Capitolo
3.
La
mattina dopo mi ritrovai scaraventata in corriera come alla fine di un
sogno
meraviglioso.
Tutto
mi sembrava uguale a prima, tutta la vita scialba e monotona intorno a
me mi
accoglieva.
Quando
arrivai al capolinea, andai subito nel cortile della scuola per cercare
la mia
amica Ellie e dirle tutto quanto. Volevo assolutamente essere sicura di
non
essere diventata scema, volevo che lei sapesse tutto, lei soltanto. Non
potevo
permettere che gli altri lo scoprissero, Harry mi avrebbe odiato se
avessi
sparso la voce: tutte le ragazze della città sarebbero
andate all’Ariston e
avrebbero assalito il posto, impedendo ai ragazzi di fare le prove per
i
concerti e costringendoli a scappare. Di conseguenza non avrei
più potuto
rivederlo.
Intercettai
la mia amica e le corsi incontro.
“Ellie,
vieni qui devo dirti una cosa importantissima!”
“Una
cosa importantissima? Sul serio? Dai spara!”
“Vieni…”
la portai lontano dalla folla e le sussurrai tutto in
un’orecchio, in stile
notizia flash.
“Oh…mio….dio.”
riuscii a dire solo questo. La capivo perfettamente, non ci credevo
nemmeno io.
“Allora,
cosa ne pensi? Mi credi?”
“Certo
che ti credo, perché mi dovresti dire una cazzata del genere
altrimenti? Oh
mamma… Ali ma è vero che ha preso il tuo
numero?” Ellie era eccitatissima, non
riusciva a stare ferma, saltellava sul posto come un grillo con un tic
nervoso.
“Si,
gliel’ho dettato. Però finchè non mi
chiamerà non posso sapere… e mi sa che non
lo farà perché ieri sera non mi sono nemmeno
presentata!”
“Ma
potrebbe chiamarti lo stesso, per chiederti come mai non sei venuta o
qualcosa
del genere…” mi sorrise speranzosa.
“Già, forse.” Suonò la
campanella ed Ellie
mi prese a braccetto e mi accompagnò in classe, chiedendomi
se Harry era
davvero così bello come nelle fotografie…
Ridemmo insieme
per tutta l’ora di
Disegno e ci mandammo raffiche di bigliettini nell’ora di
Filosofia,
occupandoci di un solo elemento di conversazione, come si
può facilmente
immaginare.
Proprio
verso la fine della lezione, mentre la prof stava dettando i compiti a
casa, sentii
qualcosa vibrarmi nella tasca della felpa. Mi tastai il corpo come una
scema e
afferrai il cellulare, che stava vibrando da matti! Non avevo tempo di
guardare
chi fosse, visto che la prof aveva già notato i miei
movimenti sospetti, perciò
cliccai in fretta il tasto rosso e le sorrisi, rimettendo le mani sul
banco.
Esattamente due secondi dopo suonò la campanella della
ricreazione. Mi
precipitai fuori dall’aula trascinando Ellie per un braccio,
lei mi squadrò con
aria interrogativa e io le mostrai il cellulare.
“Richiama” mi disse subito
“..Magari è lui!”
“D’accordo, ci provo.” Premetti il tasto
di chiamata ed
aspettai. “Allora?” mi chiese Ellie. “Fa
ancora tuutuutuu…oh,
aspetta!” All’improvviso una voce bassa e con un
forte accento inglese disse “Hello?”.
Cercando
di non svenire o di non scoppiare a ridere, risposi “Ciao, mi
hai…chiamata tu
prima?”
Ellie
mi diede un pizzico. Lo so, non era un’ottima frase per
iniziare ma ero così
agitata che riuscivo a malapena a parlare decentemente in una lingua
che non
era nemmeno la mia!
“Si
ero io, perché hai messo giù? Era un brutto
momento?”
“Beh,
ero in classe..”
“Oh,
scusa, ti hanno beccata?”
“No,no.”
“Bene…hey perché non sei venuta ieri
sera? Devo ammettere che per un po’ ero
convinto che saresti venuta.” Feci cenno ad Ellie di
avvicinarsi a me e di
ascoltare. “Cosa
c’è?” mi sussurrò
lei. “Mi ha detto che ieri sera mi
ha
aspettata! Cosa dico?” “Non
lo so,
inventa!” Mi schiarii la voce e dissi
“Ehm, te l’ho detto che non avrei
cantato.” Lui non rispose, il che mi fece pensare che forse
avrei dovuto
scusarmi. “..Mi dispiace” aggiunsi in fretta.
“Non fa niente”
“Sicuro?”
“Si, anzi, se stasera vuoi venire posso tenerti un
posto.” Mi voltai verso
Ellie e lei si sbracciò e si dimenò sul posto con
tanta energia da farmi capire
che secondo lei avrei dovuto accettare all’istante. Cercando
di non ridere a
quella scena esilarante, risposi a Harry: “Uhm, come mai
adesso posso anche
fare a meno di cantare? C’è qualcosa
sotto?” lui rise dall’altro capo del
telefono. “Assolutamente no, cosa te lo fa
pensare?” “Non lo so, prima hai
detto che non c’erano più biglietti e
adesso…” “Ma no, ho capito che non posso
costringerti se non vuoi e poi…” fece una pausa
stranamente lunga e
stupidamente mi venne da chiedere “E poi cosa?”
anche se non volevo dirlo ad
alta voce. Sentii Harry schiarirsi la gola prima di dirmi
“…e poi vorrei che
venissi, perché…vorrei vederti di
nuovo.”
Ancora
prima di riuscire a registrare quelle parole nella mia mente, venni
strattonata
da Ellie che cominciò a picchiettarmi il braccio e a
squittire come una matta
in preda all’eccitazione.
Non
sapevo cosa dire, era tutto così surreale! Ero bloccata
(letteralmente) e avrei
voluto soltanto chiudere la telefonata e fare un bel respiro. Ma sentii
che non
ero in condizione di bloccare la più bella telefonata di
tutta la mia vita e,
prendendo forza, risposi tremando: “Forse, dico forse, posso
venire.” Sentii
Harry fare un sospiro di sollievo “Grandioso! Il concerto
comincia alle 20.30!”
In
quel momento suonò la campanella e la mia voce venne
sormontata dalla
confusione degna di un branco di mammuth che si era creata in
corridoio,
proprio mentre congedai Harry con un misero “Ci
vediamo” prima di riattaccare.
Dopodichè
spensi il telefono ed entrai in classe -ancora sotto shock- seguita da
Ellie e
dai suoi strilletti gioiosi.
Passammo
il resto della mattinata discutendo su come sarebbe andata la serata.
Ellie
voleva che indossassi gli abiti migliori che avevo ma siccome io non
ero una
che usciva spesso, non avevo nemmeno un vestito in casa. Poi mi aveva
detto che
avrei dovuto mettermi in prima fila, che sarei dovuta rimanere
lì aspettando
che mi riconoscesse e che avrei dovuto fare tante (ma tante!) foto da
portarle
a casa il giorno dopo.
Purtroppo,
il mio programmino da perfetta sfigata era leggermente diverso: Non mi
sarei
messa niente di meglio di una camicia in jeans e di un paio di
pantaloni
hippie, non mi sarei seduta mai e poi mai in prima fila e, in quanto
alle foto,
avrei piacevolmente evitato di fare la figura della paparazza. Ma tutto
questo
non potevo dirglielo, Ellie sembrava così entusiasta che la
sua felicità poteva
bastare per tutte e due e non me la sentivo di rovinarle i piani, visto
che era
stata così gentile ad aiutarmi. Anche se ero stata io a
farle conoscere i One
Direction, lei mi diceva spesso che anche solo dopo un giorno sentiva
di amarli
e visto che tutta la fortuna in questo momento era capitata a me, non
potevo
far altro che lasciare che si divertisse un po’.
Mentre
eravamo in corriera ed Ellie mi stava ancora parlando dopo ore di un
bellissimo
top che aveva visto in vendita da Bershka, mi venne un’idea.
“Hey Ellie, VIENI
CON ME? Ti preeeeego!”
Lei
mi fissò, sbigottita. “Venire con
te…dove?” “Al concerto no? Sarebbe
perfetto!
Tu potresti incontrare tutti i ragazzi e in più io non mi
sentirei sola e
impaurita!”
Lei
mi guardò come se fossi pazza. “Stai scherzando
spero. E del tuo appuntamento
con Harry ne vogliamo parlare?” stava urlando un
po’ troppo forte per i miei
gusti, tanto che alcune ragazze in corriera si voltarono a guardarla.
Rabbrividii, non potevo pensare a cosa sarebbe successo se questa
notizia si
fosse sparsa in giro. “Abbassa la voce cavolo, altrimenti se
lo scopre
qualcuno…”
“Scoprire
cosa?” uno dei ragazzi seduti vicino a noi ci fissava,
ridacchiando. “Che
quella camicia che indossi è talmente fuori moda che se la
vedesse mia nonna
direbbe che ai suoi tempi nemmeno esisteva più”
gli rispose brusca Ellie e si
avvicinò di più a me, questa volta bisbigliando.
“Scusami,
però…spiegami una cosa: perché non
vuoi stare da sola con Harry? Perché vuoi
avermi tra le scatole?” “Ma io non starò
sola con Harry, ci saranno milioni di
altre ragazze a quel concerto, non potrà nemmeno fare in
tempo a rivolgermi la
parola!” “Alice, quanto sei ingenua..”
sulle prime misi il broncio e la guardai
male, ma poi lei mi sorrise e mi tranquillizzai “Ti ha detto
o no che voleva
rivederti?” “Si,ma..” “E
secondo te un ragazzo che ti dice una cosa del genere
poi non cerca un qualsiasi modo per riuscirci?”
“Forse, ma…” “E allora stai
tranquilla che prima o dopo del concerto, qualche parola riuscirete a
dirvela.”
Mi sorrise incoraggiante e io non potei fare a meno di allungarmi verso
di lei
e abbracciarla, sussurrandole nell’orecchio mille volte
grazie. Certe volte era
davvero indispensabile, mi aiutava tantissimo, le volevo davvero bene!
Spazio
autrice: mi piace questo colore (: comunque, ieri ho ricevuto la mia
prima
recensione e mi e’ piaciuto molto scoprire che era positiva!
Yaaaay :D grazie
mille, e ora eccovi qui alla fine del terzo capitolo. Ormai dovreste
aver
capito un po’ il meccanismo ma se non vi piace come sta
andando avanti, devo dirvi
che ho intenzione di cambiare mmooooolte cose, spero in meglio :3
Ciaociao,
alu.