Capitolo 5
Finalmente il Quidditch.
A
due settimane dall'introduzione della nuova punizione James e Sirius
dovettero ammettere che non potevano dirsi infelici: infatti durante
i pomeriggi passati con Hagrid si divertivano molto e ben presto
diventarono ottimi amici del guardiacaccia.
Tuttavia
c'era qualcosa che stonava, come se avessero smarrito un pezzo del
puzzle delle loro vite: quello che più gli mancava non erano le
scorribande in giro per la scuola, ma era stare con i loro amici
Remus e Peter.
Ormai
gli unici momenti che potevano passare insieme (oltre alle lezioni)
erano le poche ore dopo la cena in Sala Grande, ore che però
dovevano dedicare anche ai compiti.
Ogni
sera tutti e quattro andavano a letto molto tardi e, anche se ogni
tanto chiacchieravano e scherzavano, erano sempre un po' depressi per
il poco tempo che avevano a disposizione.
Nel
frattempo sulla scuola era sceso un velo di tranquillità che, se
dapprima aveva reso increduli un po' tutti quanti, alla fine era
stato largamente apprezzato, in special modo dagli insegnanti che ne
avevano approfittato per aumentare il ritmo in classe.
Le
lezioni erano sempre più interessanti, ma sopratutto difficili: la
professoressa McGranitt li aveva da poco messi alla prova con la
trasfigurazione di oggetti più complessi: dovevano trasformare una
boccetta di inchiostro vuota in un calice di vetro; il professor
Vitius aveva appena iniziato a spiegar loro l'incantesimo per far
volare gli oggetti, che era molto complicato e il professor Sharp gli
stava spiegando una fattura utile per affrontare i vampiri.
Anche
Erbologia li stava mettendo a dura prova: da qualche giorno stavano
studiando un fungo rosso a pois gialli che tra le sue capacità aveva
quella di allungarsi come una molla e picchiare sulla testa chi lo
avvicinava troppo; l'unica materia a non essere cambiata di una
virgola era Storia della Magia, il professor Rüf
infatti era noioso e lento come sempre.
Inoltre
all'inizio del mese avevano iniziato le lezioni di volo con il
professor Bumb, le ore che trascorrevano nel cortile sul retro della
scuola non erano impegnative, almeno non se avevi un minimo di
familiarità con un manico di scopa: Peter al primo tentativo di
spiccare il volo si ribaltò in avanti e finì in infermeria col naso
rotto, Remus invece non riuscì a far volare la sua scopa fino al
decimo tentativo, ma era talmente insicuro che quella ripiombò a
terra dopo neanche un secondo; tuttavia l'incidente più grave lo
ebbe un ragazzino di Corvonero di nome Xenophilius Lovegood (un tipo
molto stravagante e eccentrico che stava particolarmente simpatico a
Sirius) che durante la loro seconda lezione si diede una spinta
talmente forte da andare a sbattere contro il muro rischiando di
rompersi la testa!
Mai
gli studenti del primo anno avevano frequentato con tale assiduità
la biblioteca: Madama Pince, la bibliotecaria, era arrivata a
sospettare che stessero organizzando qualche complotto!
La
verità era che Lily Evans aveva organizzato un gruppo di studio e
aveva praticamente obbligato tutti quelli del suo anno a
parteciparvi: «Come
sperate di passare gli esami se non studiate almeno 3 ore al
giorno?!», nessuno osava ribattere sia perché tutti la trovavano
molto simpatica e carina, ma sopratutto perché aveva dimostrato di
saper praticare fatture eccellenti e nessuno voleva rischiare di
finire affatturato.
Dopo
quasi un mese dall'inizio della punizione i quattro amici stavano
raggiungendo il massimo della sopportazione, durante una domenica
sera particolarmente nefasta James stava già minacciando di stregare
il tè dei professori il mattino seguente quando un foglio di
pergamena apparve nella bacheca della sala comune.
I
ragazzi si precipitarono a leggere e James, facendosi largo a
gomitate tra la folla, riuscì ad arrivare per primo.
Sperando
che annunciasse la sospensione perenne delle lezioni, il ragazzo
iniziò a leggere, ma quando ebbe finito il sorriso che gli incurvò
le labbra era ancora più soddisfatto e gongolante: la
stagione del Quidditch era iniziata e quel fine settimana ci sarebbe
stata la prima partita, Grifondoro contro Serpeverde!
Non
solo sarebbe stata l'occasione perfetta per passare un po' di tempo
con i suoi amici senza il pensiero assillante dei compiti, ma
specialmente significava adrenalina e gioia incalcolabile: James
infatti era un patito del Quidditch e un tifoso decisamente
sfegatato.
Il
mattino seguente l'agitazione era palpabile in tutta la scuola e
durante tutta la settimana gli studenti di Serpeverde e Grifondoro si
stuzzicarono con maligne battutine e spesso si scontrarono
lanciandosi incantesimi o fatture.
James
era assolutamente in estasi e non vedeva l'ora di vedere la partita.
Il
mattino di sabato fu il primo a svegliarsi e buttò giù dal letto i
suoi compagni senza tante cerimonie.
«Forza!
Oggi si gioca!», quando finalmente gli altri scesero dai letti lui
era già vestito e stava arrotolando una grande bandiera scarlatta
con lo stemma di Grifondoro.
«James
è ancora presto! Perché diavolo non ci hai lasciato dormire?!»
sbuffò Remus infilandosi la veste.
Peter
era ancora mezzo addormentato e stava tentando di infilare un piede
nella manica.
Sirius
invece pareva aver realizzato che giorno fosse e cosa stava per
esserci e quindi si affrettò a vestirsi.
«Dai
muovetevi voi due!» intimò James a Peter e Remus, saltellando
dall'eccitazione.
Scesero
di corsa a colazione; la Sala Grande era praticamente deserta, gli
unici già scesi erano i giocatori delle due squadre.
I
quattro amici presero posto vicino a quelli della loro Casa.
«Buongiorno!»
li salutò James con un sorriso da un orecchio all'altro.
I
sette giocatori li salutarono di rimando, si vedeva che erano tutti
un po' nervosi ma qualcuno di loro era anche molto eccitato.
Iniziarono
a mangiare in silenzio, ma dopo qualche istante James e Sirius
iniziarono a fare mille domande al capitano della squadra, Trish
McLeod, una ragazza del settimo anno con dei lunghissimi capelli
dorati che in quel momento erano acconciati in una coda di cavallo.
Trish
era una grande giocatrice, il professor Bumb si vantava di lei con
tutti gli studenti dicendo che sarebbe sicuramente entrata nella
nazionale.
«Coraggio
ragazzi, è ora di scendere al campo!» annunciò Trish quando la
Sala iniziò a riempirsi.
James
augurò buona fortuna a tutti almeno 3 volte prima di tornare a
sedersi.
«Aaaah
sono così elettrizzato!»
«Veramente
James?! Non l'avevamo affatto notato» commentò sarcastico Sirius.
«Già!
Nell'ultima settimana non hai mai accennato alla partita»
aggiunse Remus sogghignando.
James,
tanto per cambiare, gli fece una linguaccia.
Ormai
i tavoli di tutte e quattro le case erano pieni.
Molti
studenti indossavano sciarpe e cuffie con i colori di Grifondoro:
praticamente tutti eccetto i Serpeverde che erano una macchia
verde/argento in un mare scarlatto/dorato.
La
partita iniziava alle undici, ma dato che James voleva assicurarsi i
posti migliori, i ragazzi si incamminarono verso lo stadio con
mezz'ora di anticipo.
Remus
e Peter non erano mai stati nello stadio (ne mai in vita loro ne
avevano visto uno) e rimasero piacevolmente colpiti; Sirius e James,
dal canto loro, c'erano già stati più di una volta con Hagrid:
spesso capitava che alcuni animali uscissero dalla foresta e si
intrufolassero nello stadio dove poi si smarrivano, quindi il
guardiacaccia doveva prenderli e riportarli nel folto degli alberi.
Lo
stadio era circolare e imponente: alti spalti circondavano il campo
ad un'altezza di circa 10 metri, le gradinate erano divise per
colori, uno per ogni casa: rosso quelle al centro sulla desta, verde
quelle al centro sulla sinistra, blu quelle dietro i 3 anelli vicini
all'ingresso e giallo quelle dietro agli altri 3 anelli, ma niente
impediva agli studenti di ogni casa di sedersi in un posto qualunque.
James
prese posto prima dietro gli anelli dove avrebbero dovuto segnare i
Grifondoro, poi dal lato opposto, per poter dar man forte al loro
portiere, dopo neanche due minuti si spostò di nuovo e si sedette al
centro delle gradinate rosse, stava per alzarsi ancora quando Sirius
lo afferrò per il bavero e lo costrinse a risedersi: «Qui si vedrà
benissimo!» sentenziò categorico.
«Ma
forse dall'altro lato...» tentò di dire James.
«Io...
Io non mi muovo di qui» assicurò Peter accasciandosi su un sedile
li accanto e tenendosi premuta la milza che evidentemente gli doleva
parecchio.
James
stava per ribattere, ma un gran brusio di voci annunciò loro che il
resto della scuola era in arrivo e che mancava poco all'inizio della
partita.
Alle
undici in punto tutti gli spalti erano occupati e i giocatori, usciti
dagli spogliatoi, si erano disposti nel campo in attesa del fischio
di inizio.
I
tifosi assistettero alla stretta di mano mortale tra i due capitani
(a James parve quasi di sentire le dita di Trish rompersi sotto la
presa stritolatrice di Luther Parker, il nerboruto capitano dei
Serpeverde, anche se lei non fece nessuna smorfia di dolore).
Al
fischio del professor Bumb (l'arbitro della partita) i quattordici
giocatori si alzarono in volo.
«Eccoli
che partono» annunciò una voce acuta e squillante, che tutti e
quattro riconobbero come quella di Gwen McDonald la sorella di Mary,
a tutto lo stadio.
«Grifondoro
è in possesso della pluffa. McLeod scarta Parker e passa a Howe che
schiva un bolide di Aubrey. E' sola davanti al portiere. Forza
Cathy!» tutti trattennero il respiro mentre tirava.
«E
segna!» un boato assordante si alzò dalle tribune occupate dai
Grifondoro, i Tassorosso e i Corvonero, così forte che quasi nessuno
udì Gwen annunciare il vantaggio di 10 a 0 per Grifondoro.
James
aveva srotolato la sua enorme bandiera e la sventolava sopra le teste
di tutti urlando a squarcia gola incitazioni per la sua squadra e
insulti per quella avversaria.
«Serpeverde
in possesso della pluffa, Burckley schiva Willis, Howe e Parker. E'
solo contro il portiere: Coraggio Julia non farlo passare!»
«Scott
para. Grifondoro riparte... .»
«Mingherlina
quella Julia per essere un portiere, è James?» Sirius dovette
urlare per farsi sentire.
«Mh?!
Aaaah, ma come si fa a perdere così la pluffa! Scusa amico, cosa hai
detto?» chiese James senza togliere gli occhi dalla partita.
«Lascia
perdere!»
Da
quel momento la partita si fece più avvincente che mai!
James,
in piedi sul suo sedile, continuava a sventolare furiosamente la sua
bandiera fino a farsi venire le vesciche, Peter invece non smetteva
di saltare in piedi per poi risedersi con tanta foga che cadde almeno
10 volte.
Sirius,
in piedi, agitava le braccia urlando come un matto e ogni tanto dava
un calcio al suo sedile o a quello di fronte, fino a che, per
sbaglio, prese in pieno il cappello a punta del professor Sharp, che
sedeva davanti a lui, facendolo volare via.
Remus
invece, seguiva ogni azione stando seduto immobile con gambe e
braccia incrociate: gli unici segni della sua tensione erano una vena
pulsante sulla sua tempia sinistra e le piccole perle di sudore che
gli erano spuntate qui e là sul viso.
Il
gioco era talmente veloce che Gwen non faceva in tempo a dire il nome
di un giocatore che quello lanciava la pluffa ad un compagno o la
perdeva in uno scontro con un avversario.
Grifondoro
segnò ancora una, due, dieci volte e altrettanto fece la squadra di
Serpeverde.
Il
professor Bumb fischiò parecchi falli, sopratutto a favore di
Grifondoro visto che i Serpeverde, con il proseguire della partita,
si erano fatti sempre più rabbiosi e scorretti.
Dopo
quasi 3 ore di gioco la folla di spettatori era ormai mezza
congelata, i giocatori sempre più stremati e Gwen praticamente senza
voce.
«Ecco
Pier Pavin che si lancia in un impennata pazzesca, deve aver
avvistato il boccino d'oro!»
Tutti
trattennero il respiro, il cercatore di Grifondoro saliva sempre più
in alto inseguito da quello verde vestito.
«Sarà
difficile capire da qui cosa sta succedendo!» disse Gwen, i due
erano solo due puntini indistinti nel cielo plumbeo.
«Ecco
che riscendono. Sono in picchiata...»
«Eeeee
SI! Pavin afferra il boccino!»
L'urlo
trionfante che si alzò dalle tribune fece alzare in volo tutti gli
uccelli della foresta proibita.
«Grifondoro
330, Serpeverde 210» gridò la voce esultante, e ormai roca, di
Gwen.
James
improvvisò una strana danza tribale sul proprio sedile facendo
sbellicare dalle risate Sirius e Remus, Peter era caduto di nuovo!
Gli
studenti lasciarono lo stadio festosi portando sulle spalle la
squadra Rosso-oro, gli unici giù di corda erano i Serpeverde che
però non persero tempo e iniziarono subito a lanciar calunnie sui
giocatori di Grifondoro.
Inutile
dire che nessuno ci faceva caso, tutti sapevano che la vittoria era
stata più che meritata e che i Grifondoro aveva giocato molto bene.
Mentre
tornavano al castello James iniziò a ripercorrere la partita minuto
per minuto: «...e la parata di Julia! Quel tiro a effetto era ben
piazzato, ero quasi certo che sarebbe entrata!»
«Ehi
Hagrid!» Remus, che stava cercando un pretesto qualsiasi per mettere
a tacere l'amico, lo aveva visto scendere alla sua capanna.
«Ohi,
ciao ragazzi!»
«Hagrid
hai visto la partita?» gli domandò James prima che Remus potesse
dire qualcosa.
«Certo
che si! Han giocato bene!»
«Bene?!
Sono stati meravigliosi! Mai vista una partita così, Trish era
imbattibile e...»
«Ok,
ok! Sono stati bravissimi!»
lo interruppe Hagrid alzando le mani: «Cos'è ti sei preso un bolide
in testa?»
«No
purtroppo è così di natura» precisò Sirius con un sorrisetto.
James
non contento bombardò Peter, l'unico disposto a starlo a sentire,
delle sue migliori avventure su un manico da scopa da quando aveva 3
anni ad ora.
«Vi
va di venire a pranzo giù alla mia capanna?»
«Si,
perché no!»
«Ehm,
ragazzi. Su in sala comune dopo si festeggia la vittoria... Volevo
congratularmi con i giocatori.»
Remus
alzò gli occhi al cielo: «Ma se ti sei intrufolato nello
spogliatoio appena finita la partita?!»
«Hagrid,
veniamo!»
James
continuò a borbottare per tutto il cammino.
**
Passarono
un piacevole pomeriggio insieme al guardiacaccia, anche se non
mangiarono granché:già Hagrid non era un gran cuoco, poi quando
spigò con cosa era fatto lo spezzatino tutti e quattro lasciarono
perdere.
Dopo
una merenda a base di te e biscotti marmorei i quattro amici si
congedarono: «Ci vediamo lunedì Hagrid» dissero Sirius e James in
coro.
«Guardate:
nevica!»
Peter
aveva ragione: grandi fiocchi bianchi scendevano dolcemente dal
cielo.
«Quest'anno
ha iniziato presto», commentò Hagrid pensieroso: «Aaaa, devo
coprire i cavoli cornuti, soffrono terribilmente il freddo!» urlò
correndo verso l'orto.
Ridendo
per la scena a cui avevano appena assistito James e gli altri fecero
ritorno in sala comune.
«E'
già quasi ora di cena» fece notare allegro Peter.
«Dev'essere
un record per te. Sbaglio o hai mangiato solo 3 biscotti
spaccadenti?» ridacchiò James.
Lo
stomaco di Peter brontolò sonoramente in risposta.
Erano
quasi arrivati al ritratto della signora grassa quando delle voci li
raggiunsero: «Grazie per l'aiuto Lily. Quel tema di trasfigurazione
era proprio difficile».
«Figurati
Sev, e comunque non avevo altro da fare. Hai visto anche tu che oggi
non c'era nessuno a studiare, sono rimasti tutti in sala comune a
festeggiare la vittoria!»
«Tutta
fort...»
«Non
starai per dire fortuna,
è mocciosus?» la voce di James li aveva fatti sobbalzare entrambi.
«Potter,
ti ho visto oggi sugli spalti... Saltellavi come... come un canguro.»
Lily
ridacchiò.
«Ti
diverti è Piton? Non riderei io
se la squadra della mia casa fosse appena stata stracciata!»
intervenne Sirius.
«Beh
almeno io non sono lo schiavetto personale di quello zoticone di
Hagrid...»
Stunc.
«Aia!»
«Bella
mira Sirius» il ragazzo si era tolto una scarpa e l'aveva tirata con
precisione in testa al Serpeverde.
«Sev,
ti sei fatto male?»
«No!
Ti beccherai una punizione.» Piton aveva alzato la bacchetta e la
stessa cosa avevano fatto James e Sirius.
«Cosa
succede qui?»
«Niente
professor Sharp...»
«Non
è vero Pot... Ai. Sev ma che...»
«Shhh...
Niente professore.»
«Sarà
meglio...» disse quello allontanadosi.
«Severus
Piton esigo una spiegazione!»
Quella
la ignorò: «Per questa volta vi è andata bene.»
«Tu
dici? O forse sei tu quello che si è salvato la pellaccia?»
Piton
diventò tutto rosso.
Stava
per ribattere, ma Lily lo prese e lo spinse via: «Non
so cosa abbiate voi maschi... Dev'essere un difetto genetico!», fu
l'ultima cosa che le sentirono dire.
«Peccato,
mi avrebbe fatto bene un bel duello» commentò Sirius.
La
faccia di Remus esprimeva il grande sollievo per la fine “pacifica”
della faida.
«Dai
andiamo a cena, non ha senso andare in sala comune dieci minuti!»
disse.
Si
incamminò ancora prima che potessero rispondergli.
A
cena Lily fu terribilmente fredda, anche con Remus con cui andava
molto d'accordo.
«Ehm,
Lily com'è andato lo studio?»
«Bene.»
«S-sei
riuscita a rispondere alle domande di Pozioni?»
«Si»
«Domani
vai in...»
«Mary
mi passi la salsa rosa per favore?»
Da
quel momento Remus abbandonò ogni tentativo di conversazione.
«Blea
Peter, sei un pozzo senza fondo. Ti sei accorto almeno, che stai
mangiando gli spaghetti al ragù insieme alle penne ai funghi?»
«Sh
fnn fi froffuffrate» sputacchiò Peter in risposta.
Dopo
cena tornarono finalmente in sala comune.
Decisero
di fare una partita agli scacchi dei maghi.
I
primi a giocare furono Remus e Sirius, il quale perse miseramente
anche se si vedeva che Remus aveva la testa altrove.
Dopo
aver vinto lasciò il posto a James che, invece di sfidare Peter,
giocò con Sirius perché l'altro si era appisolato.
Un
piccolo drappello di gente li aveva circondati per guardare i due
imbrogliarsi a vicenda.
Remus
era evidentemente giù di corda: «Andiamo amico, non sarai mica
imbronciato per la Evans eh?» gli domandò Sirius.
«Uhm,
sentite ragazzi io vado a letto. Domani voglio iniziare a studiare
presto»
«Ehi
ma stai bene?» gli chiese James.
«Si,
sono solo stanco» e in effetti sembrava come invecchiato.
«Ok,
'notte allora»
«Buona
notte.»
Nel
salire al dormitorio incrociò Lily: «Lily...»
«Mh?»
la rossa lo guardò silenziosa.
«Domani
mattina ci vediamo in biblioteca?» sperava che nei suoi occhi si
leggessero le scuse per quel pomeriggio.
«...Va
bene Remus, a domani!» rispose dopo averci pensato un po'.
«Non
sarai mica imbronciato per la Evans?!»
Si,
come se fosse quello il mio problema...
Arrivato
di sopra si buttò sul letto, stette lì qualche minuto poi si tirò
su.
Aveva
un piccolo calendario appuntato copra il letto: lo guardò.
Dom.
28, c'era scritto. Di fianco, un piccolo cerchio bianco.
Andò
a sedersi sul davanzale della finestra vicino al suo letto: la neve
scendeva ancora delicata.
Guardò
la luna: quel cerchio bianco, quasi perfetto, domani sarebbe stato
pieno...
Magari
fosse quello... il mio problema...
**
Ecco, finalmente, il quinto capitolo!
Vi chiedo scusa per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare, purtroppo l'ispirazione mi ha temporaneamente abbandonata!
Comunque sono riuscita a buttare giù questo capitolo, non è in massimo: me ne rendo conto e vi chiedo ancora scusa!
Spero che non vi faccia troppo schifo e che vogliate farmi sapere che ne pensate...
Un abbraccio.
P.s. so cosa state pensando "Non vorrà mica far innamorare Remus di Lily?!".
Io amo la coppia James/Lily... Ma penso che ci sia stato un momento in
cui Remus non sapeva bene cosa provava per Lily, sicuramente sentiva un
gran legame con quella ragazzina.
Credo che nel suo cervello ad un certo punto sia scattata la
molla "cacchio è la migliore amica che si possa avere", ma che
ci abbia messo un po'...
Lei lo capiva, non aveva bisogno di sapere qual'era il suo problema per consolarlo o per stargli vicino!