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Autore: cciames    18/05/2012    1 recensioni
Una ragazza, 17 anni, un ragazzo e degli occhi verdi. Quegli occhi verdi smeraldo che le ruberanno il cuore. Lei apparterrà a lui e lui a lei, e insieme si apparterranno, almeno per un po'.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo parlato, parlato, riso, parlato e riso ancora. Ci eravamo conosciuti abbastanza da poter parlare per tutto l’intero pomeriggio e per sopportarci fino alla sera.
 
Trancio di pizza, una coca-cola e tante risate quella giornata era passata veramente in fretta ed era arrivato il momento di tornare a casa.
 
“Ok ora devo andare. Domani devo lavorare in biblioteca.”- dissi con una voce che ovviamente non mi mostrava così felice.
“No dai rimani ancora un po’-diceva pregandomi con gli occhi da cucciolo- rimani su!”
“E domani mi svegli tu alle 7 e mezza per andare a lavorare?”
“Se me lo permetti si, vengo sotto casa tua e ti accompagno, che ne dici?” sorrise.
“Mmm fammici pensare, se vieni con un cavallo bianco e un mazzo di rose rosse, sì, accetto.” Risi. Era così bello, anche senza la luce del sole che risplendeva dietro di lui.
Deve essere stato bello anche sotto la pioggia, con un colorito un po’ più pallido rispetto quello di adesso, bello solare.
 
“Sarò lì sotto casa tua con una sorpresa, lo giuro.”
“Ah! Non si giura mai” – sorrisi- “o forse qualche volta si”. Sorrisi ancora una volta.
Forse mi avrebbe dato la certezza di esserci, forse mi sarei sentita più sicura che ancora una volta lui ci sarebbe stato, forse era necessario giurare per farmi dormire serena quella notte.
Mi ero innamorata di un ragazzo conosciuto per caso al parco, circa undici ore fa. Ma era possibile tutto ciò? Potevo davvero innamorarmi di un ragazzo in undici ore?
 
A quanto pare sì.
Stetti con lui ancora due ore, alle undici e mezza andai a casa. Mi aveva riaccompagnato a casa a piedi, sembrava tutto così ‘da film’, tutto rose e fiori.
Eravamo arrivati davanti al portone del mio condominio, doveva essere il momento in cui la ragazza bellissima sta per entrare in casa e il ragazzo stupendo la ferma, tirandola per un braccio e portandola a sé, la bacia.
Cinque minuti di sogno, le sue labbra morbide, i suoi riccioli, i suoi occhi verde smeraldo.
In realtà me l’ero immaginato, mi aveva salutata con un bacio sulla fronte, cosa che avevo apprezzato molto e che decisamente ho preferito al bacio spassionato ricevuto a undici anni.
 
Era stato gentile, e non mi ero sentita una che si concede al primo appuntamento. Sembravamo due vecchi amici che in realtà, probabilmente, si spera, provavano qualcosa in più rispetto a una semplice amicizia.
 
“Ciao Hazza” – dissi con un filo di voce, in realtà avrei voluto dormire tra le sue braccia.
“Ciao principessa”. Mi guardò con quegli occhi che mi trapassavano l’anima.
“Beh allora ci vediamo domani, alle sette sarò sotto casa tua, aspettami.”
“Certo, ma ricordati il cavallo bianco.” Sorrisi.
Mi baciò sulla fronte e accarezzandomi i capelli, se ne andò.
 
 
Sette del mattino.
 
Ero pronta da circa mezz’ora, lo aspettavo. Lo aspettavo con tutta la gioia del mondo.
Sette e cinque sento suonare il campanello.
“Chi è?”- chiedo come se mi fossi dimenticata che sarebbe venuto lui.
“Il fioraio”. Rimasi sbigottita, scioccata.
Scesi e mi ritrovai un ragazzo con un mazzo bellissimo di rose rosse in mano.
“Sono esattamente cento rose rosse, signorina e questo è per lei.”. Mi porse un bigliettino color avorio.
“Grazie mille, davvero.”
“Non deve ringraziare me, ma quel ragazzo riccioluto laggiù.”
Mi girai e vicino a un albero era parcheggiata una vespa rossa, cosa che non avevo quasi mai visto a Londra. Sopra quella vespa un ragazzo.
Riccioli castani che fuoriuscivano da un cappello a forma di tigrotto, maglietta bianca  e sopra un  cardigan color panna, un paio di jeans neri. E quel sorriso.
Era lui, non aveva un cavallo ma aveva una vespa.
E per me era già tanto.
 
Questa volta ci avevo giocato il cuore.
Andai da lui e lo salutai.
“Grazie per le rose” sorrisi.
“Io? Rose? No no non sono stato io.” Disse serio.
“Ah e allora chi sarà stato mai? Leggiamo il biglietto.”
Lessi. “Probabilmente ora sarai davanti a me a leggere questo biglietto, probabilmente ti porterai dietro l’orecchio quel ciuffo che per tutta la serata ieri ti scivolava davanti gli occhi. Quegli occhi marroni con sfumature nere, quegli occhi così profondi che potrei perdermi dentro. E starai sorridendo probabilmente perché ti sto descrivendo, quel sorriso così bello, quella labbra rosa come il tuo portachiavi.
E ora mi guarderai come per dire ma questo è scemo, cos’avrà fumato prima di venire qui.
Beh sai non lo so forse c’era qualcosa nel caffè, ma oltre questo probabilmente mi sono innamorato di te in circa un giorno o anche meno dato che ieri sono tornato al parco proprio per invitarti a uscire.
Ebbene il biglietto sta finendo e tu sei ancora bellissima. Io ti sto guardando incantato e non vedo l’ora che tu ti giri e mi baci.
Quelle labbra morbide, sulle mie, mi piacerebbero tanto.
 
With love, il tuo Hazza.”
 
Mi girai di colpo e senza perdere un altro secondo beh, lo baciai.
 
La miglior decisione della mia vita.






Ed ecco qui  il terzo capitolo (alleluja alleluja ahahah).
Beh lascio a voi i commenti. :)

Spero vi piaccia mucho :)

With love, Jessica. :)
  
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