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Autore: adelfasora    16/05/2012    1 recensioni
L'affetto è pieno di sfumature, di significati diversi. Ci sono gesti, ci sono parole. Ci sono persone e cose che si incontrano, e decidono cosa provare reciprocamente. E a volte è la decisione più bella presa nella loro vita, la cambia, senza che se ne accorgano.
Altre volte è qualcosa di negativo, brutto, ma non ci passa sopra come impermeabile, perché ci segna in maniera indelebile anche se passa inosservato.
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Raccolta di one-shot che differiscono tra loro per personaggi o situazioni. Ma qualcosa in comune ce l'hanno.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E basta.

 

 

Non credo ai principi e alle belle addormentate, ai vissero per sempre felici e contenti, credo alle persone che si sopportano, a quelli che ogni tanto si dicono "ti odio" e maledicono il giorno in cui si sono incontrati.

- Giulia Carcasi –

 

 

 

 

 

 

 

«Tu.. inutile, idiota, caccola, sterco e unicellulare.. buzzurro!!»

«Troppa grazia, davvero.»

Camminava veloce come ad avere le ali ai piedi, Lei.

La seguiva lento raggiungendola, Lui.

Lei non lo sopportava davvero, Lui le dava, in un certo qual senso, corda.

Era una normale primavera, e le giornate erano pieni di fiori di pesco, bambini urlanti all’uscita dalla scuola, donne dalle enormi buste della spesa alla fermata del bus. Una giornata come tutte.

Questa giornata è talmente normale e monotona che potrei ucciderlo, così, tanto per cambiare.

«Naaa.. non lo faresti mai, ne sono certo.»

«Perché tengo troppo a te, al fatto che hai lasciato Marianne da sola a casa i mezzo a coltelli da cucina, o perché sei troppo idiota.. mi hai appena letto nel pensiero?»

«A volte capita. O forse sei semplicemente il libro che preferisco, che mi piace leggere e sfogliare con tanto, tanto amore, e che rileggo nonostante lo conosca a memoria. »

Perché riusciva a dire sempre.. quelle cose?

«A-ad ogni modo, vedi di starmi lontano per un po’, hai superato ogni limite e qualsiasi frase potrà essere usata contro di te.»

«Ranger Walker, non mi arresti.. stasera c’è anche una nuova puntata di Dottor House, non posso assolutamente perdermela!»

«A te non frega assolutamente che quella poveretta della mia adorata bambina sia a casa sola e senza protezione alcuna!»

«E’ un cane.»

E chissenefrega, stupido possessore di cromosoma Y!

«Se la pensi così, puoi albergare altrove, mentre io vado a coccolare la mia povera e sola Marianne!»

«Mi stai mandando in bianco?!»

«Ma perché trasformi le frasi a tuo piacimento? Il tuo cervello ha problemi che nemmeno io posso risolvere!» Stupida, inutile laurea in psicologia.

«Amore, ma perché non cerchi di pensarci su.. dopotutto la notte riappacific-»

Sbam. Una porta chiusa. Una notte ad aspettare che avesse pietà di lui.

Lo sapeva. Lei lo sapeva che lui sarebbe rimasto lì fuori tutta la notte, sveglio, a rischiare l’ipotermia, chiedendo uno scusa muto con quel gesto consueto. Perché placare le sue ire parlando era impossibile. Quanto impossibile era che la conoscesse così bene.

Sospirò. Devo proprio farlo rientrare, quello stupido Orso senza materia grigia. Ma pur sempre il mio preferito.

Ma quando aprì la porta non sentì, ma vide il suo cuore spezzarsi. Lui lì fuori non c’era.

E se ha capito che una come me è meglio perderla che trovarla?

E se veramente avesse perso la sua infinita pazienza e vorrebbe semplicemente andare a letto con qualcuna che non sia così frigida come me? Stupida. Stupida. Stupide lacrime che minacciavano di far capolino.

E se stesse cercando la scusa per mollarmi?

E se mi stesse tradendo con qualcuna e adesso è corso a farsi consolare da lei?

Le lacrime scendevano, copiose.

«Ehi! Ehi!!»

Cos..

«Zuccotto adorato, perché piangi? Ricorda che potresti suggestionare le nuvole, e se decidessero di far venire la pioggia, io ho una bella nottata al freddo e al gelo, come Gesù Bambino!»

Pianto disperato. Ma quanto era cretino?

«Tu.. dove eri andato? Perché non eri fuori la porta? Te ne sei andato e..e ..»

Perché piango? Smettila!

«Ero andato a prendere dei fiori per una piagnona, la suddetta di fronte a me, e te li avrei dati freschi di una nottata a farmi compagnia, aperti dai primi raggi di sole. Il mio raggio sei tu.»

Ora era solo sollievo. Tutto che apriva la bocca dello stomaco, e le permetteva di respirare normalmente.

«Tu.. t-tu.. idiota! Idiota!!»

«Mia squisitissima bevanda analcolica, non ti fa bene esaltarti a tali livelli, lo sai.»

Ah, se non ci fosse questo.. troglodita!

«Mi tradisci con qualcuna? Ti sei stufato di me? Sei sicuro che non vuoi di più?»

«No. L'unica mia certezza è che non posso stancarmi di chi fa parte di me. E tu sei la parte più importante.»

Ti amo.

«Ti amo.» di slancio mi butto con i miei sessanta chili di peso addosso a quell’ammasso di preoccupazioni.

«Adoro quando me lo dici. E poi che idee ti vengono mai in mente? Lo sai che mi piace tantissimo stare con te a discutere!!» Voglio che mi baci, idiota.

«Andiamo a casa?»

«Casa.»

 

 

 

 

 

 

 

[Alcuni anni dopo – perché l’amore dura, e basta.]

«Marianne, Marianne! Cosa ti ha fatto quell’essere immondo, senza alcuna vergogna a mostrare la sua stupidità? Piccola cara..»

«Bhe, almeno adesso stai abbracciando nostra figlia. Anche se trovo inquietante che tu l’abbia chiamata come quel barboncino.»

Sorrise con i suoi invidiosissimi e bianchissimi denti, mentre lei rabbrividiva, e non di freddo, all’aggettivo possessivo nostra.

«Geloso?»

«Troppo. Fortuna che quella cara vecchietta della nostra vicina voleva compagnia, mi irritava tantissimo doverti condividere con un estraneo tanto peloso e antipatico.»

Alzò gli occhi al cielo, in una muta preghiera. Ma esiste un limite a tanta cretinaggine??

«Ma chi mi ha convinto ad accettare quella proposta di matrimonio?» E sul suo viso si stese uno sguardo rassegnato mentre con malagrazia posava sulla tovaglia a fiorellini ingialliti una gigantesca busta di plastica con su scritto Conad, e dentro chissà cosa.

«Ovviamente tutto il mio charme.»

O forse il fatto che fosse lo stupido di sempre, che da sempre la faceva fremere come la prima volta, e che sapeva tutto di lei, e che per lei altro non era che il suo “per sempre” in amore. Ma di certo non glielo avrebbe mai detto.

Bacio.

 

 

 

 

 

«Li vuoi i fiori?»

«Sì.»

«Anche il mio biglietto romantico e strappalacrime?»

«Sì.»

«E sposarmi?»

«Sì.»

«Hai inteso bene quello che ti sto dicendo?»

«Sì.»

«Ah, ok.»

..

«No, sai, perché pensavo che in questo modo avrò come minimo la garanzia che anche se mi butti per strada poi posso tornare da te e impedire a chiunque di avvicinarsi. E poi uno mica si sposa tutti i giorni. Sarai mia e basta. Per non dimenticare il simbolo dell’anello, secondo me parecchio sottoval-»

Conoscere il metodo per zittirlo ha tanti lati positivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Non ho parole di riserva per le note finali, quindi con tanto amore lascio a libera interpretazione. Tanto la via è quella, segnata da tanti meravigliosi sentimenti. Ma quanto sono dolce e romantica, eh?]

Ade

  
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