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Autore: Invader_from_Hell    01/05/2004    17 recensioni
E In Silence prosegue. Siamo alla svolta. Il lavoro cambia adesso leggermente nella forma e prosegue nel suo viaggio notturno in una Firenze mai così aulica. Siccome è il mio primo lavoro lungo, tengo ai vostri commenti! * Capitolo XIV aggiunto!* Aggiornata dopo un bel po' ^^
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Silence

In Silence

 

1

 

Un boccale bagnato, ma di birra neppure una traccia remota.

Gli occhi del signora davanti dicono “ E’ saliva!”.

Un litro di giallo sudore, quello che sente muoversi nello stomaco.

Sopra avanzi di cibo. Cibo buono. Una pizza già tagliata e gustosa.

Non sembra prestare attenzione al telefono cellulare. Eppure lo fissa.

È davanti a Lui. Se cerca occhi sconosciuti, non li trova in persone che non ha mai visto.

C’è un uomo in tutti gli occhi che fuggono eccitati nel locale. Lui conosce l’uomo.

Il rosso della borsa della signora davanti a Lui, quel rosso grida a gran voce: “ Siamo stanchi!”.

Rispondono gli occhiali dell’uomo pochi tavoli più avanti: “ Non vedo la fine di questa serata!”.

Lui è solo a quel tavolo. Potrebbe benissimo non esserlo. È solo stasera.

Non sono occhi esperti e risoluti quelli che lui va cercando nel locale, questa sera.

Sono occhi che di un uomo abbiano solo il colore.

 

2

 

Lui vive stasera, e forse non vuol dirlo al telefono cellulare che adesso squilla.

Squilla il telefono cellulare.

L’apparecchio emette suoni conosciuti, e vibra il tavolo.

L’apprensione fa vibrare anche il cuore più dimenticato e lasciato infondo al baratro.

Suona il telefono cellulare, e le note della melodia di ricerca si accostano alla signora davanti.

Il suo bicchiere è ancora pieno.

Il suo bicchiere sembra già vuoto.

Il bicchiere di Lui è vuoto di fatto.

Solo saliva sul bordo. Aspetta che si asciughi.

Brezza di Maggio, si apre una porta. L’entità della corrente fa intendere che è la porta principale.

Nuove presenze nel locale, non tremano i tavoli, nessuno si volta.

L’attenzione su bicchieri che sembrano pieni.

Subito dopo sono vuoti.

Lui alza lo sguardo, le sopracciglia sono inchiodate al tavolo.

Pesano.

Pesa anche la testa.

Pesa qualcosa come il mondo pesava ad Atlante.

Il bicchiere di Atlante doveva essere bagnato di saliva.

 

3

 

Lui squadra il suo boccale.

Un litro di fluido manca all’appello.

Ha chiesto asilo politico nel suo stomaco.

La birra ha paura di perdere il suo colore.

Per questo si rifugia dove non può essere vista.

Nello stomaco di Lui.

Solo Lui stasera la può nascondere.

Lui si guarda intorno e il legno del tavolo sembra seguirlo.

Se cerca occhi, non sono pupille conosciute ed esperte.

Sono pupille sporche di saliva, prive di qualcosa che un uomo ha.

Ma il colore Lui vuole che sia quello degli uomini.

Ci sono occhi così?

Sporchi di saliva.

Se entra il vento, non si copre.

La sala fugge dai muri e dal proprio nucleo.

 

 

 

 

 

 

  
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