Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: DiannaHananel    15/05/2012    1 recensioni
Una guerra che va avanti dalla notte dei tempi, forse sin dalla creazione della razza umana. Quando Dio e il suo braccio destro, l'angelo Lucifero, discussero, quest'ultimo decise di abbandonare il Regno dei Cieli e fondare un nuovo regno nei meandri della terra. Alcuni angeli decisero di seguirlo, sperando in una maggiore libertà ed indipendenza sulla terra. Quando però scesero sulla terra scoprirono che stavano cambiando: l'alone di luce che li avvolgeva costantemente si tramutò in oscurità, le loro grandi ali bianche vennero sostituite con delle ali nere e anche il loro carattere cambiò radicalmente, lasciando posto alla fame di potere. Inoltre scoprirono di essere costretti a nutrirsi di sangue umano per sopravvivere.
Gli angeli rimasti fedeli al regno Superiore combattono fin d'allora questi esseri, detti Demoni, e li combatteranno finché una delle due fazioni non si estingui completamente.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi, volevo ringraziare tutti quelli che mi seguono e recensiscono sempre! Un bacione a tutti e buona lettura. 
Dianna. 



Aprii gli occhi sbattendo leggermente le palpebre, confusa.
Perché non riconoscevo i quadri grandi e scuri sulla parete li davanti?
Dove mi trovavo?
Provai a stiracchiarmi, ma era come se fossi in quella posizione da secoli, ogni centimetro di pelle era indolenzita. Riuscii a girarmi sull’altro fianco ed incontrai lo sguardo di due occhi chiari incorniciati da ciglia lunghe e scure. Ora, una persona sana di mente sarebbe scappata a gambe levate dalla tana del lupo, ma sotto quello sguardo così carico di emozioni non riuscii a muovere un muscolo.
- Cosa ci faccio qui?- chiesi cercando di ricordare come ci fossi arrivata.
- Ti ci ho portato io.-
- Come? Non ricordo.- ebbi un sussultò quando alzò una mano verso di me. Lui sorrise, come se fosse la cosa più normale del mondo che io avessi paura di lui.
- Perché, se hai così paura di me, ancora non sei fuggita? – chiese semplicemente, con la mano ancora sospesa in aria.
Lo guardai fisso. Già, perché non ero scappata? Forse erano stati i suoi occhi color ghiaccio, ancora fissi nei miei, a impedirmi di muovermi.
- Io… non lo so. E perché tu non mi hai ancora ucciso? -
Gregori sorrise leggermente e abbassò lo sguardo.
- Perché non riuscirei mai a farti del male, qui sei al sicuro.-
Socchiusi le labbra, indecisa su cosa rispondere, su cosa fare. Tentai di spostarmi i capelli dal viso, ma appena alzai il braccio milioni di spille mi trafissero la spalla. Provai ad alzarmi ma ricaddi dolorante tra le lenzuola.
- Attenta, sei ferita.- mormorò affermandomi saldamente dai fianchi.
Sentii il calore delle sue mani sulla pelle, e il dolore sembrò affievolirsi. Mi guardai la spalla fasciata e incontrai il suo sguardo preoccupato e non resistetti.
Mi slanciai verso il suo corpo stringendo le braccia intorno al suo collo mentre le nostre labbra si scontrarono in un bacio disperatamente necessario. Le labbra si schiusero lentamente e vidi i suoi occhi spalancarsi dallo stupore, io stessa ero stupita. Sentivo un fuoco avvamparmi dentro, il vuoto nella testa che mi impediva di controllare il mio corpo, le mie azioni: sentivo che non dovevo farlo, sapevo che era sbagliato. Ma per il mio corpo,  per la mia mente e soprattutto per il mio cuore era necessario. Con lui, era come ritrovarsi sott’acqua senza riuscire a respirare, senza riuscire a risalire in superfice.
E lui era il salvagente.
Era aria, per me.
Indispensabile.
Stringevo i capelli neri e soffici tra le dita cercando di tenerlo stretto a me. C’era però qualcosa che urlava nella mia mente, qualcosa che cercava di attirare la mia attenzione: il volto di Samuel.
Senza fiato riuscii a separarmi da quelle labbra così invitanti e mi allontanai così velocemente dal letto che lui per qualche secondo rimase ancora ad occhi chiusi e a bocca socchiusa. Lo guardai ansimante, l’avevo fatto, l’avevo fatto sul serio.
- Ho tradito.- sussurrai sconvolta.
- Chi?-
- Sam, io… ho tradito Sam. – ripetei, più a me stessa che a Gregori, che sorrise e si alzò dal letto avvicinandosi.
- Beh, non è un vero e proprio tradimento. Ancora. -
- Non ti avvicinare! Non tradirò mai Samuel, tanto meno con te! – urlai indietreggiando.
Lui si fermò, un’espressione decisa sul volto.
- Tu non vuoi lui.-
- Cosa ne sai tu di cosa voglio io?- domandai fredda, confusa dalla sua estrema sicurezza.
- Sei diversa, angelo. Tu vuoi di più, vuoi tutto, vuoi qualcosa che ti emozioni, qualcosa che ti cambi la vita. Desideri qualcosa che va oltre l’amore incondizionato di questo Samuel, desideri passione. Quella passione così sconvolgente che ti fa mancare il fiato. -
Rimasi in silenzio, ascoltando le sue parole. Si era vero, amavo Samuel ma non c’era più quella passione che magari c’era una volta. E se la vera passione era la stessa che mi aveva spinto a baciare Gregori, forse non c’era nemmeno mai stata. Erano destinati a stare insieme, ma lei non aveva avuto la possibilità di scegliere. Invece con lui, con Gregori, era stato tutto diverso. Sin dal primo momento sentiva indispensabile avvicinarlo, farsi stringere tra le braccia e dimenticare il resto del mondo. Aveva bisogno di sentirsi viva, libera e con Gregori ci era riuscita. Aveva bisogno di provare l’amore vero, puro.
Appoggiai le spalle al muro freddo e solo allora mi accorsi di quanto si fosse avvicinato il ragazzo. Mi guardava silenzioso negli occhi, a pochi centimetri dal mio viso, e capivo che ne stava leggendo all’interno il tormento, la confusione. Solo quando un sorriso affiorò sulle sue labbra capii che la mia decisione era ormai presa. Lo volevo e lui lo sapeva.
Mi prese tra le braccia baciandomi e senza nemmeno che me ne accorgessi mi distese sul letto, trattenendomi in un abbraccio. Mi sfiorava il viso con le dita e mi fissava negli occhi. Era un demone e non mi importava, con lui non era sesso, era amore. 
  
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