Passò
un’intera settimana prima che tutta la verità venisse a galla, e quando successe
tutto andò nel modo più imprevedibile possibile.
Dopo
che aveva intravisto Laura oltre la porta, Rea era andata ogni giorno dal figlio
per riuscire a vederla di nuovo. Sperava che Ayumi
tornasse a trovarli e le spiegasse perché l’amica era a casa
sua.
Dal
canto suo, Laura stava cercando di capire come mai la sua bambina era con Rea
quel pomeriggio, e per fare ciò l’aveva messa sotto
torchio.
“Chi era quella donna?” la attaccò appena Mephisto se ne fu andato il pomeriggio
successivo.
“Era la madre di Shiro”
le rispose la ragazza.
“Non è possibile, lui è troppo grande!” esclamò
sorpresa.
Che la
sua amica fosse davvero diventata mamma? Che non le avesse detto niente? Non si
vedevano da vent’anni, praticamente, e adesso la trovava madre e per di più del
ragazzo di cui era innamorata sua
figlia?
“Ma se ti dico che Shiro è suo
figlio credimi!
Perché tanta curiosità?” le
domandò, incuriosita.
“Lascia perdere.
Piuttosto, ti avevo detto di stare attenta. Tuo padre si è insospettito quando
ha sentito odore di tè sui tuoi capelli. Lo sai che voi demoni
avete i sensi più sviluppati, non rendermi le cose troppo difficili” la sgridò, esasperata.
Aiutarla
era molto stancante, delle volte. Ayumi le dette un
bacio sulla gota.
“Scusami, mammina, non lo farò più” le promise con
i suoi occhi angelici. Laura sospirò.
“Non ci credo che ci stia cascando anche io” disse.
La bambina rise.
Toc-toc. Mephisto alzò gli occhi dalla scrivania e li puntò sulla
porta.
“Avanti” disse.
Un
Rin sorridente e con sguardo malizioso entrò in
ufficio.
Quel
posto gli mise un po’ di nostalgia, che però scacciò subito con
forza.
“Buongiorno, preside!” lo salutò con il suo tipico
modo di fare strafottente.
“Ma guarda chi c’è!
Il padre del ragazzo che rompe le scatole a mia figlia” lo accolse, per niente felice di
vederlo.
Non gli
andava giù che qualcuno potesse avvicinarsi a lei.
“Sentir dire da te mia
figlia è la cosa più assurda mai vissuta.
Non credevo che anche tu saresti diventato genitore, un
giorno” osservò. Si
sedette sulla poltrona.
“Senti da che pulpito.
Sbaglio o anche tu sei diventato padre?” ribatté l’altro.
“Io sono comunque un ragazzo. Tu… beh, tu sei
tu”
“Che discorso intelligente” sospirò
l’uomo.
“Comunque sono venuto per parlare di.. ehm… Ayumi,
giusto?”
“Cosa vuoi da mia figlia?” chiese
minaccioso Mephisto. Rin alzò le mani.
“Io niente, figurati. Volevo solo sapere che ne
pensavi”
“Di cosa?”
“Come di cosa? Della relazione tra Shiro e la bambina!”
“Mamma perché sei di nuovo qui?” chiese il ragazzo,
esasperato. Non la sopportava più.
“Ho bisogno di vedere Ayumi”
“Ma perché? È esasperante averti tutti i giorni a giro per
casa senza un motivo preciso”
“Ascolta, stai andando da Shiro?” chiese Laura. Sua figlia
sospirò.
“Sì, perché?” le chiese sgarbatamente. Questa
storia iniziava a stancarla, la donna non faceva che chiederle della madre del
moretto.
“Posso venire anche io?”
“Mi vuoi dire come mai?
Sono stufa di tutti questi misteri!” sbottò Ayumi. Lei
ci pensò un attimo e si sedette.
“Perché devo rivedere una persona importante”
iniziò a spiegare.
“Vent’anni fa, quando venivo a scuola qui, avevo un’amica. Si
chiamava Laura ed era la mia migliore amica. Stavamo insieme nella stessa
camera, nella stessa classe ed eravamo inseparabili prima di iniziare i corsi.
Poi ha conosciuto Mephisto”
“Quando mi sono messa con tuo padre ho iniziato a stare
meno con Rea, a considerarla poco. Poi lei si è fidanzata con Rin e ci siamo allontanate irreparabilmente”
“Nonostante condividessimo ancora la camera e fossimo ancora
amiche, le nostre strade avevano già iniziato a dividersi. Alla fine dei tre
anni di scuola, lei è diventata esorcista ed ha seguito il suo amore, io ho
aperto il ristorante”
“Sono passati vent’anni. Ci siamo viste qualche volta, nei
primi tempi, ma poi lei è scomparsa dalla circolazione ed io ho iniziato ad
avere sempre più impegni a causa dell’Ordine della Vera Croce”
“Quando sei nato tu ho smesso di
andare in giro a mi sono occupata solamente di te e tuo padre, del mio lavoro e
di Ukobach e Kuro, così non
ho mai avuto il tempo di chiamarla”
“Dopo che sono passati dieci anni, avevo troppa vergogna
di alzare la cornetta e telefonarle, per cui ho sempre rimandato, ritrovandomi
ad oggi, dopo vent’anni, a non averla più sentita. È triste e
meschino”
“Infine l’imbarazzo e la paura che mi sbattesse la porta in
faccia hanno avuto il sopravvento. Adesso che so che è la mamma della tua
ragazza…”
“Lei non è la mia ragazza!”
“Fammi finire.
Adesso che lei mi è così poco distante, ho bisogno di rivederla. Per favore” lo
implorò.
Shiro non
avrebbe saputo dire se fu il suo tono di voce a farlo acconsentire o lo sguardo
triste della donna, ma cinque minuti dopo stavano andando nello studio di Mephisto per parlargli.
“Per cui posso venire con te?” la pregò Laura.
Ayumi non si
sarebbe mai perdonata se le avesse risposto di no, quindi inserì la chiave che
portava al dormitorio e varcò la soglia con la madre.
“Tuo figlio deve stare lontano dalla mia piccola!”
gridò Mephisto, in preda a rabbia
incontrollabile.
“Ma sentitelo!
Sembri un leone con i piccoli. Se quei due si amano perché vuoi mettergli i
bastoni tra le ruote? Lasciala vivere se non vuoi che ti si
rivolti contro” lo avvertì Rin.
L’uomo
batté i pugni sulla scrivania, facendolo sobbalzare.
“Ayumi rimarrà con me finché lo decido io e tu non sei nessuno
per dirmi come crescerla. Non conosce il mondo, non è mai uscita di casa, quindi
non può sapere come funzionano queste cose!”
“Che significa non è
mai uscita di casa?
Rea l’ha conosciuta l’altro pomeriggio giù al vecchio
dormitorio” ribatté il più
piccolo.
Il
preside rimase immobile per un secondo.
“Che cosa?” chiese con tutta la calma che
possedeva.
“Mia moglie ha conosciuto tua figlia da Shiro la settimana scorsa” ripeté.
Mephisto iniziò
a tremare, mettendo finalmente insieme i pezzi: non era vero che Ayumi non aveva visto niente al di fuori dell’appartamento!
Ecco perché Laura era sempre a casa quando lui usciva. Una furia omicida degna
del più grande demone di Gehenna si impossessò di
lui.
“Andiamo a casa mia” ordinò
all’altro.
“Non… uff… non mi ricordavo che ci
fossero così tante scale per arrivare nell’ufficio del preside” si
lamentò Rea. Era la decima scalinata che salivano ed era
sfinita.
“Sta all’ultimo piano” disse semplicemente Shiro.
Dopo
altri cinque minuti di salita, finalmente videro la porta dello studio.
Bussarono e attesero. Niente.
“Priviamo ad aprire?” chiese la donna.
Senza
aspettare la risposta del figlio, spalancò la porta, ma all’interno della stanza
non c’era nessuno.
“Mephisto non si muove mai dal suo posto senza un motivo, almeno non
in orario di lezioni.
Che sia successo qualcosa?” si
preoccupò.
“L’unico luogo in cui ci potrebbe essere un pericolo è
l’ala di esorcismo.
Se vuoi ti posso portare là”
le propose il ragazzo.
“Ottima idea!”
Ayumi e
Laura erano al vecchio dormitorio che cercavano Shiro
e la madre, senza successo.
“Strano, ci eravamo dati appuntamento qui” osservò
la ragazza. Poi arrossì.
“No, cioè… ehm…”
“Lascia perdere, a me lui piace e se sei felice mi sta
bene” la tranquillizzò la donna.
“Che ci sia stato un imprevisto?
Ti aveva mai dato buca?” le
domandò poi.
“No, mai.
Tutte le volte che siamo usciti insieme era sempre puntale ad
aspettarmi” ricordò
l’altra.
“Allora, magari, c’è stato un
problema.
Conosci qualche posto in cui lui passa il tempo?” Ayumi ci pensò un
attimo.
“Escludendo le lezioni normali all’interno dell’accademia,
lui va solo in ala
esorcisti”
“Andiamo a cercarlo là” decise
Laura.
“Dove diavolo è mia moglie?” chiese Mephisto, con tono freddo e calcolato. Rin decise che non avrebbe mai voluto essere nei panni di
lei.
“Magari è in bagno” suggerì.
Il
preside spalancò ogni porta, guardò in ogni stanza, ma tutto ciò che trovò fu il
nulla. Iniziò a sentirsi montare una rabbia cieca: tradimento e delusione
s’impossessarono di lui, rendendolo furioso.
“Se per sbaglio mia figlia è con quel deficiente di Shiro, non mi farò scrupoli ad ammazzarlo” disse
infilando una chiave nella serratura.
Comprendendo
che non era in sé dalla preoccupazione, l’altro stette zitto e lo
seguì.
“Cavolo, questo posto mi mette i brividi” osservò Rea.
Il corridoio in cui erano apparsi era lungo e buio, silenzioso. Non si vedeva
nessuno in giro.
“Beh, cosa volevi trovare?
Tè e pasticcini? Sei nell’ala di esorcismo, qui ci vivono i
demoni” le spiegò il
figlio.
“Bene, un pomeriggio di terrore era ciò che avevo in
programma” ribatté sarcastica. Non era mai stata
lì.
“Comunque, se il signor Pheles
fosse qua si troverebbe nell’aula
“Niente, qui non c’è anima viva” disse.
In quel
momento apparve una luce in fondo al corridoio e si chiuse una
porta.
“Shiro?
Rea? Siete qui?” chiamò Ayumi. In
lontananza si materializzarono due forme.
“Sì, vieni!” rispose lui. La ragazza apparve
affiancata dalla madre, che rimase senza fiato. Lei e l’amica si osservarono per
un lungo momento, per poi correre ad abbracciarsi.
“Rea!”-“Laura!”
esclamarono. Fu come se vent’anni non fossero mai passati.
“Mi sei mancata!”
dissero all’unisono.
Si
tennero strette per un po’ prima di lasciarsi andare e guardarsi con gli occhi
lucidi.
“Che dici, adesso si metteranno a piangere?” chiese
Ayumi.
“Guarda che vi sentiamo” la sgridò la
madre.
“Ops.
Scusa mamma” disse
ridendo. La
donna, troppo felice per prendersela, sorrise e fissò
l’amica.
“Sei cambiata” osservò.
“Sono passati vent’anni, volevi che rimanessi la stessa
adolescente di allora?” scherzò Rea.
“Intendevo dire in meglio. Non avrei mai creduto che ti
avrei rivista perché i nostri figli si sono fidanzati”
“EHI!”
esclamarono stizziti i ragazzi. Arrossirono entrambi.
“Oh, uffa!
La volete smettere? Non è una cosa di cui vergognarsi se siete
innamorati!” sbottò la madre del
maschio. Loro
si fissarono imbarazzati.
“Certo che di carattere non hai mutato una
virgola!
Sempre impertinente!” notò
Laura ridendo.
“Quelli sono vizi duri a morire, purtroppo” sospirò
l’amica.
“Scusate se m’intrometto, ma qui ci sono i demoni, ed è
notte.
Se ne parliamo da un’altra parte?” suggerì Shiro.
“Va bene, fateci strada” acconsentirono le donne.
In quel
momento, qualcosa di gigantesco e rotondo fendette un colpo, picchiando sulla
loro schiena e lanciandole a terra, prive di sensi.
Nessuno
si era accorto che un Hobgoblin si era materializzato
dietro di loro.
“Non sono nemmeno qui!
Dove diavolo è andata a cacciarsi quella sciagurata!” stava gridando, intanto, Mephisto.
Rin aveva
cercato di calmarlo, ma era inutile: aveva completamente perso la
testa.
“Sotto al letto?” chiese
sarcastico.
L’altro
lo sbatté forte al muro, tenendolo per la gola. Incapace di muoversi, lui iniziò a tossire per la mancanza
d’aria.
“Io ti ammazzo.
Te e quel tuo figlio demoniaco. Se le è…” ma si bloccò. I
suoi sensi si erano allertati.
“Sono nell’ala di esorcismo” disse sottovoce. Lasciò
cadere il ragazzo a terra, senza fiato, e spalancò una porta con la chiave
speciale.
“Spera che siano vivi” lo avvertì.
Entrambi
varcarono la soglia.
“Oh, merda!”
esclamarono i ragazzi insieme.
Non
erano ancora arrivati al punto in cui potevano sconfiggere un demone, nemmeno un
semplice goblin.
“Qualche idea?” chiese Ayumi.
“Nemmeno mezza” rispose Shiro. Arretrarono fino al muro. Il demone si avvicinò a
loro e iniziò a fendere l’aria con colpi a caso. Abilmente, entrambi riuscirono
a schivarli, ma era inutile continuare così, dovevano fare
qualcosa.
“Ascoltami, io sono in grado di usare le mie fiamme per
attaccare.
L’ho fatto in precedenza con mio padre quando mi allenava,
però tu devi fare da esca” iniziò a decidere
lui.
“Dimmi come”
“Se prendi fuoco, verrà distratto da te, così non si
accorgerà che io sto per attaccarlo. Va bene?”
“Chiaro” disse l’altra,
risoluta.
“Al mio via” le sussurrò. L’Hobgoblin si avvicinò.
“VIA!” urlò.
La
ragazza si infiammò, diventando rossa, e accecando per un istante il nemico.
Sfruttando quel secondo, Shiro gli scivolò dietro la
schiena e lasciò uscire i suoi poteri.
“Forza, brutto demone, vieni a prendermi!” gridava
Ayumi, correndo dalla parte opposta rispetto al
ragazzo. Quello la seguì.
Intanto,
lui stava cercando di prendere bene la mira. Non sapeva cosa sarebbe successo se
avesse colpito lei. Chiuse gli occhi e respirò a fondo.
“Fa’ che vada bene” pensò. Aprì la mano davanti a
sé e lanciò una sfera di fuoco precisa verso il goblin, che si dissolse nell’aria, lasciando il corridoio
silenzioso. Increduli, i due si fissarono.
“Siamo stati grandi!” esclamò Ayumi, correndogli incontro. Lui aprì le braccia per
prenderla.
“Siamo mitici!” confermò. Si abbracciarono a lungo,
poi si staccarono. I loro occhi s’incontrarono poco prima delle loro
labbra.
“Staccato subito da lei” disse una voce alle loro
spalle. Mephisto stava immobile in mezzo alla stanza,
con Rin dietro che si precipitò a soccorrere le due
donne.
“Cos’è successo?” domandò.
“Un… un Hobgoblin ci ha
attaccati e mamma e Laura sono state ferite” spiegò Shiro, deglutendo. Il preside lo fissò con occhi di
ghiaccio.
“Devo portarle in infermeria” disse suo
padre.
“Non ce n’è bisogno, usa questo” gli rispose
l’altro, lanciandogli un unguento da mettere sulla pelle. Iniziò a
spalmarlo.
“Ayumi, torna a casa” ordinò poi, alla figlia. Lei scosse
la testa.
“No” decise. Mephisto si
bloccò: non lo aveva mai sfidato.
“Ti ho detto di andartene. Non avresti
dovuto uscire, e in più sei con quello lì. Non credo che tu sia nelle
condizioni di…”
“Non mi importa ciò che credi.
Quello lì è il mio
ragazzo, e quindi portagli rispetto” lo
avvertì. Nei
suoi occhi c’era decisione e rabbia.
“Non usare quel tono con me, ragazzina!” la sgridò
il padre.
“Faccio come mi pare,
invece!”
“Sei mia figlia e decido io, hai
capito?”
“SMETTILA!” gridò. Le sue fiamme uscirono,
lasciando tutti a bocca aperta.
“Non mi hai mai ascoltata, non sei mai stato capace di
farmi prendere le mie decisioni da sola, sono dovuta scappare di casa quando tu
non c’eri per vedere la scuola!
E tutto a causa tua! Ora basta, io sono innamorata di Shiro, quindi non lo lascio, hai capito?” lo avvertì. Mephisto era incredulo davanti alla ribellione di Ayumi.
“Ha ragione” disse Rin. Si
girarono tutti a fissarlo: stava facendo alzare Laura e Rea da
terra.
“Io te lo avevo detto: la perderai se non la farai vivere a
modo suo” gli ricordò.
Le due
donne si appoggiarono alla parete, barcollanti.
“Ma… ma è così piccola…” provò a
ribattere.
“Tesoro, aveva dieci anni quando ha iniziato a fuggire di
casa.
Se l’è cavata da sola per tutto questo tempo. Lasciala
fare” gli disse dolcemente la moglie,
avvicinandosi a lui. La
sorresse, vedendo che era sfinita.
“Però…”
“Papà, ti prego” lo supplicò la figlia. Quel tono
di voce lo fece stare male. L’aveva davvero fatta soffrire così?
Sospirò.
“E va bene, fai come vuoi!” concesse. Un grido
d’approvazione si alzò dagli altri cinque.
“A patto che tu non le faccia del
male.
In tal caso, la tua vita sarà mia” lo sfidò. Shiro gli porse la mano.
“Affare fatto” acconsentì.
“Ci sono delle cose di cui noi dobbiamo parlare, per cui ci
portereste a casa?” disse Rea.
“Già, abbiamo vent’anni di storie da
raccontarci.
Ci vorrà un po’” annuì
Laura. Rin e Mephisto si guardarono e
sospirarono.
“Andiamo a casa nostra.
Tanto mi sa che ci siano molte cose da discutere. Vi va?” propose il più vecchio.
“Certo!” risposero gli altri tre.
I due ragazzi tornarono al vecchio
dormitorio insieme, liberi.
“Credo che ci metteranno un po’.
Ti va un tè?” le offrì Shiro.
“Perché no?”
“Ah, a proposito: sono davvero il tuo ragazzo?” le
domandò, fermandosi di fronte alla porta. Ayumi
arrossì.
“Beh, non lo so.
Vuoi esserlo?” gli
domandò.
“Se per te non è un problema…” balbettò lui. Si
fissarono e si misero a ridere.
“Voglio essere il tuo ragazzo” decise poi.
“E io la tua” rispose lei.
Si
baciarono in silenzio, per poi sparire al di là della
soglia.
E
finalmente la conclusione! È stata una sfida fare "Anche i demoni hanno un
cuore", "Il bacio delle fiamme" e "Crossover: che significa sono incinta?"!
Descrivere un Mephisto innamorato e geloso è
divertente, ma difficile da morire XD... quindi adesso i ringraziamenti!
Uno
va a ciel_chan che ha seguito la storia di Laura e se
n'è appassionata! Grazie!!
E poi uno enorme va a EdxWinry 4 ever, che aspetta
pazientemente le mie storie dal primo capitolo della prima! Una fan tanto carina
non l'avevo ancora avuta U//////U... mi mancheranno le tue recensioni!
XD...
Un
ulteriore ringraziamento mi sembra giusto farlo anche a risep4, che ha avuto il
coraggio di leggere tutta la storia fino alla fine.
Infine
come non ringraziare le due rompiballe (pardon... si
può dire su efp rompiballe, vero?) che mi stressano la
vita con queste fanfic? Un bacio a Laura ed Emma, che
non fanno che chiedermi racconti su racconti su varie serie di ogni genere (no, sul serio... dragon ball, ao
no exorcist e ora sono dietro a una su Harry Potter!
morirò entro breve)...
In conclusione, un bacio a
tutti quanti!!! Alla prossima!