Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: kyuukai    19/05/2012    6 recensioni
Quale altro umano avrebbe osato sfidare il mare, e rimanere ancora vivo dopo un tale affronto?... Solo Occhi Blu. Quell'essere era davvero qualcosa di particolare, e anche gli altri animali delle profondità parevano averlo capito, rispettandolo ed accettandolo nonostante la sua stranezza... Sasuke compreso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

… Incredibile, dopo My Canary proprio che non riesco a finire una fanfiction che mi spuntano idee per altre a destra e manca. Questa è stata partorita mentre tornavo a casa da Pesaro col treno... si, la noia mi stava uccidendo e così ho fissato il mare fuori dal finestrino, e quel giorno era particolarmente bello e scintillante alla luce rossastra del tramonto, davvero da togliere il fiato! Così una cosa tira l'altra, Blue Eyes è nato! Spero vi piaccia questo mio ennesimo bambino. Beh vi lascio alla lettura!

P.S: la storia sarà di tre capitoli, come le ore che ho impiegato a tornare nella dolce patria! ;) Un bacione!

-----

 

La superficie dell'acqua era sconvolta dal vento forte che soffiava su di essa, faceva spruzzare schizzi fretti in ogni direzione, mentre in fondo la schiuma veniva a creare gorghi turbinanti che catturava ogni povera creatura osasse nuotare troppo vicina. Bagliori di luce bluastra illuminavano il buio in cui era calato l'oceano.

La corrente rendeva impossibile muoversi, tanto era forte da costringere perfino gli anemoni più robusti a piegare il capo sotto la sua imperiosità. Molti pesci si rintanarono alla svelta nell'anfratto riparato più vicino. I piccoli piangevano spaventati, e i genitori li rassicuravano spingendoli all'interno, per salvarli dalla paura e dalla corrente potente.

Un altro lampo inondò di luce le profondità più oscure, subito seguito da un rumore profondo e cupo, che fece tremare gli scogli abissali e la stessa barriere corallina che circondava l'atollo.

Nascosto al riparo dietro un cespuglio di coralli rosso fuoco riposava un giovane tritone, svegliato di soprassalto dall'ennesimo frastuono proveniente da sopra. Nonostante sapesse che le 'luci divine' fossero in verità lontane da lui ne poteva sentire i rombi sordi da dietro i coralli dove stava riposando. La creatura levò il capo preoccupato a tutto quel frastuono, mosse le orecchie a punta per udire meglio da dove provenissero quei suoni rimbombanti. Dovevano essere i flutti che si scagliavano contro le rocce in superficie. Intimorito dall'ennesimo tuono rimbombante si schiacciò meglio contro il letto di alghe su cui aveva riposato fino a qualche minuto fa, sperando che quella diavoleria finisse presto. Al suo fianco un altra creatura del mare lo imitò. I suoi lunghi capelli color onice mulinarono sospinti dalla corrente indomabile, coprendo parte del viso pallido.
-Non ti agitare, fratellino. Il mare e' in tempesta. Poseidone dev'essere davvero arrabbiato stanotte-
L'altro lo fissò perplesso, saltando all'ennesimo tuono. Il maggiore gli sorrise dolce e lo trasse a sé, cullandolo tra le braccia pallide, come faceva da quando era piccolo, finché nonostante il trambusto si addormentò. Sasuke aveva sempre avuto paura del mare agitato.
 

Anche dopo la tormenta più violenta e distruttrice, la calma ritornò appena Poseidone mitigò i suoi animi turbolenti, facendo riapparire il caldo sole da dietro le nubi ora schiarite. All'alba tutto taceva, le alghe rialzarono le foglie riconoscenti verso il cielo accogliendo i raggi vitali, solo un ricordo lontano della tempesta appena passata. I pesci uscirono dai loro nascondigli guardinghi, testando la corrente placida. Contenti poi uscivano a sgranchire le pinne a lungo ferme, raggiungendo gli amici.

Anche i due tritoni si destarono con calma, il più giovane stiracchiò elegante le membra riposate sbadigliando sonoramente. Itachi al suo fianco sorrise divertito porgendogli la sua colazione. Appena finito di mangiare il tritone diede un colpo di pinna verso l'entrata della grotta di corallo dove avevano riposato. Stava scalpitando dalla voglia, lo sapeva già.
-Vai di nuovo in superficie?- chiese divertito il maggiore. Sasuke annuì con vigore. Di solito dopo le tempeste portavano a riva degli oggetti molto strani, e gli piaceva osservarli da vicino. Itachi sorrise al giovane salutandolo con l'usuale picchio sulla fronte. L'attimo dopo Sasuke già nuotava euforico verso il sole alla velocità della luce, schivando abilmente i branchi di pesci colorati che abitavano i fondali in cui era cresciuto.


La pressione marina si faceva via via minore, facendo nuotare il tritone ancora più veloce mano a mano che si avvicinava al pelo dell'acqua. Un sorriso impaziente marcò il viso fine, i capelli singolarmente neri e ritti mulinarono intorno alle guance. Appena emerse si guardò intorno notando i vari resti portati dalla corrente, brillavano scintillanti al sole piacevole sulla pelle. Sasuke si avvicinò cauto ad uno di essi per sentirne la consistenza dura e liscia. Chissà cos'era? E soprattutto.. Chissà quali tesori lo aspettavano sulla riva dove di solito si radunavano tutti? Impaziente sempre di più di minuto in minuto lasciò le lamiere di ferro e nuotò agile tra le onde cristalline verso la costa. La tempesta aveva portato davvero qualcosa di strano a riva la notte precedente, pensò Sasuke guardando sbalordito la creatura abbandonata sul bagno asciuga. Una massa di capelli biondi ricadeva sul viso sporco di sabbia, pezzi di legno e di strani aggeggi luccicanti posati sul suo corpo. Aveva anche parecchie alghe addosso, strani pezzi di stoffa riposavano addosso a lui, bagnati fradici come se avesse passato molto tempo in acqua. La curiosità spinse il tritone verso la spiaggia dorata, e appena si sedette sulla sabbia lo esaminò da vicino. Chissà, forse era morto...

Appena partorì il pensiero la cosa annaspò sonoramente riempiendo i polmoni a lungo svuotati, mugulando infastidito, girò il viso di lato, corrugando la fronte scura. Non solo respirava, era vivo per giunta!

Veloce come una tartaruga marina Sasuke si rituffò in acqua un attimo prima che la cosa aprisse gli occhi rintontita. Il tritone rimase basito a guardarlo, gli occhi neri lo squadrarono da capo a... non aveva la coda.

… Che quello fosse un umano?

Non ne aveva mai visto uno in vita sua, ma Itachi gli aveva raccontato di averli incontrati nell'oceano, prima di vivere in quell'atollo, su di una strana balena dura e metallica. Gli uomini l'avevano chiamata 'nave', e il fratellone gli aveva detto che nessun animale marino poteva rivaleggiare in grandezza con quell'affare. Ed era proprio come li aveva descritti lui...

Lo vide alzarsi a fatica, al posto della coda pinnata aveva due cose strane e separate, dello stesso colore del suo corpo superiore. Si guardò intorno confuso massaggiandosi il capo dorato, e poi ammirò il mare davanti a sé con un paio di...

-Occhi Blu- sussurrò ammirato il tritone, perdendosi dentro il colore vivido delle iridi dell'umano.

Erano troppo intense per essere vere, dell'esatta tonalità del mare che aveva di fronte, forse perfino più liquido ed affascinante.

Nonostante la confusione sul viso giovane lo vide dirigersi verso il fitto bosco alle sue spalle a passi sicuri, borbottando tra sé e sé. L'umano in poco tempo costruì un riparo con i pezzi portati dalla corrente, si accese un fuoco e costruì tutto ciò di cui aveva bisogno, compresa una canna da pesca. In qualche modo si doveva pur procacciare il cibo, no?
Lo vedeva armeggiare con strani marchingegni, conchiglie, liane, tronchi. Sembrava instancabile spinto da una forza di volontà da far invidia al più temerario dei tritoni. Legò su un tronco verticale piantato nella zattera una vela improvvisata e remando con i ferri trovati a riva si diresse verso la barriera corallina intorno all'isola. E puntualmente lo vide combattere contro onde e corrente, sempre finendo sconfitto cadeva in acqua mente la sua imbarcazione finiva in mille pezzi.

-Dannazione!!-esclamava rivolto al cielo prima di precipitare in acqua.
Ogni suo tentativo era vano. Nessun umano era mai riuscito a superare la barriera corallina intorno all'atollo dove si trovava. Almeno cosi aveva sentito dire dagli anziani. Solo i tritoni ne erano capaci, ma ben pochi osavano provarci. La corrente all'esterno era spaventosa, feroce, non lasciava scampo a nessuno. I poveri che c'erano riusciti ad oltrepassarla erano rimasti prigionieri delle correnti sottomarine, e sbattuti a destra e manca avevano perso la loro vita finendo contro gli stessi coralli rossi che circondavano l'atollo.
Occhi Blu avrebbe passato il resto della sua vita lì, su quella spiaggia di sabbia fine. Confinato in una prigione d'acqua.

Nonostante avesse timore della strana creatura, Sasuke si ritrovò ad andarlo a controllare ogni mattino, sempre curioso di vedere cosa si sarebbe inventato di nuovo. Quell'umano non conosceva riposo, e non riusciva a stare fermo neppure per un istante!

Un giorno lo beccò ad intagliare un grosso tronco marcio di un albero, le mani non abituate al lavoro manuale si erano arrossate a forza di passare il coltello sulla superficie ruvida del legno piene di schegge affilate conficcate nelle carni, su e giù senza sosta. Perle di sudore inumidivano la sua schiena muscolosa, e di tanto in tanto si concedeva un bagno veloce, e poi riprendeva senza problemi. Alla fine ammirò la sua opera appoggiata al tronco di una palma vicina con un sorriso sbalorditivo.

-E' finita finalmente!- esclamò eccitato, correndo l'attimo dopo con la cosa sotto braccio verso l'oceano, schizzava acqua dappertutto preso dalla foga di provare la sua invenzione. Sasuke si sporse un po' di più per osservarlo meglio, salendo appena sulla roccia dietro cui si era nascosto. Lo vide montare con agilità sulla cosa, tenendo le 'gambe' vicine al petto, chinato in avanti. Lì sul pelo dell'acqua aspettò che le onde arrivassero, appena ne vide una particolarmente forte si alzò dalla posizione rannicchiata e facendo leva sui piedi girò la tavola, cavalcando l'onda abilmente.

Che spirito indomito era...

Non contento lo vide scendere dalla cima e con una sferzata veloce... passò sotto il riccio appena accennato dell'onda, abbassandosi appena per non beccarsi l'acqua in faccia, le mani sfioravano il manto azzurro delle onde.

Il tritone rimase senza parole, incapace di distogliere lo sguardo dal folle, intento a nuotare con le braccia verso la prossima onda. Quell'umano proprio che era pazzo! Passare dentro un'onda così potente! Perfino i piccoli pesci pagliaccio, i più stupidi dell'intero oceano, sapevano che non bisognava mai farlo, per non essere inghiottiti dall'acqua veloce e forte alla fine dell'onda! O era un pazzo o uno essere che amava molto vivere sul filo del rasoio.

Lo aveva fatto con tranquillità, o meglio con eccitazione, trepidante. Neanche per un attimo era trasparito il timore o indecisione dal viso giovane. Occhi Blu, sulla china dell'altra onda gettò i capelli biondi all'indietro, facendoli brillare alla luce del sole, ed urlò euforico

-Yuuuhuuu!!!!-

Gli occhi chiusi per impedire agli schizzi di entrare, ma un sorriso abbagliante sulla bocca aperta. Lo stesso sorriso scaldò il petto del tritone, che si ritrovò a fare altrettanto, quasi contaminato dal suo buonumore, i suoi occhi lo seguirono obbedienti mentre lo vedeva scegliere un'altra onda e montarvi su con agilità. Sembrava davvero divertirsi. Lo vide farlo svariate volte, in parecchie occasioni ruzzolò in acqua, ma riemerse subito dopo ridendo spensierato, senza un graffio né segni di stanchezza. Smise solo al tramonto del sole, quando quello bruciò alle sue spalle. L'umano afferrò la sua strana tavola e corse ridacchiando fuori dal mare, scuotendo i ricci biondi a destra e manca, per andarsi ad asciugare prima che la notte calasse, insieme al fresco.

Sasuke rimase a fissare la sua ombra finché non sparì dalla sua visuale, ancora stupito. Quale altro umano avrebbe osato sfidare il mare, e rimanere ancora vivo dopo tale affronto? Solo Occhi Blu.

 

L'umano era davvero la creatura più bizzarra che il tritone avesse mai incontrato. Dopo qualche settimana in cui si era dedicato a trovare il necessario per vivere aveva passato intere giornate a divertirsi sulle onde o a meditare sotto le palme giganti che sbucavano dalla fitta generazione della foresta vergine. Se ne stava immobile lì per ore intere, tanto che molte volte Sasuke aveva pensato dapprima che si fosse addormentato. Ma poi di scatto lo vedeva aprire gli occhi celestiali e saltare in piedi, correndo a più non posso verso l'acqua calda per attenuare l'afa che si respirava sulla terra ferma, tirando un sospiro di sollievo appena riusciva a bagnarsi.

Lo seguì di nascosto quando andava a fare una nuotata, o si immergeva per brevi istanti nell'oceano, rivelando di sapersi muovere quasi meglio di una lontra. La corrente pareva placarsi ogni volta che lo faceva, si limitava a sospingere i corti capelli dorati a destra e manca del suo viso, ondeggiando quasi con eleganza intorno a lui. I pesci e creature marine non parevano intimorite da lui, anzi in parecchi si avvicinavano cauti a pizzicare con le boccucce le sue gambe, facendolo sorridere. E non provò mai a scacciarli, o colpirli, nuotò con loro intorno, proprio come uno squalo con i suoi pesciolini piloti, quelli pulivano le impurità della sua pelle. Il polipo Killer Bee alzava sempre un tentacolo quando lo vedeva a mo di saluto, ed Iruka il delfino andava pazzo di lui, strideva contento ogni volta che lo incontrava. Si lasciò accarezzare il capo trillando felice e gli concesse di aggrapparsi alla sua pinna caudale e guidarlo intorno alla barriera corallina. Iruka, in tutti gli anni che l'aveva conosciuto non aveva mai concesso un tale privilegio a Sasuke, che piccato e un po' geloso se la batteva in ritirata verso la sua grotta, bofonchiando. Quell'umano era davvero qualcosa di particolare, e anche gli altri animali delle profondità parevano averlo capito.

Quella mattina si svegliò come al solito ai primi bagliori gentili del sole che colpirono i coralli sulla sua testa. Sasuke mugulò soddisfatto del sonno appena fatto e si stiracchiò per bene prima di uscire dal suo giaciglio. Appena si diresse verso la solita roccia scura intorno alla quale si riunivano i tritoni vide il fratello parlare con una sirena.

-Conchiglie?- le chiese Itachi. Lei fece segno di si, i suoi capelli rosa mulinavano intorno al viso fine.

-Portano fortuna sai? Presto sarà tempo di nascite, e voglio essere sicura che ad ogni nuovo tritone venga data la classica collana di conchiglie bianche, secondo tradizione. Solo che sono troppo impegnata nell'assistenza ai parti per ora e non posso proprio andare. Potresti farmi questo favore?-

Il tritone scosse la testa dispiaciuto, stringendo il tridente tra le mani -Sono occupato per tutta la giornata a sorvegliare il palazzo, non posso proprio-

Appena li raggiunse Sasuke li salutò con un cenno cortese della testa. Sakura nuotò subito al suo fianco sfiorando la sua pinna in segno di saluto, poi passò un braccio intorno alle spalle.

-A Sasuke piace andare in superficie, no? Perché non mandi lui?- chiese Sakura sorridendo al ragazzo. Quello annuì e appena ricevuto il suo compito si diresse verso gli scogli. Sapeva proprio il posto migliore per trovarle.

Sasuke conosceva l'atollo come il palmo della sua mano, sia sott'acqua che in superficie, quindi non ebbe difficoltà a trovare la baia riparata dove di solito la corrente portava le conchiglie di thalassa, che di solito erano quelle che Sakura usava per fare le collane. Infatti appena si infilò tra le rocce chiare e smussate dalle onde ne trovò parecchie, tutte di un bel colore bianco perla, ricche di madreperla all'interno. La sirena le avrebbe adorate. Canticchiando felice cominciò a prenderle e tenerle tra le braccia, anche se dopo un po' parve diventare una impresa abbastanza ardua, non vi entravano più. A quanto dicevano questa stagione ci sarebbero state tante nascite, meglio prenderne un bel po' per evitare di fare il viaggio una seconda volta. Pareva che le avesse prese tutte, ah no, ce n'era un'ultima proprio sopra quello scoglio incagliato, aveva una particolare sfumatura rosa, molto carina. Sasuke fece forza sulla pinna per alzarsi, ma quella viscida scivolò tra le rocce sottomarine e si incagliò, facendolo cadere in acqua in un tonfo. Si massaggiò la coda dolorante e provò a liberarsi, ma non c'era nulla da fare, e così seduto non sarebbe di certo riuscito a prenderla.
Era così vicina... La madreperla scintillava sul dorso rigato della conchiglia, a pochi centimetri da Sasuke. Il tritone però non riusciva a raggiungerla, la pinna ancora prigioniera sotto lo scoglio nascosto. Si sforzò quanto poteva e protese tutto il suo corpo verso di essa, perle di sudore adornarono la sua fronte sotto il sole già alto...
"Ancora un po'..."

Finalmente la mano la raggiunse e la strinse forte, tirandola indietro. Peccato non fosse la sua. Le sue iridi nere seguirono la conchiglia sottratta, la bocca già pronta a inveire contro la creatura che gliela aveva sottratta.
Sasuke venne a contatto con un paio di occhi ugualmente sorpresi, oceanici, splendenti alla luce del sole. L'umano era sbucato fuori proprio da dietro lo scoglio dove era lui, a pochi centimetri dalla sua attuale posizione. Aveva degli strani pezzi di stoffa attaccati alle gambe, di colore arancione, che abbracciavano la sua vita fino alle ginocchia. Occhi Blu sbatacchiò le palpebre preso alla sprovvista, nella mano ancora alto un bastone appuntito.
-Oh ehilà! Non sapevo ci fosse qualcun altro su questa isola deserta!- disse senza nascondere la sua sorpresa, nascondendo l'arma dietro la schiena. Il tritone intanto pareva aver perso il potere di parlare. Rimase a bocca aperta incapace anche di emettere il più semplice dei suoni. L'umano ridacchiò e si passò una mano tra i ricci ribelli.

-Come ti chiami?- chiese tutto eccitato. Sasuke lo fissò sconcertato provando a spostarsi indietro, ma la paura e lo shock erano tanto da non rendergli possibile muoversi neppure di un millimetro. Inoltre la sua pinna incagliata non gli concedeva di spostarsi molto...
Le labbra dell'umano si aprirono per scoprire il suo tesoro segreto: denti bianchi, perlacei splendettero alla luce forte di mezzo giorno abbagliando il tritone. Com'era possibile che un umano possedesse una tale ricchezza riservata esclusivamente alla sua gente? Che ladro! Quale affronto!

-Non puoi parlare?- continuò quello avvicinandosi appena fino a rimanere a solo un braccio di distanza da lui, sul viso un'espressione un po' preoccupata. Gli occhi del tritone s'erano sbarrati in orrore, ma riuscirono a guardare in basso. L'umano seguì il suo sguardo e parve capire.
-Non mi dire che ti sei incastrato! 'Ste rocce sono un guaio, capita un sacco di volte pure a me! Dai, ti aiuto io-
L'uomo tese la mano abbronzata verso di lui, il sorriso gentile sempre al suo posto. Sasuke non riusciva a capire una parola di quello che diceva, ma di certo capiva che l'umano aveva intenzione di toccarlo. E per nulla al mondo lo avrebbe concesso.
"Gli umani sono esseri immondi, sporchi ed indegni della nostra pietà" "Si dice che se li sfiori anche solo uno la tua pelle si secchi come al sole" "... Con le mani afferrano tutto ciò che possono e poi lo distruggono” la popolazione del mare aveva inventato parecchie storielle sulle creature della terra ferma, e le credenze erano talmente radicate nella loro cultura che perfino Sasuke, che si definiva un giovane dalla mente aperta, ci credeva fermamente.

Si accorse appena della mani dell'uomo che si immergeva nell'acqua bassa. Occhi azzurri vennero spalancati in contemporanea a quelli color onice quando con i polpastrelli lambì una consistenza diversa da quella della pelle umana sulle gambe. Era qualcosa di duro, umido e lucente, lo vedeva scintillare timido sotto la superficie dell'acqua.
Squame. Scaglie di colore argenteo brillavano su quella che sembrava essere la sua coda.

Curioso tirò la pinna argentea verso si sé appena, liberandolo dal masso che la teneva prigioniero con facilità. Sasuke emise un gemito di dolore muovendo l'arto ferito ma non perse tempo: in un lampo arretrò emettendo un suono acuto e stridulo che fece accapponare la pelle all'umano che preso alla sprovvista si beccò la pinna in pieno viso, ricadendo all'indietro in uno splash.
-Non mi toccate!- ruggì minaccioso nella sua lingua scuotendo la coda e saltando lontano da lui.
Occhi Blu rimase interdetto a fissare la schiena dell'essere che scappava lontano ignaro del rivolo di sangue che cadeva dal suo naso rotto. Quando lo aveva scorto per la prima volta pareva un semplice ragazzo, le onde avevano nascosto alla sua vista la coda argentea... Rabbrividì al solo pensiero di aver visto e toccato per la prima volta in vita sua una sirena.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: kyuukai