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Autore: Marco1989    10/12/2006    10 recensioni
Un vecchio nemico, ormai dimenticato torna dal passato, questa volta con la più terribile arma immaginabile. E quando la scatenerà, i guerrieri più forti della terra dovranno affrontare la più grande delle minacce, ed un avversario contro cui mai avrebbero creduto di dover combattere.
Genere: Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dragon Ball: The Last Fight

CAPITOLO DICIOTTO: PARTENZA

 

Bulma si svegliò. Era stata una notte pessima, aveva dormito profondamente ma piuttosto male, soprattutto perché per tutta la notte non aveva fatto che rivedere l'immagine di Vegeta costretto ad uccidere Goku.

Era già passato un mese da quel giorno terribile; sembrava impossibile che fosse passato già così tanto tempo. Il mondo stava ormai tornando alla normalità, anche se le loro vite erano cambiate per sempre.

 

Pochi giorni dopo la battaglia Goten, Trunks e Crilin, ripresisi dalle ferite patite nel combattimento, erano partiti con una navicella costruita da Bulma alla volta del pianeta Namecc, per recuperare le Sfere del Drago e far ritornare in vita tutte le persone uccise da Goku. Quando erano tornati, dopo poco più di dieci giorni, tutti i sopravvissuti si erano riuniti per evocare il drago, ma poco prima che potessero farlo era arrivata loro una incredibile comunicazione: Goku, attraverso Re Kaioh, che aveva incontrato nell'Aldilà, si era messo in contatto con loro.

 

Aveva raccontato di come la sua anima non fosse stata destinata agli Inferi, poiché erastata riconosciuta la sua assoluta estaneità alle stragi compiute dal suo corpo; aveva raccontato di come avesse incontrato tutti gli amici che aveva ucciso, e di come questi, sapendo ormai che non era colpa sua, lo avessero salutato con gioia. Ma, soprattutto, aveva detto loro che, incredibilmente, nessuno di loro, tranne Dende e Popo, voleva tornare in vita.

A sintetizzare il pensiero di tutti fu Yamcho, improvvisatosi filosofo:- Noi abbiamo vissuto la nostra vita alla grande, e siamo morti come siamo vissuti, combattendo da guerrieri. Le Sfere del Drago hanno prolungato il momento che il destino aveva scelto per la nostra morte, ma alla fine quel giorno deve arrivare per tutti, e noi preferiamo essere morti così che da vecchi nei nostri letti. Vi ringraziamo per quello che vorreste fare, ma poiché siete nostri amici, fate ciò che è bene per noi: ricordateci sempre nei vostri cuori.

Tutti i presenti non poterono trattenere una lacrima, tutti tranne Vegeta.

 

Era proprio Vegeta quello che aveva preoccupato di più Bulma in quei giorni; non Chichi, che sembrava aver accettato con una certa rassegnazione la morte di Goku, non Gohan, che nonostante le ferite gravissime si riprendeva rapidamente, ma proprio lui, il Principe dei Sayan.

Infatti dal giorno della battaglia lo aveva sentito parlare sì e no tre o quattro volte; il giorno in cui avevano chiamato Shenron era rimasto tutto il tempo appoggiato al muro della Capsule Corporation, sia durante il discorso di Goku e Yamcho che mentre chiedevano al drago di riportare in vita tutte le altre persone morte in quei giorni. Inoltre aveva sempre lo sguardo fisso nel vuoto, come se stesse pensando qualcosa di importante, e, cosa incredibile, quando era a tavola toccava appena il cibo. Bulma credeva si sentisse in colpa per essere stato lui a dover uccidere Goku, ma non sapeva come provare ad alleviare il suo dolore.

 

Quindi fu per lei una gioia quando quella mattina si svegliò e vide la sua parte del letto vuota: era passato parecchio dall'ultima volta che si era svegliato all'alba per andare ad allenarsi, ed il fatto che avesse ricominciato voleva dire che si stava riprendendo. Felice Bulma si alzò, andò in bagno con calma e poi in cucina, a preparare la colazione. Una volta finito, prima di svegliare Trunks e Bra, uscì di casa per portare la colazione a Vegeta nella Gravity Room. Normalmente non lo avrebbe fatto, ma quella mattina era troppo contenta per pensare a quanto il marito poteva essere brontolone.

Il vassoio le cadde a terra con un tonfo: per quanto gli riuscisse incredibile crederlo, la Gravity Room non c'era più; le bruciature sull'erba facevano capire che era decollata; non si stupì di non averla sentita, dato che la casa era del tutto insonorizzata, ma non riuscì assolutamente a capacitarsi del motivo per cui Vegeta fosse partito con un'astronave.

 

Poi lo vide: attaccato al muro della casa c'era un biglietto scritto a mano; quando lo staccò vide subito che la calligrafia era di Vegeta, e prima ancora di leggerlo sentì un brivido lungo la schiena:

 

Cara Bulma,

quando leggerai questo biglietto io sarò già lontano dalla Terra.

Parto senza dirti nulla perché so che non saresti d'accordo, e non voglio che il tuo ultimo ricordo di me sia quello di una lite.

Sai, la morte di Kaaroth mi ha colpito molto più di quanto mi sarei aspettato. Non puoi neanche immaginare quanto l'ho odiato, ma non puoi neppure immaginare che effetto mi abbia fatto doverlo uccidere, vederlo morire con quel sorriso da bambino sulle labbra, eroe fino in fondo. So che non ti sembrerà da me, ma non posso restare più su questo pianeta dopo ciò che è accaduto; non lo sentirei più casa mia, con i suoi figli e tutto il resto a ricordarmi sempre di lui. E poi c'è anche un altro motivo; ci ho pensato molto; morto lui, a questo punto io sono l'ultimo Sayan rimasto; non puoi immaginare quanto sia triste pensare di essere l'ultimo della tua razza, principe di un popolo scomparso. Kaaroth però, in quei due giorni, mi ha detto una cosa: mi ha detto di essere convinto che da qualche parte nell'universo ci siano altri Sayan, e di volerli cercare. Non so se lo pensasse davvero, o se lo dicesse solo perché mi unissi a lui; sta di fatto che ora io ho bisogno di uno scopo nella vita, e voglio con tutte le mie forze credere che sia vero. Dovessi girare tutto l'universo, se esistono altri superstiti della mia razza li troverò.

Dì a Trunks che non gli ho detto nulla perché so che mi avrebbe seguito fino all'altro capo dell'universo, e non sarebbe stato giusto; anche se nelle sue vene scorre sangue Sayan, lui appartiene alla Terra, e portarlo via sarebbe stato crudele oltre ogni misura.

E dì a Bra...beh, tu troverai qualcosa da dirle; magari dille solo che suo padre le vuole bene.

Quanto a te, Bulma, sappi che ti ho amata più di quanto sia mai riuscito ad ammettere a me stesso, e molto più di quanto, purtroppo, sia riuscito a dimostrarti. Mi dispiace molto. Perdonami per quando ti ho fatto soffrire, e perdonami anche per quest'ultima sofferenza che ti do. Non ti voglio dire che forse un giorno ci rivedremo, perché sinceramente non lo so. Ti voglio solo promettere che sarai sempre nei miei pensieri, e che anche se sarò dall'altra parte della Galassia, io sarò sempre con te.

Tuo per sempre,

Vegeta

 

 

Quando finì di scorrere la lettera il volto di Bulma era rigato di lacrime, ma le sue labbra erano aperte in un lieve sorriso:- Pazzo di un Sayan.- mormorò quasi ridendo.

Poi alzò gli occhi a quel cielo dove suo marito era scomparso e disse:- Goku, pensaci tu a lui. Sorveglia quel matto da parte mia, per favore!

Poi, con il cuore stranamente sereno, quasi sentisse che un giorno lo avrebbe rivisto davvero, Bulma rientrò in casa per dare la notizia ai suoi figli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E così siamo giunti alla fine di questa fiction. Spero che le fan di Vegeta siano contente di come l'ho fatto comportare; secondo me quella lettera non è fuori dal personaggio, perché sono convinto che Vegeta quelle cose in fondo le pensi davvero. Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e commentato, e chiedo un'ultima volta a tutti di commentare questo finale, perché ci ho pensato molto, e vorrei davvero sapere cosa ne pensate. Grazie ancora, e arrivederci presto!

 

 

 

 

 

  
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