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Autore: troublemaker    08/05/2012    0 recensioni
Alice è sola. Ha 17 anni ma ha vita sociale uguale a quella di un bradipo.
L'unica cosa che la fa sentire viva è la passione per il canto, una passione che la porterà a vivere la miglior esperienza della sua vita, una passione che unirà due voci, due vite e due cuori, fino al più lungo possibile.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3.

 

La mattina dopo mi ritrovai scaraventata in corriera come alla fine di un sogno meraviglioso.

Tutto mi sembrava uguale a prima, tutta la vita scialba e monotona intorno a me mi accoglieva.

La vocina che mi pulsava nella testa mi ripeteva la stessa frase da quando mi ero svegliata. Eppure io ero convinta di ciò che avevo visto. Mi ricordavo benissimo il colore dei suoi occhi sotto le luci del palcoscenico, mi ricordavo che la maglietta che indossava era bianca con un teschio sopra, mi ricordo lo sfondo che aveva sul suo iphone, mi ricordavo tutto. Come potevo sapere tutte queste cose se non l’avevo realmente incontrato? La musica nelle orecchie non faceva altro che incasinarmi ulteriormente i pensieri e mentre le strade scorrevano e il sole sbucava fuori dalle nuvole, mi addormentai sulla corriera, cercando di tranquillizzarmi.

Quando arrivai al capolinea, andai subito nel cortile della scuola per cercare la mia amica Ellie e dirle tutto quanto. Volevo assolutamente essere sicura di non essere diventata scema, volevo che lei sapesse tutto, lei soltanto. Non potevo permettere che gli altri lo scoprissero, Harry mi avrebbe odiato se avessi sparso la voce: tutte le ragazze della città sarebbero andate all’Ariston e avrebbero assalito il posto, impedendo ai ragazzi di fare le prove per i concerti e costringendoli a scappare. Di conseguenza non avrei più potuto rivederlo.

Intercettai la mia amica e le corsi incontro.

“Ellie, vieni qui devo dirti una cosa importantissima!”

“Una cosa importantissima? Sul serio? Dai spara!”

“Vieni…” la portai lontano dalla folla e le sussurrai tutto in un’orecchio, in stile notizia flash.

“Oh…mio….dio.” riuscii a dire solo questo. La capivo perfettamente, non ci credevo nemmeno io.

“Allora, cosa ne pensi? Mi credi?”

“Certo che ti credo, perché mi dovresti dire una cazzata del genere altrimenti? Oh mamma… Ali ma è vero che ha preso il tuo numero?” Ellie era eccitatissima, non riusciva a stare ferma, saltellava sul posto come un grillo con un tic nervoso.

“Si, gliel’ho dettato. Però finchè non mi chiamerà non posso sapere… e mi sa che non lo farà perché ieri sera non mi sono nemmeno presentata!”

“Ma potrebbe chiamarti lo stesso, per chiederti come mai non sei venuta o qualcosa del genere…” mi sorrise speranzosa. “Già, forse.” Suonò la campanella ed Ellie mi prese a braccetto e mi accompagnò in classe, chiedendomi se Harry era davvero così bello come nelle fotografie…

 

Ridemmo insieme per tutta l’ora di Disegno e ci mandammo raffiche di bigliettini nell’ora di Filosofia, occupandoci di un solo elemento di conversazione, come si può facilmente immaginare.

 

Proprio verso la fine della lezione, mentre la prof stava dettando i compiti a casa, sentii qualcosa vibrarmi nella tasca della felpa. Mi tastai il corpo come una scema e afferrai il cellulare, che stava vibrando da matti! Non avevo tempo di guardare chi fosse, visto che la prof aveva già notato i miei movimenti sospetti, perciò cliccai in fretta il tasto rosso e le sorrisi, rimettendo le mani sul banco. Esattamente due secondi dopo suonò la campanella della ricreazione. Mi precipitai fuori dall’aula trascinando Ellie per un braccio, lei mi squadrò con aria interrogativa e io le mostrai il cellulare. “Richiama” mi disse subito “..Magari è lui!” “D’accordo, ci provo.” Premetti il tasto di chiamata ed aspettai. “Allora?” mi chiese Ellie. “Fa ancora tuutuutuu…oh, aspetta!” All’improvviso una voce bassa e con un forte accento inglese disse “Hello?”.

Cercando di non svenire o di non scoppiare a ridere, risposi “Ciao, mi hai…chiamata tu prima?”

Ellie mi diede un pizzico. Lo so, non era un’ottima frase per iniziare ma ero così agitata che riuscivo a malapena a parlare decentemente in una lingua che non era nemmeno la mia!

“Si ero io, perché hai messo giù? Era un brutto momento?”

“Beh, ero in classe..”

“Oh, scusa, ti hanno beccata?”

“No,no.” “Bene…hey perché non sei venuta ieri sera? Devo ammettere che per un po’ ero convinto che saresti venuta.” Feci cenno ad Ellie di avvicinarsi a me e di ascoltare. “Cosa c’è?” mi sussurrò lei. “Mi ha detto che ieri sera mi ha aspettata! Cosa dico?” “Non lo so, inventa!” Mi schiarii la voce e dissi “Ehm, te l’ho detto che non avrei cantato.” Lui non rispose, il che mi fece pensare che forse avrei dovuto scusarmi. “..Mi dispiace” aggiunsi in fretta. “Non fa niente”

“Sicuro?” “Si, anzi, se stasera vuoi venire posso tenerti un posto.” Mi voltai verso Ellie e lei si sbracciò e si dimenò sul posto con tanta energia da farmi capire che secondo lei avrei dovuto accettare all’istante. Cercando di non ridere a quella scena esilarante, risposi a Harry: “Uhm, come mai adesso posso anche fare a meno di cantare? C’è qualcosa sotto?” lui rise dall’altro capo del telefono. “Assolutamente no, cosa te lo fa pensare?” “Non lo so, prima hai detto che non c’erano più biglietti e adesso…” “Ma no, ho capito che non posso costringerti se non vuoi e poi…” fece una pausa stranamente lunga e stupidamente mi venne da chiedere “E poi cosa?” anche se non volevo dirlo ad alta voce. Sentii Harry schiarirsi la gola prima di dirmi “…e poi vorrei che venissi, perché…vorrei vederti di nuovo.”

Ancora prima di riuscire a registrare quelle parole nella mia mente, venni strattonata da Ellie che cominciò a picchiettarmi il braccio e a squittire come una matta in preda all’eccitazione.

Non sapevo cosa dire, era tutto così surreale! Ero bloccata (letteralmente) e avrei voluto soltanto chiudere la telefonata e fare un bel respiro. Ma sentii che non ero in condizione di bloccare la più bella telefonata di tutta la mia vita e, prendendo forza, risposi tremando: “Forse, dico forse, posso venire.” Sentii Harry fare un sospiro di sollievo “Grandioso! Il concerto comincia alle 20.30!”

In quel momento suonò la campanella e la mia voce venne sormontata dalla confusione degna di un branco di mammuth che si era creata in corridoio, proprio mentre congedai Harry con un misero “Ci vediamo” prima di riattaccare.

Dopodichè spensi il telefono ed entrai in classe -ancora sotto shock- seguita da Ellie e dai suoi strilletti gioiosi.

 

Passammo il resto della mattinata discutendo su come sarebbe andata la serata. Ellie voleva che indossassi gli abiti migliori che avevo ma siccome io non ero una che usciva spesso, non avevo nemmeno un vestito in casa. Poi mi aveva detto che avrei dovuto mettermi in prima fila, che sarei dovuta rimanere lì aspettando che mi riconoscesse e che avrei dovuto fare tante (ma tante!) foto da portarle a casa il giorno dopo.

Purtroppo, il mio programmino da perfetta sfigata era leggermente diverso: Non mi sarei messa niente di meglio di una camicia in jeans e di un paio di pantaloni hippie, non mi sarei seduta mai e poi mai in prima fila e, in quanto alle foto, avrei piacevolmente evitato di fare la figura della paparazza. Ma tutto questo non potevo dirglielo, Ellie sembrava così entusiasta che la sua felicità poteva bastare per tutte e due e non me la sentivo di rovinarle i piani, visto che era stata così gentile ad aiutarmi. Anche se ero stata io a farle conoscere i One Direction, lei mi diceva spesso che anche solo dopo un giorno sentiva di amarli e visto che tutta la fortuna in questo momento era capitata a me, non potevo far altro che lasciare che si divertisse un po’.

 

Mentre eravamo in corriera ed Ellie mi stava ancora parlando dopo ore di un bellissimo top che aveva visto in vendita da Bershka, mi venne un’idea. “Hey Ellie, VIENI CON ME? Ti preeeeego!”

Lei mi fissò, sbigottita. “Venire con te…dove?” “Al concerto no? Sarebbe perfetto! Tu potresti incontrare tutti i ragazzi e in più io non mi sentirei sola e impaurita!”

Lei mi guardò come se fossi pazza. “Stai scherzando spero. E del tuo appuntamento con Harry ne vogliamo parlare?” stava urlando un po’ troppo forte per i miei gusti, tanto che alcune ragazze in corriera si voltarono a guardarla. Rabbrividii, non potevo pensare a cosa sarebbe successo se questa notizia si fosse sparsa in giro. “Abbassa la voce cavolo, altrimenti se lo scopre qualcuno…”

“Scoprire cosa?” uno dei ragazzi seduti vicino a noi ci fissava, ridacchiando. “Che quella camicia che indossi è talmente fuori moda che se la vedesse mia nonna direbbe che ai suoi tempi nemmeno esisteva più” gli rispose brusca Ellie e si avvicinò di più a me, questa volta bisbigliando.

“Scusami, però…spiegami una cosa: perché non vuoi stare da sola con Harry? Perché vuoi avermi tra le scatole?” “Ma io non starò sola con Harry, ci saranno milioni di altre ragazze a quel concerto, non potrà nemmeno fare in tempo a rivolgermi la parola!” “Alice, quanto sei ingenua..” sulle prime misi il broncio e la guardai male, ma poi lei mi sorrise e mi tranquillizzai “Ti ha detto o no che voleva rivederti?” “Si,ma..” “E secondo te un ragazzo che ti dice una cosa del genere poi non cerca un qualsiasi modo per riuscirci?” “Forse, ma…” “E allora stai tranquilla che prima o dopo del concerto, qualche parola riuscirete a dirvela.” Mi sorrise incoraggiante e io non potei fare a meno di allungarmi verso di lei e abbracciarla, sussurrandole nell’orecchio mille volte grazie. Certe volte era davvero indispensabile, mi aiutava tantissimo, le volevo davvero bene!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: mi piace questo colore (: comunque, ieri ho ricevuto la mia prima recensione e mi e’ piaciuto molto scoprire che era positiva! Yaaaay :D grazie mille, e ora eccovi qui alla fine del terzo capitolo. Ormai dovreste aver capito un po’ il meccanismo ma se non vi piace come sta andando avanti, devo dirvi che ho intenzione di cambiare mmooooolte cose, spero in meglio :3

 

Ciaociao, alu.









  
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