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Autore: Writer96    08/05/2012    7 recensioni
Lui era il ragazzo incredibile, quello bello e dolce e divertente che faceva impazzire le ragazze e che si faceva adorare dagli amici.
Io era una ragazza più o meno come tutte, fatta eccezione per la mia smodata passione per i libri e la capacità di risultare goffa e incredibilmente timida in qualunque situazione.
E puntualmente mi ritrovavo ad ascoltarlo ogni volta che ne combinava qualcuna delle sue.
-Hayley Core, ragazza londinese. Migliore amica di Liam Payne.
O qualcosa di più?
Dal quarto capitolo
Non avrei mai avuto le forze o il coraggio di allontanarmi da Liam solo per smentire delle voci di corridoio.
Avrei sofferto come un cane e probabilmente quelle sarebbero solo aumentate.
Avrei continuato a fare tutto normalmente.
Come se non avessi saputo niente.
Come se avessi avuto le idee chiare in testa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '10 Things I didn't give to you'
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"I'll be there yeah, I know it, to fix you with love"
Stand Up, One Direction




Quando quella mattina mi svegliai c’era troppa calma.
Non che mi desse fastidio, ma, insomma, era una cosa inusuale per me svegliarmi rilassata e riposata e in una casa silenziosa.
La sera spesso mi addormentavo tardi, dopo aver passato un’oretta più o meno a ripensare alla mia giornata e a contare i momenti in cui avrei voluto comportarmi diversamente.
Le rare volte in cui ricordavo i miei sogni, capivo che a popolarli erano le stesse persone e le stesse situazioni dalle quali avrei voluto fuggire nella vita reale.
Spesso c’era anche Liam e insieme a lui Julie e talvolta Harry. Sapevo di averli sognati quando la mattina non avevo i muscoli indolenziti dai crampi o due occhiaie troppo profonde.
Non so perché sognassi Harry e non Zayn, che era mio amico e tutte queste cose qui.
Forse si trattava solo del fatto che Harry tranquillizzava Julie e Julie, nelle sue strane manie e nei suoi strani commenti, tranquillizzava me.
Poi c’era Liam, ma lui era un caso a parte.

Liam era la mia ancora di salvezza.

Mi alzai dal letto leggermente indolenzita, ma non stanca e stetti a guardarmi le punte dei piedi in silenzio, persa tra riflessioni poco degne di nota.
Julie non c’era, ovviamente era da Harry, oppure lui l’era già passata a prendere prima di andare a scuola.
Da quando quel ragazzo aveva la patente, Julie non mi usava più come tassista.
Stavo già sospirando soddisfatta, quando un pensiero che aveva continuato ad affacciarsi ai bordi della mia mente prese il sopravvento e fu con grande orrore che presi la sveglia dal comodino realizzando perché fossi così rilassata e riposata.
Erano le sette e tre quarti e io avevo esattamente venti minuti prima di arrivare a scuola.
Imprecai, cosa che non facevo spesso, mentre mi accorgevo con ancora più orrore che Julie aveva preso la mia macchina per andare da Harry e poi l’aveva lasciata a casa sua.
Mentre tentavo contemporaneamente di lavarmi i denti e di spazzolarmi presi il cellulare dal comodino e composi il numero che ormai sapevo digitare senza neanche guardare.
“Ho trovato la terza cosa che non mi hai mai dato...”
“Hayley, ti fa male quella lista...”
“No, Liam, io farò male a te se tu non mi darai uno strappo a scuola entro cinque minuti”
Il silenzio dall’altro lato del telefono mi fece seriamente preoccupare.
Liam abitava praticamente attaccato a scuola e si alzava sempre dieci minuti prima di entrare, prendendosela assolutamente comoda.
Dovevo averlo svegliato, decisi, ma mi attaccai il telefono all’orecchio per captare un’eventuale risposta.
“Liam?”
“Scendi, sono lì tra due minuti...”
Chiusi il telefono, dedicando mentalmente una statua al mio migliore amico, e mi precipitai in camera afferrando i primi vestiti che trovai.
Nel giro di tre minuti esatti ero di sotto con la felpa in mano, oltre che ai trucchi vari.
Non che mi truccassi tanto di solito, solo quello che bastava a farmi sentire.. beh, a farmi sentire minimamente carina per giusto i primi cinque minuti.
Avevo un’autostima strana.
Potevo passare dal sentirmi decente e abbastanza soddisfatta di me al non avere neanche un minimo di autostima nel giro di cinque secondi.
Liam diceva che mi mortificavo troppo e per troppo poco, ma parlava lui, che la vita l’aveva vista sempre come la perfezione assoluta.
Per me la vita era tutta un’altra cosa.
Era cercare di affermarmi e di ottenere il mio posto senza cattiveria, senza lotte, cercando di non avere troppi nemici. Era un tentare di far capire al mondo che, no, non ero la peggiore delle secchione e, no, non avrei passato il mio compito solo per sentirmi parte del gruppo.
Non avevo un vero e proprio gruppo di amici, piuttosto le mie amicizie erano come un arcipelago, scomposte e locate in vari luoghi.

Ma a me bastava quello.

Il clacson di Liam mi fece sorridere, radiosa, e mi precipitai in macchina, sbattendo lo zaino davanti ai miei piedi.
-Liam. Ti amo ufficialmente..- borbottai, cercando di non pensare a quello che dicevo.
Lui rise, allungando una mano per scompigliarmi i capelli e scendendo poi lungo la mia guancia con la punta delle dita gelate.
-Oh, Hayley, ti amo anche io per avermi fatto svegliare cinque minuti prima del solito e per avermi costretto a fare un giro assurdamente lungo per venire a salvarti...- disse, continuando a tenere la mano vicina al mio viso.
Io stavo cercando di non ficcarmi un mascara nell’occhio, ma era difficile, visto che quell’idiota del mio migliore amico non sapeva nemmeno cosa volesse dire guidare senza prendere tutte le buche.

-Sei sporca qui...- sussurrò a un tratto, pulendomi con il pollice sotto l’occhio e provocando in me un nuovo spasmo, che fece finire il mascara anche sulla sua mano.
-Payne, sei tu che porti sfiga...- decretai, buttando tutto nell’astuccio e controllandomi nello specchietto del parasole.
-Ho messo una felpa vecchia e brutta e questi jeans sono troppo stretti, mi fanno un sedere enorme...- mi lamentai, notando ancora una volta quanto fossi incapace di fare le cose per bene e velocemente.
Ero veloce solo quando correvo in pista le rare volte che mi trascinavo allo stadio di atletica e quando avevo tra le mani un libro che mi prendeva troppo, impedendomi di staccare gli occhi dalla pagina.
Non mi avevano mai dato della solitaria solo perché, nonostante la mia timidezza, riuscivo a star simpatica alla gente grazie a quelle piccole e stupide battute che mi facevano sentire –solo per qualche istante- simile alle mie eroine preferite.
Tuttavia mi ostinavo ad evitare le feste piene di gente e preferivo passare un sabato sera in casa a guardare un film con Julie o Liam piuttosto che andarmene al pub con Zayn o Harry o le altre mie amiche.
-...niente...- concluse Liam, distraendomi e facendomi voltare verso di lui. Eravamo arrivati ad un semaforo, che sembrava ridersene di me e dell’orologio che ticchettava decretando il mio ritardo.
-Come?- mi girai verso di lui, cercando di capire cosa avesse detto e scusandomi con un sorriso.
-Dicevo che non ti stanno male per niente, invece. E poi mi piacciono le felpe grigie, stanno bene con i tuoi capelli...- disse lui e io abbassai gli occhi, ancora una volta grata del fatto che non riuscissi ad arrossire.

Presi le punte dei miei capelli castani e le studiai, avvicinandole alla manica della felpa. No, Liam era solo un idiota che non ne capiva niente di accostamenti.
La gente invidiava i miei capelli, o almeno nei primi tempi. Tentavano di farmi parlare e di farmi dire quale piastra usassi per rendere un liscio così perfetto, ma quando scoprivano che se ne stavano giù e molli senza che gli facessi niente smettevano di tirarli in ballo, continuando invece ad elogiare le loro piastre.
A volte avevo paura che i miei capelli mi rispecchiassero e che fossi anche io così, paralizzata nelle mie convinzioni, incapace di cambiare.
Alzai lo sguardo non appena entrammo nel parcheggio e con sollievo constatai che ero in orario. Liam parcheggiò perfettamente e scendemmo anche con una discreta tranquillità.
-Se non mi costringesse ad alzarmi prima, ti direi che potrei portarti sempre a scuola io...- disse e io in risposta gli andai addosso, facendo cozzare i nostri fianchi.
Risi, mentre mi sistemavo meglio lo zaino sulle spalle ed entravo sotto lo sguardo vigile della bidella e di un paio di ragazze che dovevano fare il 3H e che chiaramente mi vedevano come un impedimento all’ammirazione della fulgida e splendente figura di Liam.
Salimmo le scale in silenzio, dondolando le braccia e facendole toccare ogni volta, come facevamo ogni volta che camminavamo vicini.
-Ok. Allora... buona giornata..- dissi, davanti alla porta della mia classe e mi sporsi per dare un bacio sulla guancia a Liam, che però fece la stessa mossa nello stesso istante, facendoci quasi... cozzare.

Mossi la testa all’ultimo secondo e lo salutai impacciata, cercando di non pensare alla meravigliosa figura appena fatta.
Il professore non aveva ancora fatto l’appello e mi fece entrare senza fare storie. Mi sedetti accanto a Lise, che mi salutò amichevolmente e mi chiese qualcosa sui compiti del giorno prima. Presi appunti durante tutta la lezione, sentendo ogni tanto il mio stomaco che si stringeva e vedendo le facce mie e di Liam così vicine.
Non che avessi qualche problema con lui. Ci conoscevamo da ormai cinque anni ed eravamo abituati l’uno al corpo dell’altra. Eravamo andati al mare insieme ed era anche capitato che uno di noi entrasse nella camera dell’altro... beh, nel momento sbagliato.

Fu al cambio dell’ora che tutto ebbe una svolta. Nel senso che Julie, afferratami per il colletto della maglietta mi fece voltare verso di lei e scacciò in malo modo il suo compagno di banco, facendomi sedere vicino a lei.
-Ho visto te e Liam che venivate in macchina insieme...- disse, sorridendo in quella maniera che aveva ormai da un paio di giorni ogni volta che nominavo Liam.
-Sì. Qualcuno si è portato via la mia macchina e questa mattina non mi è suonata la sveglia, quindi ho chiamato Liam...- dissi, cercando di sostenere il suo sguardo. Avevo una sorta di presentimento, come quando, prima di un compito, sapevo che ci sarebbe stata la domanda bastarda a cui non avrei saputo rispondere.
-Ah, mm, sì. Scusa migliore?- chiese lei, guardandomi interrogativa.
Lanciai un’occhiata al prof di francese, che però stava ignorando la classe, interrogando uno sfortunato Eddy che chiaramente non aveva studiato. Le ore di francese erano di totale relax il più delle volte perché il professore tendeva ad iniziare a fare una cosa all’inizio dell’ora per non fermarsi più fino al suono della campanella, ignorando il resto della classe.
L’unica che odiasse seriamente francese era Alice che il più delle volte si rassegnava a chiamarmi chiedendomi di tentare di spiegarle l’argomento. Eravamo in buoni rapporti io e lei e spesso veniva da me e Julie a prendere un tè o a guardare un film di Jhonny Depp, suo grandissimo amore.
-Scusa migliore? Non è una scusa, seriamente, Ju...- provai a dire, incontrando di nuovo il suo sorrisino irritante. Sbuffai e incrociai le braccia sul petto, guardandola con rimprovero.
-Che vorresti dire?- chiesi, ma lei, in tutta risposta, si allungò e toccò il mio zigomo, esattamente dove mi aveva tentato di pulire Liam.
-Sei sporca qui..- annunciò, seria, mentre mi strofinava con energia. Sospirai di nuovo e aggiunsi la mia mano alla sua per tentare di ripulirmi.
-Lo so... ha provato a togliermela anche Liam, questa macchia, senza successo. Lascia stare. Sopravvivrò...- le dissi, rinunciando a pulirmi e iniziando a disegnare ghirigori sul banco.
-Liam, eh?- chiese, alzando eloquente un sopracciglio.
-Sì, Liam. Sai, il mio migliore amico, hai presente? Mi ha accompagnata in macchina e quando mi sono quasi cavata un occhio con il mascara mi ha aiutata, inutilmente, a ripulirmi...- protestai, aggiungendo un nuovo decoro al banco di formica grigio.
Adoravo disegnare cose senza senso, semplicemente dettate dalla fantasia. Erano fiori o cuori storti, ma anche macchinine, tavolozze di colori, cani, cavalli e chi più ne ha più ne metta. Erano il mio modo di evadere dalla realtà, se così si può dire.
-Il tuo migliore amico, sì. Hay, apri i tuoi occhioni e cerca di capire cosa sto cercando di dirti.- disse lei, togliendomi dalle mani la matita e guardandomi seria. Scossi la testa, incapace di capire.

-Hayley, la gente ha il brutto vizio di parlare nonostante non sappia le cose. Ma qui si tratta di altro, qui si tratta di gente che parla e conosce gli antefatti.- sospirò, enigmatica. La mia spiacevole sensazione stava iniziando a diventare una vera e propria nausea, fastidiosa fino allo sfinimento. Era sempre così. Era un modo del mio corpo che mi diceva “Hayley, ti sto dando una scusa per scappare, fallo ora prima che sia troppo tardi...”
-Di cosa parla la gente, Juls?- mi rassegnai a chiederle, sotto il suo sguardo serio.
-Di te e di Liam, Hay. Del vostro rapporto che non è quello fra due amici normali. Del fatto che siete sempre lì a parlare l’uno dell’altro e del fatto che passate ogni ricreazione insieme a non fare niente.- mi disse, tenendo gli occhi bassi e picchiettando sul banco con le dita dallo smalto rovinato. La mia nausea aveva raggiunto dimensioni impossibili e stavo seriamente pensando di andare a vomitare quando il tocco fresco delle dita di Liam sulla mia guancia mi tornò in mente.
Scossi la testa, arrabbiata e frustrata e mi concentrai su Julie.
-Io non piaccio a Liam e lui non piace a me...- protestai, nuovamente, sostenendo lo sguardo della mia migliore amica.
-Ne sei sicura? Perché a me non sembra. Spiegami perché ogni volta che stai male pensi a lui e tutto fila liscio. Spiegami perché ti alzi da tavola per parlare con lui e sorridi come se avessi appena vinto le elezioni. Spiegami perché ti arrabbiavi ogni volta che usciva fuori Elizabeth e spiegami perché basta che lui ti dica “Vieni qui” e tu corri, senza dire niente.- terminò, guardandomi negli occhi e costringendomi ad allontanarmi leggermente con la sedia.
Ogni sua parola mi era passata per il solco tracciato dalle dita del mio migliore amico sulla mia guancia e si era posizionata sulla bocca del mio stomaco. Ero certa di essere impallidita e potevo sentire il mio cuore battere più forte.
-Oh, ma non è finita. Non credere che ne sia esente anche lui, Hay. Si vede che si illumina ogni volta che incrocia il tuo sguardo, si vede come ignora le altre quando ci sei tu in giro. Voi non ve ne accorgete, ma noi sì e credimi, dovreste accorgervene e capire, perché questa è una cosa che fa male ad entrambi.- terminò, poggiandomi una mano sul braccio. Io non mi ritrassi e non rimasi immobile né la ignorai.
Scossi la testa con forza e mossi le dita della mano sinistra al ritmo di una canzone di qualche anno prima.
-Julie, seriamente. Non c’è niente che non sia una grande amicizia tra di noi. Credimi. Gli voglio un bene dell’anima, ma non penso che potrei pensare di amarlo, non potrei davvero. Amare è una cosa diversa e, soprattutto, amare comporta un amore che può finire. Credi davvero che io potrei lasciarmi andare a un sentimento che potrebbe comportare la fine di Hayley e Liam? Non voglio Liam in altri modi. Lo voglio come amico, come la spalla alla quale appoggiarmi, come quello da ascoltare e rimproverare, come quello da prendere in giro per le ragazze che gli girano intorno. Io e lui... siamo io e Liam. Non certo una coppietta.- dissi, aggrottando gli occhi come se ogni altra idea fosse assurda.

E la cosa buffa era che per me ogni altra idea era davvero assurda. Non avevo mai pensato a me e a Liam in altre maniere e non avrei mai voluto farlo.
E volevo che anche Julie mi capisse.
La nausea non era diminuita e anzi, era più forte che mai. Probabilmente c’entrava anche il fatto che avessi mancato la colazione, ma non ne ero del tutto sicura.
Sapevo solo che volevo scappare da lì e dalle parole di Julie.
Era un modo come un altro per essere giudicata e io reagivo sempre così quando succedeva.
Probabilmente c’era anche qualche patologia strana alle spalle di questo mio comportamento, ma non mi ero mai informata.
Julie mi guardò ed annuì, prima di sfiorarmi la fronte e dirmi “Tu stai male, Hayley. Ma male male. Sei pallida come un cencio. Lo sapevo, lo sapevo, che dovevo farti questo discorso in un momento più tranquillo e dopo un pasto...- cominciò a dire lei, ma le sorrisi cercando di tranquillizzarla.
Magari non stavo così male.
Il pensiero di Liam, degli occhi di Julie e di qualcosa che somigliava a una brioche presero il sopravvento e sentii che da un momento all’altro avrei vomitato sul serio.
-Professore, mi sento male. Potrei uscire?- chiesi, alzandomi e cercando di calmare i battiti così stupidi del mio cuore. Lui annuì e io uscii dall’aula, che era troppo calda e troppo stretta.

La porta si chiuse piano alle mie spalle e io mi lasciai scivolare vicino al muro, tenendo la testa tra le ginocchia.
Pensavo solo a una colazione, una bella colazione e a degli zuccheri.
E a Liam.
Avevo bisogno del suo pensiero, dovevo tranquillizzarmi con lui.
Avevo bisogno del mio migliore amico.
Barcollai fino alla finestra aperta e misi fuori la testa, respirando con la bocca per evitare eventuali conati.
Julie aveva torto. La gente –poteva sapere tutti gli antefatti che voleva, per quanto mi riguardava- aveva torto.
Io e Liam eravamo due amici, due fratelli.
Avevo bisogno di lui perché senza di lui sarei crollata molte volte e non osavo pensare a cosa avrebbe potuto portare un eventuale crollo dovuto a lui.
Mi presi la testa fra le mani e sentii che il cuore batteva più piano e che il mondo girava di meno. Appoggiai la fronte al davanzale freddo e con una mano mi frugai nelle tasche dei jeans in cerca di qualche monetina.
E poi sentii i suoi passi che risuonavano alle mie spalle e tutto, tutto, parve andare meglio.

-Hay....- lo sentii dire e il mio cuore non ebbe nessun tuffo preoccupante, nessuna perdita di battiti.
Rimase lì, più tranquillo del solito.
Eccolo.
Liam Payne era venuto a salvarmi.
-Finisci la frase, Liam...- gli proposi e capii che stava sorridendo mentre continuava ad avvicinarsi.
-Non era un “Ehi”... era un “Hay.” Non sai quanto mi sono dovuto sforzare per dirlo...- disse, arrivando alle mie spalle e poggiando la fronte contro la mia nuca.
-Non sto per morire, Payne, tranquillo. Ho solo... molta ansia addosso, troppa ansia. E ho bisogno di fare colazione.- sussurrai, inclinando la testa così da creare una sorta di simbolo dell’infinito con i nostri corpi.
Lui staccò la testa dalla mia e mi lasciò una carezza tra i capelli, porgendomi i resti di una barretta al cioccolato con l’altra mano.
Ero di spalle, ma sapevo benissimo che faccia avesse, leggermente preoccupata e allo stesso tempo sicura che non mi sarei fatta del male, non del tutto.
Morsi la barretta e sentii un nuovo calore all’interno che mi stabilizzò.
Lontana da Julie, lontana dalla fame e vicina a Liam mi sembrava di essere al centro perfetto della perfezione.
Era questo che eravamo io e lui, insomma, no?
Perfetti nel nostro rapporto diverso.
E non capivo perché Julie sostenesse che dovesse cambiare qualcosa.



Writ's Corner
MI SI ERA CANCELLATO TUTTO, MA PORCA  MISERIA!
D:
Disperazione.

Eccoci qui al terzo (o quarto?) capitolo.
Quello a cui tengo di più e che smaniavo di pubblicare.
Quello che ho fatto betare ad Alyx e che ha ricevuto anche un piccolo cammeo.
(Quella adorabile amante del francese, indovinate chi è? <3 )

Questo capitolo è quello che sento più vicino e che mi racconta meglio.
Che parla della mia nausea dovuta allo stress, alle parole degli altri che mi spaventano, al mio bisogno di qualcuno di speciale.
Le parole della gente che sa e che quindi sputa sentenze mi feriscono sempre, più di quelle delle persone che non sanno.
Ringrazio il Cielo per avere amici come Julie e più o meno come Liam anche nella vita reale.

La scena della macchina è stata una delle prime a cui ho pensato e... beh.
Voi direte che non è originale nè niente, ma per me è stata un'immane fatica scriverla.

Grazie a chi ha letto, commentato, messo nelle preferite/seguite/ricordate.
La regola delle cinque recensioni vale anche qui, però. 
u.u


Un beso
Dalla vostra Writ, che vi ama tantissimo.

Al prossimo martedì!


Ps: per qualunque cose, mi trovate su twitter (@Writ96) o su facebook.
Guardate la mia presentazione nel caso voleste più informazioni! :D
   
 
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