom mi guardò imbarazzato.
< Te l'ha detto, eh? >
< Sì > replicai sorridendo < ma sei un idiota per non averci detto niente > continuai indicando me e Robert e gli mollai una pacca sul petto < ed io sciocca per non essermene resa conto prima… >
< Per mia discolpa, posso dire che l'anello è arrivato giusto giusto questa mattina >
< Cosa mi sono perso? > domandò Robert stralunato e risi.
< Non ti sei accorto del solitario sul dito di tua sorella, eh? > schernii mio marito, il quale a sua volta si paralizzò.
< Accidenti, amico, davvero vuoi complicarti ulteriormente la vita sposando quella rompiballe di mia sorella? >
< Robert! > esclamai dandogli una pacca sulla spalla, ma lui si avvicinò a Tom e lo abbracciò.
< Sono tanto felice, congratulazioni >
Mi allontanai dal gruppo e raggiunsi Jeremy, che se ne stava in disparte ad osservarmi.
< Sei venuta a rassicurarmi sul fatto che resteremo per sempre amici? > domandò.
< No, a dire il vero sono venuta a dirti che ora non potremo vederci mai più > risposi sorridendo e mi sistemai accanto a lui.
< Tom si sposa? > domandò indicandolo con un cenno e annuii.
< Jer, stai bene? > chiesi preoccupata e lui mi sorrise.
< È il tuo giorno, sono felice che tu sia felice >
< Fregatene di che giorno è oggi > replicai prendendogli la mano e intrecciammo le nostre dita < Jeremy, tu come stai? >
< Come mai è successo? > domandò sospirando.
Sapevo bene a chi si stava riferendo: a Kelly. La mia amica Kelly, colei che doveva fare da damigella assieme a Jenny, la sua compagna, la ragazza che ieri mattina era scappata lasciando un misero biglietto con su scritto “Perdonatemi” e che aveva disattivato il numero sul suo cellulare. Nessuno sapeva il perché delle sue azioni. La sera prima si parlava di quanto le sarebbe piaciuto arrivare con Jeremy dove ero arrivata io e il mattino dopo aveva fatto i bagagli e se ne era andata, spezzando così il cuore del mio migliore amico. Robert ed io ci stavamo preparando per discutere di alcuni ultimi dettagli con Oliver quando Jeremy mi chiamo disperato e in lacrime e senza pensarci troppo dissi a Robert che avrebbe dovuto pensare lui a tutto e sparii per ventiquattro ore per tentare di consolarlo. Grazie al cielo Robert aveva capito la situazione e non aveva fatto storie.
< Non lo so. Credevo foste perfetti l'uno per l'altra >
< Lo pensavo anche io >
Strinsi il mio amico in un abbraccio stritolatore e quando ci allontanammo voltai lo sguardo verso Robert e lo sorpresi a guardarci, ma non si avvicinò e per questo gliene fui grata.
< Lei ti ama. La sera prima che se ne andasse mi aveva detto che le sarebbe piaciuto sposarti >
< E allora perché mi ha detto addio? >
< Non ne ho idea >
Il nostro discorso morì lì perché pian piano gli ospiti stavano cominciando ad andarsene e di conseguenza fui costretta ad avvicinarmi a Robert per salutarli. L'ultima persona che salutai fu proprio Jeremy e fui grata a Robert quando lo abbracciò e gli disse che se aveva bisogno poteva contare anche su di lui.
< Andiamo, ora si torna a casa > mi disse prendendomi per mano una volta che fummo soli.
Chiusi gli occhi e sorrisi.
< Finalmente > sussurrai riaprendoli e mi trovai davanti agli occhi l'uomo più bello del mondo, anche lui stanco come la sottoscritta.
< La valigia l'hai già preparata? > domandò e scossi la testa.
< Non cambi mai >
< Hey, ti ricordo che mi hai accettata così come sono, nella buona e nella cattiva sorte >
< Oh, lo so bene > replicò sorridendo e ci baciammo ancora una volta, prendemmo le nostre cose e uscimmo dal ristorante per raggiungere casa.
L'autista accostò sotto casa e quando ci aprì lo sportello scendemmo, entrammo dentro la palazzina, prendemmo l'ascensore e quando il suo dlin ci ricordò di essere arrivati al terzo piano Robert mi prese in braccio.
< Preferisci fare la valigia ora o domani? >
Risi. Che razza di domanda stupida.
< Domani > ribattei sorridendogli maliziosamente.
< Come preferisci, signora Pattinson > soffiò al mio orecchio e rabbrividii.
< Mi fa uno strano effetto sentirmi chiamare così. Devo…devo abituarmici >
< Per questo non c'è fretta, hai tutta la vita davanti per farlo >
Mi baciò e gli circondai il collo. Avrei voluto indossare qualcosa di speciale per la nostra prima notte di nozze, ma l'unica cosa che volevo che facesse era spogliarmi e farmi sua. Avrei conservato l'indumento speciale per quando avremmo raggiunto Berlino. Per la nostra luna di miele avevamo deciso di visitare otto paesi europei: Irlanda, Portogallo, Francia, Belgio, Germania, Italia, Scozia e Grecia.
Raggiungemmo la nostra camera e lo spinsi sul letto prima di chiudermi in bagno per togliere i fiori dai capelli e per indossare la giarrettiera: fortunatamente il vestito era abbastanza lungo per coprirla. Rientrai in camera, sfilai le ballerine con le punte dei piedi e quando Robert mi fece sedere sul letto prese a baciarmi le caviglie e con le dita risalì le mie gambe. Quando fu il turno di esplorare la gamba sinistra si bloccò non appena i suoi polpastrelli toccarono il bordo della giarrettiera.
< Dio, ti prego, dimmi che quello che penso > disse con voce roca e risi.
< Dipende da cosa pensi che sia >
Cominciò a giochicchiare con la giarrettiera e ne approfittai per privarlo della cravatta, della camicia e della giacca. I suoi pantaloni raggiunsero il pavimento poco dopo. Quando finalmente si fu stancato di quel piccolo pezzo di stoffa me la sfilò, abbassò la zip del vestito e me lo tolse facendolo passare dall'alto.
Rimanemmo in intimo e mi fece stendere sotto di lui. Le sue mani mi accarezzavano, le sue labbra mi surriscaldavano il corpo e i suoi gemiti mi facevano girare la testa.
Ci spogliammo e ci unimmo come avevamo sempre fatto, con l'unica differenza che questa volta era la prima volta che lo facevamo da sposati. Allo stesso tempo eravamo consapevoli del fatto che avremmo avuto davanti a noi una vita intera per farlo. Ci saremmo amati fino al giorno della nostra morte.

 

 

Sigh, sigh, sigh.
Che emozione, eh? I nostri eroi finalmente ce l'hanno fatta ed io…mi ritrovo con la lacrimuccia perché siamo giunti alla fine. Certo, so che manca ancora l'epilogo, ma sono libera di frignare lo stesso, no?
Con la pubblicazione del capitolo colgo l'occasione per fare gli auguri a Stella e a Margherita, perché…*rullo di tamburi*…oggi le due signorine invecchiano! Buon compleanno, ragazze. Il capitolo ve lo dedico. ;)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e…ci vedremo all'epilogo!
Un bacio a tutti e come sempre grazie perché continuate a seguirmi.
Giulls

P.S. Ehm…il titolo del capitolo è una frase che ho fregato alla bellissima You my love di quel genio di Marcus Foster. Non lo conoscete? MALE! Qui c'è il link della canzone (http://www.youtube.com/watch?v=xehbjM1XpXk ) e già che ci sono ringrazio la mia adorata Hus per avermelo fatto conoscere. <3
P.P.S. Qua trovate la mia pagina di facebook: http://www.facebook.com/giulls.efp

   
 
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