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Autore: mamehota    19/05/2012    2 recensioni
[Zoro Roronoa, Nico Robin, ZoroxRobin, Zoro e Robin].
50 fanfiction su due dei personaggi migliori del manga, basate sulla Mezza Tabella maledetta.
# 01.Addio - era quell’odore di legno forte, piacevole, intenso, odore di famiglia e amore, che ormai ce l’avevano addosso e stava lì, in tre spade abbandonate lungo il fianco e in un libro letto e riletto molte volte.
# 25.Risveglio - «Non rispondermi ad una domanda con’altra domanda» protestò.
# 43. Sorriso - Si domandò quand’è che avesse imparato a ridere così.
# 26. Incontro - Robin arrivò d'improvviso.
# 41. Tempo - Ma Zoro dovette ammettere che non v’era compagnia migliore di Robin.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: The beauty and the Beast [Who could ever learn to love a beast?]
Autore: hotaTERU
Fandom: One Piece
Personaggi:
Zoro Roronoa, Nico Robin
Rating:
Giallo
Disclaimer:
One Piece non mi appartiene, bensì è opera di Eichiro Oda © (CHE MI HA MOSTRATO PAULIE ALLA FINE).
Prompt:
43. Sorriso
Note: Fanfiction partecipante alla
“Mezza Tabella Maledetta” . Questa volta il prompt non mi pare tanto calzante, ma ho PRIMA scritto la fanfic e poi pensato a qualcosa che potesse accordarvisi. E mi è sembrato che i riferimenti ai sorrisi di Robin potessero, dato che quella donna, secondo me, Zoro lo stende in un attimo con la sua bellezza XD.
Genere: Vagamentissimamente angst, vagamente introspettivo


                                                                               And I’ll end up falling in love with you.


Erano lì a scrutarsi da più dieci minuti, lei in ginocchio e lui steso all’ombra dell’albero maestro.
«La trovo una totale cazzata, lo sai». Era la seconda volta che lo diceva e la guardava con quegli occhi neri e spenti che sembravano i finestrini scuri di un’automobile di qualche stella dello spettacolo.
«Certo che lo so. Ma io non giudico mai una cosa prima di provarla».
Anche i suoi occhi erano carichi d’indifferenza. Ma era un’indifferenza più crudele, sentita, un’indifferenza scavata nel volto, come se qualsiasi risposta avesse ricevuto, qualsiasi parola avesse udito, nulla avrebbe potuto nel suo cuore marcio di assassina.
«Allora neanche tu ti sei mai innamorata, archeologa» ghignò Zoro, un ghigno beffardo di soddisfazione e di sfida.
Lei sollevò leggermente le sopracciglia, dischiuse di un poco le labbra rosate e strinse i pugni dietro la schiena. Se avesse detto di aspettarsi una risposta simile, avrebbe mentito.
Roronoa Zoro non finiva mai di sorprenderla.
«Non mi piace che mi si pongano queste domande» rispose Robin con un sorrisetto – il suo, quello inimitabile e irritante e così saccente che Zoro l’avrebbe fatta a fette se avesse potuto -, celando qualsiasi tipo di stupore e di irritazione – perché non vincevi, contro Robin. E anche se vincevi, lei faceva in modo di non fartelo capire. Poi aggiunse, con sincera curiosità «E tu, Roronoa? Cosa ne pensi dell’amore?».
Era come un duello, più che una conversazione. A turno entrambi si sfidavano - sfidavano i loro cuori e le loro convinzioni prima che quelle dell’altro - tentando di cogliere le sfumature e le emozioni di quelle iridi allo stesso modo imperscrutabili.
«Io penso che non mi piace e non mi serve neanche un po’».
Lei rise. «Lo immaginavo. Però ti sei innamorato di me, non è così?».
Era finita. Robin aveva definitivamente vinto, come ogni volta. L’aveva avvicinato, si era posta al suo livello, come al solito, e poi l’aveva schiacciato, con una frase, un’espressione, una parola capace di far crollare un muro di diciannove anni, una certezza, una convinzione, di rimescolarne i pezzi e cambiare ogni cosa, in un secondo.
«A me sembra che tu ti sia sopravvalutando un po’, archeologa» sbottò in risposta, un tenero rossore ad invadergli le guance - ed eccola lì, quella era la sua ferita. La battaglia l’aveva combattuta, e la ferita mortale era stata la consapevolezza; e poi ecco il sangue scorrergli al di sotto della pelle e colorargli il viso - ebbe quasi la tentazione di portare le dita all’elsa della spada, come se potesse ricavarne sicurezza.
«Sei carino quando arrossisci» ridacchiò Robin.
«Cos-… stai in silenzio, razza di...-» imprecò Zoro in risposta, le sopracciglia contratte e gli occhi carichi di rabbia.
«Sei così turbato che mi sembra di vedere il tuo cervello fumare» continuò l’archeologa, e poi rise di gusto. Aveva una risata profonda, calda, piacevole. Zoro non la sentiva spesso, e mai ci si era soffermato. Si domandò quand’è che avesse imparato a ridere così. In un secondo gli sciolse tutta la rabbia che aveva accumulato.
«Se proprio vuoi sapere cosa penso, penso di non avere né tempo né voglia di innamorarmi» ribadì, indurendo lo sguardo. Sperava di risultare in qualche modo convincente, pur sapendo che le convinzioni di Nico Robin sono quasi impossibili da distruggere.
L’archeologa, allora, il volto poggiato sui gomiti sopra le gambe piegate, gli sorrise e non fu un sorriso di sfida o strafottente o malinconico ma fu un sorriso come li fai alla persona che ami, non perché ti fa ridere, non perché sei felice, ma perché l’hai vista e sorridi e basta.
E pure lui non riusciva a distogliere lo sguardo da quella donna che l’aveva schiacciato, su tutti i fronti, come se ne fosse attratto silenziosamente.
«Se tu smettessi di combattere, Spadaccino» sussurrò quella, «riusciresti a vedere cose che ora non vedi».
Avrebbe voluto chiederle cosa volesse dire, e l’avrebbe pure fatto, tra qualche istante, dopo essersi ripreso, se lei non si fosse elegantemente sollevata da terra, spolverandosi un po’ la gonna stropicciata, e si fosse avviata verso la propria camera, senza pronunciare più alcuna parola.
«Nah, Nico Robin, aspetta! Cosa vuoi dire?» la chiamò, pulsante di rabbia.
Lei si voltò, per l’ultima volta, e l’indifferenza dei suoi occhi aveva lasciato il posto ad una sensibilità estrema, delicata, una sensazione di fragilità che durò poco, ma gli restò nello sguardo.
«Guardati intorno, Zoro. L’amore ti è molto più vicino di quanto pensi».
Avrebbe voluto aggiungere anche se sei stupido, e forse non arriverai, ma ritenne che far innamorare Roronoa Zoro, a quel punto, sarebbe stato più arduo che fargli notare il suo amore per lui.


---------------------------- Niente di importante da dire (
) ----------------------
Ho iniziato questa fanfic perché mia sorella mi stava parlando su face book, ma ad un certo punto è caduta la linea e annoiandomi, mentre tornava, ho iniziato a scrivere òwò Però ho aggiornato questa raccolta! E’ un grande obbiettivo per me èwé pensavo avrei continuato direttamente a giugno e invece ci sono riuscita prima, con qualcosa che non so se mi piaccia o meno >3<.
In realtà, volevo mantenermi sui toni dell’angst, avendo scritto una prima fanfic malinconica e una seconda fluff. Il risultato non è esattamente quello, e non sono certa di aver mantenuto i caratteri dei personaggi.. ma era da tanto che avevo intenzione di scrivere una fanfic in cui uno dei due ‘rinfacciasse’ all’altro che è innamorato di lui\lei XD. E l’ho fatto.. senza troppe pretese uwu).









   
 
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