Disclaimer: I personaggi di Naruto appartengono a
Masashi Kishimoto. Questa fanfiction è stata scritta per puro divertimento e
non per scopi di lucro.
Without Words
Hinata si strinse ancora
di più alle coperte.
Erano gelide...
Per quanto lei lo desiderasse,
non riuscivano affatto a scaldarla. E Hinata aveva freddo… freddo dentro.
Tese le orecchie ancora
una volta, pronta a captare anche solo il più piccolo rumore, il più piccolo
scricchiolìo delle assi del pavimento della casa, trattenendo il respiro, il
cuore che le batteva forte.
Niente. Non sentiva
niente.
Ancora.
La ragazza si lasciò
sfuggire un sospiro che risuonò stranamente come un singhiozzo soffocato.
Le parve di sentirlo
riecheggiare tra le pareti della stanza troppo grande, troppo fredda, troppo vuota per poterle trasmettere la minima
sensazione di calore.
La luce bianca della
luna bagnava soffusamente il pavimento, era quasi accecante, mentre Hinata
lasciava correre i suoi pensieri e i suoi occhi perlacei vagavano sul soffitto
privi di espressione.
Un solo pensiero…
[Non verrà…]
Si affrettò a
scacciarlo.
Lui non l’avrebbe lasciata sola,
quella notte.
Sarebbe arrivato di lì a
poco. Come sempre.
Avrebbe aperto la porta
lentamente, attento a non fare il minimo rumore, per fare in modo che nessuno
lo sentisse entrare in quella stanza…
la stanza di Hinata.
Si sarebbe avvicinato a
lei in silenzio, l’avrebbe sfiorata senza dire una parola, l’avrebbe stretta a
sé come faceva ogni notte, ormai da qualche tempo.
Ne era sicura.
Lui sarebbe venuto.
Doveva solo stare
tranquilla e aspettare.
[Ormai è tardi.]
Era strano che fosse in
ritardo.
Di solito, per andare da
Hinata, aspettava che la mezzanotte fosse passata da poco, e invece, quella
notte, era quasi l’una… e lui non si era ancora visto.
Perchè?
La ragazza si sentì
percorrere da un brivido gelido, pensando che forse, non sarebbe più venuto.
Me ne era proprio sicura?
Perchè doveva vedere tutto in negativo?
Forse, era vero.
Forse, era stata solo
un’illusa a credere che lui l’amava, e che era per questo che non lasciava mai
che trascorresse la notte da sola, stringendola a sè senza dire una parola,
senza darle spiegazioni.
Ma in fondo, chi ne aveva bisogno?
Che bisogno c’era di
trovare una spiegazione al modo in cui si sentiva ogni volta che Neji la
guardava negli occhi e lasciava che i suoi parlassero per lui direttamente al
cuore di Hinata?
Era così e basta.
Hinata ricordava ancora
perfettamente la prima volta che aveva varcato la soglia della sua stanza.
Quella notte, la ragazza
non riusciva a dormire, agitata da strani pensieri… pensieri rivolti a quello che per lei avrebbe dovuto
essere un parente come tanti… niente di più di una persona con cui condivideva
il sangue e la tecnica del byakugan… suo cugino Neji.
Era successo da quando aveva visto Naruto insieme alla sua compagna di squadra, solo qualche mese prima.
Li aveva visti insieme, e Hinata si era resa conto di quanto quello che li legava fosse diventato qualcosa di più di una semplice amicizia.
Aveva capito di non avere più speranza.
Si era rinchiusa in sè
stessa, come dietro una barriera di ghiaccio, e aveva sentito il mondo intorno
a lei diventare freddo e distante.
Persino le battute di
Kiba non erano riuscite a sollevarle il morale… ma del resto come avrebbero
potuto, delle semplici, insignificanti parole, seppure dette in buona fede,
aiutarla a distruggere quella barriera e a farsi una ragione di quello che era
successo?
Lui aveva preferito un’altra. Era
inutile continuare a soffrirne, eppure lei continuava a chiedersi se davvero
non sarebbe stato possibile essere ricambiata da Naruto.
Si era allontanata da
tutti. Si era sentita sola anche circondata da decine di persone.
Persino tra quelle mura
che costituivano da sempre la sua casa, e che avrebbero dovuto accoglierla con
calore.
Aveva cominciato a
guardare Neji con occhi diversi giorno dopo giorno.
Era in quei momenti in
cui si trovava con lui e gli parlava che il mondo le era sembrato meno ostile.
I rapporti con Neji erano
migliorati incredibilmente rispetto a quando le aveva detto di odiarla e aveva
cercato di ucciderla molti anni prima, durante gli esami di selezione dei
chunin.
Vederlo così vicino a
lei tutt’a un tratto, quella notte, avvolto dal silenzio più profondo, l’aveva
molto turbata.
Cosa ci faceva lì, in piedi nel buio? Non l’aveva mai fatto, prima…
L’aveva guardata come mai prima d’allora.
Era stato uno sguardo così intenso da farle male al petto, e lei aveva subito abbassato gli occhi, incapace di sostenerlo.
Che cosa ci faceva lì? Cosa voleva da lei?
Si era sentita mozzare
il respiro, quando Neji le si era avvicinato e le aveva sfiorato delicatamente
il viso con una mano, quasi a rassicurarla.
Era calda, a contatto
con la sua guancia gelida.
Aveva trovato il
coraggio di alzare gli occhi. Quelli di Neji non erano mai stati così vicini,
prima di allora.
Si era specchiata in
essi, vi aveva visto riflessa la propria immagine, limpida e nitida, così come
i sentimenti che provava.
Non le erano mai apparsi
più vividi, fino a quel momento.
Qualunque cosa fosse
venuto a fare Neji, lei si era resa conto solo di una cosa…
Non voleva che lui se ne andasse.
Sapeva solo che aveva
freddo, freddo da troppo tempo, ormai.
Forse, lui era venuto a
scaldarla… ?
Hinata aveva visto la
propria immagine sfocarsi negli occhi di Neji, poi aveva chiuso i propri, le
loro labbra unite in un bacio che si era fatto via via più intenso.
Non c’era stato bisogno
di parole.
Era stato come se
entrambi avessero aspettato a lungo quel momento.
Hinata si era ritrovata
distesa sotto di lui, i lunghi capelli sparsi sul pavimento e sul cuscino,
cercando di ricambiare le sue carezze come meglio poteva, sforzandosi di non
emettere il minimo sospiro, consapevole di quello che sarebbe successo se
qualcuno li avesse scoperti insieme.
Lui l’aveva stretta
contro il proprio corpo, attenta a non procurarle il minimo dolore, e Hinata, a
quel contatto che si era ritrovata più volte a desiderare nell’angolo più
intimo del suo cuore e che finalmente era diventato realtà, si era sentita
rabbrividire, le mani sulle spalle di Neji, i suoi lunghi capelli tra le dita,
mentre soffocava un gemito e si sentiva invadere da un’incredibile sensazione
di sollievo mai provata prima d’allora.
Il dolore si era
affievolito man mano che Neji aveva continuato a muoversi, gli occhi fissi sul
volto di Hinata, come a volerle comunicare l’intenso piacere che stava provando
nel fondersi con lei… e Hinata aveva desiderato che il tempo, ogni cosa si fermasse
a quel momento, quando un calore indescrivibile aveva attraversato entrambi
privandoli di ogni forza che era loro rimasta e aveva spinto Neji a ricadere su
di lei, per stringerla nuovamente a sè come se da quel momento Hinata sarebbe
appartenuta soltanto a lui…
E in effetti, era stato
così.
Dopo quella notte, ce n’erano state molte altre a scaldare il cuore di Hinata, e lei non aveva mai creduto che ci fosse qualcos’altro per cui valesse la pena di vivere, se non quello che provava per Neji e il modo in cui lui la faceva sentire.
Non aveva mai dubitato
dei suoi sentimenti per lei.
Perchè Neji la amava, vero?
Altrimenti perchè aveva
distrutto la barriera di ghiaccio dentro la quale si era rinchiusa?
Hinata si sentì
stringere il cuore in una morsa, lottando per impedire alle lacrime di uscire,
stringendosi alle lenzuola.
Illusa… sono stata un’illusa.
Neji non sarebbe venuto.
Nè quella notte, nè quelle successive.
Avrebbe smesso di andare
da lei all’improvviso, così come era venuto la prima volta…
Avrebbero continuato a
scambiarsi delle occhiate, a parlarsi davanti al resto della famiglia come se
niente fosse successo, come se niente
li avesse mai legati…
Era una prospettiva
orribile. Come poteva, Neji, farla soffrire così?
No, lui sarebbe venuto.
Lo desiderava così tanto che le sembrò di sentire la porta aprirsi delicatamente, il rumore dei passi familiari del giovane che si avvicinavano al suo letto.
“Hinata-sama… perchè
state piangendo?”
La ragazza alzò gli
occhi dal cuscino. Neji era lì, davanti a lei.
Era la prima volta che
le rivolgeva la parola in quelle circostanze.
Aveva parlato in un
sussurro, ma la sua voce era stata così piena di calore che Hinata non aveva
potuto fare a meno di sentirsi incredibilmente stupida.
“Oh, Neji… io… avevo
creduto che… grazie…” fu tutto quello che riuscì a dire, stringendosi a lui,
mentre si sentiva pervadere da un’intensa felicità.
Adesso, non aveva più freddo.
FINE
**
La seconda NejiHinata che scrivo, su un’idea che avevo in mente da mesi e che ho messo in pratica solo ieri sera. L’ho scritta di getto, e accetto critiche e commenti costruttivi! Grazie a tutti quelli che hanno letto!
Lyla