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Autore: kaizu307    10/05/2012    3 recensioni
Ciao a tutti, questa è la nostra prima fanfic spero davvero possa piacervi...
Per Kai Hiwatari la vita è cambiata drasticamente dopo la vittoria sulla BEGA.
Si è trasferito in Giappone, ma non riesce ad adattarsi alla nuova quotidianità.
Il ragazzo è ancora tormentato da un passato doloroso.
Perseguitato dai fantasmi di una vita lontana Kai farà ritorno nella fredda Russia, in un antico monastero nei pressi di Mosca, teatro di orribili crimini.
Ma in quella bufera di dolore due occhi di ghiaccio sono l'unica ancora di salvezza...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ciao a tutti, ci presentiamo siamo REBY e ILA e questa è la nostra prima fanfic!!
Abbiamo cercato di esprimere attraverso le parole la nostra passione per Kai, Yuriy, Boris … e tutti gli altri bladers che ci hanno fatto innamorare con le loro storie.
Ma soprattutto speriamo di coinvolgere voi, col nostro racconto …
… ci si rivede qui sotto … voi leggete leggete …

                  PROLOGO
 
Nel momento stesso in cui ci si rende conto di essere i vincitori comincia il lento declino verso la sconfitta.
La vittoria non è mai assoluta.
La felicità è un attimo.
Un istante meraviglioso che si consuma velocemente per cedere il posto a dolore e sofferenza.
Mi ero illuso di poter finalmente dire addio al passato per ricominciare.
Com’ero ingenuo … un bambino in balia degli eventi.
Per me non ci sarebbe stato un lieto fine … non era nella natura di quelli come me raggiungere la felicità, era qualcosa che non ci apparteneva.
Avevo sempre vissuto nell’oscurità, nel buio della mia follia … assuefatto dalla sofferenza che era diventata la mia quotidianità.
Avevo osservato da lontano gli altri vivere alla luce del sole, felici di esistere, entusiasti della vita … mi era stato concesso di godere, anche se per pochi attimi, della luce … attimi che si erano prosciugati velocemente, lasciandomi inerme.
Le tenebre mi richiamavano a sé, e il filo che mi legava al passato mi trascinava in una corsa a ritroso nel tempo.

  A PUGNI CON IL PASSATO
Il primo colpo si abbattè sul sacco, costringendo lo sventurato attrezzo a dondolare avanti e indietro, mentre veniva sottoposto a una scarica non indifferente di pugni.
“una cella buia … macchie di sangue rappresso sulle pareti … davanti a lui l’imponente figura di un uomo …”
Kai Hiwatari caricò il pugno destro per poi abbatterlo con forza sul sacco.
Una scarica di dolore si propagò dalla mano fino alla spalla; ma lui non se ne curò.
In fondo era per questo che aveva deciso di non indossare i guantoni, limitandosi a fasciare le mani con delle bende.
Il dolore era un’ottima distrazione.
Quella mattina si era svegliato urlando, reduce di uno dei suoi soliti incubi.
Aveva finito con l’agire d’istinto, optando per la palestra, ottimo luogo dove scaricare la tensione.
In particolare il sacco da boxe aveva un effetto benefico su di lui.
Aveva bisogno di distrarsi, occupare la mente, e semplicemente non pensare.
Perché sapeva cosa sarebbe successo se si fosse lasciato trascinare dalla valanga di pensieri e sensazioni che il sogno aveva portato con sé.
Avrebbe finito con lo smarrirsi nella sua mente, perdendo quel flebile legame che aveva con la realtà, annegando nei ricordi di un passato che aveva cercato di dimenticare.
“l’uomo lo afferrò per il mento … sollevandogli il viso … stringeva troppo forte e faceva male.
Con l’altra mano cominciò ad accarezzargli i capelli passando le dita fra le ciocche argentate … il ragazzo provò un moto di disgusto.
Alla fine l’uomo ritrasse la mano … e l’altro notò che le sue dita erano sporche di un liquido scuro, che riconobbe come sangue … il suo sangue.”
Kai chiuse gli occhi di scatto cercando di riprendere il controllo dei suoi pensieri.
Non doveva ricordare … non doveva restare.
Si concentrò esclusivamente sui movimenti del suo corpo ascoltando i battiti del proprio cuore, seguendo i movimenti di braccia e gambe che andavano a ritmo con i suoi respiri.
Le nocche delle mani bruciavano, doveva averle scorticate a forza di pugni.
Si soffermò sulla sensazione di bruciore che provava, convogliando i suoi pensieri in quell’unica direzione.
Ciocche di capelli sudati gli cadevano sul volto, nascondendo in parte quelle pozze color ametista che erano i suoi occhi.
“-questa volta ci sono andati giù pesante … eh Hiwatari? Ma in fondo te lo meritavi piccolo bastardo.-
L’uomo gli rivolse un sorriso orribile che gli fece accapponare la pelle.
Istintivamente cercò di allontanare la mano che ancora gli stringeva il volto; ma inorridì nel rendersi conto che aveva i polsi intrappolati da due pesanti catene.
L’uomo scoppiò a ridere di fronte alla sua espressione spaventata.
-Forse non ti è ancora chiaro che la tua vita è nelle mie mani, e basterebbe un semplice gesto per sottrartela …-
Detto questo strinse con decisione una mano attorno al collo del giovane …-
Kai si accanì sull’attrezzo, accelerando i movimenti, consapevole che avrebbe finito con lo sfinirsi.
Ignorò il dolore alle braccia e alle gambe e continuò imperterrito a colpire il sacco.
Il suo cuore galoppava frenetico, mentre il respiro accelerava, fino a sovrapporsi ai tonfi del sacco, che emetteva un suono sordo a ogni colpo.
Perché non riusciva a controllare i propri pensieri?
Perché non era in grado di ignorare quei ricordi?
Era così debole da non riuscire a sopportare il passato?
Così fragile da rimanere sconvolto da qualche incubo?
Non poteva accettarlo.
Non riusciva a sopportare l’idea di non essere in grado di difendersi dai propri ricordi, tanto da esserne sopraffatto.
“strabuzzò gli occhi annaspando alla ricerca di aria.
L’uomo lo guardava ghignando, divertito dalla sua sofferenza.
Lasciò la presa di colpo, sbattendolo contro il muro di pietra.
Il ragazzo sentì un forte dolore alla testa, nel punto in cui aveva picchiato contro la parete … riuscì a reprimere un senso di nausea, ma gli ci volle qualche istante prima che gli si snebbiasse la vista.
-Ma in fondo non avrebbe senso ucciderti ora … abbiamo ancora bisogno di te … ma capisci anche che dopo quello che è successo sono costretto a punirti … questo per farti passare la voglia di fare qualcosa del genere in futuro …-
L’uomo sorrise mentre estrasse, con studiata lentezza, un pugnale dalla giacca.
Kai spalancò gli occhi terrorizzato, mentre osservava lo scintillio della lama.
-N-No..- balbettò incapace di controllarsi.
Vorcov sorrise gelido, gustando il terrore della sua vittima, respirando la sua paura.
Quindi con un movimento fluido affondò il pugnale nella schiena del ragazzo, scorrendolo dalla spalla destra fino al fianco sinistro … lasciandosi dietro una scia di sangue.
E Kai urlò … disperato urlò con tutte le sue forze, cercando di porre fine a quella tortura…”
Kai cadde in ginocchio tenendosi la testa tra le mani.
Aveva gli occhi spalancati e il respiro spezzato … le mani tremavano, tanto che il ragazzo le strinse a pugno per controllarsi.
Si accasciò in avanti appoggiandosi  coi gomiti al pavimento.
Con gli occhi cercava di mettere a fuoco le assi in legno.
… ma davanti a lui scorrevano imperterrite le immagini di un passato che continuava a perseguitarlo anche dopo tanti anni.
Per quanto chiudesse gli occhi o sbattesse le palpebre i ricordi lo aggredivano senza sosta … investendolo con onde gelide …
Vivida nella sua mente l’immagine del pugnale intriso di sangue … gli pareva di sentire il sangue scorrergli lungo la schiena.
Cerco di trattenere l'urlo, che inevitabile, gli salì alla gola,
quella voce lo tormentava, tutt’ora, quel volto lo perseguitava ancora adesso, l’ombra di quell’uomo lo avrebbe seguito per tutta la vita.
Il buio calò su di lui, e Kai perse conoscenza.

 

Triste vero?
Probabilmente vi abbiamo fatto venire la depressione … ma se c’è una qualche speranza che vi sia piaciuto commentate … commentate anche se non vi è piaciuto, in fondo i consigli fanno solo bene …

 

 
 
 
 
 
 
  
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