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Autore: Dreamersan    29/05/2012    3 recensioni
Dopo l'ennesima lotta contro un demone, Angel si ritrova catapultato nel 1750, tre anni prima che fosse trasformato e dopo tanto tempo sarà costretto a far nuovamente i conti con la sua famiglia,
la stessa famiglia che più di duecento anni prima, ricorda di aver ucciso...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Cordelia Chase, Liam, Wesley Wyndam-Pryce
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Un vampiro in chiesa

 

Quando improvvisamente Angel venne svegliato da un rumore brusco, istintivamente scattò subito in piedi pronto a difendersi; prima però di realizzare il luogo nel quale si trovava e di capire che, in quel momento, solo una persona avrebbe potuto bussare alla porta della sua stanza in quel modo...

Sbadigliando e stiracchiandosi pigramente, decise di andar ad aprire e non appena l'ebbe fatto, di fronte ai suoi occhi assonnati comparve l'immagine alquanto seccata di suo padre.

«Vieni a mangiare, è pronto il pranzo» ordinò il genitore, disgustato dall'inerzia del figlio, prima però di notare con un po’ di preoccupazione quanto il giovane fosse pallido.

Certo, Liam era sempre stato chiaro di carnagione, ma sicuramente mai così e il signor O'Connor era pronto a giurare che fosse perfino più pallido rispetto a quand'era saltato fuori da quel... portale...

«Non ho molta fame, padre» rispose Angel controvoglia e trattenendo a stento un altro sbadiglio; quell'ora per lui era l'equivalente delle tre.

«Hai forse intenzione di dormire tutto il giorno?» lo schernì di rimando, incrociando le braccia al petto.

E pensare che per un attimo aveva creduto che quel fannullone potesse essere cambiato!

Tsk, semplicemente ridicolo, il ragazzo non avrebbe mutato atteggiamento nemmeno fra cent'anni.

«No, solo qualche oretta in più, stanotte non ho dormito niente» si giustificò un po' irritato e dopo l'ennesimo sbuffo, suo padre se ne andò lasciandolo solo.

La cena, che Angel non riuscì proprio ad evitare, fu un vero e proprio inferno.

Infatti il vampiro era talmente assetato da riuscire a stento a ragionare lucidamente e come se non bastasse, veniva continuamente distratto dalle vene che pulsavano sotto il collo bianco di Kathy e anche di Anna che ogni volta che veniva a portare un nuovo piatto gli passava talmente vicino, da indurlo ancor di più in tentazione.

Finito di mangiare il ragazzo si rinchiuse in camera sua e ci mise ben poco a realizzare che quella notte avrebbe dovuto trovare in fretta qualcosa di cui cibarsi.

Vagando per i boschetti di Galway, il vampiro provò più volte a catturare qualche cervo o lepre ma quando al quarto tentativo fallì, capì che avrebbe dovuto optare per animali meno selvatici.

Così decise di avvicinarsi lentamente alla prima casa che vide.

Senza far rumore entrò nella stalla dell'abitazione e scivolando nel suo volto da demone, balzò prima su una mucca e poi su un'altra.

Tuttavia non uccise gli animali, sapeva quanto fossero importanti per la sopravvivenza dei suoi ex-concittadini e inoltre, non voleva che oltre agli inevitabili morsi sul collo, il proprietario delle bestie iniziasse a coltivare ulteriori sospetti su chi o cosa avesse attaccato il suo bestiame.

In ogni caso, leccandosi le labbra, in cuor suo ammise quanto il sangue delle mucche preso direttamente dalla fonte fosse di gran lunga superiore a quello delle macellerie.

Quando però, ormai sazio, stava per lasciare la stalla, improvvisamente sentì il rumore di un fucile alle sue spalle: il vecchio, Victor se non ricordava male, l'aveva scoperto.

«Fermo dove sei ladruncolo da quattro soldi! Cosa volevi fare? Rubarmi i cavalli? Se pensi di poter…» sbraitò arrabbiato, per poi sbiancare alla vista del mostro orribile che gli si trovava davanti.

Angel, non avendo alcuna intenzione di esser colpito dal fucile che l'uomo teneva in mano, ringhiando nel modo più feroce possibile, corse verso il vecchio che, cadendo all'indietro per la paura, liberò l'uscita permettendogli scappare.

 

«Hai sentito Liam, a quanto pare ieri notte un mostro ha cercato di uccidere il vecchio Victor» disse suo padre preoccupato, l'indomani. 

Merda.

«Davvero? Ha cercato di ucciderlo?» chiese, sinceramente sorpreso, anche perché ricordava di averlo solo spaventato.

«Si, ma lui è riuscito a cacciarlo via sparandogli con il suo nuovo fucile» continuò Kathleen ed Angel si trattenne dal ridacchiare al suono della versione leggermente modificata della storia.

«Era un demone?» chiese la signora O'Connor portandosi, in un gesto alquanto teatrale una mano alla bocca.

«Oh, si mia cara ed era semplicemente mostruoso, aveva il volto deformato e lunghe zanne al posto dei denti» le rispose il capo famiglia con un brivido e il ragazzo, abbassò gli occhi a sentire la descrizione del suo vero volto.

Nella sala cadde per un attimo il silenzio, poi il vampiro, alzato lo sguardo da terra, si accorse che il genitore aveva assunto uno sguardo strano.

«Stasera andremo tutti a pregare perché il Signore ci conceda la sua protezione» parlò autoritario dopo un po', lanciando un'occhiataccia al figlio quando vide la sua espressione più che preoccupata.

«E quando dico tutti, intendo anche te ragazzo» si sentì allora di ribadire, incrociando le braccia al petto e sorridendo leggermente quando Angel, impotente, si limitò ad annuire docilmente.

 

La chiesa di Galway era bella e sfarzosa come la ricordava e soprattutto, piena di croci, motivo per il quale Angel si fermò per un attimo davanti al portone d'ingresso.

Tuttavia, nonostante il fortissimo disagio, dopo l'ennesimo richiamo del padre, si costrinse ad entrare.

Il colmo però lo raggiunse quando per non destare sospetti fu costretto a pregare.

Un vampiro che pregava in una chiesa, inconcepibile, per non dire ridicolo e se poi quel vampiro era Angelus, il flagello d'Europa, beh il fatto era semplicemente assurdo.

Nonostante ciò, dopo mezz’ora, Angel iniziò a sentirsi veramente male e benché il cuore non gli battesse più nel petto da secoli, poteva giurare di sentirlo stringere in una morsa.

Quaranta minuti...

La testa gli stava scoppiando e il suo vero volto premeva per uscire, respirava affannosamente ed era tutto sudato quando suo padre, capito che la sua non era una messa in scena per scappare, si rese conto che stava veramente male.

«Si può sapere che cos’hai?» gli chiese duro, ma celando a stento la preoccupazione nella sua voce.

«Non... riesco più... a... respirare» disse con un sussurro appena udibile e nonostante non avesse bisogno d’aria, era quella la sensazione che provava.

Così Angel non aspettò il permesso dei genitori, né tantomeno quello del prete e corse più veloce che poté fuori dall’edificio, quando sentì le zanne cominciare ad allungarsi.

Senza guardare in faccia nessuno, scappò fino al vicolo buio più vicino ed esausto si lasciò cadere a terra.

Tremante, si passò una mano sulla fronte e quando la scoprì ruvida, capì che era uscito appena in tempo, qualche secondo in più nell'edificio e l’avrebbero scoperto.

Finita la messa la sua famiglia uscì dalla chiesa e non essendo lontano da questa Kathy lo notò quasi subito.

«Liam!» urlò correndo verso di lui e temendo per un attimo che fosse morto.

«Sta lontana da me!» sbraitò il demone prima che potesse toccarlo, cercando di calmarsi per ritornare normale.

Alla bimba però vennero le lacrime agli occhi; suo fratello non le aveva mai urlato contro in quel modo, nemmeno quando era stato così ubriaco da a mala pena reggersi in piedi.

«Liam…» lo chiamò sua madre e, per fortuna, il demone riuscì a tornare al suo aspetto umano prima che lei gli girasse con la forza il volto verso di lei.

«Sto bene…» mentì, lanciando uno sguardo carico di scuse alla sorella, per poi alzarsi in piedi ancora scosso.

«Non è vero, sei pallido quanto un cadavere» replicò suo padre, accigliato.

Già... forse perché sono un cadavere, pensò sarcastico il ragazzo. 

«Tuo padre ha ragione, Liam. Avresti bisogno di un medico…» parlò preoccupata sua madre, dando così ragione al marito.

«Nessun medico» sibilò velocemente, e per un attimo i suoi occhi lampeggiarono di giallo, facendo perdere un battito al cuore del padre.



«Ascoltatemi Malachy, il comportamento di vostro figlio è stato alquanto disdicevole, nonché sospetto…» disse il prete, serio.

«Cosa volete dire?» chiese l’irlandese perplesso, ma anche vagamente preoccupato.

«Non ho mai visto nessuno star così male in una chiesa, beh a parte i demoni…» rispose ed immediatamente gli occhi blu del signor O’Connor si spalancarono.

«I demoni? M… ma…» balbettò, senza voce.

«Lo so amico mio, ma è una possibilità che dovete considerare…», sospirò l’uomo di chiesa, «si è comportato in modo... strano ultimamente?» chiese poi.

Malachy ripensò alla recente serietà del figlio, per non parlare del fatto che fosse uscito da un portale, affermando di venire dal futuro e che uscisse sempre la notte senza però andar più nei bordelli.

«In un certo senso si... Tuttavia non in senso negativo, anzi…»

Il prete scosse piano la testa, gli fece cenno di aspettare e sparì per qualche minuto; quando ritornò stringeva qualcosa nella mano destra.

«Prendete questa, vi mostrerà ciò che il diavolo nasconde agli occhi del Signore» disse, porgendogli un piccolo sacchetto.

«Cosa devo fare?» disse esitante, guardando incerto il contenuto della busta.

«Basta che gliela mettiate nel cibo o nelle bevande e se dovesse nascondere qualcosa, beh, lo saprete» chiarì, dandogli una leggera pacca sulla spalla e notando così che l'uomo era diventato rigido quanto un pezzo di legno.

«Si, ma i demoni son forti e se Liam dovesse essere uno di loro, una volta scoperta la verità come potrei fermarlo dall’ucciderci tutti?» chiese preoccupato e sperando vivamente che suo figlio non...

«Contiene anche delle erbe che lo porteranno in uno stato di incoscienza, ma ricordatevi Malachy, i demoni son creature malvagie e senz’anima e se anche il ragazzo fosse uno di loro non sarebbe più vostro figlio, ma solo un diavolo che indossa il suo volto. Fate il vostro dovere e che Dio sia con voi»

 

Nonostante Angel fosse ancora provato dall’esperienza nella chiesa, riuscì comunque a percepire una presenza che si stava avvicinando rapida verso di loro e prima che il coltello del ladro potesse tagliare la gola di sua madre, le fece da scudo con il suo braccio, ottenendo così una ferita profonda.

Il bandito spalancò gli occhi, sorpreso dalla prontezza di riflessi del ragazzo e ancora di più dalla sua forza disumana.

Infatti il vampiro con uno scatto riuscì a disarmarlo, gli diede un pugno al volto talmente forte da farlo svenire.

Ancora ansimante, Angel poteva sentire chiaramente l’odore della paura provenire da sua madre, sconvolta per il fatto di essere stata quasi accoltellata.

«State tutti bene?» chiese allora, più preoccupato per loro che per se stesso.

«Si» rispose suo padre sempre più turbato, il seme del dubbio piantato dal prete stava pian piano inserendo le sue radici dentro di lui.

Come aveva potuto lottare con un uomo armato, essendo stato così male solo qualche minuto prima?

«Liam, stai sanguinando! » esclamò Kathy ad un tratto, terrorizzata quando vide la manica della camicia di suo fratello completamente rossa.

«Non è niente Kathy» disse provando a sorriderle, anche se gli uscì solo una smorfia.

Nonostante ciò non ci fu nulla da fare e se sua sorella, dopo l’urlo di prima, sembrò aver deciso di lasciarlo in pace, lo stesso non fece sua madre che, rimboccata la manica, notò la profondità del taglio.

«Oh Dio Liam, mi dispiace tanto» disse, portandosi una mano alla bocca e con le lacrime agli occhi.

«È solo un graffio non preoccupatevi, è meno grave di quel che sembra» rispose con calma, sapendo fin troppo bene che, in due giorni al
massimo, la ferita sarebbe guarita.

 

Tornando a casa nonostante Angel avesse notato l'agitazione di suo padre, non vi diede troppo peso e pensò che, come al solito del resto, il prete l'avesse rimproverato per il suo comportamento.

Tuttavia, quella sera, decise che sarebbe stato più opportuno rimanere a casa; ma dopo un paio d'ore passate a rigirarsi fra le lenzuola, non riuscendo a prendere sonno, scese nel salotto sedendosi accanto al fuoco.

Le fiamme rossastre del focolare, si riflettevano nei suoi occhi scuri e gli illuminavano il volto pallido che al suono dei passi di suo padre si tese immediatamente, aspettandosi l'ennesima sgridata.

Erano più di duecento anni che nessuno gli era stato così vicino da sgridarlo continuamente ed era tutto così strano... perfino per i suoi standard; ma la verità era semplicemente che era da tanto tempo ormai che il demone aveva dimenticato cosa volesse dire avere una famiglia.

«Padre…» lo salutò, senza girarsi, ma facendogli capire d'averlo sentito.

Malachy fissò le spalle larghe del ragazzo deglutendo, poi però scosse la testa e si versò un bicchiere di vino, porgendone uno al figlio che lo guardò di rimando molto più che confuso.

«Oh, andiamo ragazzo il fatto che rimproveri il tuo essere continuamente ubriaco, non vuol dire che tu non possa bere un bicchiere di vino!» ridacchiò nervoso, non riuscendo però a sostenere lo sguardo del demone che sembrava volergli leggere fin dentro l'anima.

Il vampiro, senza distogliere gli occhi dal padre, si portò il bicchiere alle labbra e per un attimo gli passò per la testa, l'assurdo pensiero che il vino fosse stato avvelenato.

Timore che, tuttavia, svanì non appena il genitore ebbe bevuto per primo.

Il vino, era stato versato nei due calici dalla stessa bottiglia, l'aveva visto con i suoi stessi occhi.

Stava decisamente diventando paranoico e, probabilmente, suo padre era solo nervoso solo per il fatto che qualche ora prima fossero stati aggrediti.

Perché mai avrebbe potuto desiderare di vederlo morto, poi?

Lui non sapeva nulla della sua vera natura...

Il signor O’Connor, intanto, strinse nella tasca della giacca la bustina ormai vuota che gli aveva dato il prete e quando il ragazzo iniziò a bere, si ritrovò a pregare che l’uomo di chiesa si fosse sbagliato.

Ma le sue aspettative si rivelarono essere false, perché all’improvviso Angel sentì la gola bruciare, come se avesse bevuto dell'acqua santa e, nonostante non avesse bisogno di respirare, per un attimo gli sembrò quasi di soffocare.

Piegato in due dal dolore cercò di alzarsi dalla sedia, ma a causa di un giramento di testa andò a sbattere contro un mobile.

Malachy con la bocca ormai secca provò a deglutire e, fissando stralunato gli occhi ormai gialli del ragazzo, con mani tremanti prese dalla tasca un coltello che vi aveva precedentemente nascosto.

Nel frattempo Angel poteva sentire il suo volto cambiare lentamente e nonostante gli sforzi sovrumani per impedire che ciò accadesse, si ritrovò a fissare impotente gli occhi allucinati del padre.

Inutile dire che il genitore era troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa, tant’è che l’arma gli cadde dalle mani sudate e senza che le gambe riuscissero più a reggerlo, scivolò in terra, indietreggiando sotto shock quando suo figlio, senza voce, fece un passo verso di lui per poi appoggiarsi al tavolo ed evitando così per un pelo di cadergli sopra.

«Padre…» tossì attraverso le zanne affilate, facendo diventare il volto dell'uomo bianco come un lenzuolo.

«Signore, fermate questo demone!» urlò allora isterico, quando non poté più retrocedere a causa del muro.

A quelle parole, gli occhi di Angel divennero lucidi e la bocca si distorse in una smorfia.

Gli aveva detto le stesse cose anche quando, tanti anni fa l'aveva ucciso, quando li aveva uccisi tutti, pensò, una lacrima ormai sfuggita al suo controllo cadde lungo la sua guancia fredda per poi precipitare in terra e produrre un rumore che, come un eco, rimbombò più volte nell'animo del vampiro.

Così Angel guardò suo padre con un'infinita tristezza, sperando di trasmettergli con lo sguardo ciò che non sarebbe mai riuscito a dirgli con le parole, ma nel mentre la sua visuale era sempre più sfocata e i suoni sempre più ovattati.

«Mi dispiace…» riuscì a sussurrare prima che tutto diventasse buio.

 

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Salve a tutti, spero che almeno questo capitolo un po' vi sia piaciuto...
Vi anticipo solo che più avanti comparirà anche Cordelia...

Colgo l'occasione per ringraziare di cuore GilesWatcher per avermi dato un parere sulla storia :)
Le recensioni son molto gradite e danno sempre lo stimolo giusto per continuare a scrivere.
P.S. I capitoli sono troppo lunghi o vanno bene così? 

 

   
 
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