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Autore: raimbowcomet    20/05/2012    15 recensioni
"Si chiuse in un mutismo ostentato, cercando di capire come fosse realmente il ragazzo sedutole accanto. Le faceva scoppiare il cervello, ogni volta che pensava di averlo compreso ecco che spuntava fuori un nuovo indizio e mandava in fumo la precedente ipotesi.
Bello e dannato? Un po'.
Cinico e menefreghista? Leggermente.
Dolce e sensibile? Affatto.
Oppure si?
Alessandro le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio una frase che non si sarebbe mai dimenticata:
-Dovresti imparare a conoscere prima di giudicare sai Lavinia? E' sintomo di stoltezza non dare possibilità alle persone di rivelare la loro vera natura. Per iniziare potresti conoscere me, naturally if you want, baby."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio Fiorels per il fantastico banner, i ragazzi delle immagini sono proprio 'i miei bambini'.






"I'll never be the same, if we ever meet again"








Il fastidioso rumore di una lampada al neon.
Non ci era ancora abituata nonostante lo sentisse da sei mesi a quella parte, tutti i dannati venerdì pomeriggio mentre attendeva.
Eppure ogni cosa in quello squallido ospedale per lei, era nuova. Non si capacitava ancora di tutto il tempo passato tra quelle mura bianche scolorite, profumate di disinfettante medico e infestate da anime vaganti.
Quello non era il suo mondo.
E non lo sarebbe mai diventato.
Purtroppo però, anche se non sarebbe stato il suo mondo, sarebbe stata la sua seconda casa…non poteva fare altrimenti. Le crisi erano diventate più frequenti e per ogni sciocchezza dovevano correre in clinica e fare esami su esami.
Patetico.
Come se avesse davvero qualche speranza di sopravvivere.
Come se potesse davvero azzardarsi a ritornare quella che era.
Come se potesse davvero illudersi che fosse solo un sogno.
Ma non poteva, non più.
Forse prima avrebbe potuto.
Ma non ora.
Non ora che tutto stava andando a rotoli, un declino lento e impossibile da evitare. Avrebbe voluto con tutta se stessa saper chiudere gli occhi e immaginare l’ultimo periodo della sua vita in modo diverso.

Eppure non ci riusciva.
Era così deprimente.
Neanche immaginandolo e lavorando con la fantasia era possibile…neanche nella sua mente c’erano desideri abbastanza forti da creare un’immagine di lei sana.
La sua vita le faceva schifo.
Ma non era sempre stato così: prima aveva ottimi voti a scuola, amiche pronte a sostenerla in tutto anche se non aveva mai provato l’amore vero… era felice.
Ovvio…prima.
Prima che scoprisse di essere malata, prima che mandasse tutto a puttane, prima che si rinchiudesse nel suo mondo e si lasciasse deperire.
Era davvero ridotta male.
Se qualche mese prima le avessero detto che avrebbe fatto pensieri così depressivi, li avrebbe squadrati da capo a piedi e ridendo avrebbe offerto loro un bel gelato magari, invece ora sorrideva amara.
Una mano posata gentilmente sulla sua spalla la riscosse e la convinse ad alzarsi senza neanche guardare in faccia il suo interlocutore.
-Stanza numero 36 al secondo piano, repart...
-Lo so- proruppe brusca. Lo sapeva dannazione, lo sapeva! Ogni singola volta glielo ripetevano; avrebbe voluto urlare che ormai conosceva l’ospedale come se fosse casa sua, ma poi si tratteneva, non le sarebbe servito a niente.
Aggirò l’infermiera e si incamminò con passo pesante verso la sua meta, stando attenta a non sforzarsi troppo; l’avrebbero portata sulla sedia a rotelle ma si era rifiutata categoricamente, non era una malata terminale, a differenza di quello che pensavano tutti. Seguì le regole: non affaticarsi e respirare piano, niente scale e solo ed esclusivamente ascensore.
Arrivò dinanzi alla stanza 36 ed entrò senza pensarci due volte, spalancando annoiata la porta. Si diresse al suo solito armadio e ci buttò dentro la borsa con il cambio per quei cinque fottutissimi giorni. Poi si gettò a peso morto su uno dei tre letti e chiuse gli occhi, fece ripartire la musica dell’ ipod che aveva precedentemente stoppato e si estraniò da tutti, come sempre.

**

-Cara...cara sveglia...- qualcuno le scosse timidamente le spalle e lei si stiracchiò girandosi e si attorcigliò con i fili dell' ipod spento.
Si stropicciò gli occhi e li aprì piano per abituarsi alla luce artificiale.
Mugugnò e guardò male l'infermiera assottigliando gli occhi. Perché diavolo l'aveva svegliata? Stava dormendo così bene... solo nell'incoscienza riusciva ad essere serena, perché dovevano privarla anche di quelle poche ore?
Ecco, un semplice gesto le aveva rovinato il resto della giornata, doveva iniziare a dare una regolata ai suoi fastidiosi sbalzi d'umore.
-Si?- chiese con voce annoiata, rivolgendosi alla vecchia signora dal viso gentile.
-Il dottore Ruggeri ti vorrebbe vedere- spiegò appoggiandosi ad una sedia a rotelle che aveva notato solo ora, troppo addormentata.
Una visita il giorno stesso che era arrivata? Oh bene.
Si alzò dal letto controvoglia e si diresse verso il bagno:
-Aspettami qui- secca e lapidaria come aveva imparato ad essere.
Si rinfrescò velocemente e si lavò il viso, togliendosi tutta la cipria che aveva applicato la mattina per celare le pesanti occhiaie.
Afferrò la spazzola dal beauty e se la passò velocemente per dare volume a quella massa bionda informe. Era presentabile ora. Più o meno.
Senza aspettare che l'infermiera dicesse niente aprì la porta e sbucò nell'ampio corridoio. La signora si sbrigò a inseguirla, non aiutata affatto dall'ingombrante sedia dalle ruote cigolanti.
-Dovresti...
-No.
Evitò gli inservienti che camminavano veloci:
-Ma il dottore...
-Ho detto di no, non mi serve.
-Mi è stato ordinato di...
-Capisci l'italiano? No? Te lo ridico con calma allora: non me ne frega un cazzo di quello che ti ha detto il dottore, mio corpo, mia decisione- sputò acida e si girò, andando a sbattere contro qualcosa; rialzò lo sguardo e incontrò quello marrone di un ragazzo immobile davanti a lei che la stava fissando.
-Che hai tu da guardare?- lo spostò malamente- vado da sola- e continuò a camminare velocemente per seminarla.
Certo, velocemente per quanto le fosse concesso.
Si fermò in sala d'attesa e bevve un bicchiere d'acqua preso dal distributore per riprendere fiato, faceva schifo e non sapeva di niente.
Che palle.

**

L'infermiera si fermò e sospirò pesantemente guardandola allontanarsi e si rivolse al ragazzo davanti a lei:
-Che ci fai qui tu?- lo apostrofò.
-Mi annoiavo- alzò le spalle- piuttosto...chi era quella?
-Ah...si scusala è un carattere difficile da quanto mi hanno detto- disse pettegola.
-Voglio sapere il suo nome- ribatté.
-Perché non glielo chiedi tu?- un lampo di malizia passò negli occhi stanchi. Lui sospirò:
-Margherita ti ho solo chiesto il nome di quella ragazza!- iniziava ad innervosirsi davvero.
-E' bella eh?!- ridacchiò.
-Senti, fa niente- assottigliò gli occhi stanco di quel giochetto.
-Lavinia Rocci, starà qui cinque giorni per degli esami- si affrettò a riferire l'infermiera.
Lavinia Rocci...
-Bene, ciao- secco e lapidario.
-Ma come?! Non vuoi sapere nient'altro?- disse delusa la signora.
-Mh... no- perché mai avrebbe dovuto interessarsi ad una ragazza che aveva visto per pochi secondi? Aveva già abbastanza problemi di suo. Le aveva solo chiesto il nome, non aveva detto di volerla sposare.
Scosse la testa con forza, come per scacciare un'idea malsana e riprese a camminare seguendo la sua strada.
Addio sconosciuta.




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Inizio con il dire che sono EMOZIONATISSIMA, visto che è la mia prima originale.  Non avrei mai pensato di poterne scrivere una, ma semplicemente guardando un'immagine questi due ragazzi si sono fatti spazio nel mio cuore e non se ne sono più andati.  Questa specie di prologo può risultare un po' depressivo, diciamo ma vi assicuro che la storia non sarà così. Mi scuso per la brevità ma i prossimi saranno decisamente più lunghi ;)
Vi ringrazio per aver letto, per essere arrivati fin qui e se vorrete posterò il primo capitolo esattamente la settimana prossima. Ci tengo a dire che dedico questo primo capitolo a quella stronza della mia migliore amica che mi ha assillato affinchè lo postassi oggi.
Ringrazio inoltre quella trota di Tati Yeah che ha letto ogni cosa in anteprima e mi ha spennato viva.
Okay mi ritiro e aspetto qualche vostro parere, sia positivo che critico ovviamente.
So che la canzone non ci dice molto, ma il titolo è perfetto 'Non sarò più lo stesso se ci rincontreremo ancora'.
Se avete consigli sono sempre ben accetti e se volete contattarmi potete trovarmi qui:
Il contatto su facebook:  Athena Efp
Il gruppo su facebook: My Crazy Stories.
Sarò felicissima di rispondere alle vostre domande!
O semplicemente per spettegolare un pochino ;)

Alla prossima settimana,
Athena xx
   
 
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