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Autore: indiceindaco    09/05/2012    4 recensioni
Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.
Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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III. Auspicabile? Per niente di buon auspicio. 

 

""E anche se il vento ci soffia contro,

abbiamo sempre mangiato pane e tempesta,

e passeremo anche questa."

S. Benni

 

23.45, l'orologio babbano sul caminetto non mentiva.

-Te l'ho già detto, Gin. Non posso chiedere di cambiare gruppo.

-Oh, ma insomma…sei Harry Potter! Se ci tengono alla tua istruzione dovranno pure accettare qualche compromesso, no? Come pretendono di farti lavorare al meglio delle tue capacità, in queste condizioni?

La comunicazione con Ginny non era mai stata semplice, via camino poi, sembrava ancora più cocciuta.

Era stata una giornata intensa. Dopo aver assistito alla presentazione dei corsi, aveva pranzato con Ron, Hermione e il loro disappunto circa il problema "sottogruppi", poi lui e Ron avevano dato la buona novella a Molly ed Arthur, soffermandosi sull'impressione che avevano avuto della Chappels, Molly li aveva spediti a fare delle commissioni e avevano cenato lì, tutti insieme come una volta.

Arrivato a casa, Harry s'era premurato di contattare Ginny.

Parlare della giornata e della presentazione era d'obbligo, ma dirle di essere in gruppo con Malfoy era stata una tragedia. Ginny era indignata e sospettosa. Sembrava far apparire la cosa come un affare da Ministero, e sopratutto come se fosse colpa di Harry.

Harry credeva che, una volta sconfitto Voldemort, avrebbe smesso di odiare il proprio cognome. Va da sé che non era stato così, ma la divisione in ordine alfabetico era veramente troppo.

Ginny la faceva facile, ma ad Harry risuonavano ancora le parole della Chappels nella mente, e quelle parole dicevano chiaro e tondo:

-Niente favoritismi.

Anche se Harry aveva qualche dubbio in riguardo. Come spiegarsi altrimenti l'ammissione di Malfoy, e non in un posto qualunque al Ministero, ma proprio nel Corpo dell'Accademia Auror?

Certo era che, con Lucius Malfoy ad Azkaban, le raccomandazioni ed i favoritismi dovevano essere calati di molto.

Ginny parlava da un quarto d'ora buono, e solo quando la ragazza attirò l'attenzione con insistenza, Harry si rese conto che non aveva sentito una sola parola.

-Harry? Harry! Ok, va bene, scusami ma adesso devo andare. 

Harry annuì e disse:

-Sì, Gin, scusami, ero soprappensiero. 

-Certo, certo…vedi di risolvere questa situazione.- rispose la più giovane e determinata fra i Weasley, sparendo in un soffio di fumo e scoppiettare di legna bruciata.

Harry sospirò, passandosi una mano sul viso.

Si tolse la maglia, lanciandola da qualche parte e si sgranchì la schiena.

Riprese fra le mani la lettera dell'Accademia, recuperandola dalla tasca posteriore dei jeans.

 

Egregio Signor Potter, 

siamo lieti di informarla che, da oggi, Lei fa a tutti gli effetti parte del Corpo D'Addestramento della sezione Auror del Ministero.

Il piano di studi, di durata anni tre, prevede un attenta e minuziosa preparazione al fine di renderla, come da noi auspicato, un dipendente del Ministero che abbia a cuore la Difesa dell'Intero Mondo Magico.

Sarà preparato nel Duello, nel Primo Soccorso e nelle Strategie di Cotrattacco, durante il primo semestre. Seguiranno corsi sulle Manovre in Casi Eccezionali, Pozionistica Avanzata e Dinamiche d'indagine.

Questo per ciò che riguarda il primo anno.

Converrà anche Lei che partecipare, interagendo, alle lezioni, limitando a casi sporadici le assenze, è di fondamentale e non trascurabile importanza.

Sarà Sua premura procurarsi tutte le attrezzature necessarie e gli esigui tomi teorici, dopo aver ricevuto istruzioni dal Comandante in Capo al suo corso, la Signorina Ermilia F. Chappels.

Le alleghiamo l'orario delle lezioni, che tuttavia risulta flessibile e non definitivo, saranno gli stessi docenti a darLe coordinate più precise.

Inoltre, per garantire un migliore livello di preparazione nel Duello e quindi l'eccellente svolgimento delle lezioni, l'Accademia ha recentemente preferito suddividere i quarantotto neocadetti in otto sottogruppi, divisi in base al solo criterio anagrafico/alfabetico. In particolare, Lei, risulta facente parte della Divisione Delta, e seguirà le lezioni con i seguenti cadetti:

 

Componenti del gruppo Delta sono:

Malfoy

Mirrinton

Montox

Nisson

Nemson

O'Brian

Petch

Potter

 

In onor di chiarezza, Le comunichiamo che i gruppi non possono essere modificati, ed a rigor di logica rimarranno tali fino alla fine dell'anno accademico. Questo perché si instaurino rapporti di collaborazione assidua ed efficace, che sarebbe pregiudicata nel caso in cui vi fosse precarietà nel sottogruppo stesso. 

Augurandole un ottimo inizio d'anno ed una buona permanenza all'interno dell'Accademia.

Cordiali Saluti.

 

Livius E. Thompson.

 

Harry scosse la testa per la quinta volta: era una reazione spontanea. Leggeva l'epilogo della lettera e la testa, sconsolata, ciondolava meccanicamente.

E la firma, autentica, posta in calce, attestava che non si trattasse di uno scherzo, per quanto ci avesse sperato.

Si ricordava ancora di quel Thompson. Tonks lo chiamava "Auror da tavolino", perché in effetti se ne stava rintanato in ufficio tutto il giorno, anche durante la Guerra.

Harry lo aveva intravisto di sfuggita, quel giorno ad Hogwarts, quando tutto sembrava essere perduto. 

Era un brav'uomo, non un cuor di Grifondoro, ma onesto. Era stato premiato con un Ordine di Merlino, perché era riuscito a far evacuare gli studenti più giovani durante l'ultima battaglia.

E da quando  Shacklebolt era stato eletto Ministro, aveva anche ricevuto la carica di Capo Auror.

Ricordava il sorriso paterno che gli aveva regalato, il giorno del test d'ammissione.

E tutto sommato, Harry si disse, Thompson non gli dispiaceva.

Era quella dannata storia del sottogruppo con Malfoy a dispiacergli. 

Lo faceva letteralmente imbestialire. Era sicuro che dopo quei sette anni passati a farsi la guerra, avrebbe salutato quel pallone gonfiato di Malfoy per sempre, sull'Hogwarts Express, in ritorno a Londra.

E invece eccolo rispuntare. Malfoy, il disastro nella Difesa Contro le Arti Oscure, mancato Mangiamorte, a fare l'Auror. 

C'era più di una cosa a non quadrargli. 

A nulla valeva l'ottimismo di Hermione che dipingeva Malfoy come il figliol prodigo.

Anche dopo avergli salvato la vita, anche dopo il suo volta faccia ai Mangiamorte, anche durante l'ultimo anno, Malfoy era rimasto lo stesso stronzo con lui.

Non che Harry si aspettasse un grazie, o chissà che.

Semplicemente sperava sparisse nel nulla e non tormentasse più la sua esistenza, ostinandosi a credersi il suo nemico numero uno, o meglio: ostinandosi a palesarlo ad Harry in ogni occasione possibile.

Harry si riscosse da quei pensieri, quando rintoccò la mezzanotte.

Lo aspettava una lezione di Duello alle otto, l'indomani, ed arrivare in ritardo con la Chappels non era per nulla "auspicabile", avrebbe detto Thompson.

 

***

 

Hermione si lisciò il camice con premura, prima di uscire dallo spogliatoio, come facesse quelle operazioni da anni.

Tastò la tasca destra accertandosi, così, di avere con sé la bacchetta.

Ripassò mentalmente ogni regola del "buon tirocinante"…

-Rinvigorente? C'è. Rimpolpasangue? C'è. Antidolorifica? C'è.- disse passando in rassegna i flaconcini che avrebbe dovuto tener nelle tasche del camice.

Eppure le sfuggiva qualcosa!

Non si spiegava come, dopo un mese, far tirocinio le mettesse ancora tutta quell'ansia addosso.

Voleva essere preparata ad ogni evenienza, ma fra le corsie del San Mungo non si può esser preparati a tutto.

Ed Hermione sperava solo di non farne esperienza diretta.

- Ossofast?- tentò la ragazza, parlando a se stessa. Ricontrollò le tasche. Niente da fare, non era l'Ossofast a mancare all'appello.

Era già in ritardo, dannazione, non poteva permettersi di avere un vuoto di memoria in quel momento!

-Dittamo.- disse una voce alle sue spalle.

-Devi sempre portare il Dittamo, Granger. Uno degli ingredienti fondamentali, per qualsiasi emorragia, abrasione o taglio accidentale. 

Hermione si voltò e si ritrovò immersa in un profondo paio d'occhi dal taglio obliquo.

-Z-Zabini…- disse la ragazza, in un sussurro.

Blaise Zabini le stava di fronte, perfetto in quel suo camice, e gli tendeva, sul palmo della mano, un flacone con l'inequivocabile essenza di Dittamo.

Hermione lo raccolse e accennò ad un sorriso per poi dire timidamente:

-Grazie...

Blaise sorrise luminoso e chinò la testa in un cenno, a mo' di saluto prima di voltarsi ed uscire.

-A buon rendere, Granger.

 

***

 

Harry, nonostante i buoni propositi, era arrivato in ritardo, quella mattina. 

La tabellina oraria, inviatagli dal dipartimento Auror, pretendeva che il Cadetto Potter si trovasse in Arena, ovvero l'aula semicircolare del giorno prima, alle 8.00 in punto.

Il Cadetto Potter, con sua somma disperazione, si trovò in aula solo due minuti più tardi, trafelato e col fiatone.

Quella dipinta sul volto della Chappels non era disperazione, invece.

-Signor Potter. Noto con piacere che è arrivato anche Lei! Non si preoccupi, non è l'unico ritardatario, questa mattina.

Grande accoglienza e ottimo biglietto da visita, per il povero Harry.

Il quale non osò proferir parola nei riguardi del suo Comandante, ma si limitò a chinare il capo, al limite dell'affranto.

Decise allora che sarebbe stato saggio accomodarsi su una sedia, poco distante dai nuovi compagni.

E notò con una punta di orgoglio che l'altro ritardatario, oltre a lui, cui si riferiva la Chappels poco prima, era Malfoy.

Del viscido snob, per fortuna, nemmeno l'ombra. Ed Harry non poté trattenere un pallido ghigno.

Mentre la Chappels trascriveva qualcosa su una specie di carteletta blu, su cui era incisa una grande delta argentata, Harry si decise a guardarsi attorno.

Quelli che dovevano essere Mirrinton, Montox, Nisson, Nemson, O'Brian e Petch, stavano tutti seduti, ben ritti, distanti da lui.

Due ragazzi, erano seduti vicino ad un'ampia finestra, infondo all'aula: l'uno di costituzione robusta, l'altro mingherlino e col naso a punta.

Un ragazzo dai capelli ricciuti  invece stava mordicchiando con passione la pellicina del proprio indice, al primo banco.

Un altro, smilzo e allampanato, teneva lo sguardo fisso a terra.

Infine, con somma sorpresa di Harry, una ragazza era seduta lungo la sua stessa fila, tutta concentrata nello spiare l'espressione della Chappels. 

Stava chiaramente studiando la donna, senza timori o remore.

Un altro era in disparte, come se si trovasse lì per sbaglio. Ricordava tanto Seamus, per quei suoi capelli color sabbia.

-Bene, mentre attendiamo il Signor Malfoy, direi che possiamo anche iniziare le presentazioni, che ne dite?- disse d'improvviso il Comandante, abbandonando la cartelletta sul tavolo, con premura, quasi ad accarezzarla.

La risposta fu il silenzio, e un deglutire rumoroso, probabilmente del ragazzo che stava tormentando le proprie dita.

-Lo prendo come un assenso. Mirrinton?

-Eccomi…- rispose il ragazzo robusto, con un sorriso smagliante ed una nonchalance che non avrebbe mai più adottato.

Era alto, poco più di Ron, valutò Harry. Di muscoli non mancava di certo, aveva la carnagione scura ed i tratti di un ispanico.

Dopo un poco rassicurante sguardo d'esortazione della Chappels, il ragazzo continuò dicendo:

-Mi chiamo Anthony Mirrinton, sono del Galles, ed ho frequentato la scuola di Magia di Hogwarts, facendo parte della casata di Corvonero- disse il ragazzone, per darsi un tono.

-Andavano bene anche solo il nome ed il cognome, Cadetto Mirrinton.- rispose il Comandante, con un sarcasmo tutto suo. -Bene, Anthony, vorrei che lei venisse qui.

La donna indicò un punto, di fronte alla propria scrivania, dove si era accomodata. Doveva essere ad una distanza di tre metri, dal momento che il centro dell'aula era veramente spazioso.

Una volta che Mirrinton ebbe raggiunto il punto indicatole, apparve un tavolino basso.

-Sul quel tavolo sono disposte la due uniformi, due spille da Cadetto e le protezioni, anche queste doppie.- spiegò la donna, notando l'espressione perplessa dello sciagurato Mirrinton.

-Sono due, Anthony, perché le sto per assegnare un partner. Con il quale lei si allenerà ed eseguirà ogni istruzione, durante le lezioni.- continuò con lo stesso cipiglio deciso la Chappels.

-Montox?

Una volta chiamato, il ragazzo allampanato scattò in piedi.

-Benjamin Montox, Comandante!- la voce del ragazzo era squillante e argentina, dal leggero accento straniero, anche se Harry non seppe riconoscerne l'origine.

-Ottimo spirito, signor Montox. Lei sarà il partner del signor Mirrin…

Il rumore della porta, richiusa non molto silenziosamente, attirò l'attenzione dei presenti, oltre ad irritare la donna più autoritaria, poiché era stata interrotta.

Draco Malfoy, braccia conserte, mento alzato, non degnò nessuno di un solo sguardo, se non il Comandante.

-Lei dev'essere il Signor Malfoy. Non mancherà a Lei di notare il suo indicibile ritardo. Si accomodi, prego…- disse la donna, senza scomporsi, e dedicando lo stesso sguardo gelido, che poco prima aveva lanciato ad Harry, anche a Malfoy, continuò:

-Dicevo? Sì, Mirrinton, Montox. Sarete partner, almeno per quanto riguarda la mia materia, starà a voi, eventualmente, trovar congeniale mantenere questo legame anche durante le altre lezioni. Signor Montox, la invito a raggiungere il suo collega. Proseguiamo: Nisson?

-Richard Nisson, Comandante- rispose il tipo col naso a punta che prima stava in fondo, a parlare con Mirrinton.

Intanto Harry stava pregando la buona sorte ed evitando di guardare Malfoy, spavaldamente seduto in prima fila. 

-Bene, e…signorina Nemson?- disse il Comandante.

La ragazza si alzò elegantemente.

-Jaqueline Nemson, Comandante- aveva una voce dolce, melodiosa, a Harry ricordò quasi la voce di Fleur.

-Va da sé che Lei e Nisson siete partner. Accostatevi al tavolo sul quale sono disposti i vostri effetti personali- disse la Chappels, e nello stesso instante, a circa due metri da Montox e Mirrinton, si materializzò un tavolino identico al primo.

-O'Brian?- continuò autoritaria.

-Patrick O'Brian, Signor Comandante!- disse il ragazzo biondiccio, che Harry aveva etichettato come la brutta copia di Seamus.

-O'Brian, il suo partner sarà Petch…- rispose la donna, raggiungendo con lo sguardo il ragazzo ricciuto che si alzò con indolenza e disse:

-Jack Petch, Comandante.

Solo in quel momento Harry realizzò che la sorte nemmeno quella volta gli era stata amica.

-Malfoy, Potter…mi sembra logico, che per esclusione, voi sarete partner. Magari in due sarete capaci di arrivare in orario, eliminando l'uno il ritardo dell'altro.- disse il Comandante, ed Harry decise che l'impiccagione sarebbe stato un buon modo di morire.

-Mi vedo costretto a manifestare il mio rifiuto, Comandante.- proruppe Malfoy.

Harry sgranò gli occhi, un po' per la sicura aerofagia che lo avrebbe colto di lì a poco, sempre che non fosse colto dall'infarto, prima.

Lui rifiuta?!, avrebbe voluto urlare.

Il Comandante parve avere la stessa reazione, dal momento che non era incline al trovarsi contraddetta.

-Non collaborerò con Potter, né tanto meno ho intenzione di essere il suo partner. Non vedo come possa essere produttivo questo binomio.

Harry non lo disse, ma per una volta si trovò d'accordo con Malfoy.

 

***

 

-Alle volte sei davvero infantile, sai?

-Affatto...

-Dovresti smetterla di raccogliere accozzaglia inutile, per farcire quella roba!

-Quest'accozzaglia inutile, mio caro, io la chiamo "ricordi", ed io ho scelto di conservare i migliori!

Una risata, come un latrato.

-I nostri? Decisamente infantile, mi correggo.

-Ah, e questa roba farcita, come la definisci tu, si chiama diario.

-Infantile ed in piena crisi adolescenziale!

-Oh, ma da che pulpito...

 

***

-Non sprizzo gioia dai tutti i pori neanch'io, Malfoy.

Avevano indossato le uniformi, corredate da spillette, parastinchi e paragonati, seguendo le istruzioni del Comandante Chappels. 

-Volenti o nolenti, collaborerete eccome.- li aveva liquidati la donna, ignorando abbondantemente gli sguardi disperati di Harry.

Nello spogliatoio maschile nessuno dei ragazzi aveva fiatato, figuriamoci osservare qualcos'altro che non fosse il pavimento.

Si erano cambiati velocemente, seguendo gesti meccanici, forse dettati dal buon senso che urlava loro di non far attendere il Comandante.

Quando la donnetta isterica ed autoritaria aveva intimato loro di mettersi l'uno di fronte all'altro, bacchette alla mano, parlare era diventato indispensabile.

-Sai, Potter? Mi ricorda una vecchia scena, questa qui. Solo che adesso, ahimè, non posso ucciderti.- sussurrò Malfoy, strascicando ogni vocale.

Harry alzò gli occhi al cielo e si morse la lingua, dal momento che il Comandante era proprio accanto a loro.

-Inizieremo con una cosa semplicissima: disarmare l'avversario.- disse, con quel suo tono a metà fra l'affare di Stato e il divertimento cinico.

-Punto primo: non opponete resistenza, né rispondete ad attacchi o simili, quando il vostro partner farà la propria mossa. Punto secondo: scaglierete gli incantesimi se, e solo se, IO vi avrò autorizzati. Punto terzo, sul quale mi aspetto lavoriate con impegno: dovete fidarvi del vostro compagno e lavorare affinché anche lui si fidi di voi.

-Ah, allora siamo a cavallo…Quasi come montare un Unicorno.- sfuggì dalle strafottenti labbra di Malfoy.

Lo sguardo che Harry non mancò di lanciargli sembrava desiderare che il ragazzo ardesse lentamente, fino a ridursi ad un mucchietto di cenere.

La donna non sembrò sentirlo.

-Punto quarto: qualsiasi sconsiderato errore commesso dal vostro partner, sarà il vostro. Funziona un po' come la simbiosi. Se O'Brian fa esplodere l'aula, ed ha la sfortuna di sopravvivere, le conseguenze ricadranno non solo su di lui, ma anche sul Petch. 

-Di bene in meglio.- mormorò Harry sarcastico, facendosi scappare un mezzo sorriso in direzione di O'Brian, che ricambiò timidamente.

-Punto quinto: ogni coppia è in competizione con l'altra. Ai due più meritevoli sarà data la possibilità di un'esperienza diretta sul campo. Dovrete meritarvi anche quella. Ed ovviamente inciderebbe positivamente sul rendimento e sulla valutazione finale. Non vi inibiamo in rapporti di cameratismo, quanto piuttosto vi voglio ricordare, che fra i quarantotto neocadetti, soltanto venti diventeranno Auror. Per il resto, tempo al tempo. Adesso si comincia…

-Comandante?

Gli occhi di tutti si poggiarono su Malfoy, che a guardarlo con tutto quel bianco dell'uniforme, della carnagione e dei capelli sembrava un fantasma, compresi quelli spazientiti della Chappels.

-Signor Malfoy?

-Pensavo, potremmo dare una dimostrazione pratica dell'Expelliarmus. Io e Potter, intendo.- disse il ragazzo, candidamente.

-Cadetto Malfoy, è questo lo spirito giusto, maledizione!- giubilò la donna.

Harry non ne era poi tanto sicuro, anzi, era certo che non promettesse niente di buono.

 

 

***

 

Harry tornò a casa, quella sera, che stava ancora cercando un sinonimo per "sfinito".

Dopo la lezione di Duello, gli era toccato volare da Ron, per rassicurarlo circa la prima lezione, che lui avrebbe frequentato solo nel pomeriggio. Aveva fatto delle commissioni per la Signora Weasley. Poi era stato il turno della polverosa burocrazia: aveva, infatti, consegnato dei documenti al Ministero al posto di Hermione, che non aveva un attimo di respiro al martedì, perché troppo impegnata col tirocinio. 

Considerato che era stato a lezione tutta la mattina, tiranneggiato fra il Comandante che non faceva altro che fargli ripetere all'infinito l'incantesimo di disarmo per plasmare la loro postura- solo per il gusto di farli soffrire, a parer di Harry-, e Malfoy che impietoso non lo lasciava respirare.

Per lo meno non era in punizione con il suo "nuovo partner", rabbrividì al pensiero, per il ritardo di entrambi.

Malfoy, d'altro canto, non aveva fatto nulla in realtà, nulla di anormale, almeno.

S'era limitato ad eseguire le istruzioni della Chappels, gettare qualche battutina velenosa ai danni di Harry, e s'era addirittura lasciato disarmare più d'una volta.

Decisamente c'era più di qualcosa che non quadrava.

Harry aveva sperato che il rivale opponesse un po' più di resistenza, invece sembrava rassegnato quanto lui, al dover collaborare.

Non gli piaceva quella storia.

Che Malfoy fosse cambiato, non ci credeva neanche un po'.

Ma si sentiva davvero troppo stanco anche solo per arrovellarsi il cervello circa un problema senza soluzione.

Si appisolò sul divano, senza nemmeno prendersi la briga di lanciar lontano le scarpe.

Quando il gufo abbandonò la lettera scarlatta, Harry dormiva profondamente.

 

 

 

Note: 

Più che note, sarebbe corretto dire, ringraziamenti. Ebbene ringrazio chiunque abbia letto, aggiunto la storia fra le seguite e/o preferite. Il mio amore è tutto per TINAX86, beta meravigliosa, Astrasi, Wing e Furere, che hanno speso il loro tempo nel lasciarmi il proprio parere. Non immaginate neanche quanto possa essere importante il vostro sostegno, per me. Quindi, grazie! Vi lascio per questo una piccola chicca, che io trovo geniale: Harry Potter spiegato in 99 secondi, impossibile dite? State a vedere! http://www.youtube.com/watch?v=u3Ar48FAVkQ

  
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