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Autore: telesette    13/05/2012    4 recensioni
Libero adattamento della favola di "Cenerentola"...
Ramenentolo è un giovane genin orfano, costantemente maltrattato dalla matrigna Tsunade e dalle sorellastre, ciononostante sogna di diventare un ninja bravissimo.
Nel seguire e sperare lungo il suo sogno, grazie all'aiuto dei suoi amici ninja-topolini e con un pizzico di magia, Ramenentolo troverà anche l'amore del bellissimo Principe Sasuke...
Genere: Comico, Parodia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Sasu/Naru in Musica!'
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Quando la voce del banditore riempì l'aria, sulla pubblica piazza di Konoha, gli abitanti drizzarono le orecchie incuriositi dal suo annuncio.

- Udite, udite, popolo della Foglia - esclamò lo shinobi con una forte voce baritonale. - Per ordine di Sua Maestà, Re Orochimaru Pitone Biscione Serpone Viperone Biforcuto IV°, ci sarà una grande Festa da Ballo in onore del Principe Sasuke!
- Il Principe ?!? - domandarono le kunoichi presenti, sgranando gli occhi come se quel nome le avesse drogate di brutto.
- Il Principe - confermò l'altro con un sospiro. - Per ordine del re, ogni kunoichi del nostro regno-ninja è invitata a partecipare al ricevimento; alle fanat... ehm, fortunate partecipanti il Principe Sasuke concederà una foto-ricordo, un autografo o un bacio ( non vorrei essere in lui, poveraccio! ); i biglietti sono già in vendita presso il Bar-Ristorante di Teuchi, per la modica cifra di centodiciannove ryo, tasse federali incluse!

In men che non si dica, il locale di Teuchi fu preso letteralmente d'assalto, rischiando di scomparire sotto l'orda furiosa di centinaia di kunoichi impazzite. Quel viscido serpente di un Re, oltre ad escogitare un modo per accasare Sasuke, aveva giustamente colto l'occasione per guadagnarci sopra. A giudicare dal numero di biglietti venduti nelle prime due ore, si poteva facilmente dedurre che le casse reali sarebbero rimaste sufficientemente piene per i prossimi dieci anni...
Sì, quella del Re era stata proprio un'ottima pensata.
La notizia del ricevimento passò sulla bocca di tutti: giovani, meno giovani, nubili, vedove, zitelle, comari e via dicendo! Nessuna kunoichi si sarebbe mai sognata di mancare ad un simile evento, figuriamoci poi con un Principe figo come Sasuke, ed ognuna cominciava già a fantasticare all'idea di vederlo dal vivo.

***

Anche in casa di Ramenentolo la notizia fece andare su di giri le due antipatiche sorellastre.
Sia Ino che Sakura, entrambe infatuate del moro Principe dai rossi occhi penetranti, stavano infatti sbavando con adorazione davanti al poster gigante di Sasuke che tenevano in camera.

- Quant'è alto - sospirò Ino.
- Quant'è forte - sospirò Sakura.
Quant'è bono - sospirarono insieme.

Naruto e i suoi amici non ne potevano più di sentirle chiocciàre a quel modo. Da che la matrigna era andata a prendere i biglietti per il ricevimento, le due stupidelle non avevano smesso un solo istante di borbottare scemenze. Da principio Ramenentolo aveva cercato di fare finta di niente ma, dopo aver sentito ripetere il nome di Sasuke tante e tante di quelle volte, perfino i tre topolini-ninja erano stufi marci.

- Senti, fratellone - squittì Konohamaru, stringendosi le orecchie assieme agli altri. - Che ne dici di mettere a punto un Jutsu per farle sparire?

Prima che Ramenentolo potesse rispondere, la matrigna Tsunade rientrò in casa sbuffando affannosamente.

- Allora, mamma? - esclamò Ino.
- Li hai trovati, vero? - fece eco Sakura.
- Diciamo che non è stato facile - ammise la donna, sventolando tre pezzi di carta nella mano. - Tuttavia, per una volta almeno, la scommessa è stata fortunata!

Giocatrice incorreggibile e incallìta, Tsunade era solita perdere anche la camicia. Stavolta però, complici le facoltà extrasensoriali delle sue amiche lumache, la bionda perdente aveva messo a segno un paio di scommesse con successo. I biglietti che ora stringeva in mano erano il simbolo della sua vittoria, anche se non "pulitissima", ma il fine giustificava il mezzo.

- Mie care bambine - esclamò Tsunade, facendosi subito seria. - Questa è forse l'unica occasione che abbiamo, per abbandonare una volta per tutte questa baracca e trasferirci nientemeno che nel Palazzo Reale... Non mi deludete, mi raccomando!
- Fidati, mammina - esclamò Ino, aggiustandosi la lunga coda bionda con fare maliardo. - Non appena il Principe Sasuke mi vedrà, non potrà fare a meno di dirmi...
- Illusa - la interruppe Sakura. - Figuriamoci se a Sasuke può piacere una bionda oca senza cervello come te?
- Ma senti chi parla - ribatté Ino, stringendo i pugni con rabbia. - Le pergamene ti hanno dato al cervello, te lo dico io!
- Hai qualcosa da ridire sul fatto che io sia più intelligente di te?
- Ci mancherebbe - rispose Ino, incrociando le braccia sul petto con una smorfia. - Anche perché, se tu sei intelligente, io posso contare su un sex-appeale molto più sviluppato del tuo!

Sakura strinse gli occhi, guardando Ino con aria più che mai minacciosa.

- Stai forse insinuando che io sono brutta, per caso?
- Ma complimenti, allora sei intelligente sul serio!
- Basta così - intervenne Tsunade, prima che le due si scagliassero una sull'altra. - Invece di litigare, andate a prepararvi: mancano appena due ore all'inizio del ricevimento!

Subito le due imbecilli dimenticarono ogni litigio e si concentrarono su come agghindarsi a dovere. In quella però, Ramenentolo si risentì del fatto di essere totalmente escluso dalla questione.

- E se avessi voluto partecipare anche io a questa festa - esclamò. - Non ci avete pensato?

Ino e Sakura lo guardarono come se fosse un matto, prima di scoppiare a ridere a crepapelle e umiliarlo come al solito.

- E' una festa per kunoichi, stupido - sentenziò Sakura.
- Già - fece eco Ino. - Bisogna essere proprio tonti, per pensare che un maschio possa partecipare!
- Non è giusto - protestò il biondo genin. - Sono anni che passo le giornate a farvi praticamente da schiavo: "Ramenentolo qui", "Ramenentolo là", "Ramenentolo su", "Ramenentolo giù"... Ho diritto anch'io a divertirmi, sono stufo!
- Ramenentolo - disse dunque la matrigna, guardandolo severa. - Devo forse arguìre che tu abbia già finito tutte le tue faccende della giornata?

Ramenentolo impallidì di colpo.

- Beh, io veramente...
- Non ha ancora pulito la cucina - spifferò Sakura.
- Né lucidato le armi - fece eco Ino.
- Né spolverato i coprifronte!
- Né riordinato i rotoli e le pergamene!

Tsunade batté il piede a terra con disapprovazione.

- E' così, dunque - esclamò la donna. - Batti la fiacca, fai il lavativo come tuo solito, e pretendi di andarti a divertire!
- Ma non è vero - provò a dire Ramenentolo. - Non è così, io...
- Niente scuse - lo zittì la matrigna, mentre Sakura e Ino sogghignavano divertite alle sue spalle. - Per punizione, andrai a letto senza cena; e prima di metterti a dormire, luciderai tutti i coprifronte dal primo all'ultimo; sono stata chiara?

Ramenentolo non poté fare altro che annuire rassegnato.
Tsunade ritenne chiusa la questione e, facendo segno alle figlie di andare a prepararsi, andò a prendere il suo abito da cerimonia. Mentre gli passarono accanto con indifferenza, Ino e Sakura rivolsero al fratellastro una frecciata fin troppo crudele.

- Così impari - sussurrò Sakura con cinismo.
- Non temere però - fece eco Ino. - Vedrai che ci divertiremo anche per te!

Sghignazzando malvagiamente, le due antipatiche andarono a cambiarsi lasciando Ramenentolo in ginocchio e in lacrime sul pavimento. Konohamaru e i topolini-ninja, vedendo il loro "fratellone" in quelle condizioni, si sentirono stringere il cuore. D'istinto provarono a dirgli qualcosa per consolarlo ma, prima ancora che potessero aprire bocca, Ramenentolo prese il suo vecchio kunai arrugginito e corse fuori nel cortile.

***

Per anni e anni, in compagnia dei suoi piccoli amici, Ramenentolo si era allenato su quello spiazzo erboso sottile per migliorare le sue prestazioni. Voleva diventare un vero ninja, un combattente formidabile, e si era impegnato anima e corpo pur di riuscirci... Purtroppo la cattiveria e il cinismo di quelle due streghe di sorellastre era dura da mandare giù.
Nella mente di Ramenentolo sembrava non esserci più posto per la speranza, né per la fiducia in sé stesso, e di conseguenza il dolore per tutta la cattiveria e le umiliazioni che era costretto a inghiottire lo precipitarono nel più doloroso abisso di sconforto che si poteva immaginare. Sakura e Ino ridevano continuamente di lui, dei suoi sogni così come dei suoi sforzi, e pian piano Ramenentolo andava convincendosi che non sarebbe mai riuscito a combinare niente di buono nella vita.

- Io... Io lo so che non valgo niente - singhiozzò il giovane, davanti agli occhi tristi dei topolini che lo osservavano in silenzio. - Non diventerò mai un bravo ninja, mai... Sarò sempre e solo un misero genin-apprendista!

Mentre piangeva disperatamente, mormorando certe stupidaggini tra sé e sé, Ramenentolo non si accorse che intorno a lui, nel cortile, si stavano improvvisamente radunando delle grosse ranocchie panciute. Costoro si avvicinarono al ragazzo e una di queste, un rospo più grande con una specie di cappotto rosso sul dorso, si mise a guardarlo con uno sguardo pieno di compassione.

- Croak - fece il rospo, richiamando d'un tratto l'attenzione del ragazzo. - Non piangere, figliolo, non ce n'è motivo!
- Lo dici... Lo dici tu che non ce n'è motivo - rispose Ramenentolo, sfregandosi le lacrime col dorso della mano. - Non diventerò mai un ninja forte e rispettato, questa e la verità!
- Coraggio - proseguì il rospo. - Se ti lasci andare così, darai solo soddisfazione a quelle stupide oche delle tue sorellastre, non sei d'accordo?

Subito Ramenentolo drizzò il capo e, attraverso il velo di lacrime e lo stupore dei suoi amici topolini-ninja, il grosso rospo cambiò forma in una nuvola di fumo. In men che non si dica, al posto del rospo, comparve un vecchio eremita dai lunghi capelli bianchi che rivolse al ragazzo un sorriso sincero e rassicurante. Ramenentolo lo guardò stupito, incapace di riconoscerlo evidentemente, tuttavia il vecchio eremita e il coro gracidànte che si era portato appresso sembravano non incutergli alcun tipo di timore.

- E' da molto tempo che non ci vediamo, figliolo - esclamò il vecchio, cingendo le spalle del ragazzo con entrambe le mani. - Ti ricordi di me?
- Io... Io non...
- Ma come - fece il vecchio deluso. - Vorresti farmi credere che ti sei dimenticato del tuo padrino: Jiraya Smemorino?

Improvvisamente il ragazzo rammentò qualcosa, alcune immagini sbiadite di un passato ormai lontano, dove un vecchio molto simile a quello strano eremita eccentrico era solito cullarlo sulle proprie ginocchia. Sulle prime costui sembrò un po' deluso ma, recuperando in fretta il suo sorriso, si accinse ad asciugare le lacrime sulle guance del suo figlioccio.

- Hai forse dimenticato la tua promessa? - domandò Jiraya serio. - La strada per diventare uno shinobi è lunga e difficile, e se ti arrendi adesso lo rimpiangerai per tutta la vita!
- Ma cosa posso fare - gemette Ramenentolo, stringendosi nelle braccia affettuose del vecchio. - La matrigna e le mie sorellastre dicono che sono un buono a nulla... e hanno ragione!
- Un corno - sbottò l'eremita. - L'unica ragione che hanno quelle mocciose è di essere due perfette imbecilli, questa è la verità, e tu non devi assolutamente prestar loro alcuna attenzione!

Ramenentolo lo guardò stupito.
Prima d'ora nessuno, a parte Konohamaru e i suoi amici, si era mai preoccupato di mostrare il benché minimo interesse nei suoi confronti. Il vecchio Jiraya invece sembrava voler restituire al giovane genin tutta la fiducia che aveva perso.

- Dimmi, Ramenentolo - proseguì l'eremita. - Ti piacerebbe partecipare alla festa che si terrà stasera a Palazzo?

Ramenentolo annuì.

- Sarebbe bello, ma è una festa solo per kunoichi e io...
- E io cosa sarei qui a fare, secondo te? - lo interruppe Jiraya, strizzando l'occhio con aria complice. - "Se un desiderio di cuore tu esprimerai al rospo, il rospo di buon cuore lo realizzerà tosto"... Conosci il proverbio?
- Ecco... Veramente no!

Subito i piccoli anfibi verdi lì presenti cominciarono a gracidare offesi, allorché Jiraya alzò una mano per metterli a tacere.

- Fidati di me, ragazzo - tagliò corto l'eremita, rimboccandosi le manice dell'ampio soprabito rosso che indossava. - Con il Magico Jutsu dei Rospi, realizzerò il tuo più grande desiderio, sta a vedere!

NINJA SHINOBIDI BOO ( parodia di: "Bibbidi Bobbidi Boo" )

Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
Mettere insieme Ranocchie laggiù
Ninja Shinobidi Boo...
Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
E la Ranocchia fa quel che vuoi tu
Ninja Shinobidi Boo...

E Rana Gadùla può
ma Tecnica Bula no
il Jutsu però
che tutto può
è Ninja Shinobidi Boo!

Rana Gadùla
Tecnica Bula
Ninja Shinobidi Boo
La-la-là   la-la-là   la-la-la-là
Ninja Shinobidi
Ninja Shinobidi
Ninja Shinobidi Boo!

Sotto gli occhi sgranati di Konohamaru e dei topolini-ninja, la strana formula magica che il vecchio si mise a canticchiare ebbe un effetto incredibile sul loro biondo fratellone. Ramenentolo sentì scorrere dentro di sé un chakra diverso, molto più potente del solito, e anche i suoi vestiti cominciarono a trasformarsi in modo incredibile. Interamente circondato da un'aura di energia colore azzurro, Ramenentolo si ritrovò trasformato in un bellissimo shinobi con spalle robuste e una stupenda uniforme color del cielo. Le protezioni dei polsi e dei polpacci, finemente cesellate e intarsiate con arabeschi sottili, erano di argento massiccio e la targhetta del coprifronte, posta a sorreggere il velo che gli nascondeva i capelli e il volto, era fatta di cristallo purissimo e splendente.
Naruto non riusciva quasi a crederci.
Era tutto troppo bello per essere vero, mai avrebbe osato sperare di indossare un giorno un uniforme come quella, eppure ciò che vedeva nel riflesso del piccolo stagno del cortile era proprio la sua immagine... Non c'era dubbio!

- Ma questo è un sogno - esclamò Ramenentolo con un filo di voce. - Io... proprio io... Sono veramente io, uno shinobi... Evviva!
- Frena l'entusiasmo, giovanotto - lo rimbeccò l'eremita, afferrandolo per la spalla. - Magia e Tecniche Illusorie sono potenti ma, anche se mi addolora dirtelo, il loro effetto purtroppo non è molto duraturo... L'Incantesimo del Rospo si spezzerà infatti allo scoccare preciso della mezzanotte!

In quella, Konohamaru e gli altri saltarono sulla spalla del loro amico e non poterono fare a meno di tastare il suo costume con ammirazione.

- Accidenti, fratellone - squittì Konohamaru. - Sei proprio uno schianto!
- Sembri addirittura più figo di Sasuke - sospirò Moegi, arrossendo vistosamente.
- Per non parlare di questi accessori d'argento - fece Udon, aggiustandosi i minuscoli occhiali sul naso per esaminarli meglio. - Neppure il Principe Sasuke potrebbe indossare qualcosa di più raffinato!
- Già - annuì Ramenentolo con una smorfia. - Così potrò dare anche una lezione a quel presuntuoso e...

Improvvisamente si ricordò di non avere ancora ringraziato il generoso padrino e, piangendo dalla commozione questa volta, si sforzò di dire qualcosa senza singhiozzare.

- Su, su - tagliò corto Jiraya, battendogli affettuosamente qualche colpetto sulla spalla. - C'è una festa che ti aspetta, ragazzo mio, e sei tu l'Ospite d'Onore... Anche se ancora non lo sanno!
- Non potrò mai ringraziarla abbastanza - mormorò Ramenentolo, tirando fortemente su col naso.
- Non ti attardare, figliolo: hai tempo fino a mezzanotte, ricordalo, spendilo bene!

Ciò detto, l'eremita e le rane scomparvero magicamente in una nuvola di fumo. Ramenentolo pensò per un attimo ad un sogno e, pizzicandosi il braccio per sincerarsene, si rese conto che era tutto vero. Subito Konohamaru e gli altri lo incitarono a sbrigarsi e, volando tra gli alberi come un vero ninja che si rispetti, il misterioso shinobi dal coprifronte di cristallo puntò dritto verso il Palazzo Reale.

( continua )

   
 
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