- 2. Portafortuna
- Tony lanciò un ultima
occhiata al
Dio che se ne stava appoggiato alla ringhiera del terrazzo poi,
sospirando,
rientrò in casa. Ad attenderlo trovò solo il
silenzio. Lentamente si trascinò
verso la sua stanza e si lasciò cadere sul morbido
materasso. Quasi
meccanicamente infilò una mano nella tasca dei pantaloni e
accarezzò l'oggetto
che vi teneva. Il suo portafortuna.
- «...Ed
è per questo Tony, che mi devi promettere che le terrai con
molta cura. »
- Il
bambino sgranò gli occhi e annuì solenne, come se
il padre stesse per
consegnargli tra le mani un ordigno esplosivo. Howard sorrise poi si
infilò una
mano in tasca e ne estrasse un piccolo mazzetto di carte. Il piccolo
Tony
trattenne il respiro mentre allungava la mano per prendere quel piccolo
tesoro
che il padre gli stava regalando.
- «Mi
raccomando,» ripeté Howard «l'uomo
raffigurato lì sopra è un eroe nazionale,
devi tenerle con molta cura, soprattutto questa»
continuò sfilandosi dal taschino
della camicia un'altra carta, «questo è il pezzo
più raro della collezione, ne
sono state stampate solo cinque, promettimelo Anthony.»
- Il
bambino iniziò ad annuire energicamente, incapace di tenere
la bocca chiusa,
tanto era la gioia che provava in quel momento.
- Howard
rise e porse la carta al figlio che la osservò ammaliato per
diversi minuti.
Era una figurina, come tutte le altre, solo che quella aveva le scritte
in
rilievo dorate e la faccia del'uomo che vi era raffigurato sorrideva in
modo
naturale, non come sulle altre, in cui il sorriso sembrava sempre
forzato o,
nella maggior parte dei casi, nemmeno c'era.
- Howard
rise e arruffò con una mano i capelli del figlio.
- «Anthony
non fare quella faccia da ebete, bastava anche un semplice
'grazie'.»
- Il
bambino rise assieme al padre cercando di risistemarsi il ciuffo
castano di
capelli.
- «Grazie
papà! »
- Urlò
buttandoglisi tra le braccia e lasciandosi avvolgere dal suo calore.
- Tony sorrise ripensando a quei momenti. Inizialmente aveva tenuto le figurine per il loro legame affettivo, perché gli ricordavano uno dei pochi momenti trascorsi assieme al padre. Ora, invece, quelle figurine avevano tutto un altro significato. Guardò per un attimo la scatolina sul comodino in cui le teneva sempre custodite. Erano tutte lì, tutte tranne una. Sfilò la mano di tasca estraendone anche il contenuto e lo osservò, come non faceva da quando era piccolo. Steve gli restituì lo sguardo, sorridente. Quella figurina, quella dannatissima figurina dalle scritte dorate l'aveva fatto sognare per anni, si era sempre chiesto che uomo poteva mai essere stato questo famoso Capitan America, e ora, ora che lo conosceva, quella figurina per lui era diventata qualcosa di più, era diventata il suo portafortuna.
Finitooo ~ Bene, dopo ciò credo che potrò pure andare a sotterrarmi da qualche parte *sisi* inutile che me lo diciate voi, so che Tony mi è venuto terribilmente OOC ma ormai io e l'OOC siamo diventati amanti, e poi perché lui non è semplicemente "Tony" lui è Anthoy Sherlock Stark Holmes in Watson (questa credo che solo la mia Deary la possa capire x°D). Comunque la mini raccolta è finita siete liberi di odiarmi :3