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Autore: len91    21/05/2012    3 recensioni
Salve a tutti; ho pensato di raccontare come, a mio avviso, sia avvenuto il primo incontro tra Son Gohan ed il piccolo Goku, con annessa la descrizione dello svolgimento delle giornate che seguirono, sino alla morte del nonno.
E' una storia leggera e molto tenera, che ho cercato di rendere interessante e divertente, rimanendo fedele ai pochi indizi forniti dal manga - anime..
Auguro a tutti una buona lettura e spero di aver fatto un buon lavoro.. se vi va, lasciatemi pure un piccolo commentino, così saprò se mi converrà ritirarmi o proseguire ;)
baci, len91.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Giumaho, Gohan, Goku, Nonno Gohan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un simpatico nonnetto.

 

 

In un tempo non lontano, in una Terra simile alla nostra, ove uomini ed animali vivevano in pace e collaboravano gli uni con gli altri per poterla mantenere, un ometto anziano, dall’ aspetto pacato e saggio, viveva in una casupola molto modesta, sulle alture del monte Paoz.

Il nome di questo individuo era Son Gohan, esperto maestro di arti marziali e nonnetto simpatico e pratico della vita solitaria nei boschi, della meditazione e dell’ arte della pazienza..

Un giorno di primavera, mentre il sole stava già facendo capolino dai monti per riscaldare ogni forma di vita, Son Gohan era uscito dalla sua abitazione, portando con sé un bellissimo cesto di vimini, intrecciato a mano da lui stesso, con l’intenzione di portarlo in dono a qualcuno. La direzione del suo cammino, infatti, era verso il Monte Friggi Friggi e la sua meta ultima era il grande palazzo del re Jumao, un suo vecchio amico, nonché allievo di arti marziali.

Era proprio a quest’ ultimo che il vecchietto stava portando il dono, poiché gli era giunta voce che il re era da poco divenuto padre di una dolcissima bambina ed il suo buon cuore e la sua generosità gli avevano suggerito che un cesto di vimini sarebbe stato ideale per accogliere al mondo una piccola principessina.

Dopo aver camminato molto, Son Gohan si ritrovò dinnanzi ad una della più belle costruzioni che avesse mai visto: un enorme giardino, gremito di bellissimi e profumatissimi fiori, cingeva un palazzo bianco e avorio, dalle mura alte ed imponenti. Finestre spaziose permettevano ai raggi del sole di filtrarvi attraverso e di rischiarare con la loro luce tutte le stanze della fortezza. Mentre l’ ospite stava ancora ammirando, basito, la regalità del luogo, una voce profonda, ma giovale lo richiamò dall’ enorme porta dell’ ingresso:

<< Son Gohan, sei proprio tu? Che piacere rivederti, che fai lì immobile, vieni, entra a farmi un po’ di compagnia >>

e così, mentre l’ anziano replicava che il piacere di rivedere il re era tutto suo, Jumao l’ aveva già spinto all’ interno del suo palazzo, pronto per offrirgli tutto ciò che volesse.

Sedutisi ad una enorme tavola, i due chiacchieravano dei vecchi tempi trascorsi, l’ uno ad insegnare, l’ altro ad apprendere l’ arte del combattimento, quando, ad un certo punto, un pianto fragoroso non li interruppe ed una donna con in dosso un grembiule non si diresse verso il re con un dolce batuffolino in braccio.

<< OH, SCUSAMI TANTO maestro >> disse Jumao e, preso dalle braccia della balia il piccolo fagottino e avvoltolo nelle sue grandi manone, si voltò verso l’ anziano e continuò:

<< Son, ho il piacere di presentarti la mia piccola Chichi, principessina del monte Friggi Friggi e … grande strillona, come puoi ben sentire >>.

Son Gohan, che non aveva mai avuto né figli, né nipoti, aveva osservato con attenzione la piccola, rimanendo piacevolmente colpito quando, al contatto della sua stanca mano con quella di Chichi, quest’ ultima aveva smesso di piangere e l’ aveva scrutato con due immensi occhioni neri, già molto curiosi.

<< E’ una bambina molto graziosa >> disse poi il vecchietto e si complimentò con Jumao per le attenzioni amorevoli che riservava alla piccola, ora che la sua amata moglie era volata in cielo.

<< E’ molto dura, maestro, la madre di Chichi mi manca davvero molto, ma questo gioiello è l’ unico ed il più bel dono che avesse mai potuto regalarmi ed è per questa ragione che non posso abbandonarmi alle lacrime ed ai ripensamenti, ma devo reagire e crescere al meglio questa piccola.. credo che anche mia moglie desidererebbe questo >>.

Son Gohan, che era rimasto molto colpito dalle parole mature del giovane re, non si era potuto che rallegrare e gli aveva detto che, non solo era un ottimo combattente, ma, col passare degli anni, era divenuto anche un ottimo uomo, saggio ed equilibrato e che sarebbe senza dubbio riuscito ad essere un buon padre per la sua Chichi.

Era quasi giunta l’ ora di andarsene, quando Son Gohan offrì al re il suo cesto di vimini, scusandosi per la modestia del dono e lasciando il re e la piccola con la promessa che avrebbe loro rifatto visita molto presto.

<< Arrivederci Gohan, arrivederci >> l ‘aveva salutato da una finestra il re << il tuo dono è meraviglioso, lo conserverò con cura, arrivederci ed abbi cura di te >> aveva concluso Jumao, mentre il vecchietto era già immerso nella boscaglia sulla via del ritorno a casa. Non sapeva ancora che quel ritorno a casa avrebbe stravolto completamente la sua vita…

  
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