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Autore: fri rapace    08/05/2012    5 recensioni
Nell'aldilà viene data una grande opportunità a Remus e Tonks: potranno incontrare Teddy. Solo una volta.
Scritta per il compleanno di TinaX86 ^^
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ci fu un’improvviso lampo di luce, che li costrinse a serrare gli occhi. Quando li riaprirono, scoprirono di essere in un posto completamente diverso; era reale, pieno di vita: la cameretta di un bimbo.
Remus frugò nella memoria, sforzandosi di far coincidere l’immagine della stanza di Teddy con quella in cui si trovava, ma la ricordava molto diversa.
Incapace di muoversi, aguzzò la vista, frugando febbrilmente tra le sbarre del lettino bianco che occupava il centro della stanza.
L’unica illuminazione era offerta dalla fessura verticale tra le imposte della finestra, che rovesciava una striscia di luce sul fagotto che respirava pacifico sotto a un lenzuolino rimboccato con cura.
Remus colse un movimento al suo fianco e ricordò di non essere solo: Tonks, non meno scossa di lui, si era portata una mano alla bocca. Un attimo dopo era già volata fino al lettino, le braccia tese verso il fondo, le dita che sfioravano con amore infinito le labbra del piccolo dormiglione.
“Dora…” riuscì a strapparsi di bocca. Vederla così ricordandola da viva nello stesso atteggiamento gli bruciava dentro.
Lei non rispose, ma dai lievi sussulti della sue spalle capì che stava piangendo.
“Dora?” ritentò, incapace di muovere un solo passo verso di lei. Di loro.
“Ha i capelli rossi…” singhiozzò con un certo sforzo.
“Sì?” la incoraggiò precipitosamente, pregando che trovasse la forza di proseguire. Era più facile rivedere Teddy in maniera graduale, attraverso gli occhi della mamma. I suoi non erano ancora pronti, si sarebbero certamente rotti una volta inquadrato il bel faccino.
Lei trafficò goffamente con il lenzuolo, e per un attimo temette che l’avrebbe sollevato tra le braccia, abbandonando la descrizione.
“Non cambiano colore,” mormorò invece. “Lo accarezzo, ma…”
“Forse non si ricorda di te, non sappiamo quanto tempo è passato.”
Fu subito pentito della sua uscita, non avrebbe dovuto dire una cosa del genere.
“Non riconosce la sua mamma? È questo che stai dicendo?”
Dal tono si capiva che pensava fosse quello che meritava per averlo abbandonato, cosa che lo fece sentire un verme.
“Io… mi spiace…”
Lei tirò su rumorosamente con il naso, e qualcosa nel suo sguardo era cambiato quando finalmente lo alzò verso di lui.
Si accorse confusamente che teneva qualcosa in mano, capì cos’era solo quando l’oggetto lo colpì sulla pancia.
“È una femmina, Remus!”
“Teddy è diventato una femmina?”
Era davvero quello che gli stava dicendo? Si chiese fissando ottusamente il pannolino spiaccicato sul pavimento.
“Come no, deve essergli caduto il pisello…”
Pur avendone sposata una, non sapeva molto dei Metamorfomagus: erano talmente rari che non esisteva una bibliografia su quei maghi tanto speciali.
“Sul serio?” chiese esterrefatto. “Ai Metamorfomagus può succedere…”
“Di cambiare sesso?” Tonks si grattò pensierosa una guancia, spostando la sua attenzione verso il fasciatoio relegato nell’angolo più buio della stanza. “Beh, all’inizio non te l’ho detto per non spaventarti, poi siamo morti e la cosa ha perso d’importanza.”
La fissò preoccupato, e lei non riuscì a trattenersi per più di un altro secondo.
“Certo che no!” sbottò, scoppiando in una risata liberatoria. “Semplicemente, questa bella bimba non è Teddy! Devi sempre complicare le cose, tu!”
Prese il bimbo dal lettino, portandolo fino al fasciatoio.
“Vedi un po' se trovi l'interruttore della luce, qui è tutto buio!”
“Dora, se non è Teddy, non puoi… lasciala giù!” cercò di persuaderla senza troppa convinzione: gli sembrava felice, lo era sempre quando poteva rendersi utile.
“Hanno sbagliato, fra poco verranno a prenderci per portarci dal Teddy con il pisellino. Mica posso mollarla così, mezza nuda!”
La piccola aveva aperto gli occhi e osservava tranquilla la sconosciuta, non sembrava minimamente turbata dalla loro presenza.
In effetti, aveva un che di familiare…
Perso in quella strana sensazione di déjà vu, non prestò attenzione alla porta della stanza che si apriva silenziosa, lasciando entrare una figura oscurata dalla luce esterna, che la colpiva sulla schiena.
“Ehi, la mia bambina! Che le state facendo?”
Il richiamo improvviso fece voltare Remus di scatto. Si cavò quasi un occhio scontrandosi con la bacchetta che gli era stata puntata contro dal nuovo arrivato: pur chiaramente determinato a non abbassare la guardia, la sua espressione incerta era distinguibile anche nella penombra; sembrava sapesse che non rappresentavano una minaccia.
Tonks si affrettò a consegnargli la bambina.
“Scuuusa!” disse, sinceramente dispiaciuta. “Sta bene, vedi? Volevo solo cambiarla.”
L’uomo la fissò ammutolito per un lunghissimo istante, prima di decidersi a rimettere la bacchetta nella cinta dei pantaloni e prendere la piccola con sé.
Remus lo osservò incuriosito: alto come lui, poteva avere venticinque, trent'anni, e il suo aspetto, da quel che riusciva a scorgere, gli parve curato. Solo i capelli ispidi, che gli ricordavano quelli di James e Harry, sembravano essersi ribellati alla sua scrupolosità. La forma del suo viso, invece… e gli occhi… la sensazione di familiarità  provata vedendo la piccola si rafforzò.
“La porto dalla mamma, voi restate qui. Non-muovetevi!”
Remus e Tonks si scambiarono uno sguardo interrogativo.
“Ma non ve l’hanno detto?” aggiunse con un po’ di malumore prima di andarsene, vedendoli confusi. “Vi stavo aspettando.”






Umh... suppongo si capisca chi sono lo sconosciuto e la bambina, giusto? Spero però non fosse palese fin da subito e di essere riuscita a stupirvi almeno un pochino ^^
Al prossimo capitolo (se vi va)
ciao
Fri

   
 
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