Giulia era in camera sua. Era seduta sul davanzale della finestra e guardava il mondo muoversi sotto di lei. Era giorno di mercato, era giorno di confusione. Cercava di pensare a quello che era successo ieri ma non capiva. Il suo principe era un ranocchio?no era molto peggio di un semplice ranocchio, era un vecchio. Cosa avrebbero detto le persone? I suoi genitori, le sue amiche se fosse uscita con un tipo del genere?lei, però l’aveva conosciuto. Le avevano sempre detto che quello che ami di una persona non è l’aspetto, non è il fisico o il viso,ma ciò che non si può vedere, ciò che non si può toccare, il suo carattere, la sua personalità, le sue qualità, i suoi difetti.
Allora non poteva valere anche per lui?ma qualcosa non quadrava.
 Si sarebbe incontrata con la sua migliore amica. Le avrebbe raccontato tutto, le avrebbe chiesto consiglio. Domani,però. Oggi ci avrebbe pensato da sola.
 Intanto sul computer continuavano ad arrivare le e-mail di Andrea. Il giorno prima Giulia era rimasta scioccata ed era andata via con la prima scusa che aveva trovato. Lui aveva cercato di trattenerla, ma lei era corsa via e si era confusa tra la folla. E ora lui le chiedeva spiegazioni. Era da tanto che voleva vederla e lei era scappata via senza dirgli niente. Giulia si decise a rispondergli.                                                                 
“ mi sono sentita poco bene, sono corsa in bagno, ho vomitato. Avevo una faccia…. Ho preferito tornare a casa”. Bugia.                                                                                                 
“adesso stai bene?”                                                                                                                                                  
“ si molto meglio, grazie”                                                                                                                                           
“ti va se ci rivediamo?”      
E adesso? Lei era ancora in piena crisi esistenziale, cosa avrebbe dovuto rispondergli?
 Era giusto o sbagliato avere voglia di rivederlo? Le era così simpatico, era sicura che fosse una brava persona.                                
 “si, c’è un film che voglio vedere. Sabato prossimo sono libera”                                                                      
“va bene. Allora ci incontriamo alle otto al cinema va bene?”                                                                  
“ok”                                                                                                                                                                              
“ a sabato allora, ciao piccola Giulia”

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-ma sei scema?!? Cosa ti dice il cervello Giulia?!?ha 30 anni in più di te e l’hai conosciuto su internet, potrebbe essere chiunque! La persona che hai conosciuto tu potrebbe essere solo un falso, una messa in scena per ingannarti, per attirarti! Possibile che non ci hai pensato a tutte queste cose?!? Prendi in mano dei  giornali e leggi. Leggi quante bambine, ragazze, donne finiscono per essere violentate o peggio uccise per aver commesso lo stesso errore che stai facendo tu!!- silvia era furiosa. Giulia le aveva appena raccontato tutto. E lei era cosi tanto preoccupata da diventare furiosa.  Non riusciva a credere che la sua amica fosse stata tanto sconsiderata. Aveva solo 16 anni e non poteva uscire con un tipo del genere, con uno sconosciuto. cosa aveva intenzione di fare la sua amica? Fin dove avrebbe voluto arrivare con lui? L’avrebbe davvero rivisto? No,no. Non doveva farlo sarebbe potuto succedere di tutto.                       
–non ci devi andare al cinema con lui-.                                                                                                                
-e tu non devi decidere al posto mio, non sono più una bambina-                                                                
-eppure ti stai comportando come se lo fossi, Giulia! Davvero non capisci che sono preoccupata per te?!?-.               
Giulia era rimasta delusa dalla sua amica. Sperava che l’avrebbe aiutata, non che le avrebbe soltanto fatto aumentare i sensi di colpa.
-tu non sai niente di lui-
-perchè tu si??! Tu conosci solo dolci parole su uno schermo, conosci un uomo che ha finto di essere un ragazzino, conosci un bugiardo-
Giulia si alzò di colpo e prese con forza l’amica per la meglietta attiandola a sè. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro e i loro respiri si toccavano.
-tu non sai niente d lui- ripetè in un sussurro  terribie – e non ti permetto di parlare di lui così,vattene di qui, non ti voglio più vedere- intimò lasciando la presa.
Si, Silvia l’aveva delusa.
L’amica era terrorizzata. Dove era finita la Giulia che conosceva?? La dolce Giulia, tenera, timida e impacciata dove era finita? No, non era lei. si alzò lentamente.
-sei impazzita,Giulia , e mi dispiace che tu non i permetta di aiutarti... ma sappi una cosa... a causa di quello che stai facendo non soffrirai solo tu, ma anche tutte le persone che ti stanno accanto, che ti amano-
Giulia era voltata verso la finestra. Percepì appena le parole dell’amica. Aspettò d sentire i passi di quest’ultima e la porta della sua stanza chiudersi piano, poi spalancò le ante dell’armadio. Mancavano solo due giorni all’appuntamento, e lei non aveva ancora deciso cosa indossare.