Prologo.
«No, non può essere» continuava a ripetersi il ragazzo, cercando di convincersi.
Camminava avanti e indietro, solo nel corridoio.
Le porte bianche davanti ad egli riportavano delle targhette dorate, un numero ed una lettera stampati.
Dopo qualche minuto una donna uscì dalla porta “7D” e si diresse verso il
ragazzo, che aveva ora la fronte aggrottata e l'espressione indecifrabile; si poteva cogliere solo un frammento di speranza sul suo volto.
«Mi dispiace..» disse la donna, dall'aria dispiaciuta.
La speranza si era trasformata in dolore, disperazione.
E mentre la donna se ne andava, il ragazzo si accasciò a terra, mise la testa fra le ginocchia e scoppiò a piangere, il pianto più doloroso della sua vita.