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Autore: tonight    09/05/2012    0 recensioni
Dakota Beck si svegliò di soprassalto e, prima ancora che se ne potesse rendere conto, un'espressinone disgustata le si stampò in viso. Sbuffò e rivolse tutta la sua attenzione alle crepe del soffitto. Non voleva pensare, le avrebbe fatto molto piacere diventare un vegetale, in quel momento.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Quel posto" si stagliava altro contro il cielo autunnale.
Le alte mura bianche, verniciate da poco, contrastavano fin troppo con il verde acceso del prato che circondava l'edificio.
Dakota, tra uno sospiro e uno sbuffo, avanzava lenta sul viale, coperto di ciottoli, che portava all'ingresso. Per evitare di dare il giusto peso alla situazione, continuò il suo solitario cammino fissando le sue scarpe ,scolorite e scucite in qualche punto. Non che non avesse i soldi per comprarne un paio nuovo, il punto era che non aveva nessuna intenzione di darla vinta ai pregiudizi della gente.
Ogni tanto era costretta ad alzare lo sguardo per fulminare quegli sprovveduti che, per sbaglio o consapevolmente, la urtavano per la strada.
Tutti gli odiosissimi quattrocentottanta studenti, compresi quelli del primo anno, accorrevano, affannati, da ogni parte. Era come vedere delle lunghe file di formiche che si affrettavano verso qualche briciola abbandonata.
Dakota aveva sempre considerato le formiche come gli animali più inutili e viscidi del mondo, molto peggio dei vermi e di tutti gli altri insetti che, comunque, odiava.
Nonostante il suo incedere lentissimo, il cancello le si parò presto davanti e, lo stemma della scuola, la sovrastò dall'alto delle sbarre.
Quando per la prima volta aveva varcato quella soglia, tre anni prima, quell'emblema l'aveva terrorizzata e convinta, ancora di più, del fatto che quella scuola fosse del tutto incompatibile con lei.
Nel grande stemma di pietra, era dipinta una chimera.
Si trattava di un essere leggendario, con il corpo e la testa di un leone, la coda che consisteva in un serpente e, a completare il rivoltante quadretto, una capra spuntava dalla schiena della simpatica bestiola.
Dakota entrò veloce nell'atrio. Subito, l'odore famigliare di quel luogo, le diede la nausea.
In realtà, qualunque altro essere umano, avrebbe considerato quella come una delle più belle scuole dello stato.
Era antica, con un ampio salone su cui si affacciavano due corridoi che portavano all'aula magna, ai laboratori, alla sala informatica e alla biblioteca, l'unica parte di quel posto che non dispiaceva troppo a Dakota. Però, la cosa che dava più nell'occhio, appena messo piede nel salone, era la larga rampa di scale che saliva verso le aule. Tutta in marmo, era arricchita da statue di filosofi e pensatori poste ad intervalli regolari. Delle piante erano posizionate nei punti più luminosi della stanza.
Dakota arricciò il naso, visibilmente irritata da tutto lo sfarzo che si presentava ai suoi occhi, di nuovo. Sospirò afflitta, non vedeva ancora nessuna faccia amica.
Qualcuno le urtò violentemente la spalla e, il libro che teneva fra le braccia, cadde a terra con un tonfo.
Il sorriso malizioso e bianchissimo di Rachel Louis la stava sfottendo da meno di un metro di distanza. Quell' insopportabile ragazza, più piccola di Dakota di anno, ma decisamente più "disponibile" alle pubbliche relazioni, era appena arrivata insieme a quelle oche delle sue amiche.
Dakota si morse la lingua per evitare di urlarle contro qualcosa di molto, molto maleducato.
Una voce le perforò i timpani, urlando troppo vicino al suo orecchio: << Hey Nord! Non avrai mica pensato di tirare già fuori gli artigli, vero? >>
Possibile che Leonard non avesse ancora capito che il suo nome non centrava un bel niente con lo stato? Dopotutto era il suo migliore amico! E poi Kate non c'era neanche mai stata, negli Stati Uniti.
Nonostante tutto, sorrise. Finalmente qualcuno che la facesse sentire come un normalissimo granello di sabbia nel deserto, e non come un essere completamente fuori luogo.
Ma la cosa migliore era che, il ragazzo, era seguito da Emma, l'assurda, imprevedibile e adorabile Emma. L'aveva conosciuta l'anno precedente. Le aveva subito ispirato simpatia, con quel suo fare stravagante.
I suoi enormi occhi verdi la fissavano allegri e Dakota, non riuscendo più a trattenersi, saltò addosso ai due amici.
Le erano macati molto durante l'estate, loro erano partiti, mentre lei era rimasta in città, sola con sua madre.
Non appena smise di stritolarli in un abbraccio di gruppo, lo sguardo le cadde per caso sulle scarpe di Emma: i lacci erano diversi e, all'altezza delle caviglie, si affacciavano i calzini, uno verde e l'altro giallo.
Stava per chiedere all'amica spiegazioni, anche se sapeva perfettamente che non sarebbero state logiche, quando un brusio sempre più forte infestò la stanza.
Sulla soglia del salone erano affacciate due figure.
Quatrocentottanta paia di occhi erano puntati su di loro.

 

 

Rieccomi!

Ma in che razza di scuola ho mandato quella povera ragazza? Penso che se Dakota fosse qui con me, probabilmente mi prenderebbe a calci :)

In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto e, soprattutto, che continuiate a seguire la storia!

tonight

ah! un'ultima cosa...recensite!!!

 

 
  
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