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Autore: _coldlips    14/05/2012    0 recensioni
Dal primo capitolo:
Era “ Dare to dream” dei One Direction. Non ci potevo credere era quel libro- pensai spalancando la bocca in un sorriso a trentadue denti-. Cominciai a sfogliare le pagine curiosa, erano tutte piene di scritte come “Ilove1D” oppure “IloveLouis”, il mio preferito,e cose del genere.
Era incredibile. Mi misi a ridere nel pensare a quando ero ancora una sedicenne e andavo in cerca del vero amore. E l’avevo trovato solo in loro,il vero amore. Erano loro che senza sapere della mia esistenza riempivano di sole le mie giornate. Mi vergognai un po’ di quanto potessi essere ingenua a pensare di poter paragonare il vero amore a persone che non avrei mai incontrato. Eppure credevo nel destino, e credevo nei sogni,e forse non avevo tutti i torni,forse era quello che stavo rincominciando a fare.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                      I
 
                                                                                                           -Because these things will change-
 
Respirai avida quell’aria che profumava di noi prima di spalancare le finestre per eliminare definitivamente la troppa malinconia.
La luce del giorno entrò con violenza nella stanza,nonostante fosse il classico tempo inglese con nuvole grigie e pioggia fine e fossimo in pieno Luglio. Notai quanto tutto era rimasto uguale e intatto all’ultima volta: il soggiorno sembrava fin troppo piccolo, era molto illuminato dalle grandi finestre che davano sul giardetto ormai trascurato da lungo tempo, ed era arredato con tutti i soliti scaffali che sembravano rompersi da un momento all’altro causa del peso dei tanti libri di mio padre.
Decisi di andare al piano di sopra,nella cameretta di quando ero piccola,per sistemare le poche cose  che avevo nella valigia. Entrai, e anche qui spalancai la finestra. Non ricordavo che la mia camera fosse così bianca: le mura erano bianche, decorate da tante foto che scattavo quando ero a Londra;amavo fotografare ogni minimo particolare di quella città incantevole. Subito notai il mio adorato letto a castello con le tende bianche e mi ci arrampicai,era la mia parte preferita della camera.
Mi persi nei pensieri e senza accorgermene sprofondai improvvisamente nel sonno.
Quando mi svegliai era già pomeriggio inoltrato,così decisi di fare un po’ di pulizie alla casa e di farmi una doccia.
Finito tutto chiamai i miei genitori per rassicurarli e dire che sarei rimasta qui per non so quanto ancora. In realtà avevo intenzione di restare qui per sempre, ma era meglio non confessare nulla,avrebbero fatto troppe storie.
Quando ero in Italia facevo dei lavori part-time mentre ne cercavo uno vero e proprio,anche se non sapevo bene ancora quale a dir la verità.
Così mi vestii con le prime cose che mi trovai davanti e uscii a fare una passeggiata per le vie centrali di Londra per cercare un lavoretto momentaneo.
Nonostante fosse luglio,l’aria di Londra era davvero pungente ma allo stesso tempo piacevole,rinfrescava le idee.
Ormai conoscevo ogni minimo particolare di questa città,quindi quasi niente mi era nuovo,ma era comunque rilassante camminare per le strade e osservare gente di ogni tipo. E’ bello osservare le persone perché a volte basta un semplice sguardo per capire le loro storie; gli occhi raccontano.
Girai un po’ per le vie dei negozi per vedere se avevo la fortuna di trovare qualcuno che cercasse personale e passai così tutto il pomeriggio finché,casualmente, passai davanti a una rosticceria che non avrei mai notato,dove c’era un foglio appeso alla vetrina con scritto “cercasi cameriere”,così entrai immediatamente.
 
Il suono del campanello della porta fece voltare verso di me un’anziana signora molto minuta che mi venne incontro sorridendo dicendomi: «si accomodi pure qui»,indicandomi un tavolo a due posti,«e arrivo con il menu».
«Veramente»,la fermai, «Non sono qui per questo. Ho letto il foglio appeso sulla vetrina e volevo chiedere se state cercando ancora qualcuno,perché se è così io sarei disponibile».
La signora ci dovette pensare su un po’, evidentemente quel foglio era appeso già da parecchio tempo. Poi si ricordò e disse: «ah si si ora ricordo,in effetti avremmo bisogno di una mano,siamo in pochi qui. Puoi già iniziare da domani signorina ». E mi porse un foglio per farmi compilare i dati.
«Già domani? » chiesi sorpresa «Grazie mille!».Dopodiché compilai il modulo e ringraziai la signora almeno altre dieci volte «comunque signora mi chiamo Weronika» mentre le stringevo la mano «io mi chiamo Rosalie ma tu chiamami pure Rose e dammi del tu» . Così tornai a casa.
 
Entrai in cucina soddisfatta e notai che,ovviamente,il frigo,non solo era spento,ma anche vuoto,così ordinai una pizza.
Finito di mangiare,presi il primo libro che trovai senza leggerne il titolo e mi stravaccai sul divano. Cominciai a leggere la prima pagina. Lette le prime righe scrutai il libro un po’ perplessa.-forse è un libro per bambini- pensai. Poi guardai meglio la copertina e riconobbi subito i loro sorrisi: era “ Dare to dream” dei One Direction. Non ci potevo credere era quel libro- pensai spalancando la bocca in un sorriso a trentadue denti-. Cominciai a sfogliare le pagine curiosa, erano tutte piene di scritte come “Ilove1D” oppure “IloveLouis”, il mio preferito,e cose del genere.
Era incredibile. Mi misi a ridere nel pensare a quando ero ancora una sedicenne e andavo in cerca del vero amore. E l’avevo trovato solo in loro,il vero amore. Erano loro che senza sapere della mia esistenza riempivano di sole le mie giornate. Mi vergognai un po’ di quanto potessi essere ingenua a pensare di poter paragonare il vero amore a persone che non avrei mai incontrato. Eppure credevo nel destino, e credevo nei sogni,e forse non avevo tutti i torni,forse era quello che stavo rincominciando a fare.
 

 
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